Gaetano Bresci: differenze tra le versioni

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==== Il processo, la condanna e la morte ====
==== Il processo, la condanna e la morte ====


Il processo contro Bresci fu istruito in brevissimo tempo. Il [[29 agosto]] [[1900]], cioè un mese esatto dopo il delitto, Bresci comparve nella corte d’Assise di Piazza Beccaria a Milano. La sentenza era scontata in partenza. Gaetano Bresci aveva chiesto come difensore il deputato socialista [[Filippo Turati]], ma questi aveva declinato l’incarico e fu sostituito dall’avvocato anarchico [[Francesco Saverio Merlino]].  
Il processo contro Bresci fu istruito in brevissimo tempo. Il [[29 agosto]] [[1900]], cioè un mese esatto dopo il delitto, Bresci comparve nella corte d'Assise di Piazza Beccaria a Milano. La sentenza era scontata in partenza. Gaetano Bresci aveva chiesto come difensore il deputato socialista [[Filippo Turati]], ma questi aveva declinato l'incarico e fu sostituito dall'avvocato anarchico [[Francesco Saverio Merlino]].  




L’imputato mantenne un contegno conforme al personaggio che rappresentava. Freddo e distaccato, quasi sereno, ascoltò la lettura del capo d’accusa (per la verità  retorico fino all’inverosimile) senza mostrare nè pentimento né spavalderia.
L'imputato mantenne un contegno conforme al personaggio che rappresentava. Freddo e distaccato, quasi sereno, ascoltò la lettura del capo d'accusa (per la verità  retorico fino all'inverosimile) senza mostrare nè pentimento né spavalderia.


'''Ecco il testo del suo interrogatorio in aula''' :
'''Ecco il testo del suo interrogatorio in aula''' :


Presidente: «L’imputato ha qualcosa da aggiungere alla sua deposizione testé letta?»<br />
Presidente: «L'imputato ha qualcosa da aggiungere alla sua deposizione testé letta?»<br />
Bresci: «Il fatto l’ho compiuto da me, senza complici. Il pensiero mi venne vedendo tante miserie e tanti perseguitati. Bisogna andare all’estero per vedere come sono considerati gli italiani! Ci hanno soprannominati “maiali“... » <br />
Bresci: «Il fatto l'ho compiuto da me, senza complici. Il pensiero mi venne vedendo tante miserie e tanti perseguitati. Bisogna andare all'estero per vedere come sono considerati gli italiani! Ci hanno soprannominati “maiali“... » <br />
Presidente: «Non divaghi...»<br />
Presidente: «Non divaghi...»<br />
Bresci: «Se non mi fa parlare mi siedo.»<br />
Bresci: «Se non mi fa parlare mi siedo.»<br />
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Bresci: «Non ammazzai Umberto; ammazzai il Re, ammazzai un principio! E non dite delitto ma fatto!»<br />
Bresci: «Non ammazzai Umberto; ammazzai il Re, ammazzai un principio! E non dite delitto ma fatto!»<br />
Presidente: «Perché lo avete fatto?»<br />
Presidente: «Perché lo avete fatto?»<br />
Bresci: «Dopo lo stato d’assedio di Sicilia e Milano illegalmente stabiliti con decreto reale io decisi di uccidere il re per vendicare le vittime.»<br />
Bresci: «Dopo lo stato d'assedio di Sicilia e Milano illegalmente stabiliti con decreto reale io decisi di uccidere il re per vendicare le vittime.»<br />
Quando il Presidente gli chiese perché aveva compiuto quel gesto, Bresci rispose:<br />
Quando il Presidente gli chiese perché aveva compiuto quel gesto, Bresci rispose:<br />
«I fatti di Milano, dove si adoperò il cannone, mi fecero piangere e pensai alla vendetta. Pensai al re perché oltre a firmare i decreti premiava gli scellerati che avevano compiuto le stragi.»<br />
«I fatti di Milano, dove si adoperò il cannone, mi fecero piangere e pensai alla vendetta. Pensai al re perché oltre a firmare i decreti premiava gli scellerati che avevano compiuto le stragi.»<br />


Ascoltati i testimoni, i giurati si ritirarono per decidere e dopo pochi minuti il capo giuria ragionier Carione lesse il verdetto che dichiarava l’imputato colpevole e lo condannava ai lavori forzati.
Ascoltati i testimoni, i giurati si ritirarono per decidere e dopo pochi minuti il capo giuria ragionier Carione lesse il verdetto che dichiarava l'imputato colpevole e lo condannava ai lavori forzati.


Scontò la pena nel penitenziario di S. Stefano, presso Ventotene (Isole Ponziane) e per poterlo controllare a vista venne edificata per lui una speciale cella di tre metri per tre, priva di suppellettili.
Scontò la pena nel penitenziario di S. Stefano, presso Ventotene (Isole Ponziane) e per poterlo controllare a vista venne edificata per lui una speciale cella di tre metri per tre, priva di suppellettili.
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Vi è incertezza anche sul luogo della sua sepoltura: secondo alcune fonti, fu seppellito assieme ai suoi effetti personali nel cimitero di S. Stefano; secondo altre, il suo corpo venne gettato in mare. Le sole cose rimaste di lui sono il suo cappello da ergastolano (andato distrutto durante una rivolta di carcerati nel dopoguerra) e la rivoltella con cui compì il regicidio.
Vi è incertezza anche sul luogo della sua sepoltura: secondo alcune fonti, fu seppellito assieme ai suoi effetti personali nel cimitero di S. Stefano; secondo altre, il suo corpo venne gettato in mare. Le sole cose rimaste di lui sono il suo cappello da ergastolano (andato distrutto durante una rivolta di carcerati nel dopoguerra) e la rivoltella con cui compì il regicidio.


==Contesto storico in cui maturò l’uccisione di Umberto I di Savoia==
==Contesto storico in cui maturò l'uccisione di Umberto I di Savoia==


Nel [[1898]], a circa 30 anni dall’annessione della Lombardia al Regno d’Italia, la situazione economica era gravissima. Si ricorda che in questi 30 anni emigrarono circa '''519.000''' lombardi <ref>'''Fonte''': Centro Studi sull’emigrazione, di Roma</ref>.
Nel [[1898]], a circa 30 anni dall'annessione della Lombardia al Regno d'Italia, la situazione economica era gravissima. Si ricorda che in questi 30 anni emigrarono circa '''519.000''' lombardi <ref>'''Fonte''': Centro Studi sull'emigrazione, di Roma</ref>.


A Milano, a seguito dell’aumento del costo della farina e del pane, gravati dall’esosissima tassa sul macinato, imposta dal regno sabaudo, il popolo affamato insorse e assaltò i forni del pane.
A Milano, a seguito dell'aumento del costo della farina e del pane, gravati dall'esosissima tassa sul macinato, imposta dal regno sabaudo, il popolo affamato insorse e assaltò i forni del pane.
L’insurrezione durò vari giorni e fu repressa nel sangue con i fucili e i cannoni dai Carabinieri al comando del generale piemontese Bava Beccaris <ref>'''[http://www.youtube.com/watch?v=oV8NGJxHZ5E Il feroce monarchico Bava]'''  canto libertario " dedicato " a Bava Beccaris:<br />
L'insurrezione durò vari giorni e fu repressa nel sangue con i fucili e i cannoni dai Carabinieri al comando del generale piemontese Bava Beccaris <ref>'''[http://www.youtube.com/watch?v=oV8NGJxHZ5E Il feroce monarchico Bava]'''  canto libertario " dedicato " a Bava Beccaris:<br />


Alle grida strazianti e dolenti<br />
Alle grida strazianti e dolenti<br />
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Quando scura discende la sera,<br />
Quando scura discende la sera,<br />
Per i figli gettati in galera,<br />
Per i figli gettati in galera,<br />
Per gli uccisi dal piombo fatal.</ref>, che poi per questa azione di ordine pubblico fu insignito con la Croce di grand'ufficiale dell'ordine militare di Savoia, «per rimettere il servizio reso alle istituzioni e alla civiltà " da Umberto I re d’Italia». Nella feroce repressione militare si calcola che vi furono piú di trecento insorti uccisi (i dati non sono precisi) e centinaia di feriti.
Per gli uccisi dal piombo fatal.</ref>, che poi per questa azione di ordine pubblico fu insignito con la Croce di grand'ufficiale dell'ordine militare di Savoia, «per rimettere il servizio reso alle istituzioni e alla civiltà " da Umberto I re d'Italia». Nella feroce repressione militare si calcola che vi furono piú di trecento insorti uccisi (i dati non sono precisi) e centinaia di feriti.


Gaetano Bresci, secondo la [[filosofia]] di un certo [[anarchismo]] militante, intese vendicare l’eccidio e rendere giustizia, perciò uccise il Re Umberto I di Savoia in quanto responsabile in capo di questi tragici avvenimenti.
Gaetano Bresci, secondo la [[filosofia]] di un certo [[anarchismo]] militante, intese vendicare l'eccidio e rendere giustizia, perciò uccise il Re Umberto I di Savoia in quanto responsabile in capo di questi tragici avvenimenti.


[[Image:Bresci_monumento2.jpg|left|thumb|Carrara, colonna commemorativa dell'anarchico Bresci]]
[[Image:Bresci_monumento2.jpg|left|thumb|Carrara, colonna commemorativa dell'anarchico Bresci]]
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===Gli intellettuali di fronte al regicidio===
===Gli intellettuali di fronte al regicidio===


Molti intellettuali si mostrarono addolorati per la morte del re. La regina ricevette le “sentite condoglianze” di personalità  quali Carducci, De Amicis, Bissolati, Don Albertario, Pascoli (scrisse un ''Inno al re'') e [[Gabriele D’Annunzio]] (anch’egli scrisse un ode al re).
Molti intellettuali si mostrarono addolorati per la morte del re. La regina ricevette le “sentite condoglianze” di personalità  quali Carducci, De Amicis, Bissolati, Don Albertario, Pascoli (scrisse un ''Inno al re'') e [[Gabriele D'Annunzio]] (anch'egli scrisse un ode al re).


Ben pochi ebbero il coraggio di andare oltre la triste retorica di regime e tra questi, merita una citazione il frate francescano [[Giuseppe Volponi]] che manifestò pubblicamente la propria solidarietà  a Bresci e per questo fu condannato a 7 mesi di galera. [[Lev Tolstoj]] analizzò in maniera più approfondita l’origine della violenza, sostenendo che questa viene dall’alto: «Se Alessandro di Russia, se Umberto non hanno meritato la morte, assai meno l’hanno meritata le migliaia di caduti di Plevna o in terra d’Abissinia».
Ben pochi ebbero il coraggio di andare oltre la triste retorica di regime e tra questi, merita una citazione il frate francescano [[Giuseppe Volponi]] che manifestò pubblicamente la propria solidarietà  a Bresci e per questo fu condannato a 7 mesi di galera. [[Lev Tolstoj]] analizzò in maniera più approfondita l'origine della violenza, sostenendo che questa viene dall'alto: «Se Alessandro di Russia, se Umberto non hanno meritato la morte, assai meno l'hanno meritata le migliaia di caduti di Plevna o in terra d'Abissinia».


===Reazioni della stampa===
===Reazioni della stampa===
La carta stampata si schierò contro il regicida in maniera dura e  risoluta:
La carta stampata si schierò contro il regicida in maniera dura e  risoluta:
«L’Avanti» definì Bresci «un pazzo criminale»; il «Corriere Mercantile» di Livorno auspicò la pena di morte e la tortura; [[Francesco Crispi]] ne «La Tribuna» invitò le istituzioni alla dura repressione dei nemici interni della nazione.
«L'Avanti» definì Bresci «un pazzo criminale»; il «Corriere Mercantile» di Livorno auspicò la pena di morte e la tortura; [[Francesco Crispi]] ne «La Tribuna» invitò le istituzioni alla dura repressione dei nemici interni della nazione.


Nessuno però raggiunse la triste retorica del quotidiano di Torino «La Stampa», che annunciò la morte di Umberto con queste parole:
Nessuno però raggiunse la triste retorica del quotidiano di Torino «La Stampa», che annunciò la morte di Umberto con queste parole:
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