Hacktivismo: differenze tra le versioni

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Il termine è stato coniato nel [[1995]] da Jason Sack in un articolo scritto sull'artista multimediale Shi Lea Cheang pubblicato su ''InfoNation'' in merito alle interazioni fra i protagonisti delle prime azioni di [[disobbedienza civile]] in rete. In particolare è stato riferito agli autori dei primi netstrike condotti a livello mondiale per protestare contro abusi dei [[diritti civili]], governi corrotti o sentenze di pena di morte. Successivamente il termine hacktivismo è stato impiegato per indicare le pratiche di coloro i quali, usando reti e computer in modo creativo, hanno messo in discussione l'operato di governi e multinazionali organizzando petizioni online, virus benevoli, siti web di [[controinformazione]], e altri strumenti per l'abilitazione di tutti i cittadini alla libera comunicazione elettronica.
Il termine è stato coniato nel [[1995]] da Jason Sack in un articolo scritto sull'artista multimediale Shi Lea Cheang pubblicato su ''InfoNation'' in merito alle interazioni fra i protagonisti delle prime azioni di [[disobbedienza civile]] in rete. In particolare è stato riferito agli autori dei primi netstrike condotti a livello mondiale per protestare contro abusi dei [[diritti civili]], governi corrotti o sentenze di pena di morte. Successivamente il termine hacktivismo è stato impiegato per indicare le pratiche di coloro i quali, usando reti e computer in modo creativo, hanno messo in discussione l'operato di governi e multinazionali organizzando petizioni online, virus benevoli, siti web di [[controinformazione]], e altri strumenti per l'abilitazione di tutti i cittadini alla libera comunicazione elettronica.


Nell'ambito della [[filosofia]] hacktivist, il tradizionale ''modus operandi'' di chi pratica l'[[azione diretta]] viene trasformato nel suo corrispettivo elettronico: la manifestazione di piazza, il corteo, i presidiecc. si trasformano nel netstrike, ovvero nel corteo telematico; lo [[squat|squatting]] diventa cybersquatting; l'invio massivo di e-mail di protesta diventa il corrispettivo del volantinaggio, così come le classiche petizioni cartacee vengono sostituite da quelle on line, i [[tazebao]] manuali dalle pagine web e i graffiti dal defacciamento temporaneo di siti web.
Nell'ambito della [[filosofia]] hacktivist, il tradizionale ''modus operandi'' di chi pratica l'[[azione diretta]] viene trasformato nel suo corrispettivo elettronico: la manifestazione di piazza, il corteo, i presidi ecc. si trasformano nel netstrike, ovvero nel corteo telematico; lo [[squat|squatting]] diventa cybersquatting; l'invio massivo di e-mail di protesta diventa il corrispettivo del volantinaggio, così come le classiche petizioni cartacee vengono sostituite da quelle on line, i [[tazebao]] manuali dalle pagine web e i graffiti dal defacciamento temporaneo di siti web.


In omaggio all'[[etica]] primigenia dell'hacking, gli hacktivisti agiscono mettendo a disposizione di tutti risorse informative e strumenti di comunicazione. Le pratiche hacktivist si concretizzano nella realizzazione di server indipendenti e [[autogestione|autogestiti]] per offrire servizi di mailing list, e-mail, spazi web, FTP (File Transfer Protocol) server, sistemi e database crittografici, circuiti di peer to peer, archivi di video e foto digitali, webradio.   
In omaggio all'[[etica]] primigenia dell'hacking, gli hacktivisti agiscono mettendo a disposizione di tutti risorse informative e strumenti di comunicazione. Le pratiche hacktivist si concretizzano nella realizzazione di server indipendenti e [[autogestione|autogestiti]] per offrire servizi di mailing list, e-mail, spazi web, FTP (File Transfer Protocol) server, sistemi e database crittografici, circuiti di peer to peer, archivi di video e foto digitali, webradio.   
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