Gianfranco Bertoli: differenze tra le versioni

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Il [[17 maggio]] [[1973]] Bertoli lanciò una bomba a mano nel cortile della questura di via Fatebenefratelli a Milano, durante l'inaugurazione di un busto in memoria del commissario Luigi Calabresi, alla presenza dell'allora Ministro dell'Interno Mariano Rumor. La bomba non colpì il ministro, che si era già  allontanato, ma uccise 4 persone e ne ferì 45.
Il [[17 maggio]] [[1973]] Bertoli lanciò una bomba a mano nel cortile della questura di via Fatebenefratelli a Milano, durante l'inaugurazione di un busto in memoria del commissario Luigi Calabresi, alla presenza dell'allora Ministro dell'Interno Mariano Rumor. La bomba non colpì il ministro, che si era già  allontanato, ma uccise 4 persone e ne ferì 45.


L'attentatore fu subito arrestato. Si proclamò [[anarco-individualismo|anarchico individualista]], seguace delle teorie di [[Max Stirner]]. Dichiarò che voleva punire il ministro Rumor per la morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli. Al processo si comportò con grande dignità, negò il coinvolgimento di altri nell'attentato assumendosi tutte le responsabilità . Ad ogni modo, il [[movimento anarchico]] condannò all'unanimità  il suo gesto, cosa che farà  lo stesso autore anni dopo.
L'attentatore fu subito arrestato. Si proclamò [[anarco-individualismo|anarchico individualista]], seguace delle teorie di [[Max Stirner]]. Dichiarò che voleva punire il ministro Rumor per la morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli. Al processo si comportò con grande dignità, negò il coinvolgimento di altri nell'attentato assumendosi tutte le responsabilità. Ad ogni modo, il [[movimento anarchico]] condannò all'unanimità  il suo gesto, cosa che farà  lo stesso autore anni dopo.


Nel [[1975]] fu condannato all'ergastolo. Durante il processo ebbe il conforto dei compagni del [[Centro Studi Libertari]] di Milano, fra cui [[Luciano Lanza]], autore, anni dopo, di un libro sulla [[Strage di Piazza Fontana]] in cui, dopo averlo sostenuto per anni e offertagli la collaborazione alla [[stampa anarchica|rivista]] [[A rivista anarchica]], insinuò il dubbio che Bertoli fosse legato ai Servizi segreti. Questa insinuazione amareggiò molto Bertoli, come si può leggere nel carteggio fra questi e [[Alfredo Maria Bonanno]], l'editore siciliano che non credette mai all'ipotesi del Bertoli infiltrato di destra. In [[carcere]] tenterà  anche il suicidio per discolparsi da tali accuse.
Nel [[1975]] fu condannato all'ergastolo. Durante il processo ebbe il conforto dei compagni del [[Centro Studi Libertari]] di Milano, fra cui [[Luciano Lanza]], autore, anni dopo, di un libro sulla [[Strage di Piazza Fontana]] in cui, dopo averlo sostenuto per anni e offertagli la collaborazione alla [[stampa anarchica|rivista]] [[A rivista anarchica]], insinuò il dubbio che Bertoli fosse legato ai Servizi segreti. Questa insinuazione amareggiò molto Bertoli, come si può leggere nel carteggio fra questi e [[Alfredo Maria Bonanno]], l'editore siciliano che non credette mai all'ipotesi del Bertoli infiltrato di destra. In [[carcere]] tenterà  anche il suicidio per discolparsi da tali accuse.
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