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Prosegue tenacemente la sua attività propagandistica scrivendo sulla rivista di avanguardia «Les Tablettes», edita dal gruppo ginevrino ''Entre Nous'' del Café Vigny, e pubblica nel [[1917]], a Zurigo, ''A testa alta'', un vero e proprio inno alla diserzione. Nella stessa città collabora con la Libreria Internazionale e, essendo in corrispondenza con [[Filippo Turati]], scrive | Prosegue tenacemente la sua attività propagandistica scrivendo sulla rivista di avanguardia «Les Tablettes», edita dal gruppo ginevrino ''Entre Nous'' del Café Vigny, e pubblica nel [[1917]], a Zurigo, ''A testa alta'', un vero e proprio inno alla diserzione. Nella stessa città collabora con la Libreria Internazionale e, essendo in corrispondenza con [[Filippo Turati]], scrive | ||
sulla «Critica Sociale». A Zurigo era presente una folta comunità di anarchici italiani, in maggior parte renitenti alla leva o disertori: i [[comunismo libertario|comunisti libertari]] [[Attilio Copetti]], [[Eugenio Girolo]], [[Flaminio Spotti]], [[Edoardo Castelli]] e [[Bruno Misefari]] (questi libertari italiani erano soprannominati da Monnanni “i | sulla «Critica Sociale». A Zurigo era presente una folta comunità di anarchici italiani, in maggior parte renitenti alla leva o disertori: i [[comunismo libertario|comunisti libertari]] [[Attilio Copetti]], [[Eugenio Girolo]], [[Flaminio Spotti]], [[Edoardo Castelli]] e [[Bruno Misefari]] (questi libertari italiani erano soprannominati da Monnanni “i morti”); gli [[anarco-individualismo|individualisti]] [[Francesco Ghezzi]], [[Charles Restelli]], [[Pietro Bruzzi]] e lo stesso Monnanni. | ||
Arrestato il [[13 settembre]] [[1918]] insieme ad altri anarchici (tra cui [[Ugo Fedeli]] e [[Bruno Misefari]]) per un presunto «complotto delle bombe di Zurigo», è bollato come «anarchico pericoloso» e rimane in carcere preventivo, e al processo del [[13 giugno]] [[1919]] (con [[Aldo Torriani]], [[Giorgio Giordano]], [[Marino Brigo]], [[Albert Weil]] e tre o quattro agenti tedeschi) viene condannato a 20 mesi di reclusione a Regensdorf con l'accusa di aver cospirato in [[rivoluzione|chiave rivoluzionaria]] contro l'[[Italia]] e nell'interesse della [[Germania]]. | Arrestato il [[13 settembre]] [[1918]] insieme ad altri anarchici (tra cui [[Ugo Fedeli]] e [[Bruno Misefari]]) per un presunto «complotto delle bombe di Zurigo», è bollato come «anarchico pericoloso» e rimane in carcere preventivo, e al processo del [[13 giugno]] [[1919]] (con [[Aldo Torriani]], [[Giorgio Giordano]], [[Marino Brigo]], [[Albert Weil]] e tre o quattro agenti tedeschi) viene condannato a 20 mesi di reclusione a Regensdorf con l'accusa di aver cospirato in [[rivoluzione|chiave rivoluzionaria]] contro l'[[Italia]] e nell'interesse della [[Germania]]. | ||
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Dopo oltre un ventennio di burrascosa convivenza, nel [[1934]], Monnanni lascia [[Leda Rafanelli|Leda Rafanelli]] per Albina Zanini, con cui si unisce in matrimonio. Ottenuto nel [[1936]] il passaporto, l'anno successivo si trattiene per 9 giorni in [[Francia]] (Parigi e Nizza), ufficialmente per ragioni d'affari, ma resta un mistero la solerzia con cui le [[autorità ]] gli hanno rilasciato i documenti. Un nuovo viaggio oltralpe viene intrapreso l'anno successivo, in un periodo imprecisato tra il febbraio e il giugno [[1938]]. | Dopo oltre un ventennio di burrascosa convivenza, nel [[1934]], Monnanni lascia [[Leda Rafanelli|Leda Rafanelli]] per Albina Zanini, con cui si unisce in matrimonio. Ottenuto nel [[1936]] il passaporto, l'anno successivo si trattiene per 9 giorni in [[Francia]] (Parigi e Nizza), ufficialmente per ragioni d'affari, ma resta un mistero la solerzia con cui le [[autorità ]] gli hanno rilasciato i documenti. Un nuovo viaggio oltralpe viene intrapreso l'anno successivo, in un periodo imprecisato tra il febbraio e il giugno [[1938]]. | ||
Nel luglio [[1939]] è «arrestato dall’Organismo diretto dall'Ispettore Generale di P.S. Comm. Peruzzi e passato in carcere a disposizione del Tribunale Speciale». Dopo tre mesi Monnanni viene liberato, ma si trova in tale stato di disperazione, soprattutto per problemi a carattere economico, che decide di scrivere una supplica al Duce: «...sono all’estremo della mia resistenza e non vedo quale strada possa prendere per sistemare la mia famiglia. Se è necessario dare altri dettagli, vogliate chiedermeli...». In seguito Monnanni si farà ancora più esplicito: «Al Duce: sono sempre in attesa d’un vostro tangibile segno di ricompensa pel servizio resovi» (in calce l’annotazione di un imprecisato | Nel luglio [[1939]] è «arrestato dall’Organismo diretto dall'Ispettore Generale di P.S. Comm. Peruzzi e passato in carcere a disposizione del Tribunale Speciale». Dopo tre mesi Monnanni viene liberato, ma si trova in tale stato di disperazione, soprattutto per problemi a carattere economico, che decide di scrivere una supplica al Duce: «...sono all’estremo della mia resistenza e non vedo quale strada possa prendere per sistemare la mia famiglia. Se è necessario dare altri dettagli, vogliate chiedermeli...». In seguito Monnanni si farà ancora più esplicito: «Al Duce: sono sempre in attesa d’un vostro tangibile segno di ricompensa pel servizio resovi» (in calce l’annotazione di un imprecisato “provveduto” in data [[9 gennaio]] [[1941]]). | ||
Ai problemi economici, dovuti alle difficoltà per rimettere in piedi l'attività della «Casa Editrice Sociale», si aggiungono anche quelli affettivi: nel [[1944]] muore tragicamente il suo amato figlio Marsilio. | Ai problemi economici, dovuti alle difficoltà per rimettere in piedi l'attività della «Casa Editrice Sociale», si aggiungono anche quelli affettivi: nel [[1944]] muore tragicamente il suo amato figlio Marsilio. | ||
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*G. Sacchetti, ''Un editore anarchico e Mussolini. Giuseppe Monnanni (Arezzo 1887 – Milano 1952)'' | *G. Sacchetti, ''Un editore anarchico e Mussolini. Giuseppe Monnanni (Arezzo 1887 – Milano 1952)'' | ||
*G. Sacchetti, ''Giuseppe Monnanni'', in E. Godoli (a cura di), ''Dizionario del Futurismo italiano'', Firenze, Vallecchi, 2002; | *G. Sacchetti, ''Giuseppe Monnanni'', in E. Godoli (a cura di), ''Dizionario del Futurismo italiano'', Firenze, Vallecchi, 2002; | ||
*G. Sacchetti, ''Un editore anarchico e Mussolini'', “Annali | *G. Sacchetti, ''Un editore anarchico e Mussolini'', “Annali Aretini”, Arezzo, X/2002, pp. 317-327; | ||
*F. schirone, ''La Casa Editrice Sociale'', «Rivista Storica dell’Anarchismo», n. 2 (1994); | *F. schirone, ''La Casa Editrice Sociale'', «Rivista Storica dell’Anarchismo», n. 2 (1994); | ||
*''Cantiere biografico degli anarchici IN Svizzera'' ([http://www.anarca-bolo.ch/cbach/biografie.php?id=575&PHPSESSID=32e92489be52932e8af60b92d8c6e086 anarca-bolo.ch/cbach]) | *''Cantiere biografico degli anarchici IN Svizzera'' ([http://www.anarca-bolo.ch/cbach/biografie.php?id=575&PHPSESSID=32e92489be52932e8af60b92d8c6e086 anarca-bolo.ch/cbach]) |