Jean-Jacques Liabeuf: differenze tra le versioni

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'''Jean-Jacques Liabeuf''' (Saint-Étienne, [[11 gennaio]] [[1886]] - Parigi, [[2 luglio]] [[1910]]) è stato un calzolaio, ingiustamente condannato per sfruttamento della prostituzione, che si vendicò di questa ingiustizia uccidendo e ferendo gli agenti di polizia che lo avevano arrestato.
[[File:Liabeuf.jpg|miniatura|400px|Jean-Jacques Liabeuf]]
'''Jean-Jacques Liabeuf''' (Saint-Étienne, [[11 gennaio]] [[1886]] - Parigi, [[2 luglio]] [[1910]]) è stato un calzolaio anarchico, ingiustamente condannato per sfruttamento della prostituzione.


== Biografia ==
== Biografia ==
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=== La liberazione e la vendetta ===
=== La liberazione e la vendetta ===
 
[[File:Liabeuf2.jpg|miniatura|250px|La cattura di Liabeuf in un'immagine dell'epoca.]]
Al suo rilascio, ritenendosi vittima di un'ingiustizia, Liabeuf decide di vendicarsi degli agenti di polizia che lo avevano fatto condannare due volte.
Al suo rilascio, ritenendosi vittima di un'ingiustizia, Liabeuf decide di vendicarsi degli agenti di polizia che lo avevano fatto condannare due volte.


Sabato [[8 gennaio]] [[1910]], Liabeuf, indossata una strana armatura (braccia e avambracci muniti di quattro fasce di cuoio irte di una moltitudine di chiodi di sua manifattura) e mascherato, inizia un giro dei bar nel quartiere Halles di Parigi (ha con sé anche un revolver e due trincetti da calzolaio) e cerca gli agenti di polizia nel distretto di Saint-Merri. Il [[9 gennaio]], intorno alle 8 del mattino, all'uscita di un bar in rue Aubry-le-Boucher, Liabeuf viene fermato da una pattuglia di polizia per violazione del divieto di soggiorno: il calzolaio uccide il poliziotto Célestin Deray (con un trincetto e revolverate) e ne ferisce gravemente un altro alla gola. Altri quattro poliziotti riportano ferite superficiali. Lo stesso Liabeuf viene colpito dalla sciabola dell'agente February. Il suo trasferimento all'ospedale Hôtel-Dieu è difficile, essendo scoppiato un caos tra chi vuole linciarlo e chi vuole approfittare delle ferite degli agenti per picchiarli.
Sabato [[8 gennaio]] [[1910]], Liabeuf, indossata una strana armatura (braccia e avambracci muniti di quattro fasce di cuoio irte di una moltitudine di chiodi di sua manifattura) e mascherato, inizia un giro dei bar nel quartiere Halles di Parigi (ha con sé anche un revolver e due trincetti da calzolaio) e cerca gli agenti di polizia nel distretto di Saint-Merri. Il [[9 gennaio]], intorno alle 8 del mattino, all'uscita di un bar in rue Aubry-le-Boucher, Liabeuf viene fermato da una pattuglia di polizia per violazione del divieto di soggiorno: il calzolaio uccide il poliziotto Célestin Deray (con un trincetto e revolverate) e ne ferisce gravemente un altro alla gola. Altri quattro poliziotti riportano ferite superficiali. Lo stesso Liabeuf viene colpito dalla sciabola dell'agente February. Il suo trasferimento all'ospedale Hôtel-Dieu è difficile, essendo scoppiato un caos tra chi vuole linciarlo e chi vuole approfittare delle ferite degli agenti per picchiarli.


Mentre la stampa unanime denuncia l'atto criminale, il socialista insurrezionale e [[antimilitarista]] [[Gustave Hervé]] difende Liabeuf sul quotidiano ''La Guerre sociale''. Il suo articolo '''''L'esempio dell'apache''''' genera scandalo, in particolare per questa frase: «Trovo che in questo secolo confuso e decrepito [Liabeuf] abbia dato una grande lezione di energia e coraggio alla folla di persone oneste; a noi stessi rivoluzionari ha dato un ottimo esempio». Il [[23 febbraio]], al termine di un tumultuoso processo, l'autore dell'articolo viene condannato a quattro anni di prigione e una multa di 1.000 franchi. Avviata dai socialisti rivoluzionari de ''La Guerre sociale'', l'agitazione suscitata dalle parole di [Gustave Hervé]] e dal processo a suo carico conquista tutta la sinistra e gli anarchici, guadagnandosi i titoli dei giornali della Belle Époque e infiammando il mondo operaio.
Mentre la stampa unanime denuncia l'atto criminale, il socialista insurrezionale e [[antimilitarista]] [[Gustave Hervé]] difende Liabeuf sul quotidiano ''La Guerre sociale''. Il suo articolo '''''L'esempio dell'apache''''' genera scandalo, in particolare per questa frase: «Trovo che in questo secolo confuso e decrepito [Liabeuf] abbia dato una grande lezione di energia e coraggio alla folla di persone oneste; a noi stessi rivoluzionari ha dato un ottimo esempio». Il [[23 febbraio]], al termine di un tumultuoso processo, l'autore dell'articolo viene condannato a quattro anni di prigione e una multa di 1.000 franchi. Avviata dai socialisti rivoluzionari de ''La Guerre sociale'', l'agitazione suscitata dalle parole di [[Gustave Hervé]] e dal processo a suo carico conquista tutta la sinistra e gli anarchici, guadagnandosi i titoli dei giornali della Belle Époque e infiammando il mondo operaio.
 
=== La condanna e l'esecuzione ===
 
{{citazione|Possono truccarti con cemento e acciaio. Possono cambiarti nome e ripulire la tua feccia. La tua fama giudiziaria sarà sempre associata a Liabeuf che sorride un mattino a Deibler.|dalla raccolta di poesie ''À la caille'', di Robert Desnos (1940)}}
 
La mobilitazione dei sostenitori di Liabeuf (i liabouvistes, come vengono chiamati) non gli impedisce di essere condannato a morte il [[4 maggio]]. La sua esecuzione il [[1° luglio]] [[1910]], nel boulevard Arago, ai piedi di una delle mura del carcere della Santé, è oggetto di una grande manifestazione. La richiesta di grazia del Presidente della Repubblica Armand Fallières, rilanciata dalla stampa di sinistra e da molti intellettuali, viene respinta. L'esecuzione di Liabeuf, nella notte tra il [[30 giugno]] e il [[1° luglio]], avviene in un clima di insurrezione (manifestazione di 10.000 persone, con scontri tra 800 poliziotti e difensori del Liabeuf e un esercito pronto ad intervenire). Sono presenti, in particolare, [[Jean Jaurès]], [[Pablo Picasso]] e [[Lenin]]. Molti rivoltosi vengono feriti, molti vengono arrestati e processati nei giorni successivi per grida sediziose o per aggressione alla polizia; un anarchico uccide un ispettore di sicurezza nel tentativo di liberare il condannato, provocando gli applausi della folla e spingendo il Prefetto Lépine a ordinare la carica a sciabola nuda della Guardia repubblicana. Anche sotto la ghigliottina gmanovrata dal boia Anatole Deibler, il condannato non smette mai di affermare di non essere mai stato un magnaccia (invece, non ha mai contestato di aver ucciso un poliziotto e di averne ferito gravemente un altro).
 
== Collegamenti esterni ==
*[https://finimondo.org/node/685 Liabeuf l'ammazzasbirri]
 
[[Categoria:Anarchici|Liabeuf, Jean-Jacques]]
[[Categoria:Anarchici francesi|Liabeuf, Jean-Jacques]]
[[Categoria:Vittime dello Stato]]
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