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== Il pensiero == | == Il pensiero == | ||
Gli elementi fondamentali del pensiero di Rousseau sono il conflitto tra natura e civiltà , tra sentimento e ragione e come successiva conseguenza tra il desiderio personalistico di ricercare la felicità nella propria [[Individualità |individualità ]] e la necessità di rapportarsi agli altri entro la società . | Gli elementi fondamentali del pensiero di Rousseau sono il conflitto tra natura e civiltà, tra sentimento e ragione e come successiva conseguenza tra il desiderio personalistico di ricercare la felicità nella propria [[Individualità |individualità ]] e la necessità di rapportarsi agli altri entro la società . | ||
Convinto della bontà originaria dell'uomo, teorizzò l'esistenza di piccole comunità , tra loro federate, rispettose dei bisogni e delle [[libertà ]] dei singoli individui, fondato sul ''[[contratto]] sociale''. In [[pedagogia]] intese l'educazione come sviluppo autonomo della personalità del fanciullo lasciato libero di manifestare la propria natura. | Convinto della bontà originaria dell'uomo, teorizzò l'esistenza di piccole comunità, tra loro federate, rispettose dei bisogni e delle [[libertà ]] dei singoli individui, fondato sul ''[[contratto]] sociale''. In [[pedagogia]] intese l'educazione come sviluppo autonomo della personalità del fanciullo lasciato libero di manifestare la propria natura. | ||
=== Il "contratto sociale" === | === Il "contratto sociale" === | ||
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===La teoria pedagogica=== | ===La teoria pedagogica=== | ||
'''Jean-Jacques Rousseau''', nell'''Emilio o dell'educazione'', propone un [[pedagogia|sistema pedagogico]] esterno alla società , analogamente alla teoria kantiana (La teoria kantiana si fonda su una smisurata fiducia nei confronti dell'[[Individuo|individuo]]. Egli viene visto come un possibile protagonista del miglioramento della società , purché formato in maniera appropriata [impedendogli il contatto diretto con la realtà ... che altrimenti potrebbe “corromperlo”]). Il problema della teoria kantiana-rousseauniana è che l'educatore può insegnare al bambino tutto ciò che riguarda i costumi, leggi ecc., ma questa, senza una diretta e concreta esperienza reale, rimane pura e semplice teoria astratta e ben difficilmente potrebbe portare successi sostanziali. | '''Jean-Jacques Rousseau''', nell'''Emilio o dell'educazione'', propone un [[pedagogia|sistema pedagogico]] esterno alla società, analogamente alla teoria kantiana (La teoria kantiana si fonda su una smisurata fiducia nei confronti dell'[[Individuo|individuo]]. Egli viene visto come un possibile protagonista del miglioramento della società, purché formato in maniera appropriata [impedendogli il contatto diretto con la realtà ... che altrimenti potrebbe “corromperlo”]). Il problema della teoria kantiana-rousseauniana è che l'educatore può insegnare al bambino tutto ciò che riguarda i costumi, leggi ecc., ma questa, senza una diretta e concreta esperienza reale, rimane pura e semplice teoria astratta e ben difficilmente potrebbe portare successi sostanziali. | ||
=== L'origine della ineguaglianza === | === L'origine della ineguaglianza === | ||
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Se è vero che in Rousseau possono trovarsi diversi aspetti di matrice libertaria – attacco alla [[La proprietà |proprietà privata]], attacco al principio della maggioranza, [[libertà ]] individuale, [[democrazia diretta]] ecc. - è anche vero che nel suo pensiero si possono riscontrare tratti distintivi assolutamente discutibili: per Rousseau, per esempio, lo [[Stato]] dovrebbe agire in maniera morale, esercitando la propria [[autorità ]] in maniera tale da "imporre" la [[libertà ]] individuale e sopprimere l'[[uguaglianza|ineguaglianza]] tra i cittadini. È chiaramente paradossale voler imporre la libertà e la “giusta morale” della “volontà generale” a tutti coloro che sono riluttanti a seguirla. | Se è vero che in Rousseau possono trovarsi diversi aspetti di matrice libertaria – attacco alla [[La proprietà |proprietà privata]], attacco al principio della maggioranza, [[libertà ]] individuale, [[democrazia diretta]] ecc. - è anche vero che nel suo pensiero si possono riscontrare tratti distintivi assolutamente discutibili: per Rousseau, per esempio, lo [[Stato]] dovrebbe agire in maniera morale, esercitando la propria [[autorità ]] in maniera tale da "imporre" la [[libertà ]] individuale e sopprimere l'[[uguaglianza|ineguaglianza]] tra i cittadini. È chiaramente paradossale voler imporre la libertà e la “giusta morale” della “volontà generale” a tutti coloro che sono riluttanti a seguirla. | ||
La volontà generale infatti non sempre coincide con quella dei singoli, essa è un'espressione collettiva che frequentemente trascende l'[[Individualità |individualità ]] in nome di un presunto bene superiore: Rousseau quindi, da una parte dice che l'[[individuo]] non ubbidisce che alla sua volontà , dall'altra che è spinto ad adeguarsi ad un criterio oggettivo. Rousseau ritiene di risolvere la contraddizione (senza essere molto convincente a dire il vero) affermando che, anche se l'[[individuo]] è costretto ad ubbidire ad un ideale esterno, egli non può lamentarsi di essere forzato, perché in realtà è semplicemente spinto ad ubbidire al suo “vero sentimento”; quindi addirittura sarebbe più libero di prima, poiché la [[libertà ]] è il trionfo dell'intelletto sull'istinto naturale. | La volontà generale infatti non sempre coincide con quella dei singoli, essa è un'espressione collettiva che frequentemente trascende l'[[Individualità |individualità ]] in nome di un presunto bene superiore: Rousseau quindi, da una parte dice che l'[[individuo]] non ubbidisce che alla sua volontà, dall'altra che è spinto ad adeguarsi ad un criterio oggettivo. Rousseau ritiene di risolvere la contraddizione (senza essere molto convincente a dire il vero) affermando che, anche se l'[[individuo]] è costretto ad ubbidire ad un ideale esterno, egli non può lamentarsi di essere forzato, perché in realtà è semplicemente spinto ad ubbidire al suo “vero sentimento”; quindi addirittura sarebbe più libero di prima, poiché la [[libertà ]] è il trionfo dell'intelletto sull'istinto naturale. | ||
L'idea stessa che la “'''volontà generale'''” possa essere in qualche modo imposta da un ristretto numero di persone, i "magistrati", che però non hanno alcun privilegio rispetto ai normali cittadini, fa presagire un'inquietante '''idea totalitaria''' dello [[Stato]]: infatti anche se la sovranità politica appartiene al popolo, lo [[Stato]] deve essere un corpo sociale unico e indivisibile (non può essere quindi distinto e separato nel potere esecutivo, giudiziario e legislativo), perché deve essere l'espressione della “volontà generale”. | L'idea stessa che la “'''volontà generale'''” possa essere in qualche modo imposta da un ristretto numero di persone, i "magistrati", che però non hanno alcun privilegio rispetto ai normali cittadini, fa presagire un'inquietante '''idea totalitaria''' dello [[Stato]]: infatti anche se la sovranità politica appartiene al popolo, lo [[Stato]] deve essere un corpo sociale unico e indivisibile (non può essere quindi distinto e separato nel potere esecutivo, giudiziario e legislativo), perché deve essere l'espressione della “volontà generale”. | ||
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== Citazioni == | == Citazioni == | ||
*«L'uomo è nato libero, ma dovunque è in catene.» | *«L'uomo è nato libero, ma dovunque è in catene.» | ||
*«Rinunciare alla sua libertà , significa rinunciare all'essere uomini» | *«Rinunciare alla sua libertà, significa rinunciare all'essere uomini» | ||
== Voci correlate == | == Voci correlate == |