Giuseppe Pinelli: differenze tra le versioni

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: «Aveva seguito gli sviluppi del mio processo negli ambienti cattolici (soprattutto fiorentini) ed era come affascinato dal tipo di testimonianza. Conosceva, e non per sentito dire, movimenti e gruppi che si ispiravano alla non-violenza e voleva discutere con me sulle possibilità che la non-violenza diventasse strumento d'azione politica e l'obiezione di coscienza stile di vita, impegno sociale permanente. Io gli parlavo di società basata sull'egoismo istituzionalizzato, di disordine costituito, di lotta di classe e lui mi riportava oltre le formule, alla radice dei problemi, incrollabile nella sua fede nell'uomo e nella necessità di edificare l'uomo nuovo, lavorando dal basso. Poi ci vedemmo in molte altre occasioni e i punti fermi della nostra amicizia divennero don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, due preti scomodi, che hanno lasciato il segno e non solo nella [[chiesa]]. Viveva del suo lavoro, povero come gli uccelli dell'aria, solido negli affetti, assetato di amicizia, e gli amici li scuoteva con la sua inesauribile carica umana. Le etichette non mi sono mai piaciute. Quella che hanno appioppato a Pinelli: [[anarchico individualista]], è melensa, per non dire sconcia. Si è sempre battuto infatti contro l'individualismo delle coscienze addomesticate: lui, ateo, aiutava i cristiani a credere (e lo possono testimoniare tanti miei amici cattolici); lui, operaio, insegnava agli intellettuali a pensare, finalmente liberi da schemi asfittici. Non ignorava le radici sociali dell'ingiustizia, ma non aveva fiducia nei mutamenti radicali, nelle "rivoluzioni" che lasciano gli uomini come prima. Paziente, candido, scoperto nel suo quotidiano impegno, era lontano dagli estremismi alla moda, dalle ideologie che riempiono la testa ma lasciano vuoto il cuore. Stavo bene con lui, anche per questo».
: «Aveva seguito gli sviluppi del mio processo negli ambienti cattolici (soprattutto fiorentini) ed era come affascinato dal tipo di testimonianza. Conosceva, e non per sentito dire, movimenti e gruppi che si ispiravano alla non-violenza e voleva discutere con me sulle possibilità che la non-violenza diventasse strumento d'azione politica e l'obiezione di coscienza stile di vita, impegno sociale permanente. Io gli parlavo di società basata sull'egoismo istituzionalizzato, di disordine costituito, di lotta di classe e lui mi riportava oltre le formule, alla radice dei problemi, incrollabile nella sua fede nell'uomo e nella necessità di edificare l'uomo nuovo, lavorando dal basso. Poi ci vedemmo in molte altre occasioni e i punti fermi della nostra amicizia divennero don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, due preti scomodi, che hanno lasciato il segno e non solo nella [[chiesa]]. Viveva del suo lavoro, povero come gli uccelli dell'aria, solido negli affetti, assetato di amicizia, e gli amici li scuoteva con la sua inesauribile carica umana. Le etichette non mi sono mai piaciute. Quella che hanno appioppato a Pinelli: [[anarchico individualista]], è melensa, per non dire sconcia. Si è sempre battuto infatti contro l'individualismo delle coscienze addomesticate: lui, ateo, aiutava i cristiani a credere (e lo possono testimoniare tanti miei amici cattolici); lui, operaio, insegnava agli intellettuali a pensare, finalmente liberi da schemi asfittici. Non ignorava le radici sociali dell'ingiustizia, ma non aveva fiducia nei mutamenti radicali, nelle "rivoluzioni" che lasciano gli uomini come prima. Paziente, candido, scoperto nel suo quotidiano impegno, era lontano dagli estremismi alla moda, dalle ideologie che riempiono la testa ma lasciano vuoto il cuore. Stavo bene con lui, anche per questo».


Il poeta anarchico genovese [[Riccardo Mannerini]] scrive la canzone "[[Ballata per un ferroviere]]", che i [[media]] rifiuteranno di trasmettere, in cui si può leggere:
Il poeta [[anarchico]] genovese [[Riccardo Mannerini]] ha scritto la canzone "[[Ballata per un ferroviere]]", che i [[media]] hanno rifiutato di trasmettere, in cui si può leggere:
: «Un ferroviere era quel tale che per morire scelse Natale. Da una finestra entrò nella storia che parla di fame, non certo di gloria...»
:«Un ferroviere era quel tale che per morire scelse Natale. Da una finestra entrò nella storia che parla di fame, non certo di gloria [...] All'alba non muore soltanto la notte, muore anche l'uomo e il suo divenire, e il sangue caldo che bagna il selciato è un discorso appena iniziato [...] Ma quando la sorte è puntigliosa arriva la morte in forma curiosa che gli procura, umano aeroplano un volo notturno da un quarto piano e lo riduce in quattro e quattr'otto in un mucchio di cenci, di ossa un fagotto».


: «All'alba non muore soltanto la notte, muore anche l'uomo e il suo divenire, e il sangue caldo che bagna il selciato è un discorso appena iniziato...»
Un'altra opera importante in ricordo di "Pino" è stato il film ''[[Documenti su Giuseppe Pinelli]]'', un lungometraggio del [[1970]] composto da due parti: la prima, diretta da Elio Petri, intitolata ''Ipotesi su Giuseppe Pinelli'' o ''Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli'', la seconda, diretta da Nelo Risi, intitolata ''Giuseppe Pinelli''.


: «Ma quando la sorte è puntigliosa arriva la morte in forma curiosa che gli procura, umano aeroplano un volo notturno da un quarto piano e lo riduce in quattro e quattr'otto in un mucchio di cenci, di ossa un fagotto...»
Un'altra opera importante in suo ricordo è stato il film [[Documenti su Giuseppe Pinelli]], un lungometraggio del [[1970]] composto da due parti: la prima, diretta da Elio Petri, intitolata ''Ipotesi su Giuseppe Pinelli'' o ''Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli'', e la seconda, diretta da Nelo Risi, intitolata ''Giuseppe Pinelli''.
===Il "Teatro Pinelli"===
===Il "Teatro Pinelli"===
Recentemente a Messina, un gruppo di cittadini riunitisi sotto il nome di "assemblea antifascista", ha occupato il vecchio Teatro in Fiera, abbandonato da 17 anni, e lo ha intitolato alla memoria di Giuseppe Pinelli. L'occupazione è avvenuta proprio il [[15 dicembre]] [[2012]], dunque nella giornata in cui si commemora la sua morte, per contrastare una manifestazione regionale, in realtà fallita, dei fascisti di Forza Nuova. Dopo lo sgombero del Teatro, avvenuto il [[14 febbraio]] [[2013]], il "Teatro Pinelli" è diventato itinerante, iniziando a scorazzare per la città di Messina, denunciando l'abbandono e l'incuria dei beni comuni. Dal [[25 aprile]], altra data simbolica, il Teatro Pinelli ha trovato una sua nuova sede, La Casa del Portuale.
Recentemente a Messina, un gruppo di cittadini riunitisi sotto il nome di "assemblea antifascista", ha occupato il vecchio Teatro in Fiera, abbandonato da 17 anni, e lo ha intitolato alla memoria di Giuseppe Pinelli. L'occupazione è avvenuta proprio il [[15 dicembre]] [[2012]], dunque nella giornata in cui si commemora la sua morte, per contrastare una manifestazione regionale, in realtà fallita, dei fascisti di Forza Nuova. Dopo lo sgombero del Teatro, avvenuto il [[14 febbraio]] [[2013]], il "Teatro Pinelli" è diventato itinerante, iniziando a scorazzare per la città di Messina, denunciando l'abbandono e l'incuria dei beni comuni. Dal [[25 aprile]], altra data simbolica, il Teatro Pinelli ha trovato una sua nuova sede, La Casa del Portuale.
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