Il movimento anarchico in Argentina: differenze tra le versioni

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Ben prima del [[2001]], ovvero dal maggio del [[1995]], gli anarchici parteciparono alla nascita dei primi nuclei di quella che poi, dal [[2001]], sarà chiamata [[Rete Globale del Baratto]], ovvero una rete solidale tra uomini e donne argentine avente lo scopi di combattere l'emarginazione e favorire la messa in comune e lo scambio reciproco di beni e servizi. Tale “associazione” è arrivata a riunire ben 5800 gruppi (equivalenti a 2 milioni e mezzo di persone).  
Ben prima del [[2001]], ovvero dal maggio del [[1995]], gli anarchici parteciparono alla nascita dei primi nuclei di quella che poi, dal [[2001]], sarà chiamata [[Rete Globale del Baratto]], ovvero una rete solidale tra uomini e donne argentine avente lo scopi di combattere l'emarginazione e favorire la messa in comune e lo scambio reciproco di beni e servizi. Tale “associazione” è arrivata a riunire ben 5800 gruppi (equivalenti a 2 milioni e mezzo di persone).  


La [[Rete Globale del Baratto]] arrivò anche a battere delle [[Moneta alternativa|monete alternative]], ed anche se la falsificazione ha frenato la sua diffusione, non sono mancati i risultati eclatanti: nella provincia di Mendoza riaprì una piccola fabbrica grazie al credito concesso dalla [[Rete Globale del Baratto]]. I proprietari della fabbrica poterono inoltre contare sul lavoro di elettricisti e muratori, tutti retribuiti con i "credito". Addirittura a livello locale i comuni della provincia di Buenos Aires, di Chabacano, Quilmes e Avellaneda accettarono i "credito" per il pagamento delle tasse. La rilevanza di questa [[economia partecipativa|nuova economia]] non sfuggì però alle istituzioni pubbliche, che tentarono, in realtà senza gran successo, di appropriarsi di questa moneta per regolarizzarla e disciplinarla sotto il controllo del governo centrale <ref>[[Moneta_alternativa#L.E2.80.99esperienza_argentina|''L'esperienza argentina'']</ref>.
La [[Rete Globale del Baratto]] arrivò anche a battere delle [[Moneta alternativa|monete alternative]], ed anche se la falsificazione ha frenato la sua diffusione, non sono mancati i risultati eclatanti: nella provincia di Mendoza riaprì una piccola fabbrica grazie al credito concesso dalla [[Rete Globale del Baratto]]. I proprietari della fabbrica poterono inoltre contare sul lavoro di elettricisti e muratori, tutti retribuiti con i "credito". Addirittura a livello locale i comuni della provincia di Buenos Aires, di Chabacano, Quilmes e Avellaneda accettarono i "credito" per il pagamento delle tasse. La rilevanza di questa [[economia partecipativa|nuova economia]] non sfuggì però alle istituzioni pubbliche, che tentarono, in realtà senza gran successo, di appropriarsi di questa moneta per regolarizzarla e disciplinarla sotto il controllo del governo centrale <ref>[[Moneta_alternativa#L.E2.80.99esperienza_argentina|''L'esperienza argentina'']]</ref>.


Nel [[2001]] in [[Argentina]] si è realizzato un'importante esempio di [[autogestione]], con l'esproprio operaio della fabbrica di ceramiche Zanon FaSinpat, allora destinata alla chiusura, e ancora oggi esemplarmente autogestita dagli operai nonostante i vari tentativi di sgombero da parte delle forze dell'ordine (l'esproprio e l'[[autogestione]] sono stati riconosciuti anche legalmente) <ref name="operai">[http://archive.is/F6UgJ Quando la crisi si trasforma in opportunità] [http://mauvanpelt.blogspot.com/2009/05/zanon-la-fabbrica-e-dei-lavoratori.html Zanon, la fabbrica è dei lavoratori]</ref>
Nel [[2001]] in [[Argentina]] si è realizzato un'importante esempio di [[autogestione]], con l'esproprio operaio della fabbrica di ceramiche Zanon FaSinpat, allora destinata alla chiusura, e ancora oggi esemplarmente autogestita dagli operai nonostante i vari tentativi di sgombero da parte delle forze dell'ordine (l'esproprio e l'[[autogestione]] sono stati riconosciuti anche legalmente) <ref name="operai">[http://archive.is/F6UgJ Quando la crisi si trasforma in opportunità] [http://mauvanpelt.blogspot.com/2009/05/zanon-la-fabbrica-e-dei-lavoratori.html Zanon, la fabbrica è dei lavoratori]</ref>
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