Kronstadt: Bagliori di socialismo: differenze tra le versioni

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Veniva stroncato così dai bolscevichi l'ultimo tentativo della rivoluzione russa di risollevarsi e di reagire al suo riflusso. Lo statalismo rivoluzionario dei bolscevichi nella situazione di generale ripiegamento dell'ondata del 17, li aveva portati a concepire solo se e nient'altro che sé quale garanzia di una vittoria rivoluzionaria, proprio mentre non erano in grado, né volevano riconoscere la rivoluzione che riemergeva, anzi, le si contrapponevano frontalmente. Quella di Kronstadt fu peraltro una rivoluzione le cui caratteristiche vanno viste più da vicino. In essa si manifestò, infatti, una spinta evidente al socialismo, esprimentesi nella chiara carica libertaria che la contraddistinse. Qui si evince un nodo importante: la quarta rivoluzione russa nel rivendicare il ‘potere ai soviet e non ai partiti” esprime l'impossibilità  di realizzare il socialismo, se le classi subalterne vengono espropriate della facoltà  di autogoverno. Questo elemento molto importante non casualmente verrà  ignorato da tutti i sostenitori di Lenin e Trotsky nelle decadi successive. Tuttavia la stessa concezione di autogoverno degli insorti merita alcune brevi considerazioni.  
Veniva stroncato così dai bolscevichi l'ultimo tentativo della rivoluzione russa di risollevarsi e di reagire al suo riflusso. Lo statalismo rivoluzionario dei bolscevichi nella situazione di generale ripiegamento dell'ondata del 17, li aveva portati a concepire solo se e nient'altro che sé quale garanzia di una vittoria rivoluzionaria, proprio mentre non erano in grado, né volevano riconoscere la rivoluzione che riemergeva, anzi, le si contrapponevano frontalmente. Quella di Kronstadt fu peraltro una rivoluzione le cui caratteristiche vanno viste più da vicino. In essa si manifestò, infatti, una spinta evidente al socialismo, esprimentesi nella chiara carica libertaria che la contraddistinse. Qui si evince un nodo importante: la quarta rivoluzione russa nel rivendicare il ‘potere ai soviet e non ai partiti” esprime l'impossibilità  di realizzare il socialismo, se le classi subalterne vengono espropriate della facoltà  di autogoverno. Questo elemento molto importante non casualmente verrà  ignorato da tutti i sostenitori di Lenin e Trotsky nelle decadi successive. Tuttavia la stessa concezione di autogoverno degli insorti merita alcune brevi considerazioni.  


Tale era la fiducia nella insostituibilità  dei soviet che i rivoluzionari di Kronstadt vedevano in essi il solo strumento possibile; tutto ciò che non fosse ritenuto sovietico doveva essere spazzato via, anche contraddicendo l'esigenza democratica e libertaria che animava la rivendicazione del soviet come forma di autogoverno: fortissima resterà  la rivendicazione dello scioglimento dell'Assemblea costituente, per eseguire il quale Kronstadt aveva fornito una delegazione molto ampia e determinata. D'altra parte l'elemento dell'autogoverno, per quanto caratteristico, è insufficiente per l'edificazione di una società  socialista, per il fatto che la socializzazione è l'elemento conn0tante e fondamentale al contempo della affermazione delle basi di una civiltà  delle donne e degli uomini liberamente associati, ciò che per comodità  chiamiamo socialismo” . Sebbene nella vita quotidiana della cittadella elementi iniziali di socializzazione fossero presenti, ad esempio nella coltivazione degli orti urbani, in quella fitta rete di comitati di caseggiato, di fabbrica e anche di unità  militari, è interessante notare come i 15 punti di Kronstadt non contengano in merito alla socializzazione riferimenti di alcun tipo. Le rivendicazioni in campo sociale, paradossalmente, si fermano molto più indietro di quanto non fosse stato larvalmente praticato dai rivoluzionari isolani dal 17 in poi. Pare quasi che i protagonisti non assegnassero alcuna importanza qualificante a una parte importante di ciò che, pur contraddittoriamente, avevano iniziato a fare.
Tale era la fiducia nella insostituibilità  dei soviet che i rivoluzionari di Kronstadt vedevano in essi il solo strumento possibile; tutto ciò che non fosse ritenuto sovietico doveva essere spazzato via, anche contraddicendo l'esigenza democratica e libertaria che animava la rivendicazione del soviet come forma di autogoverno: fortissima resterà  la rivendicazione dello scioglimento dell'Assemblea costituente, per eseguire il quale Kronstadt aveva fornito una delegazione molto ampia e determinata. D'altra parte l'elemento dell'autogoverno, per quanto caratteristico, è insufficiente per l'edificazione di una società  socialista, per il fatto che la socializzazione è l'elemento conn0tante e fondamentale al contempo della affermazione delle basi di una civiltà  delle donne e degli uomini liberamente associati, ciò che per comodità  chiamiamo socialismo”. Sebbene nella vita quotidiana della cittadella elementi iniziali di socializzazione fossero presenti, ad esempio nella coltivazione degli orti urbani, in quella fitta rete di comitati di caseggiato, di fabbrica e anche di unità  militari, è interessante notare come i 15 punti di Kronstadt non contengano in merito alla socializzazione riferimenti di alcun tipo. Le rivendicazioni in campo sociale, paradossalmente, si fermano molto più indietro di quanto non fosse stato larvalmente praticato dai rivoluzionari isolani dal 17 in poi. Pare quasi che i protagonisti non assegnassero alcuna importanza qualificante a una parte importante di ciò che, pur contraddittoriamente, avevano iniziato a fare.


Ma il paradosso apparente trova una sua spiegazione nel fatto che se la rivoluzione di Kronstadt fu, da un lato, l'opposto di ciò che la leadership bolscevica l'accusava di essere, cioè una controrivoluzione al soldo dell'imperialismo, dall'altro, essa deve non solo la sua forza, ma anche i suoi limiti proprio al fatto di essere stata parte integrante della rivoluzione russa. La debolezza dell'idea di socialismo che emerge dalla rivoluzione di Kronstadt, per quanto ben più avanzata ed affascinante di quella sostenuta con il terrore rosso dai bolscevichi deriva, insomma, proprio dal fatto che quella rivoluzione germinava dalle tensioni positive del 17, ma ne subiva anche la debolezza socialista , o, detto in altri termini, non aveva saputo andare oltre la richiesta di autogoverno per affermare e praticare la centralità  della socializzazione.
Ma il paradosso apparente trova una sua spiegazione nel fatto che se la rivoluzione di Kronstadt fu, da un lato, l'opposto di ciò che la leadership bolscevica l'accusava di essere, cioè una controrivoluzione al soldo dell'imperialismo, dall'altro, essa deve non solo la sua forza, ma anche i suoi limiti proprio al fatto di essere stata parte integrante della rivoluzione russa. La debolezza dell'idea di socialismo che emerge dalla rivoluzione di Kronstadt, per quanto ben più avanzata ed affascinante di quella sostenuta con il terrore rosso dai bolscevichi deriva, insomma, proprio dal fatto che quella rivoluzione germinava dalle tensioni positive del 17, ma ne subiva anche la debolezza socialista , o, detto in altri termini, non aveva saputo andare oltre la richiesta di autogoverno per affermare e praticare la centralità  della socializzazione.
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