Kronstadt: Bagliori di socialismo: differenze tra le versioni

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[[File:Anarkistimatruuseja.jpg|thumb|300px|Insorti della marina imperiale zarista, equipaggio della nave [[Petropavlovsk]] (Петропавловск), in [[Finlandia]] prima di partecipare alla rivolta di Kronstadt]]'''''Bagliori di socialismo a Kronstadt''''' è un articolo di Federico Gattolin che descrive le vicende di [[Kronstadt]] del [[1921]], cittadina sotto il controllo bolscevico in cui si realizzò lo scontro tra le forze autoritarie marxiste e quelle socialiste di tendenza libertaria.  
[[File:Anarkistimatruuseja.jpg|thumb|300px|Insorti della marina imperiale zarista, equipaggio della nave [[Petropavlovsk]], in [[Finlandia]] prima di partecipare alla rivolta di Kronstadt]]'''''Bagliori di socialismo a Kronstadt''''' è un articolo di Federico Gattolin che descrive le vicende di [[Kronstadt]] del [[1921]], cittadina sotto il controllo bolscevico in cui si realizzò lo scontro tra le forze autoritarie marxiste e quelle socialiste di tendenza libertaria.  


== Kronstadt: Bagliori di socialismo ==
== Kronstadt: Bagliori di socialismo ==
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All'appuntamento del 1905 i marinai della fortezza sono presenti, ma il loro ammutinamento nel crogiolo della prima rivoluzione russa non rappresenta ancora alcuna particolarità  rispetto ad altri avvenuti in tutta la flotta, tra cui quello famosissimo dell'incrociatore Polùmkin: è pienamente inserita nella corrente rivoluzionaria con tutte le immaturità  di quel primo tentativo. Ma il soffocamento della rivoluzione porta con sé a capo della guarnigione dell'isola l'ammiraglio Viren, con il compito di ripristinare l'ordine tra i marinai e gli abitanti dell'isola imponendo una disciplina severissima e odiosa. Confidando nella capacità  del suo ammiraglio di “ridurre alla ragione” i più riottosi e recalcitranti, lo zar farà  trasferire a Kronstadt molti soldati distintisi tra i rivoluzionari, al fine di punirli e piegarli. La mossa si sarebbe rivelata decisamente improvvida: sotto la cortina della disciplina apparente si diffondevano e confrontavano idee di cambiamento radicale, che al momento critico sarebbero germogliate nel processo rivoluzionario. Nel ‘17, infatti, quello di Kronstadt fu tra i primi soviet a costituirsi, distinguendosi da subito per le posizioni molto radicali.  
All'appuntamento del 1905 i marinai della fortezza sono presenti, ma il loro ammutinamento nel crogiolo della prima rivoluzione russa non rappresenta ancora alcuna particolarità  rispetto ad altri avvenuti in tutta la flotta, tra cui quello famosissimo dell'incrociatore Polùmkin: è pienamente inserita nella corrente rivoluzionaria con tutte le immaturità  di quel primo tentativo. Ma il soffocamento della rivoluzione porta con sé a capo della guarnigione dell'isola l'ammiraglio Viren, con il compito di ripristinare l'ordine tra i marinai e gli abitanti dell'isola imponendo una disciplina severissima e odiosa. Confidando nella capacità  del suo ammiraglio di “ridurre alla ragione” i più riottosi e recalcitranti, lo zar farà  trasferire a Kronstadt molti soldati distintisi tra i rivoluzionari, al fine di punirli e piegarli. La mossa si sarebbe rivelata decisamente improvvida: sotto la cortina della disciplina apparente si diffondevano e confrontavano idee di cambiamento radicale, che al momento critico sarebbero germogliate nel processo rivoluzionario. Nel ‘17, infatti, quello di Kronstadt fu tra i primi soviet a costituirsi, distinguendosi da subito per le posizioni molto radicali.  


In prima fila nelle drammatiche giornate di luglio, determinati contro il tentativo reazionario di Kornilov in settembre, pienamente coinvolti nella rivoluzione di Ottobre, i marinai di Kronstadt si guadagnarono così da Trotsky l'appellativo di “onore e gloria” della rivoluzione. Eppure non è lecito pensare a Kronstadt in ogni circostanza e su ogni questione come ad un fiore all'occhiello bolscevico, ché anzi vi furono ragioni di differenza e di attrito molto importanti. Nel giugno del ‘17 il soviet di Kronstadt proclama l'indipendenza della cittadella, certo segnalando così la propria diversità  dall'allora ancora troppo moderato soviet di Pietrogrado, ma soprattutto riflettendo una spinta anticentralista e federativa che provocò un certo imbarazzo tra i bolscevichi della cittadella e critiche da quelli della capitale; dopo l'Ottobre a Kronstadt continua a funzionare e si rafforzò una rete di comitati di palazzo, di officina, di unità  militari e navali che, intrecciandosi con il soviet, ne articolavano l'attività : dall'amministrazione delle case e delle officine, alla iniziale socializzazione dell'orticoltura isolana, aspetti che suscitarono polemiche durissime da parte della minoranze bolscevica in seno al soviet dì Kronstadt.
In prima fila nelle drammatiche giornate di luglio, determinati contro il tentativo reazionario di Kornilov in settembre, pienamente coinvolti nella rivoluzione di Ottobre, i marinai di Kronstadt si guadagnarono così da Trotsky l'appellativo di “onore e gloria” della rivoluzione. Eppure non è lecito pensare a Kronstadt in ogni circostanza e su ogni questione come ad un fiore all'occhiello bolscevico, ché anzi vi furono ragioni di differenza e di attrito molto importanti. Nel giugno del ‘17 il soviet di Kronstadt proclama l'indipendenza della cittadella, certo segnalando così la propria diversità  dall'allora ancora troppo moderato soviet di Pietrogrado, ma soprattutto riflettendo una spinta anticentralista e federativa che provocò un certo imbarazzo tra i bolscevichi della cittadella e critiche da quelli della capitale; dopo l'Ottobre a Kronstadt continua a funzionare e si rafforzò una rete di comitati di palazzo, di officina, di unità  militari e navali che, intrecciandosi con il soviet, ne articolavano l'attività: dall'amministrazione delle case e delle officine, alla iniziale socializzazione dell'orticoltura isolana, aspetti che suscitarono polemiche durissime da parte della minoranze bolscevica in seno al soviet dì Kronstadt.


Il 1918 rappresenta un turning point: i bolscevichi nel volgere di tre mesi vedono la loro rappresentanza al soviet locale passare da quasi la metà  a meno di un terzo, a vantaggio di altre organizzazioni rivoluzionarie (dai socialrivoluzionari di sinistra, ai socialrivoluzionari massimalisti, agli anarchici, ai menscevichi internazionalisti). Otterranno la maggioranza in seno al soviet alcuni mesi più tardi grazie alla bolscevizzazione dei soviet, in virtù della quale vengono semplicemente espulse tutte le componenti di opposizione. L'apparente ed effimera docilità  di Kronstadt da allora in poi fu dovuta al contraccolpo immediato della sconfitta della democrazia sovietica, ma si combinò anche molto alla convinzione che le circostanze eccezionali della guerra civile rendessero necessario mettere da parte dissidi e polemiche per far fronte comune nella lotta alla controrivoluzione. Perciò la conclusione della guerra civile all'inizio del ‘21 fu vista da importanti settori come la fine delle misure eccezionali che il governo bolscevico aveva adottato e la possibile ripresa della democrazia sovietica, de iure et de facto soppressa. Nella capitale pareva sempre più insopportabile il regime dei razionamenti, dei commissari e della Ceka e nel febbraio del ‘21 si verificarono scioperi in parecchie officine. Colpiti da queste notizie i marinai di Kronstadt decidono l'invio nella capitale di una delegazione che raccolga informazioni e riferisca. La delegazione trova una città  ingessata dalla ripresa del controllo da parte della Ceka, che palesemente presidia le fabbriche: gli operai restano perlopiù silenziosi e intimiditi di fronte alle domande della delegazione; solo uno denuncia la totale soppressione di libertà  e il potere pervasivo dei commissari. Il rapporto della delegazione di fronte agli equipaggi riuniti della Sebastopol e della Petropavlovsk, le corazzate di stanza a Kronstadt, indignai marinai che alla fine dell'assemblea approvano con due sole astensioni la risoluzione in quindici punti che qui riproduciamo:
Il 1918 rappresenta un turning point: i bolscevichi nel volgere di tre mesi vedono la loro rappresentanza al soviet locale passare da quasi la metà  a meno di un terzo, a vantaggio di altre organizzazioni rivoluzionarie (dai socialrivoluzionari di sinistra, ai socialrivoluzionari massimalisti, agli anarchici, ai menscevichi internazionalisti). Otterranno la maggioranza in seno al soviet alcuni mesi più tardi grazie alla bolscevizzazione dei soviet, in virtù della quale vengono semplicemente espulse tutte le componenti di opposizione. L'apparente ed effimera docilità  di Kronstadt da allora in poi fu dovuta al contraccolpo immediato della sconfitta della democrazia sovietica, ma si combinò anche molto alla convinzione che le circostanze eccezionali della guerra civile rendessero necessario mettere da parte dissidi e polemiche per far fronte comune nella lotta alla controrivoluzione. Perciò la conclusione della guerra civile all'inizio del ‘21 fu vista da importanti settori come la fine delle misure eccezionali che il governo bolscevico aveva adottato e la possibile ripresa della democrazia sovietica, de iure et de facto soppressa. Nella capitale pareva sempre più insopportabile il regime dei razionamenti, dei commissari e della Ceka e nel febbraio del ‘21 si verificarono scioperi in parecchie officine. Colpiti da queste notizie i marinai di Kronstadt decidono l'invio nella capitale di una delegazione che raccolga informazioni e riferisca. La delegazione trova una città  ingessata dalla ripresa del controllo da parte della Ceka, che palesemente presidia le fabbriche: gli operai restano perlopiù silenziosi e intimiditi di fronte alle domande della delegazione; solo uno denuncia la totale soppressione di libertà  e il potere pervasivo dei commissari. Il rapporto della delegazione di fronte agli equipaggi riuniti della Sebastopol e della Petropavlovsk, le corazzate di stanza a Kronstadt, indignai marinai che alla fine dell'assemblea approvano con due sole astensioni la risoluzione in quindici punti che qui riproduciamo:
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