Jean-Jacques Liabeuf: differenze tra le versioni

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{{citazione|Possono truccarti con cemento e acciaio. Possono cambiarti nome e ripulire la tua feccia. La tua fama giudiziaria sarà sempre associata a Liabeuf che sorride un mattino a Deibler.|dalla raccolta di poesie ''À la caille'', di Robert Desnos (1940)}}
{{citazione|Possono truccarti con cemento e acciaio. Possono cambiarti nome e ripulire la tua feccia. La tua fama giudiziaria sarà sempre associata a Liabeuf che sorride un mattino a Deibler.|dalla raccolta di poesie ''À la caille'', di Robert Desnos (1940)}}
La mobilitazione dei sostenitori di Liabeuf (i liabouvistes, come vengono chiamati) non gli impedisce di essere condannato a morte il [[4 maggio]]. La sua esecuzione il [[1° luglio]] [[1910]], nel boulevard Arago, ai piedi di una delle mura del carcere della Santé, è oggetto di una grande manifestazione. La richiesta di grazia del Presidente della Repubblica Armand Fallières, rilanciata dalla stampa di sinistra e da molti intellettuali, viene respinta. L'esecuzione di Liabeuf, nella notte tra il [[30 giugno]] e il [[1° luglio]], avviene in un clima di insurrezione (manifestazione di 10.000 persone, con scontri tra 800 poliziotti e difensori del Liabeuf e un esercito pronto ad intervenire). Sono presenti, in particolare, [[Jean Jaurès]], [[Pablo Picasso]] e [[Lenin]]. Molti rivoltosi vengono feriti, molti vengono arrestati e processati nei giorni successivi per grida sediziose o per aggressione alla polizia; un anarchico uccide un ispettore di sicurezza nel tentativo di liberare il condannato, provocando gli applausi della folla e spingendo il Prefetto Lépine a ordinare la carica a sciabola nuda della Guardia repubblicana. Anche sotto la ghigliottina gmanovrata dal boia Anatole Deibler, il condannato non smette mai di affermare di non essere mai stato un magnaccia (invece, non ha mai contestato di aver ucciso un poliziotto e di averne ferito gravemente un altro).
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