Il Risveglio Anarchico: differenze tra le versioni

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:«[...] è evidente che l'accordo non può farsi che per determinati atti, il cui sviluppo sarà quel che sarà, secondo circostanze ed opportunità, forze e possibilità, ma sarebbe assurdo esigere da chiunque di rinunciare ad influire sugli avvenimenti in senso proprio, soprattutto quando si tratta, come nel caso nostro, di salvaguardare la maggiore [[libertà]] per tutti [...]. I gruppi senza confondersi e seguendo ciascuno il proprio cammino possono convergere tutti contro il [[fascismo]] [...]. L'azione [[insurrezionale]] deve partire dai più diversi punti della periferia e non da un centro, quasi sempre esitante e ritardatario». <ref>Vedi, sul supplemento al n. 713, del 5 marzo 1927, la rubrica ''Manrovesci e Battimani'', nonché, sullo stesso numero, l'intervento di C. B. ([[Camillo Berneri]]) ''L'Antifascismo in Francia. Il fronte unico''.</ref>
:«[...] è evidente che l'accordo non può farsi che per determinati atti, il cui sviluppo sarà quel che sarà, secondo circostanze ed opportunità, forze e possibilità, ma sarebbe assurdo esigere da chiunque di rinunciare ad influire sugli avvenimenti in senso proprio, soprattutto quando si tratta, come nel caso nostro, di salvaguardare la maggiore [[libertà]] per tutti [...]. I gruppi senza confondersi e seguendo ciascuno il proprio cammino possono convergere tutti contro il [[fascismo]] [...]. L'azione [[insurrezionale]] deve partire dai più diversi punti della periferia e non da un centro, quasi sempre esitante e ritardatario». <ref>Vedi, sul supplemento al n. 713, del 5 marzo 1927, la rubrica ''Manrovesci e Battimani'', nonché, sullo stesso numero, l'intervento di C. B. ([[Camillo Berneri]]) ''L'Antifascismo in Francia. Il fronte unico''.</ref>


=== La [[Rivoluzione Spagnola]] ===
=== La [[rivoluzione spagnola]] ===
Con le dimissioni di Primo De Rivera e la caduta della monarchia ([[1931]]), l'attenzione dei redattori dell'organo ginevrino cominciò a rivolgersi agli avvenimenti spagnoli, tanto che a partire dal n. 822, del [[16 maggio]] [[1931]], ''Il Risveglio'' iniziò a pubblicare regolarmente i comunicati da Barcellona, dell'«Ufficio libertario di corrispondenza», formato, allora, da [[Pietro Bruzzi|Bruzzi]], [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]] e [[Emilio Castellani|Castellani]]. È, tuttavia, solo dopo il tentato colpo di mano militare del [[19 luglio]] [[1936]] che il problema spagnolo balzò al centro degli interessi del giornale, divenendone anzi il tema dominante, non appena fu possibile intuire la gravità e la reale dimensione che andava assumendo il movimento [[insurrezionale]].
Con le dimissioni di Primo De Rivera e la caduta della monarchia ([[1931]]), l'attenzione dei redattori dell'organo ginevrino cominciò a rivolgersi agli avvenimenti spagnoli, tanto che a partire dal n. 822, del [[16 maggio]] [[1931]], ''Il Risveglio'' iniziò a pubblicare regolarmente i comunicati da Barcellona, dell'«Ufficio libertario di corrispondenza», formato, allora, da [[Pietro Bruzzi|Bruzzi]], [[Virgilio Gozzoli|Gozzoli]] e [[Emilio Castellani|Castellani]]. È, tuttavia, solo dopo il tentato colpo di mano militare del [[19 luglio]] [[1936]] che il problema spagnolo balzò al centro degli interessi del giornale, divenendone anzi il tema dominante, non appena fu possibile intuire la gravità e la reale dimensione che andava assumendo il movimento [[insurrezionale]].


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