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==Biografia==
==Biografia==


Nato a Pisa l'[[11 gennaio]] [[1856]], '''Giovanni Rossi''' si iscrive all'Università  laureandosi in agraria. Ben presto si avvicina all'[[anarchismo]], coltivando immediatamente l'idea di mettere in pratica le [[rivoluzione|idee rivoluzionarie]] dell'epoca. Nel [[1878]], con lo pseudonimo di "Cardias", pubblica ''Un Comune socialista'', in cui espone il suo progetto per la realizzazione di una comune [[anarco-comunismo|comunista anarchica]].
Nato a Pisa l'[[11 gennaio]] [[1856]], '''Giovanni Rossi''' si iscrive all'Università  laureandosi in agraria. Ben presto si avvicina all'[[anarchismo]], coltivando immediatamente l'idea di mettere in pratica le [[rivoluzione|idee rivoluzionarie]] dell'epoca. Nel [[1878]], con lo pseudonimo di "Cardias", pubblica ''Un Comune socialista'', in cui espone il suo progetto per la realizzazione di una comune [[anarco-comunismo|comunista anarchica]].


L'amicizia con [[Andrea Costa]] e l'attivismo nella sezione pisana dell'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale del lavoratori]], gli costano però le "attenzioni" degli [[repressione|apparati repressivi]] dello [[Stato]] e, successivamente, l'arresto per un presunto «atteggiamento contro la sicurezza interna dello Stato». Dopo 5 mesi di carcerazione preventiva (aprile [[1879]]) viene processato e assolto da ogni accusa.
L'amicizia con [[Andrea Costa]] e l'attivismo nella sezione pisana dell'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale del lavoratori]], gli costano però le "attenzioni" degli [[repressione|apparati repressivi]] dello [[Stato]] e, successivamente, l'arresto per un presunto «atteggiamento contro la sicurezza interna dello Stato». Dopo 5 mesi di carcerazione preventiva (aprile [[1879]]) viene processato e assolto da ogni accusa.


Contemporaneamente alla militanza libertaria prosegue anche l'attività  agronomica, curando, in particolare, la pubblicazione di alcuni libri. Nel [[1882]] vince un concorso veterinario a Gavardo (Brescia) e là  si trasferisce per un pò di tempo. Nel bresciano trova anche il tempo per diffondere le idee libertarie e per costituire una [[cooperativa sociale]]. Nel [[1884]] pubblica ''Brescia per [[Amilcare Cipriani]]'', ma tutte le sue energia sono focalizzate alla realizzazione di una [[Colonie libertarie|colonia libertaria]]: Rossi scrive e cerca appoggi per la realizzazione del suo progetto, ma senza risultati sostanziali. Nel [[1886]] fonda il giornale «Lo sperimentale», in cui vengono principalmente illustrate le sue idee in merito alla realizzazione di una "colonia [[anarco-comunismo|comunista anarchica]]". Finalmente, nel [[1897]], l'interesse di Bissolati e l'appoggio materiale di [[Giuseppe Mori]], che metterà  a disposizione di Rossi i suoi poderi, consente la realizzazione della [[colonia di Cittadella]].
Contemporaneamente alla militanza libertaria prosegue anche l'attività  agronomica, curando, in particolare, la pubblicazione di alcuni libri. Nel [[1882]] vince un concorso veterinario a Gavardo (Brescia) e là  si trasferisce per un pò di tempo. Nel bresciano trova anche il tempo per diffondere le idee libertarie e per costituire una [[cooperativa sociale]]. Nel [[1884]] pubblica ''Brescia per [[Amilcare Cipriani]]'', ma tutte le sue energia sono focalizzate alla realizzazione di una [[Colonie libertarie|colonia libertaria]]: Rossi scrive e cerca appoggi per la realizzazione del suo progetto, ma senza risultati sostanziali. Nel [[1886]] fonda il giornale «Lo sperimentale», in cui vengono principalmente illustrate le sue idee in merito alla realizzazione di una "colonia [[anarco-comunismo|comunista anarchica]]". Finalmente, nel [[1897]], l'interesse di Bissolati e l'appoggio materiale di [[Giuseppe Mori]], che metterà  a disposizione di Rossi i suoi poderi, consente la realizzazione della [[colonia di Cittadella]].
[[Image:20.02.1890(rossi).jpg|200px|thumb|[[Giovanni Rossi]], [[Giuseppe Mori]] e altri compagni nella colonia di Cittadella.]]
[[Image:20.02.1890(rossi).jpg|200px|thumb|[[Giovanni Rossi]], [[Giuseppe Mori]] e altri compagni nella colonia di Cittadella.]]
=== [[colonia di Cittadella|La colonia di Cittadella]] ===
=== [[colonia di Cittadella|La colonia di Cittadella]] ===


L'[[11 novembre]] [[1887]], a Stagno Lombardo (Cremona), Giovanni Rossi insieme ad un gruppo di lavoratori del podere Cittadella (podere in stile neogotico tuttora esistente), costituisce l'"Associazione Agricola Cooperativa di Cittadella in Comune di Stagno Lombardo, Cremona" (questo il nome completo dell'associazione) per gestire 120 ettari di campagna, oltre ad una ventina di case contadine, stalle e un piccolo asilo infantile, ceduti in affitto da [[Giuseppe Mori]]. La comunità  era inizialmente formata da sedici persone; le spese venivano decise comunitariamente, la gestione della casa affidata in rotazione alle donne. Tuttavia le difficoltà  divengono lentamente insormontabili, a causa principalmente della diffidenza degli altri contadini di Cittadella. I problemi incontrati spingono Rossi a sperimentare i propri progetti in terre lontane come in [[Brasile]], dove qualche mese più avanti fonda la comunità  de [[La Cecilia]].
L'[[11 novembre]] [[1887]], a Stagno Lombardo (Cremona), Giovanni Rossi insieme ad un gruppo di lavoratori del podere Cittadella (podere in stile neogotico tuttora esistente), costituisce l'"Associazione Agricola Cooperativa di Cittadella in Comune di Stagno Lombardo, Cremona" (questo il nome completo dell'associazione) per gestire 120 ettari di campagna, oltre ad una ventina di case contadine, stalle e un piccolo asilo infantile, ceduti in affitto da [[Giuseppe Mori]]. La comunità  era inizialmente formata da sedici persone; le spese venivano decise comunitariamente, la gestione della casa affidata in rotazione alle donne. Tuttavia le difficoltà  divengono lentamente insormontabili, a causa principalmente della diffidenza degli altri contadini di Cittadella. I problemi incontrati spingono Rossi a sperimentare i propri progetti in terre lontane come in [[Brasile]], dove qualche mese più avanti fonda la comunità  de [[La Cecilia]].


===[[La Cecilia]]===
===[[La Cecilia]]===


Il [[20 febbraio]] [[1890]] la nave “Città  di Genova” salpò verso il [[Brasile]]. A bordo vi erano numerosi migranti, tra cui anche militanti anarchici e socialisti il cui scopo era quello di realizzare nel Sud America una comune sperimentale che si reggesse secondo i principi dell'[[anarco-comunismo|comunismo anarchico]].
Il [[20 febbraio]] [[1890]] la nave “Città  di Genova” salpò verso il [[Brasile]]. A bordo vi erano numerosi migranti, tra cui anche militanti anarchici e socialisti il cui scopo era quello di realizzare nel Sud America una comune sperimentale che si reggesse secondo i principi dell'[[anarco-comunismo|comunismo anarchico]].
Alla fine i coloni decisero di fondare la propria colonia circa a 100 km da Curitiba (Curitiba è la capitale del [[Paranà ]], Stato Meridionale del [[Brasile]]) <ref name="cecilia">Secondo quanto riportato da svariate fonti (''La cecilia: una vita in una comune'' [Storia illustrata, 1973], [http://www.anpi.it/patria_2004/09-04/46-47_ROSCILLI.pdf Documento], [http://pt.wikipedia.org/wiki/Col%C3%B4nia_Cec%C3%ADlia Wikipedia portoghese] ecc.) sarebbe stato l'imperatore del Brasile, Don Pedro II, a concedere in dono la terra su cui sarebbe nata La Cecilia. Tale decisione sarebbe nata in seguito all'incontro avvenuto a Milano tra Rossi e Don Pedro. Il dramma fu, sempre secondo queste fonti, che i coloni si misero in viaggio senza essere al corrente della caduta della monarchia e dell'avvento della repubblica, la quale poi non ritenne più valido il patto stipulato tra Rossi e l'ex-imperatore. Per questo i coloni sarebbero stati quindi costretti a pagare ingenti tasse per poter restare in quelle terre, creando loro enormi difficoltà  di tipo economico.  
Alla fine i coloni decisero di fondare la propria colonia circa a 100 km da Curitiba (Curitiba è la capitale del [[Paranà ]], Stato Meridionale del [[Brasile]]) <ref name="cecilia">Secondo quanto riportato da svariate fonti (''La cecilia: una vita in una comune'' [Storia illustrata, 1973], [http://www.anpi.it/patria_2004/09-04/46-47_ROSCILLI.pdf Documento], [http://pt.wikipedia.org/wiki/Col%C3%B4nia_Cec%C3%ADlia Wikipedia portoghese] ecc.) sarebbe stato l'imperatore del Brasile, Don Pedro II, a concedere in dono la terra su cui sarebbe nata La Cecilia. Tale decisione sarebbe nata in seguito all'incontro avvenuto a Milano tra Rossi e Don Pedro. Il dramma fu, sempre secondo queste fonti, che i coloni si misero in viaggio senza essere al corrente della caduta della monarchia e dell'avvento della repubblica, la quale poi non ritenne più valido il patto stipulato tra Rossi e l'ex-imperatore. Per questo i coloni sarebbero stati quindi costretti a pagare ingenti tasse per poter restare in quelle terre, creando loro enormi difficoltà  di tipo economico.  
   
   
Tuttavia, '''la teoria della partecipazione imperiale''', lanciata da Alfonso Schmitd e ripresa da Zelia Gattai in un racconto sicuramente suggestivo ma sostanzialmente privo di interesse storiografico, '''è fortemente contestata''': Rosellina Gosi, nel [[1977]], ha iniziato a evidenziare come la tesi si basasse sostanzialmente su poco più che il nulla; Isabelle Felici (che ha curato il tema anche in una tesi di dottorato presso l'Université de la Sorbonne Nouvelle-Paris III nel 1994) in un breve saggio pubblicato dalla Rivista Storica dell'Anarchismo nel [[1996]] (numero 2, secondo semestre) ha definitivamente smontato la teoria di Schmitd (è stato anche sottolineato, per tramite di una attenta indagine storiografica, come molto probabilmente mai Cardias incontrò Pedro II). D'altronde la stessa figlia di Cardias, Ebe Cecilia Rossi, in un'intervista rilasciata all'Istituto Ernesto De Martino a Pisa nel 1974, ha espreso forti dubbi sulla veridicità  di tale teoria.
Tuttavia, '''la teoria della partecipazione imperiale''', lanciata da Alfonso Schmitd e ripresa da Zelia Gattai in un racconto sicuramente suggestivo ma sostanzialmente privo di interesse storiografico, '''è fortemente contestata''': Rosellina Gosi, nel [[1977]], ha iniziato a evidenziare come la tesi si basasse sostanzialmente su poco più che il nulla; Isabelle Felici (che ha curato il tema anche in una tesi di dottorato presso l'Université de la Sorbonne Nouvelle-Paris III nel 1994) in un breve saggio pubblicato dalla Rivista Storica dell'Anarchismo nel [[1996]] (numero 2, secondo semestre) ha definitivamente smontato la teoria di Schmitd (è stato anche sottolineato, per tramite di una attenta indagine storiografica, come molto probabilmente mai Cardias incontrò Pedro II). D'altronde la stessa figlia di Cardias, Ebe Cecilia Rossi, in un'intervista rilasciata all'Istituto Ernesto De Martino a Pisa nel 1974, ha espreso forti dubbi sulla veridicità  di tale teoria.
'''''Si legga inoltre''''': [[Discussione:Giovanni Rossi]] </ref>.
'''''Si legga inoltre''''': [[Discussione:Giovanni Rossi]] </ref>.


Nonostante tutta una serie di problemi (scarsa conoscenza del territorio, limitate competenze agricole e difficoltà  nel reperire macchinari), la colonia ottenne alcuni buoni risultati, sia dal punto di vista agronomico ed economico che da quello sociale, permettendo lo sviluppo di rapporti interpersonali orizzontali e [[gerarchia|non gerarchici]].
Nonostante tutta una serie di problemi (scarsa conoscenza del territorio, limitate competenze agricole e difficoltà  nel reperire macchinari), la colonia ottenne alcuni buoni risultati, sia dal punto di vista agronomico ed economico che da quello sociale, permettendo lo sviluppo di rapporti interpersonali orizzontali e [[gerarchia|non gerarchici]].
Ma le numerose difficoltà , tra cui c'è anche da annoverare la fuga di uno dei coloni con la cassa della comunità , determinarono la fine della "Cecilia".
Ma le numerose difficoltà , tra cui c'è anche da annoverare la fuga di uno dei coloni con la cassa della comunità , determinarono la fine della "Cecilia".
Un dettagliato resoconto delle ragioni politiche e sociali che portarono alla fine dell'esperienza colonica Rossi lo fa nel [[1895]], nella prima parte dell'opera ''Il Paranà  nel XX secolo. Utopia di Giovanni Rossi (Cardias)''.
Un dettagliato resoconto delle ragioni politiche e sociali che portarono alla fine dell'esperienza colonica Rossi lo fa nel [[1895]], nella prima parte dell'opera ''Il Paranà  nel XX secolo. Utopia di Giovanni Rossi (Cardias)''.


Per tramite di questa esperienza Rossi dichiarò fallito l'[[anarco-comunismo]], ma non si scoraggiò e cercò di immaginare una nuova società : le linee guida di questo suo nuovo progetto (un progetto assolutamente non incentrato sull'egualitarismo) sono riportate, sotto la forma del romanzo utopistico, nella seconda parte de ''Il Paranà  nel XX secolo. Utopia di Giovanni Rossi (Cardias)'', intitolata ''Visione di un ubriaco raccontata da lui stesso''.
Per tramite di questa esperienza Rossi dichiarò fallito l'[[anarco-comunismo]], ma non si scoraggiò e cercò di immaginare una nuova società : le linee guida di questo suo nuovo progetto (un progetto assolutamente non incentrato sull'egualitarismo) sono riportate, sotto la forma del romanzo utopistico, nella seconda parte de ''Il Paranà  nel XX secolo. Utopia di Giovanni Rossi (Cardias)'', intitolata ''Visione di un ubriaco raccontata da lui stesso''.


===Il dopo Cecilia===
===Il dopo Cecilia===
In ''Cecilia comunità  anarchica sperimentale'' e ''Un episodio d'amore nella colonia Cecilia'' (opuscolo), due operette edite a Livorno nel [[1893]] (l'esperienza brasiliana non era quindi ancora conclusa), Rossi descrisse in maniera lusinghiera l'esperienza brasiliana, ma non mancò di evidenziare i primi germi antisociali (quali ad esempio l'emergere di egoismi familiari) che nella colonia stavano iniziando a prendere piede.
In ''Cecilia comunità  anarchica sperimentale'' e ''Un episodio d'amore nella colonia Cecilia'' (opuscolo), due operette edite a Livorno nel [[1893]] (l'esperienza brasiliana non era quindi ancora conclusa), Rossi descrisse in maniera lusinghiera l'esperienza brasiliana, ma non mancò di evidenziare i primi germi antisociali (quali ad esempio l'emergere di egoismi familiari) che nella colonia stavano iniziando a prendere piede.


Dopo l'avventura de [[La Cecilia]], Rossi intraprende alcuni incarichi agronomici istituzionali e di insegnamento presso diverse scuole. Sempre sotto la sorveglianza della polizia locale, che è in stretta collaborazione con quella italiana, continua tuttavia a propagandare le sue idee libertarie. Fonda alcune cooperative agricole (a Rio dos Cedros e Ascurra) e si batte per migliorare l'agricoltura locale.
Dopo l'avventura de [[La Cecilia]], Rossi intraprende alcuni incarichi agronomici istituzionali e di insegnamento presso diverse scuole. Sempre sotto la sorveglianza della polizia locale, che è in stretta collaborazione con quella italiana, continua tuttavia a propagandare le sue idee libertarie. Fonda alcune cooperative agricole (a Rio dos Cedros e Ascurra) e si batte per migliorare l'agricoltura locale.
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* R. Gosi, ''Il socialismo utopistico. Giovanni Rossi e la colonia anarchica Cecilia'', Milano, Moizzi Editore, 1977.
* R. Gosi, ''Il socialismo utopistico. Giovanni Rossi e la colonia anarchica Cecilia'', Milano, Moizzi Editore, 1977.
* M. L. Betri, ''Cittadella e Cecilia. Due esperimenti di colonia agricola socialista. Carte inedite a cura di Luisa Betri e un saggio introduttivo su l'utopia contadina'', Milano, Edizioni del Gallo, giugno 1971.
* M. L. Betri, ''Cittadella e Cecilia. Due esperimenti di colonia agricola socialista. Carte inedite a cura di Luisa Betri e un saggio introduttivo su l'utopia contadina'', Milano, Edizioni del Gallo, giugno 1971.
* R. Zecca, ''Il positivismo anarchico di Giovanni Rossi. L'esperimento di una comune libertaria nel Brasile della fine del XIX secolo'', Università  degli Studi di Milano, Tesi di Laurea, 2008.
* R. Zecca, ''Il positivismo anarchico di Giovanni Rossi. L'esperimento di una comune libertaria nel Brasile della fine del XIX secolo'', Università  degli Studi di Milano, Tesi di Laurea, 2008.
==Voci correlate==
==Voci correlate==
*[[Colonie libertarie]]
*[[Colonie libertarie]]
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