Indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi: differenze tra le versioni

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La [[Mazzini Society]], fondata da Gaetano Salvemini <ref>[http://www.storiaxxisecolo.it/antifascismo/biografie%20antifascisti39.html  Biografia G. Salvemini]</ref> si costituì nel [[1939]] a New York. Ne furono promotori un gruppo di repubblicani appartenenti a [[Giustizia e Libertà]]; tra i militanti si possono citare Lionello Venturi, Randolfo Pacciardi, Michele Cantarella, Aldo Garosci, Carlo Sforza, Alberto Tarchiani, Max Ascoli, Roberto Bolaffio,  Renato Poggi e  Giuseppe Antonio Borgese.  
La [[Mazzini Society]], fondata da Gaetano Salvemini <ref>[http://www.storiaxxisecolo.it/antifascismo/biografie%20antifascisti39.html  Biografia G. Salvemini]</ref> si costituì nel [[1939]] a New York. Ne furono promotori un gruppo di repubblicani appartenenti a [[Giustizia e Libertà]]; tra i militanti si possono citare Lionello Venturi, Randolfo Pacciardi, Michele Cantarella, Aldo Garosci, Carlo Sforza, Alberto Tarchiani, Max Ascoli, Roberto Bolaffio,  Renato Poggi e  Giuseppe Antonio Borgese.  


'''Quale obiettivi si poneva l'organizzazione italo-americana?''' Partendo da posizioni unitariamente anticomuniste e [[antifascismo|antifasciste]], si erano sviluppate tendenze diverse: per '''Max Ascoli''', intimamente legato al governo federale, l'associazione era un mezzo propagandistico della politica roosveltiana tra gli italo-americani; per '''Carlo Sforza''' invece la "Mazzini" era vista come un mezzo per giungere poi alla nascita di un Consiglio nazionale e di un'unità di combattimento che affiancasse i nuovi alleati nella campagna di liberazione dell'[[Italia]].  
'''Quale obiettivi si poneva l'organizzazione italo-americana?''' Partendo da posizioni unitariamente anticomuniste e [[antifascismo|antifasciste]], si erano sviluppate tendenze diverse: per '''Max Ascoli''', intimamente legato al governo federale, l'associazione era un mezzo propagandistico della politica roosveltiana tra gli italo-americani; per '''Carlo Sforza''' invece la "Mazzini" era vista come un mezzo per giungere poi alla nascita di un Consiglio nazionale e di un'unità di combattimento che affiancasse i nuovi alleati nella campagna di liberazione dell'[[Italia]].  
[[File:Il martello.jpg|350 px|left|thumb|Testata dello storico giornale di [[Carlo Tresca]] attraverso cui denunciò le "malefatte" dei fascisti riciclati]]
[[File:Il martello.jpg|350 px|left|thumb|Testata dello storico giornale di [[Carlo Tresca]] attraverso cui denunciò le "malefatte" dei fascisti riciclati]]
Uno degli esponenti più importanti di quest'organizzazione fu comunque l'anarchico [[Carlo Tresca]], promotore soprattutto della costituzione di "comitati antifascisti" («Comitati della Vittoria») interni alla [[Mazzini Society]], che secondo alcuni avrebbero agevolare l'imminente caduta del [[Fascismo|fascismo]] e preparare il futuro senza la dittatura del "Duce". Tresca era favorevole all'entrata nella [[Mazzini Society]] dei [[comunismo|comunisti]] come [[Vittorio Vidali]] (inizalmente era contrario ma cambiò idea solo sul finire del [[1942]]), con cui si era anche duramente scontrato in passato, ma era ostile agli [[antifascismo|antifascisti]] dell'ultima ora, come Generoso Pope (editore di giornali italo-americani, rooslveltiano e [[Fascismo|fascista]] poi pubblicamente e "ufficialmente" allontanatosi dal regime), che provavano ambiguamente ad entrare nei "comitati". Dalle pagine del suo [[stampa anarchica|giornale]], ''[[Il Martello]]'', Tresca portò avanti una campagna contro Generoso Pope e i [[Fascismo|fascisti]] camuffatti da antifascisti per convenienza e per provocazione.  
Uno degli esponenti più importanti di quest'organizzazione fu comunque l'anarchico [[Carlo Tresca]], promotore soprattutto della costituzione di "comitati antifascisti" («Comitati della Vittoria») interni alla [[Mazzini Society]], che secondo alcuni avrebbero agevolare l'imminente caduta del [[Fascismo|fascismo]] e preparare il futuro senza la dittatura del "Duce". Tresca era favorevole all'entrata nella [[Mazzini Society]] dei [[comunismo|comunisti]] come [[Vittorio Vidali]] (inizalmente era contrario ma cambiò idea solo sul finire del [[1942]]), con cui si era anche duramente scontrato in passato, ma era ostile agli [[antifascismo|antifascisti]] dell'ultima ora, come Generoso Pope (editore di giornali italo-americani, rooslveltiano e [[Fascismo|fascista]] poi pubblicamente e "ufficialmente" allontanatosi dal regime), che provavano ambiguamente ad entrare nei "comitati". Dalle pagine del suo [[stampa anarchica|giornale]], ''[[Il Martello]]'', Tresca portò avanti una campagna contro Generoso Pope e i [[Fascismo|fascisti]] camuffatti da antifascisti per convenienza e per provocazione.  
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== L'omicidio dell'anarchico Tresca ==
== L'omicidio dell'anarchico Tresca ==


Originario di Sulmona, [[Carlo Tresca]] <ref>La sua città gli ha stata intitolato una piazza in ricordo</ref> venne ucciso la notte dell'11 gennaio del '43, mentre si trovava in compagnia di  Giuseppe Calabi, entrambi esponenti della ''[[Mazzini Society]]''. Quella sera i due avevano atteso all'uscita della redazione de ''[[Il Martello]]'' di quattro collaboratori (tra cui Vanni Montana, segretario di Luigi Antonini, e Giovanni Sala) militanti come Tresca del comitato di agitazione [[antifascismo|antifascista]] della ''[[Mazzini Society]]'' di New York impegnati nella strutturazione dei "comitati della vittoria" che nascevano fra le comunità italiane in [[USA]]. Tali comitati ipotizzavano la nascita di un governo provvisorio in esilio, poiché credevano che la caduta del [[Fascismo|fascismo]] fosse prossima e inevitabile. Saltato all'appuntamento, poiché i quattro uomini non si presentarono, i due si apprestarono ad attraversare la strada quando Tresca fu colpito mortalmente da due colpi di pistola sparati da un killer appostato al buio.
Originario di Sulmona, [[Carlo Tresca]] <ref>La sua città gli ha stata intitolato una piazza in ricordo</ref> venne ucciso la notte dell'11 gennaio del '43, mentre si trovava in compagnia di  Giuseppe Calabi, entrambi esponenti della ''[[Mazzini Society]]''. Quella sera i due avevano atteso all'uscita della redazione de ''[[Il Martello]]'' di quattro collaboratori (tra cui Vanni Montana, segretario di Luigi Antonini, e Giovanni Sala) militanti come Tresca del comitato di agitazione [[antifascismo|antifascista]] della ''[[Mazzini Society]]'' di New York impegnati nella strutturazione dei "comitati della vittoria" che nascevano fra le comunità italiane in [[USA]]. Tali comitati ipotizzavano la nascita di un governo provvisorio in esilio, poiché credevano che la caduta del [[Fascismo|fascismo]] fosse prossima e inevitabile. Saltato all'appuntamento, poiché i quattro uomini non si presentarono, i due si apprestarono ad attraversare la strada quando Tresca fu colpito mortalmente da due colpi di pistola sparati da un killer appostato al buio.
===Tresca fu tradito? ===
===Tresca fu tradito? ===


Alcuni dettagli che gettano sospetti su altri appartenenti alla ''[[Mazzini Society]]'': Tresca e Calabi il giorno dell'assassinio avevano appuntamento con importanti dirigenti [[sindacalismo|sindacali]]: '''Vanni Montana''' - ex-fascista dell'OVRA, poi agente [[OSS]] e in quel momento anche segretario di Luigi Antonini, il presidente dell''''Italian-American Labor Council''' - e '''Giovanni Sala''', dell'''Amalgamated Clothing Workers of America''. Luigi Antonini era uno dei propugnatori dell'ingresso di Generoso Pope e di [[antifascismo|antifascisti]] da burletta riciclati nei "comitati antifascisti", in contrasto irriducibile con la "linea di Tresca" sull'unità del fronte [[antifascismo|antifascista]] portata avanti dal gruppo che faceva capo all'anarchico di Sulmona. Inoltre sia Luigi Antonini che Vanni Montana avevano conoscenze fra i noti capibastone mafiosi e negli alti ambienti istituzionali americani: quindi si prospetterebbe il sospetto, o comunque non sarebbe assurdo ipotizzarlo, di un complotto nato e sviluppatosi anche tra i membri della [[Mazzini Society]].
Alcuni dettagli che gettano sospetti su altri appartenenti alla ''[[Mazzini Society]]'': Tresca e Calabi il giorno dell'assassinio avevano appuntamento con importanti dirigenti [[sindacalismo|sindacali]]: '''Vanni Montana''' - ex-fascista dell'OVRA, poi agente [[OSS]] e in quel momento anche segretario di Luigi Antonini, il presidente dell''''Italian-American Labor Council''' - e '''Giovanni Sala''', dell'''Amalgamated Clothing Workers of America''. Luigi Antonini era uno dei propugnatori dell'ingresso di Generoso Pope e di [[antifascismo|antifascisti]] da burletta riciclati nei "comitati antifascisti", in contrasto irriducibile con la "linea di Tresca" sull'unità del fronte [[antifascismo|antifascista]] portata avanti dal gruppo che faceva capo all'anarchico di Sulmona. Inoltre sia Luigi Antonini che Vanni Montana avevano conoscenze fra i noti capibastone mafiosi e negli alti ambienti istituzionali americani: quindi si prospetterebbe il sospetto, o comunque non sarebbe assurdo ipotizzarlo, di un complotto nato e sviluppatosi anche tra i membri della [[Mazzini Society]].


===Un capro espiatorio: i comunisti===
===Un capro espiatorio: i comunisti===
Alla morte di Tresca, il gruppo degli ex [[Fascismo|fascisti]] guidati da Pope e quello di Antonini e Montana della [[Mazzini Society]], indicarono senza mezzi termini Vidali come il responsabile dell'assassinio. I [[comunismo|comunisti]] invece, sostenuti dal giornale ''L'Unità del Popolo'', accusarono i fascisti e soprattutto Antonini (colui che all'interno della Mazzini Society era ostile all'entrata dei comunisti ma non degli ex-fascisti) di un complotto volto a spezzare l'unità antifascista, suggerendo che l'uccisione di Tresca facesse parte di una complessa battaglia politico-ideologica volta ad impedire la convergenza tra le forze liberaldemocratiche e il movimento comunista.
Alla morte di Tresca, il gruppo degli ex [[Fascismo|fascisti]] guidati da Pope e quello di Antonini e Montana della [[Mazzini Society]], indicarono senza mezzi termini Vidali come il responsabile dell'assassinio. I [[comunismo|comunisti]] invece, sostenuti dal giornale ''L'Unità del Popolo'', accusarono i fascisti e soprattutto Antonini (colui che all'interno della Mazzini Society era ostile all'entrata dei comunisti ma non degli ex-fascisti) di un complotto volto a spezzare l'unità antifascista, suggerendo che l'uccisione di Tresca facesse parte di una complessa battaglia politico-ideologica volta ad impedire la convergenza tra le forze liberaldemocratiche e il movimento comunista.


D'altronde anche il giudice istruttore Louis Pagnucco mirò ad incriminare dell'assassinio di Carlo Tresca il comunista Vittorio Vidali, il leggendario ''Comandante Carlos'' delle'' Brigate Internazionali''. Vidali fu indicato anche come l'assassino di [[Lev Trotzky|Trotzkij]], ma i fatti dimostrarono ampiamente che anche con quella vicenda non c'entrava nulla.
D'altronde anche il giudice istruttore Louis Pagnucco mirò ad incriminare dell'assassinio di Carlo Tresca il comunista Vittorio Vidali, il leggendario ''Comandante Carlos'' delle'' Brigate Internazionali''. Vidali fu indicato anche come l'assassino di [[Lev Trotzky|Trotzkij]], ma i fatti dimostrarono ampiamente che anche con quella vicenda non c'entrava nulla.


Già più di venti anni fa, il giornalista Furio Morroni, allora redattore del ''Progresso Italo-Americano'' annunciò di aver compiuto pazienti ricerche negli archivi e nelle biblioteche di New York e tra i dossier del ''Federal bureau of investigation'', esaminando i carteggi tra le [[autorità]] americane e il governo fascista e le indagini sul caso Vidali e dichiarava: «Sono riuscito a trovare le prove che non solo Vidali non c'entra nulla nel delitto Tresca, ma che l'omicida, killer prezzolato, fu proprio Carmine Galante» (''Panorama'', 6 aprile 1981).  
Già più di venti anni fa, il giornalista Furio Morroni, allora redattore del ''Progresso Italo-Americano'' annunciò di aver compiuto pazienti ricerche negli archivi e nelle biblioteche di New York e tra i dossier del ''Federal bureau of investigation'', esaminando i carteggi tra le [[autorità]] americane e il governo fascista e le indagini sul caso Vidali e dichiarava: «Sono riuscito a trovare le prove che non solo Vidali non c'entra nulla nel delitto Tresca, ma che l'omicida, killer prezzolato, fu proprio Carmine Galante» (''Panorama'', 6 aprile 1981).  


Secondo Morroni, Vidali non era a New York al tempo dell'assassinio di Tresca e una lettera con documentazione fotografica che sosteneva il suo alibi era stata fatta sparire dall'istruttoria, ma Edgar Hoover, il potente capo del FBI aveva indirizzato le indagini su Vidali, utilizzando il sindacato dei sarti, in particolare il segretario di Luigi Antonini Vanni Montana. <ref>[http://www.abruzzoemigrazione.it/e_view.asp?E=175 ''L'emigrazione abruzzese e la letteratura di Carlo Tresca]''
Secondo Morroni, Vidali non era a New York al tempo dell'assassinio di Tresca e una lettera con documentazione fotografica che sosteneva il suo alibi era stata fatta sparire dall'istruttoria, ma Edgar Hoover, il potente capo del FBI aveva indirizzato le indagini su Vidali, utilizzando il sindacato dei sarti, in particolare il segretario di Luigi Antonini Vanni Montana. <ref>[http://www.abruzzoemigrazione.it/e_view.asp?E=175 ''L'emigrazione abruzzese e la letteratura di Carlo Tresca]''
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[[Ezio Taddei]], anarchico e scrittore che negli [[USA]] visse un lungo periodo di amicizia e collaborazione con [[Carlo Tresca]], accusò pubblicamente la mafia italo-americana e i fascisti della morte del direttore de ''[[Il Martello]]''. Oltre a presentarsi spontaneamente alla magistratura, in seguito scrisse un libro <ref> [http://www.ilgrappolo.it/NewsRead.asp?IDnews=297 da Recensione del libro di Taddei]'': «Questo zoliano j'accuse venne definito da [[Domenico Javarone]] (Vita di scrittore, Ezio Taddei), il primo biografo di Ezio, la "rivelazione sul modo come l'assassinio di un noto dirigente anarchico ad opera della malavita newyorkese doveva essere utilizzato per la campagna anticomunista» </ref> sul [[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|caso Tresca]], in cui affermò senza esitazioni che «i responsabili del delitto, secondo le ammissioni di un agente dell'Ufficio Narcotici, erano due boss della mafia, Frank Garofalo <ref>[http://archive.is/cUEmq Sicilia, il ritorno degli “americani” di Gianni Barbacetto]</ref> e Carmine Galante <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Carmine_Galante Carmine Galante mafioso abbastanza completo]</ref>, latitanti da anni».
[[Ezio Taddei]], anarchico e scrittore che negli [[USA]] visse un lungo periodo di amicizia e collaborazione con [[Carlo Tresca]], accusò pubblicamente la mafia italo-americana e i fascisti della morte del direttore de ''[[Il Martello]]''. Oltre a presentarsi spontaneamente alla magistratura, in seguito scrisse un libro <ref> [http://www.ilgrappolo.it/NewsRead.asp?IDnews=297 da Recensione del libro di Taddei]'': «Questo zoliano j'accuse venne definito da [[Domenico Javarone]] (Vita di scrittore, Ezio Taddei), il primo biografo di Ezio, la "rivelazione sul modo come l'assassinio di un noto dirigente anarchico ad opera della malavita newyorkese doveva essere utilizzato per la campagna anticomunista» </ref> sul [[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|caso Tresca]], in cui affermò senza esitazioni che «i responsabili del delitto, secondo le ammissioni di un agente dell'Ufficio Narcotici, erano due boss della mafia, Frank Garofalo <ref>[http://archive.is/cUEmq Sicilia, il ritorno degli “americani” di Gianni Barbacetto]</ref> e Carmine Galante <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Carmine_Galante Carmine Galante mafioso abbastanza completo]</ref>, latitanti da anni».


Per Taddei, a quanto afferma la sorella <ref name="tirena">Le indagini sul "[[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|Caso Tresca]]" indicano Vito Genovese quale mandante dell'omicidio, mentre Tirrena, sorella di [[Ezio Taddei]], afferma che per il fratello il mandante era Pope. Le due affermazioni non son per nulla contraddittorie visto i legami del gruppo mafioso affaristico e quindi politico formato da Pope, il "galantuomo", ed i vari Frank Costello, Lucky Luciano, Vito Genovese e i criminali conosciuti, ma pressoché intoccabili anche per via di certi favori fatti all'"ordine costituito". In sostanza l'assassinio fuoriuscì da accordi fra Pope e Genovese, anche se il mandante riconosciuto secondo la documentazione di Mauro Canali, e altri, è Vito Genovese, uomo in grado di poter impartire ordini a figuri come Carmine Galante e Frank Garofalo. Inoltre il Genovese aveva un vecchio debito di riconoscenza verso il "duce", già in parte pagato elargendo i fondi per tirar su la casa del fascio di Nola, ed eliminare un [[antifascismo|antifascista]] "pericoloso" come Tresca era proprio un modo per pagare definitivamente il debito.</ref>, gli esecutori materiali furono Galante (successivamente capobastone di [[Joseph Bonanno]] <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Bonanno Bonanno], detto ''Bananas'' per un iniziale errore di trascrizione anagrafica, nelle sue memorie fa notare che lui era contrario all'omicidio di  Carlo Tresca, da lui ritenuto una brava persona, ma non poté impedirlo per "interessi" superiori</ref>) e Garofalo, che nel seguito fece una "onoratissima" carriera di mafioso al ritorno in [[Italia]] nel dopoguerra <ref>Frank Garofalo scrive a Vincenti Martinez di preparare buone accoglienze al sindaco di Palermo, Salvo Lima ''[http://digilander.libero.it/osservatoriobari/f24.htm ''Articolo di Giuseppe D'avanzo, la Repubblica - Sabato, 28 settembre 1991 - pagina 5'']</ref>. Essi avrebbero agito direttamente su mandato di Generoso Pope e altri mafiosi come lui. (Riguardo al mandante, esiste quindi una discordanza tra la versione di [[Ezio Taddei]] e quella più Mauro Canali, che invece indica Vito Genovese, tuttavia ciò non sminuisce per nulla l'intuizione di Taddei, anche perché egli fu il primo a denunciare questo complotto, senza peraltro poter visionare al documento ufficiale).
Per Taddei, a quanto afferma la sorella <ref name="tirena">Le indagini sul "[[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|Caso Tresca]]" indicano Vito Genovese quale mandante dell'omicidio, mentre Tirrena, sorella di [[Ezio Taddei]], afferma che per il fratello il mandante era Pope. Le due affermazioni non son per nulla contraddittorie visto i legami del gruppo mafioso affaristico e quindi politico formato da Pope, il "galantuomo", ed i vari Frank Costello, Lucky Luciano, Vito Genovese e i criminali conosciuti, ma pressoché intoccabili anche per via di certi favori fatti all'"ordine costituito". In sostanza l'assassinio fuoriuscì da accordi fra Pope e Genovese, anche se il mandante riconosciuto secondo la documentazione di Mauro Canali, e altri, è Vito Genovese, uomo in grado di poter impartire ordini a figuri come Carmine Galante e Frank Garofalo. Inoltre il Genovese aveva un vecchio debito di riconoscenza verso il "duce", già in parte pagato elargendo i fondi per tirar su la casa del fascio di Nola, ed eliminare un [[antifascismo|antifascista]] "pericoloso" come Tresca era proprio un modo per pagare definitivamente il debito.</ref>, gli esecutori materiali furono Galante (successivamente capobastone di [[Joseph Bonanno]] <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Bonanno Bonanno], detto ''Bananas'' per un iniziale errore di trascrizione anagrafica, nelle sue memorie fa notare che lui era contrario all'omicidio di  Carlo Tresca, da lui ritenuto una brava persona, ma non poté impedirlo per "interessi" superiori</ref>) e Garofalo, che nel seguito fece una "onoratissima" carriera di mafioso al ritorno in [[Italia]] nel dopoguerra <ref>Frank Garofalo scrive a Vincenti Martinez di preparare buone accoglienze al sindaco di Palermo, Salvo Lima ''[http://digilander.libero.it/osservatoriobari/f24.htm ''Articolo di Giuseppe D'avanzo, la Repubblica - Sabato, 28 settembre 1991 - pagina 5'']</ref>. Essi avrebbero agito direttamente su mandato di Generoso Pope e altri mafiosi come lui. (Riguardo al mandante, esiste quindi una discordanza tra la versione di [[Ezio Taddei]] e quella più Mauro Canali, che invece indica Vito Genovese, tuttavia ciò non sminuisce per nulla l'intuizione di Taddei, anche perché egli fu il primo a denunciare questo complotto, senza peraltro poter visionare al documento ufficiale).


===L'indagine di Mauro Canali ===
===L'indagine di Mauro Canali ===


Lo storico  Mauro Canali, potendo aver a disposizione la documentazione desecretata dell'[[OSS]], divenuta poi CIA, nel [[2001]] pubblicò un articolo dal titolo ''Tutta la verità sul caso Tresca'', dove denunciò il [[fascismo]] come mandante dell'omicidio, poi eseguito materialmente da Carmine Galante. Questi era stato incaricato da Vito Genovese, che nel 1943 si trovava nel nolano ed era in ottimi rapporti con Mussolini. Canali quindi non è d'accordo con Taddei, che individua in Generoso Pope il mandante <ref name="tirena">Le indagini sul "[[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|Caso Tresca]]" indicano Vito Genovese quale mandante dell'omicidio, mentre Tirrena, sorella di [[Ezio Taddei]], afferma che per il fratello il mandante era Pope. Le due affermazioni non son per nulla contraddittorie visto i legami del gruppo mafioso affaristico e quindi politico formato da Pope, il "galantuomo", ed i vari Frank Costello, Lucky Luciano, Vito Genovese e i criminali conosciuti, ma pressoché intoccabili anche per via di certi favori fatti all'"ordine costituito". In sostanza l'assassinio fuoriuscì da accordi fra Pope e Genovese, anche se il mandante riconosciuto secondo la documentazione di Mauro Canali, e altri, è Vito Genovese, uomo in grado di poter impartire ordini a figuri come Carmine Galante e Frank Garofalo. Inoltre il Genovese aveva un vecchio debito di riconoscenza verso il "duce", già in parte pagato elargendo i fondi per tirar su la casa del fascio di Nola, ed eliminare un [[antifascismo|antifascista]] "pericoloso" come Tresca era proprio un modo per pagare definitivamente il debito.</ref>  
Lo storico  Mauro Canali, potendo aver a disposizione la documentazione desecretata dell'[[OSS]], divenuta poi CIA, nel [[2001]] pubblicò un articolo dal titolo ''Tutta la verità sul caso Tresca'', dove denunciò il [[fascismo]] come mandante dell'omicidio, poi eseguito materialmente da Carmine Galante. Questi era stato incaricato da Vito Genovese, che nel 1943 si trovava nel nolano ed era in ottimi rapporti con Mussolini. Canali quindi non è d'accordo con Taddei, che individua in Generoso Pope il mandante <ref name="tirena">Le indagini sul "[[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|Caso Tresca]]" indicano Vito Genovese quale mandante dell'omicidio, mentre Tirrena, sorella di [[Ezio Taddei]], afferma che per il fratello il mandante era Pope. Le due affermazioni non son per nulla contraddittorie visto i legami del gruppo mafioso affaristico e quindi politico formato da Pope, il "galantuomo", ed i vari Frank Costello, Lucky Luciano, Vito Genovese e i criminali conosciuti, ma pressoché intoccabili anche per via di certi favori fatti all'"ordine costituito". In sostanza l'assassinio fuoriuscì da accordi fra Pope e Genovese, anche se il mandante riconosciuto secondo la documentazione di Mauro Canali, e altri, è Vito Genovese, uomo in grado di poter impartire ordini a figuri come Carmine Galante e Frank Garofalo. Inoltre il Genovese aveva un vecchio debito di riconoscenza verso il "duce", già in parte pagato elargendo i fondi per tirar su la casa del fascio di Nola, ed eliminare un [[antifascismo|antifascista]] "pericoloso" come Tresca era proprio un modo per pagare definitivamente il debito.</ref>  


Quindi, per Canali, sarebbe stato Genovese l'organizzatore dell'omicidio dell'anarchico [[Carlo Tresca]] <ref name="tresca">[https://www.anarcopedia.org/index.php/Carlo_Tresca#Ipotesi_sulla_sua_morte Ipotesi sulla morte di Tresca]</ref>, la cui colpa era stata quella di denunciare ripetutamente gli [[antifascismo|antifascisti]] dell'ultima ora. Genovese, per il suo sporco lavoro, avrebbe ricevuto una ricompensa di 500.000 dollari.
Quindi, per Canali, sarebbe stato Genovese l'organizzatore dell'omicidio dell'anarchico [[Carlo Tresca]] <ref name="tresca">[https://www.anarcopedia.org/index.php/Carlo_Tresca#Ipotesi_sulla_sua_morte Ipotesi sulla morte di Tresca]</ref>, la cui colpa era stata quella di denunciare ripetutamente gli [[antifascismo|antifascisti]] dell'ultima ora. Genovese, per il suo sporco lavoro, avrebbe ricevuto una ricompensa di 500.000 dollari.
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Occorre approfondire la figura di Generoso Pope, proprietario di alcuni giornali italo-americani (''Il Progresso italo-americano'', ''Corriere d'America''), [[Fascismo|fascista]] ma anche elettore di Frank Delano Roosvelt, personaggio potente ed ambiguo nell'ambiente degli italiani emigrati in america <ref>[http://www.bibliotecamarxista.org/casciola_paolo/carl_tresca_comb_libert.htm Carlo Tresca, combattente libertario] </ref>. Secondo la documentazione raccolta da [[Mauro Canali]] <ref>Opere
Occorre approfondire la figura di Generoso Pope, proprietario di alcuni giornali italo-americani (''Il Progresso italo-americano'', ''Corriere d'America''), [[Fascismo|fascista]] ma anche elettore di Frank Delano Roosvelt, personaggio potente ed ambiguo nell'ambiente degli italiani emigrati in america <ref>[http://www.bibliotecamarxista.org/casciola_paolo/carl_tresca_comb_libert.htm Carlo Tresca, combattente libertario] </ref>. Secondo la documentazione raccolta da [[Mauro Canali]] <ref>Opere
*''Crime and Repression'', in ''Oxford Handbook of Fascism'' a.c. [[Richard J.B. Bosworth]] - Oxford University Press - 2009  
*''Crime and Repression'', in ''Oxford Handbook of Fascism'' a.c. [[Richard J.B. Bosworth]] - Oxford University Press - 2009  
*''Repressione e consenso nell'esperimento fascista'', in ''Modernità totalitaria. Il [[fascismo]] italiano'' a.c. di [[Emilio Gentile]] - [[Editori Laterza]] - 2008   
*''Repressione e consenso nell'esperimento fascista'', in ''Modernità totalitaria. Il [[fascismo]] italiano'' a.c. di [[Emilio Gentile]] - [[Editori Laterza]] - 2008   
*''Mussolini e il petrolio iracheno. L'Italia, gli interessi petroliferi e le grandi potenze'' [[Einaudi]] - 2007
*''Mussolini e il petrolio iracheno. L'Italia, gli interessi petroliferi e le grandi potenze'' [[Einaudi]] - 2007
*''Il delitto Matteotti'' - [[Il Mulino]] - 2004
*''Il delitto Matteotti'' - [[Il Mulino]] - 2004
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*''Il dissidentismo fascista. Pisa e il caso Santini 1923-1925'' [[Bonacci]] - 1983
*''Il dissidentismo fascista. Pisa e il caso Santini 1923-1925'' [[Bonacci]] - 1983
*''Il delitto Matteotti. Affarismo e politica nel primo governo Mussolini'' [[Il Mulino]] - 1997
*''Il delitto Matteotti. Affarismo e politica nel primo governo Mussolini'' [[Il Mulino]] - 1997
*''[[Cesare Rossi]]</ref>, l'avversità di [[Carlo Tresca]] nei confronti di [[Generoso Pope]] era ben fondata: negli archivi [[Fascismo|fascisti]] è stata trovata una relazione del [[26 novembre]] [[1934]] nella quale quale il console italiano riferiva che Pope provava a creare discordia tra i dirigenti della ''[[International Ladies Garment Workers' Union]]'' (ILGWU) <ref>[http://www.oggi7.info/node/552  Notizie relative all'Ilgwu]</ref> e il gruppo formato da Luigi Antonini <ref>[http://www.luigiantonini.com/biblio.php Documenti su Luigi Antonini su cui comppare il lavoro ''Tutta la verità sul caso Tresca'' di Mauro Canali]</ref> <ref>[http://books.google.it/books?id=1eNb8ey0qDIC&pg=PA45&lpg=PA45&dq=Luigi+Antonini++boss&source=bl&ots=eVxG-EHTRw&sig=eVuZc1tRmmHiIYbbHtASRlAKb9Q&hl=it&ei=wOaKSp_LI4bK_gbFsviSCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1#v=onepage&q=Luigi%20Antonini%20%20boss&f=false Antonini ed i boss mafiosi]</ref>, [[Arturo Giovanniti]], Serafino Romualdi, e quelli di ''Stampa Libera''.   
*''[[Cesare Rossi]]</ref>, l'avversità di [[Carlo Tresca]] nei confronti di [[Generoso Pope]] era ben fondata: negli archivi [[Fascismo|fascisti]] è stata trovata una relazione del [[26 novembre]] [[1934]] nella quale quale il console italiano riferiva che Pope provava a creare discordia tra i dirigenti della ''[[International Ladies Garment Workers' Union]]'' (ILGWU) <ref>[http://www.oggi7.info/node/552  Notizie relative all'Ilgwu]</ref> e il gruppo formato da Luigi Antonini <ref>[http://www.luigiantonini.com/biblio.php Documenti su Luigi Antonini su cui comppare il lavoro ''Tutta la verità sul caso Tresca'' di Mauro Canali]</ref> <ref>[http://books.google.it/books?id=1eNb8ey0qDIC&pg=PA45&lpg=PA45&dq=Luigi+Antonini++boss&source=bl&ots=eVxG-EHTRw&sig=eVuZc1tRmmHiIYbbHtASRlAKb9Q&hl=it&ei=wOaKSp_LI4bK_gbFsviSCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1#v=onepage&q=Luigi%20Antonini%20%20boss&f=false Antonini ed i boss mafiosi]</ref>, [[Arturo Giovanniti]], Serafino Romualdi, e quelli di ''Stampa Libera''.   


Il commissario fascista Caradossi informò il console che la '''ILGWU''' «aveva destinato un fondo di 5 mila dollari per la lotta contro il fascismo, ebbi immediatamente un colloquio col comm. Pope e lo invitai a non dare più ospitalità nei suoi giornali ai comunicati dell'Ilgwu consigliandogli invece di pubblicare gli articoli del noto Ettore Frisina che era stato sempre un accanito avversario della cricca Antonini e conosceva a fondo le loro malefatte. Debbo dichiarare che il comm. Pope pur dovendo ammettere a malincuore che il suo piano non era riuscito non volle darsi completamente per vinto. Egli accettò di pubblicare alcuni degli articoli del Frisina e mi assicurò che avrebbe troncato ogni rapporto coll'Antonini. Però continuò invece per qualche tempo a far pubblicare i comunicati dell'Ilgwu e si decise a rispettare la parola datami soltanto in seguito alla mia minaccia che avrei informato Roma di questo suo atteggiamento». <ref>[https://web.archive.org/web/20070927234026/http://www.liberalfondazione.it/archivio/fl/numero04/verita.htm Tutta la verità sul caso Tresca] </ref>. Generoso Pope aveva quindi stabili rapporti con i fascisti italiani, d'altronde egli era stato anche promotore di una sottoscrizione in favore del conflitto imperialista in Etiopia, durante le celebrazioni delle vittorie fasciste al Madison Square Garden aveva definito definendo Mussolini il più "'''''grande uomo al mondo'''''" e quando era giunto a Roma in visita di cortesia fu trattato con un riguardo degno dei più importanti funzionari.
Il commissario fascista Caradossi informò il console che la '''ILGWU''' «aveva destinato un fondo di 5 mila dollari per la lotta contro il fascismo, ebbi immediatamente un colloquio col comm. Pope e lo invitai a non dare più ospitalità nei suoi giornali ai comunicati dell'Ilgwu consigliandogli invece di pubblicare gli articoli del noto Ettore Frisina che era stato sempre un accanito avversario della cricca Antonini e conosceva a fondo le loro malefatte. Debbo dichiarare che il comm. Pope pur dovendo ammettere a malincuore che il suo piano non era riuscito non volle darsi completamente per vinto. Egli accettò di pubblicare alcuni degli articoli del Frisina e mi assicurò che avrebbe troncato ogni rapporto coll'Antonini. Però continuò invece per qualche tempo a far pubblicare i comunicati dell'Ilgwu e si decise a rispettare la parola datami soltanto in seguito alla mia minaccia che avrei informato Roma di questo suo atteggiamento». <ref>[https://web.archive.org/web/20070927234026/http://www.liberalfondazione.it/archivio/fl/numero04/verita.htm Tutta la verità sul caso Tresca] </ref>. Generoso Pope aveva quindi stabili rapporti con i fascisti italiani, d'altronde egli era stato anche promotore di una sottoscrizione in favore del conflitto imperialista in Etiopia, durante le celebrazioni delle vittorie fasciste al Madison Square Garden aveva definito definendo Mussolini il più "'''''grande uomo al mondo'''''" e quando era giunto a Roma in visita di cortesia fu trattato con un riguardo degno dei più importanti funzionari.


Tutto ciò indusse [[Mazzini Society]], nel 1941, a chiedere al Dipartimento di Giustizia statunitense un'indagine su Pope. Quando, grazie alla campagna di [[Carlo Tresca]], prese consistenza la voce di un possibile sequestro dei suoi beni, Generoso Pope si allontanò pubblicamente dal [[Fascismo|fascismo]] (settembre [[1941]]) e provò ad entrare nella [[Mazzini Society]], sostenuto da Vanni Montana <ref>[http://books.google.it/books?id=1eNb8ey0qDIC&pg=PA45&lpg=PA45&dq=Luigi+Antonini++boss&source=bl&ots=eVxG-EHTRw&sig=eVuZc1tRmmHiIYbbHtASRlAKb9Q&hl=it&ei=wOaKSp_LI4bK_gbFsviSCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1#v=onepage&q=Luigi%20Antonini%20%20boss&f=false Montana ed i boss mafiosi]</ref> e Luigi Antonini, sindacalisti dell'[[International Ladies Garment Workers' Union]], in stabili contatti con l'ambiente mafioso (cosa "normale" per l'epoca) e animati da un forte spirito anticomunsita che li portò a scontrarsi con la linea di Tresca favorevole all'entrata dei comunisti nei "Comitati della Vittoria".
Tutto ciò indusse [[Mazzini Society]], nel 1941, a chiedere al Dipartimento di Giustizia statunitense un'indagine su Pope. Quando, grazie alla campagna di [[Carlo Tresca]], prese consistenza la voce di un possibile sequestro dei suoi beni, Generoso Pope si allontanò pubblicamente dal [[Fascismo|fascismo]] (settembre [[1941]]) e provò ad entrare nella [[Mazzini Society]], sostenuto da Vanni Montana <ref>[http://books.google.it/books?id=1eNb8ey0qDIC&pg=PA45&lpg=PA45&dq=Luigi+Antonini++boss&source=bl&ots=eVxG-EHTRw&sig=eVuZc1tRmmHiIYbbHtASRlAKb9Q&hl=it&ei=wOaKSp_LI4bK_gbFsviSCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1#v=onepage&q=Luigi%20Antonini%20%20boss&f=false Montana ed i boss mafiosi]</ref> e Luigi Antonini, sindacalisti dell'[[International Ladies Garment Workers' Union]], in stabili contatti con l'ambiente mafioso (cosa "normale" per l'epoca) e animati da un forte spirito anticomunsita che li portò a scontrarsi con la linea di Tresca favorevole all'entrata dei comunisti nei "Comitati della Vittoria".
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: «Anni prima Vito Genovese, ex capo della mafia di New York - nella città americana era in attesa di essere processato - con un volo rientrò in Italia a Nola e divenne fin dal 1938, interprete dei servizi d'informazione dell'esercito degli Stati Uniti.» (Joseph Bonanno, mafioso italo-americano)
: «Anni prima Vito Genovese, ex capo della mafia di New York - nella città americana era in attesa di essere processato - con un volo rientrò in Italia a Nola e divenne fin dal 1938, interprete dei servizi d'informazione dell'esercito degli Stati Uniti.» (Joseph Bonanno, mafioso italo-americano)


La [[Wikipedia]] inglese, ben più esplicita di quella italiana, riguardo ai rapporti fra Vito Genovese ed il [[Fascismo|fascismo]] scrive: «Finché era in Italia, Vito era divenuto buon amico di Benito Mussolini ed aveva ricevuto la più alta medaglia al valor civile che il dittatore potesse conferirgli. Come favore a Mussolini, Genovese organizzò l'assassinio dell'editore di giornali [[Carlo Tresca]], il più efficace critico di Mussolini negli USA. Dopo essere emigrato da Napoli, Genovese iniziò negli '20 la sua carriera mafiosa al servizio del boss di New York Giuseppe "Joe the Boss" Masseria. Coinvolto in traffici illeciti ed estorsioni, il principale modo in cui Genovese era utile a Masseria risiedeva nella sua attitudine alla violenza. Charles "Lucky" Luciano fu di Genovese un socio della prima ora ed un benefattore. La loro relazione durò 40 anni, fino alla morte di Luciano. Avevano iniziato assieme da ragazzi negli slums di [[New York]]'''<ref>[http://en.wikipedia.org/wiki/Vito_Genovese [[Vito Genovese]] en.wikipedia]</ref>. Anche lo storico Mauro Canali evidenzia che «...Quando Tresca venne ucciso, Vito Genovese era in Italia. Vi si era rifugiato alla fine del 1935 perché ricercato negli Usa per l'uccisione di un mafioso suo avversario. Il fatto singolare è che Genovese, sebbene ricercato oltreoceano, avesse trovato generosa ospitalità nel nostro Paese» <ref>[https://web.archive.org/web/20070927234026/http://www.liberalfondazione.it/archivio/fl/numero04/verita.htm  ''Tutta la verità sul caso Tresca'' di Mauro Canali]</ref>
La [[Wikipedia]] inglese, ben più esplicita di quella italiana, riguardo ai rapporti fra Vito Genovese ed il [[Fascismo|fascismo]] scrive: «Finché era in Italia, Vito era divenuto buon amico di Benito Mussolini ed aveva ricevuto la più alta medaglia al valor civile che il dittatore potesse conferirgli. Come favore a Mussolini, Genovese organizzò l'assassinio dell'editore di giornali [[Carlo Tresca]], il più efficace critico di Mussolini negli USA. Dopo essere emigrato da Napoli, Genovese iniziò negli '20 la sua carriera mafiosa al servizio del boss di New York Giuseppe "Joe the Boss" Masseria. Coinvolto in traffici illeciti ed estorsioni, il principale modo in cui Genovese era utile a Masseria risiedeva nella sua attitudine alla violenza. Charles "Lucky" Luciano fu di Genovese un socio della prima ora ed un benefattore. La loro relazione durò 40 anni, fino alla morte di Luciano. Avevano iniziato assieme da ragazzi negli slums di [[New York]]'''<ref>[http://en.wikipedia.org/wiki/Vito_Genovese [[Vito Genovese]] en.wikipedia]</ref>. Anche lo storico Mauro Canali evidenzia che «...Quando Tresca venne ucciso, Vito Genovese era in Italia. Vi si era rifugiato alla fine del 1935 perché ricercato negli Usa per l'uccisione di un mafioso suo avversario. Il fatto singolare è che Genovese, sebbene ricercato oltreoceano, avesse trovato generosa ospitalità nel nostro Paese» <ref>[https://web.archive.org/web/20070927234026/http://www.liberalfondazione.it/archivio/fl/numero04/verita.htm  ''Tutta la verità sul caso Tresca'' di Mauro Canali]</ref>


Genovese, che poi ritroveremo nell'immediato dopoguerra come collaboratore degli americani e di Charles Poletti in persona, tanto da farsi fotografare insieme al [[Salvatore Giuliano, un bandito fascista|bandito Giuliano]] in divisa da ufficiale dell'esercito americano, fu immediatamente indicato dagli investigatori statunitensi quale mandante dell'assassinio di [[Carlo Tresca|Tresca]], visto che Carmine Galante, suo uomo di fiducia ed esecutore materiale, fu visto allontanarsi dal luogo delitto e per questo arrestato il giorno seguente, sino a quando l'anno seguente qualcuno gli trovò un alibi. Che si tratti di fatti oramai certi, è dimostrato ancora dalla [[Wikipedia]] in lingua inglese:  
Genovese, che poi ritroveremo nell'immediato dopoguerra come collaboratore degli americani e di Charles Poletti in persona, tanto da farsi fotografare insieme al [[Salvatore Giuliano, un bandito fascista|bandito Giuliano]] in divisa da ufficiale dell'esercito americano, fu immediatamente indicato dagli investigatori statunitensi quale mandante dell'assassinio di [[Carlo Tresca|Tresca]], visto che Carmine Galante, suo uomo di fiducia ed esecutore materiale, fu visto allontanarsi dal luogo delitto e per questo arrestato il giorno seguente, sino a quando l'anno seguente qualcuno gli trovò un alibi. Che si tratti di fatti oramai certi, è dimostrato ancora dalla [[Wikipedia]] in lingua inglese:  
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====Il finanziamento alla casa del fascio di Nola ====
====Il finanziamento alla casa del fascio di Nola ====
[[File:Il_capomafia_Vito_Genovese_con_Salvatore_Giuliano.jpg|thumb|left|Vito Genovese, in divisa regolare da ufficiale americano, con accanto Salvatore Giuliano, il futuro responsabile dell'eccidio di [[Portella della Ginestra]] ([[1 maggio]] [[1947]]) contro la popolazione inerme che festeggiava il [[1 maggio|Primo Maggio]]. Salvatore Giuliano inoltre viene indicato secondo molto documenti un ex marò della X Mas di Junio Valerio Borghese, corpo militare della RSI che si macchiò di crimini di guerra incontro partigiani e civili disarmati]]
[[File:Il_capomafia_Vito_Genovese_con_Salvatore_Giuliano.jpg|thumb|left|Vito Genovese, in divisa regolare da ufficiale americano, con accanto Salvatore Giuliano, il futuro responsabile dell'eccidio di [[Portella della Ginestra]] ([[1 maggio]] [[1947]]) contro la popolazione inerme che festeggiava il [[1 maggio|Primo Maggio]]. Salvatore Giuliano inoltre viene indicato secondo molto documenti un ex marò della X Mas di Junio Valerio Borghese, corpo militare della RSI che si macchiò di crimini di guerra incontro partigiani e civili disarmati]]
Vito Genovese <ref> [http://www.archivio900.it/it/nomi/nom.aspx?id=1393 Foto di Vito Genovese con [[Salvatore Giuliano]] Genovese è fotografato con la divisa dell'esercito americano,insieme a Salvatore Giuliano, responsabile dei fatti di [[Portella della Ginestra]], ciò dimostra che i due si conoscevano, anzi Giuliano godeva della protezione di Genovese quando passò con i "liberatori"]</ref> era in [[Italia]] quando l'anarchico [[Carlo Tresca]] viene assassinato. Vi giunse dagli [[USA]] nel [[1935]] con il beneplacito del regime fascista, che lo salvò così da un arresto per omicidio. In seguito l'[[OSS]] (che diverrà ' [[OSS|CIA]] nell'immediato dopoguerra), investigando su questi avvenimenti prese atto che la Casa del fascio di Nola era stata costruita con un finanziamento proprio di Vito Genovese, che in questo modo intendeva ringraziare il "Duce" per la protezione ricevuta. Il Genovese, durante l'armistizio, "trafficava" droga sempre nel Nolano, insieme al suo "segretario" Mike Miranda e in combutta col suo socio d'affari Lucky Luciano. Già prima di questo periodo i [[Fascismo| fascisti]] non lo ostacolarono per nulla nello sviluppo dei suoi affari. Nel proseguo la moglie di Genovese descriverà i propri viaggi negli [[USA]] (commissione Kefauver, 1952), necessari per prelevare e rifornire di denaro il consorte, di cui qualche "briciola" fu anche utilizzata per la costruzione della casa del fascio di Nola.
Vito Genovese <ref> [http://www.archivio900.it/it/nomi/nom.aspx?id=1393 Foto di Vito Genovese con [[Salvatore Giuliano]] Genovese è fotografato con la divisa dell'esercito americano,insieme a Salvatore Giuliano, responsabile dei fatti di [[Portella della Ginestra]], ciò dimostra che i due si conoscevano, anzi Giuliano godeva della protezione di Genovese quando passò con i "liberatori"]</ref> era in [[Italia]] quando l'anarchico [[Carlo Tresca]] viene assassinato. Vi giunse dagli [[USA]] nel [[1935]] con il beneplacito del regime fascista, che lo salvò così da un arresto per omicidio. In seguito l'[[OSS]] (che diverrà ' [[OSS|CIA]] nell'immediato dopoguerra), investigando su questi avvenimenti prese atto che la Casa del fascio di Nola era stata costruita con un finanziamento proprio di Vito Genovese, che in questo modo intendeva ringraziare il "Duce" per la protezione ricevuta. Il Genovese, durante l'armistizio, "trafficava" droga sempre nel Nolano, insieme al suo "segretario" Mike Miranda e in combutta col suo socio d'affari Lucky Luciano. Già prima di questo periodo i [[Fascismo| fascisti]] non lo ostacolarono per nulla nello sviluppo dei suoi affari. Nel proseguo la moglie di Genovese descriverà i propri viaggi negli [[USA]] (commissione Kefauver, 1952), necessari per prelevare e rifornire di denaro il consorte, di cui qualche "briciola" fu anche utilizzata per la costruzione della casa del fascio di Nola.
Il Genovese era entrato in "affari" con molti imprenditori del posto e aveva stabilito solidi rapporti con il probabile proprietario e/o comproprietario della industria Ferrarelle, il cui rappresentante di New York era, non a caso, proprio Mike Miranda. Tutti questi legami saranno utili al Genovese nel momento dello sbarco alleato, in cui ovviamente si riciclerà come [[antifascismo|antifascista]]. Occorre evidenziare anche un'altra "amicizia" importante del Genovese, cioè quella con Renato Carmine Senise, nipote del capo della polizia fascista Carmine Senise.
Il Genovese era entrato in "affari" con molti imprenditori del posto e aveva stabilito solidi rapporti con il probabile proprietario e/o comproprietario della industria Ferrarelle, il cui rappresentante di New York era, non a caso, proprio Mike Miranda. Tutti questi legami saranno utili al Genovese nel momento dello sbarco alleato, in cui ovviamente si riciclerà come [[antifascismo|antifascista]]. Occorre evidenziare anche un'altra "amicizia" importante del Genovese, cioè quella con Renato Carmine Senise, nipote del capo della polizia fascista Carmine Senise.


Ovvero quando gli anglo americani sbarcano la situazione del boss si può riassumere in questo modo:
Ovvero quando gli anglo americani sbarcano la situazione del boss si può riassumere in questo modo:
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Sin dal [[1928]], Renato Carmine Senise era uno fiduciari di Arturo Bocchini capo dell'[[OVRA]], nel [[1933]] si era stabilito a New York mettendosi al servizio del commissario Caradossi presso il consolato italiano che gestiva il gruppo delle spie infiltrate tra i "fuoriusciti" [[antifascismo|antifascisti]]. Renato Carmine Senise divenne un confidente dell'FBI, che però non si fidava di lui e quindi lo teneva sott'occhio.  
Sin dal [[1928]], Renato Carmine Senise era uno fiduciari di Arturo Bocchini capo dell'[[OVRA]], nel [[1933]] si era stabilito a New York mettendosi al servizio del commissario Caradossi presso il consolato italiano che gestiva il gruppo delle spie infiltrate tra i "fuoriusciti" [[antifascismo|antifascisti]]. Renato Carmine Senise divenne un confidente dell'FBI, che però non si fidava di lui e quindi lo teneva sott'occhio.  


Grazie al lungo periodo trascorso negli USA, Renato Carmine Senise fu in grado di riferire all'OVRA e quindi a Mussolini molti aspetti della vita politica, sociale ed economica degli Stati Uniti. Rientrato in [[Italia]] nel [[1942]] (la moglie però rimase negli USA), non è facile raccontare tutti i suoi loschi affari, oltre al mestire "ufficiale" di spia al servizio del [[Fascismo|regime fascista]]. Nel [[1937]] lo zio vice capo della [[polizia]] fascista fu costretto ad inviargli qualche centinaio di dollari per sostenere il suo soggiorno americano, tuttavia 5 anni più tardi rientrerà nel "bel paese" con  175 mila dollari, segno che era riuscito a mettere in atto affari importanti. Immediatamente fu inviato in Albania sempre con compiti di delazione (i fascisti in Albania, Jugoslavia e Nord est italiano furono protagonisti di azioni così crudeli e infamanti che furono addirittura i nazisti ad invitarli alla calma <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Lupo_rosso/Sandbox/antefatti_delle_foibe Appunti su invasione fascista in Jugoslavia e zone limitrofe]</ref> <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Lupo_rosso/Sandbox/campi_concentramento_fascisti_per_slavi Appunti per campi di concentramento fascisti in jugoslavia e zone limitrofe]</ref>) ma ben presto rientò a Roma dove si diede alal bella vita con una attrice svedese di nome Betty Bjurstrom, da lui sposata in seguito.
Grazie al lungo periodo trascorso negli USA, Renato Carmine Senise fu in grado di riferire all'OVRA e quindi a Mussolini molti aspetti della vita politica, sociale ed economica degli Stati Uniti. Rientrato in [[Italia]] nel [[1942]] (la moglie però rimase negli USA), non è facile raccontare tutti i suoi loschi affari, oltre al mestire "ufficiale" di spia al servizio del [[Fascismo|regime fascista]]. Nel [[1937]] lo zio vice capo della [[polizia]] fascista fu costretto ad inviargli qualche centinaio di dollari per sostenere il suo soggiorno americano, tuttavia 5 anni più tardi rientrerà nel "bel paese" con  175 mila dollari, segno che era riuscito a mettere in atto affari importanti. Immediatamente fu inviato in Albania sempre con compiti di delazione (i fascisti in Albania, Jugoslavia e Nord est italiano furono protagonisti di azioni così crudeli e infamanti che furono addirittura i nazisti ad invitarli alla calma <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Lupo_rosso/Sandbox/antefatti_delle_foibe Appunti su invasione fascista in Jugoslavia e zone limitrofe]</ref> <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Lupo_rosso/Sandbox/campi_concentramento_fascisti_per_slavi Appunti per campi di concentramento fascisti in jugoslavia e zone limitrofe]</ref>) ma ben presto rientò a Roma dove si diede alal bella vita con una attrice svedese di nome Betty Bjurstrom, da lui sposata in seguito.


'''Questo personaggio fu il trait d'union tra Genovese e i gerarchi fascisti'''. <ref>[https://web.archive.org/web/20070927234026/http://www.liberalfondazione.it/archivio/fl/numero04/verita.htm ''Tutta La Verità sul caso Tresca'' di Mauro Canali]</ref>
'''Questo personaggio fu il trait d'union tra Genovese e i gerarchi fascisti'''. <ref>[https://web.archive.org/web/20070927234026/http://www.liberalfondazione.it/archivio/fl/numero04/verita.htm ''Tutta La Verità sul caso Tresca'' di Mauro Canali]</ref>
È facile immaginare che i due abbiano fatto "amicizia" a  New York, comunque durante la guerra i due erano inseparabili, soprattutto quando Genovese a Napoli strinse proficui affari col mondo malavitoso locale, in cui il cosiddetto "clan dei Senise", per via di tutti quei personaggi che orbitavano intorno al delatore fascisti, sfruttò le sue conoscenze ai più alti livelli per fruttare profitti considerevoli.
È facile immaginare che i due abbiano fatto "amicizia" a  New York, comunque durante la guerra i due erano inseparabili, soprattutto quando Genovese a Napoli strinse proficui affari col mondo malavitoso locale, in cui il cosiddetto "clan dei Senise", per via di tutti quei personaggi che orbitavano intorno al delatore fascisti, sfruttò le sue conoscenze ai più alti livelli per fruttare profitti considerevoli.


L'[[Oss]] aveva cominciato ad interessarsi dei rapporti Genovese-Senise mettendo sotto vigilanza l'abitazione newyorkese del mafioso era tenuta costantemente sotto controllo, visto che l'[[OSS]] aveva intercettato nel giugno del [[1943]] alcuni telegrammi provenienti da Stoccolma e indirizzati alla moglie di Genovese. Ciò che incuriosì gli investigatori fu che essi furono inviati a firma di Genovese ma il mittente era Betty Bjurstrom, la nuova moglie di Senise. Infatti dal marzo del [[1943]], Senise e la Bjurstrom risiedevano a Stoccolma e ciò fece nascere il sospetto che i telegrammi erano inviati da Senise a a firma di Genovese al fine di confondere le acque. In questi telegrammi Vito Genovese invitava la moglie a stringere rapporti di cordialità con la moglie "statunitense" di Senise, Paola Ippolito, rimarcando i rapporti di perfetta simbiosi che ormai vi erano tra lui e Senise.  
L'[[Oss]] aveva cominciato ad interessarsi dei rapporti Genovese-Senise mettendo sotto vigilanza l'abitazione newyorkese del mafioso era tenuta costantemente sotto controllo, visto che l'[[OSS]] aveva intercettato nel giugno del [[1943]] alcuni telegrammi provenienti da Stoccolma e indirizzati alla moglie di Genovese. Ciò che incuriosì gli investigatori fu che essi furono inviati a firma di Genovese ma il mittente era Betty Bjurstrom, la nuova moglie di Senise. Infatti dal marzo del [[1943]], Senise e la Bjurstrom risiedevano a Stoccolma e ciò fece nascere il sospetto che i telegrammi erano inviati da Senise a a firma di Genovese al fine di confondere le acque. In questi telegrammi Vito Genovese invitava la moglie a stringere rapporti di cordialità con la moglie "statunitense" di Senise, Paola Ippolito, rimarcando i rapporti di perfetta simbiosi che ormai vi erano tra lui e Senise.  


Durante le indagini sul "caso Tresca" la polizia di New York invitò l'[[OSS]] ad indagare a tutto campo su Genovese e Senise, convinti che il connubio Genovese Senise fosse collegato all'assassinio di Tresca. Ciò evidentemente non accadde e l'[[OSS]] si guardò bene dal fornire aiuto agli investigatori newyorkesi che avevano individuato la pista giusta, quella che portava a Vito Genovese.
Durante le indagini sul "caso Tresca" la polizia di New York invitò l'[[OSS]] ad indagare a tutto campo su Genovese e Senise, convinti che il connubio Genovese Senise fosse collegato all'assassinio di Tresca. Ciò evidentemente non accadde e l'[[OSS]] si guardò bene dal fornire aiuto agli investigatori newyorkesi che avevano individuato la pista giusta, quella che portava a Vito Genovese.


=== Vito Genovese e gli americani ===
=== Vito Genovese e gli americani ===
Subito dopo lo sbarco alleato in Italia, come già accennato, Vito Genovese, secondo il più genuino metodo mafioso dell'adeguamento al potere dominante, si schierò apertamente con gli alleati:
Subito dopo lo sbarco alleato in Italia, come già accennato, Vito Genovese, secondo il più genuino metodo mafioso dell'adeguamento al potere dominante, si schierò apertamente con gli alleati:
: «...con un Esercito che aveva disertato in massa e una struttura pubblica del tutto fascista. La soluzione personale al problema, presentata da Charles Poletti, il capo americano delle Forze alleate a Napoli, fu quella di designare Vito Genovese suo vice, affidandosi alle sue profonde conoscenze locali per nominare tutti i sindaci della zona» <ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2004/giugno/05/Quei_giorni_Napoli_nel_1944_co_9_040605172.shtml "Archivo storico corriere.it: Newbury Richard]</ref>
: «...con un Esercito che aveva disertato in massa e una struttura pubblica del tutto fascista. La soluzione personale al problema, presentata da Charles Poletti, il capo americano delle Forze alleate a Napoli, fu quella di designare Vito Genovese suo vice, affidandosi alle sue profonde conoscenze locali per nominare tutti i sindaci della zona» <ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2004/giugno/05/Quei_giorni_Napoli_nel_1944_co_9_040605172.shtml "Archivo storico corriere.it: Newbury Richard]</ref>


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[http://www.paroledisicilia.com/citazioni/citazioni/la-storia-della-mafia---terza-e-ultima-parte.htm articolo di [[Leonardo Sciascia]]]</ref>.
[http://www.paroledisicilia.com/citazioni/citazioni/la-storia-della-mafia---terza-e-ultima-parte.htm articolo di [[Leonardo Sciascia]]]</ref>.


Grazie alle protezioni e al sostegno ricevuto per i servizi resi alla "democrazia" americana, Genovese può tranquillamente riprendere la sua attvità di boos mafioso e criminale:
Grazie alle protezioni e al sostegno ricevuto per i servizi resi alla "democrazia" americana, Genovese può tranquillamente riprendere la sua attvità di boos mafioso e criminale:


: «Anni prima Vito Genovese, ex capo della mafia di New York - nella città americana era in attesa di essere processato - con un volo rientrò in Italia a Nola e divenne fin dal 1938, interprete dei servizi d'informazione dell'esercito degli Stati Uniti. Fece poi ritorno a New York a sbarco avvenuto, e stranamente in America caddero tutte le accuse di assassinio fattigli in precedenza, ritorno' libero, riprese il dominio incontrastato di re della droga, elimino' il suo più temibile rivale il boss Anastasia e tutti coloro che ostacolavano la sua ascesa, ma si fece incastrare da un altro boss, Frank Costello, che trovo' il modo negli anni '60 per eliminarlo e mandarlo con le sue accuse in prigione per quindici anni.» <ref>[http://www.generativedesign.com/tesi/090/storia4.htm da Generative Design Lab, politecnico di Milano]</ref>
: «Anni prima Vito Genovese, ex capo della mafia di New York - nella città americana era in attesa di essere processato - con un volo rientrò in Italia a Nola e divenne fin dal 1938, interprete dei servizi d'informazione dell'esercito degli Stati Uniti. Fece poi ritorno a New York a sbarco avvenuto, e stranamente in America caddero tutte le accuse di assassinio fattigli in precedenza, ritorno' libero, riprese il dominio incontrastato di re della droga, elimino' il suo più temibile rivale il boss Anastasia e tutti coloro che ostacolavano la sua ascesa, ma si fece incastrare da un altro boss, Frank Costello, che trovo' il modo negli anni '60 per eliminarlo e mandarlo con le sue accuse in prigione per quindici anni.» <ref>[http://www.generativedesign.com/tesi/090/storia4.htm da Generative Design Lab, politecnico di Milano]</ref>
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*[http://www.archivio900.it/it/libri/lib.aspx?id=1031 Gli americani in Italia di Roberto Faenza e Marco Fini]
*[http://www.archivio900.it/it/libri/lib.aspx?id=1031 Gli americani in Italia di Roberto Faenza e Marco Fini]
*[http://archive.is/cUEmq Sicilia, il ritorno degli “americani” di Gianni Barbacetto]
*[http://archive.is/cUEmq Sicilia, il ritorno degli “americani” di Gianni Barbacetto]
*[https://web.archive.org/web/20070927234026/http://www.liberalfondazione.it/archivio/fl/numero04/verita.htm ''Tutta la verità sul caso Tresca'' di Mauro Canali]
*[https://web.archive.org/web/20070927234026/http://www.liberalfondazione.it/archivio/fl/numero04/verita.htm ''Tutta la verità sul caso Tresca'' di Mauro Canali]




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