Il secondo dopoguerra in Italia: corpi di polizia e repressione della lotta antifascista: differenze tra le versioni

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Il PCI d'altronde lavorò non poco per spegnere i sogni [[rivoluzionari]] di molti partigiani ancora attivi politicamente per e riallinearli alle direttive del partito, [[rivoluzionario]] a parole ma per niente nei fatti, espellendo ed ostracizzando anche quelle fazioni che non accettavano gli "ordini". Emblematici i casi di ''Lotta Comunista'' (Genova), formazione fuoriuscita dalla dissoluzione dei [[Gruppi Anarchici di Azione Proletaria]], dei Gruppi Leninisti della Sinistra Comunista e di altre formazioni di matrice internazionalista, bordighista e [[Lev Trotzkij|trotskijsta]].  
Il PCI d'altronde lavorò non poco per spegnere i sogni [[rivoluzionari]] di molti partigiani ancora attivi politicamente per e riallinearli alle direttive del partito, [[rivoluzionario]] a parole ma per niente nei fatti, espellendo ed ostracizzando anche quelle fazioni che non accettavano gli "ordini". Emblematici i casi di ''Lotta Comunista'' (Genova), formazione fuoriuscita dalla dissoluzione dei [[Gruppi Anarchici di Azione Proletaria]], dei Gruppi Leninisti della Sinistra Comunista e di altre formazioni di matrice internazionalista, bordighista e [[Lev Trotzkij|trotskijsta]].  


Tutte queste "manovre" permisero il reale inserimento di molti ex [[Fascismo|fascisti]] nella vita pubblica, tuttavia, anche se molti furono ben introdotti negli apparati dello [[Stato]] ([[militari]], politici e sociali), era da escludere la presa totale del [[potere]], sia per gli equilibri internazionali vigenti allora sia per il forte [[antifascismo]] della società italiana, ben saldo anche nei partiti avversi alla sinistra in genere e al PCI in particolare, che in quel periodo era docilmente piegato alle direttive di Mosca.  
Tutte queste "manovre" permisero il reale inserimento di molti ex [[Fascismo|fascisti]] nella vita pubblica, tuttavia, anche se molti furono ben introdotti negli apparati dello [[Stato]] ([[militari]], politici e sociali), era da escludere la presa totale del [[potere]] sia per gli equilibri internazionali vigenti allora sia per il forte [[antifascismo]] della società italiana, ben saldo anche nei partiti avversi alla sinistra in genere e al PCI in particolare, che in quel periodo era docilmente piegato alle direttive di Mosca.  


Il pericolo "[[comunismo|comunista]]", e quindi l'utilizzo di chiunque e di qualunque mezzo pur di impedirne l'ascesa al potere (a parte il discorso degli equilibri di natura internazionale), fu la scusante attraverso cui fu possibile reprimere le rivendicazioni sociali delle classi meno abbienti.
Il pericolo "[[comunismo|comunista]]", e quindi l'utilizzo di chiunque e di qualunque mezzo pur di impedirne l'ascesa al potere (a parte il discorso degli equilibri di natura internazionale), fu la scusante attraverso cui fu possibile reprimere le rivendicazioni sociali delle classi meno abbienti.
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