Iconoclastia: differenze tra le versioni

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La proibizione di riprodurre immagini è un'interdizione fatta risalire quindi a Mosè stesso. Il popolo ebraico però diventò monoteista e iconoclasta solo dopo il ritorno dall''esilio di Babilonia nel VI secolo; lo stesso [[cristianesimo]], nonostante l'espresso divieto, produsse rapidamente le immagini, che chiamavano icone. L'Iconoclastia è quindi esistita fin dall'antichità  e la riprova sta anche nel fatto che nell'Egitto dei faraoni non era raro vedere statue dei faraoni divinizzati distrutte dai loro successori (ad esempio, la distruzione delle statue di Hatshepsut dal suo successore Thutmose III).
La proibizione di riprodurre immagini è un'interdizione fatta risalire quindi a Mosè stesso. Il popolo ebraico però diventò monoteista e iconoclasta solo dopo il ritorno dall''esilio di Babilonia nel VI secolo; lo stesso [[cristianesimo]], nonostante l'espresso divieto, produsse rapidamente le immagini, che chiamavano icone. L'Iconoclastia è quindi esistita fin dall'antichità  e la riprova sta anche nel fatto che nell'Egitto dei faraoni non era raro vedere statue dei faraoni divinizzati distrutte dai loro successori (ad esempio, la distruzione delle statue di Hatshepsut dal suo successore Thutmose III).


Storicamente si individua l'iconoclastia come movimento religioso, quella sviluppata a Bisanzio tra l'VIII e il IX secolo, che considerava idolatrico il culto delle immagini sacre (Cristo, la Vergine, i santi) riprovevole e quindi ne predicava la loro distruzione.  
Storicamente si individua l'iconoclastia come movimento religioso, quella sviluppata a Bisanzio tra l'VIII e il IX secolo, che considerava idolatrico il culto delle immagini sacre (Cristo, la Vergine, i santi) riprovevole e quindi ne predicava la loro distruzione.  


La venerazione delle immagini (''iconolatria'') in oriente aveva dato vita a diverse forme di fanatismo. La disputa assunse toni politici quando nel 726 l'imperatore bizantino '''Leone III Isaurico''', una volta abbracciata in maniera chiara l'iconoclastia, iniziò una campagna persecutoria nei confronti degli adoratori di immagini (iconoduli). Furono chiusi monasteri e chiese ribelli, vennero confiscate e distribuite ai contadini-soldati le loro terre; Leone tentò di imporre anche a Roma la distruzione delle immagini sacre, ma si dovette scontrare con la decisa opposizione di papa Gregorio II, che di fatto portò alla fine del dominio bizantino nell'[[Italia]] centro-settentrionale: i governatori bizantini ('''esarchi''') di Venezia, Ravenna e Roma vennero cacciati o uccisi dai seguaci di Gregorio II. Come ritorsione, l'imperatore ordinò che le diocesi di [[Grecia]], [[Macedonia]], Epiro e Creta passassero alla giurisdizione romana. Inizia così la separazione della [[Chiesa]] greca da quella romana. Le tesi iconoclaste furono ribadite al concilio di Hieria (753) dall'imperatore Costantino V Copronimo, figlio e successore di Leone III.
La venerazione delle immagini (''iconolatria'') in oriente aveva dato vita a diverse forme di fanatismo. La disputa assunse toni politici quando nel 726 l'imperatore bizantino '''Leone III Isaurico''', una volta abbracciata in maniera chiara l'iconoclastia, iniziò una campagna persecutoria nei confronti degli adoratori di immagini (iconoduli). Furono chiusi monasteri e chiese ribelli, vennero confiscate e distribuite ai contadini-soldati le loro terre; Leone tentò di imporre anche a Roma la distruzione delle immagini sacre, ma si dovette scontrare con la decisa opposizione di papa Gregorio II, che di fatto portò alla fine del dominio bizantino nell'[[Italia]] centro-settentrionale: i governatori bizantini ('''esarchi''') di Venezia, Ravenna e Roma vennero cacciati o uccisi dai seguaci di Gregorio II. Come ritorsione, l'imperatore ordinò che le diocesi di [[Grecia]], [[Macedonia]], Epiro e Creta passassero alla giurisdizione romana. Inizia così la separazione della [[Chiesa]] greca da quella romana. Le tesi iconoclaste furono ribadite al concilio di Hieria (753) dall'imperatore Costantino V Copronimo, figlio e successore di Leone III.
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