Impresa di Fiume: differenze tra le versioni

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Se già la prima parte dell'articolo non aveva mostrato un giudizio positivo, la seconda rivelò una presa di posizione netta, contraria alla Reggenza, chiarendo i motivi per i quali l'impresa era stata portata avanti così a lungo:
Se già la prima parte dell'articolo non aveva mostrato un giudizio positivo, la seconda rivelò una presa di posizione netta, contraria alla Reggenza, chiarendo i motivi per i quali l'impresa era stata portata avanti così a lungo:
:«Noi non conosciamo D'Annunzio personalmente, e non sappiamo se la sua stravaganza è sincera oppure è d'uno che fa il matto per furberia. Certo è, a parte ogni considerazione personale, che la cosiddetta impresa di Ronchi [...] è stata e continua ad essere una impresa del militarismo italiano, condotta con la tolleranza del governo e con l'aiuto dello Stato Maggiore dell'Esercito, che in Italia fa il comodo suo da che c'è la guerra, con o senza il consenso del governo medesimo. L'impresa ha servito sin qui a molteplici usi. Anzitutto a far proseguire la vita di oziosi e vagabondi ad una quantità d'ufficialetti, che sarebbero dovuti tornare all'odiato lavoro del pane quotidiano, dopo finita la cuccagna della guerra. Poi a tener accesa sull'altra sponda dell'Adriatico una fiammella di guerra, che servisse a mantenere intorbidate le acque in modo da permettervi la pesca agli avventurieri della politica e della finanza. Terzo, a fare di Fiume una specie di campo trincerato del movimento anti proletario, un vivaio del teppismo bianco, ricattatore con i ricchi e aggressore dei poveri, un fulcro per la dittatura militare italiana [...]. Quarto, a rompere le tasche ai cittadini fiumani, rovinandone economicamente del tutto la città. [...] Noi siamo d'opinione che Fiume, come del resto pensavamo per Trieste, la Dalmaziaecc. non acquisterebbe proprio nulla a passare sotto al dominio italiano, che non è affatto meglio dell'ex governo austriaco. Allo stesso modo nulla guadagnerebbe dall'essere sottoposta al regime jugoslavo. [...] La sua indipendenza come città libera, pur non essendo la soluzione ideale col perdurare del regime borghese e statale, sarebbe però sempre la soluzione migliore; ed è quello che auguriamo per ora alle povere città dell'Adriatico». <ref>''La Reggenza di Fiume'', «[[Umanità Nova]]», [[18 settembre]] [[1920]].</ref>
:«Noi non conosciamo D'Annunzio personalmente, e non sappiamo se la sua stravaganza è sincera oppure è d'uno che fa il matto per furberia. Certo è, a parte ogni considerazione personale, che la cosiddetta impresa di Ronchi [...] è stata e continua ad essere una impresa del militarismo italiano, condotta con la tolleranza del governo e con l'aiuto dello Stato Maggiore dell'Esercito, che in Italia fa il comodo suo da che c'è la guerra, con o senza il consenso del governo medesimo. L'impresa ha servito sin qui a molteplici usi. Anzitutto a far proseguire la vita di oziosi e vagabondi ad una quantità d'ufficialetti, che sarebbero dovuti tornare all'odiato lavoro del pane quotidiano, dopo finita la cuccagna della guerra. Poi a tener accesa sull'altra sponda dell'Adriatico una fiammella di guerra, che servisse a mantenere intorbidate le acque in modo da permettervi la pesca agli avventurieri della politica e della finanza. Terzo, a fare di Fiume una specie di campo trincerato del movimento anti proletario, un vivaio del teppismo bianco, ricattatore con i ricchi e aggressore dei poveri, un fulcro per la dittatura militare italiana [...]. Quarto, a rompere le tasche ai cittadini fiumani, rovinandone economicamente del tutto la città. [...] Noi siamo d'opinione che Fiume, come del resto pensavamo per Trieste, la Dalmazia ecc. non acquisterebbe proprio nulla a passare sotto al dominio italiano, che non è affatto meglio dell'ex governo austriaco. Allo stesso modo nulla guadagnerebbe dall'essere sottoposta al regime jugoslavo. [...] La sua indipendenza come città libera, pur non essendo la soluzione ideale col perdurare del regime borghese e statale, sarebbe però sempre la soluzione migliore; ed è quello che auguriamo per ora alle povere città dell'Adriatico». <ref>''La Reggenza di Fiume'', «[[Umanità Nova]]», [[18 settembre]] [[1920]].</ref>


Mentre il [[28 dicembre]] D'Annunzio riuniva il Consiglio nazionale pronto ad accettare un incontro con gli emissari del governo italiano, «[[Umanità Nova]]» si scagliò contro i nazionalisti:
Mentre il [[28 dicembre]] D'Annunzio riuniva il Consiglio nazionale pronto ad accettare un incontro con gli emissari del governo italiano, «[[Umanità Nova]]» si scagliò contro i nazionalisti:
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