Franz Kafka: differenze tra le versioni

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L'interesse di Kafka per le idee anarchiche è confermato da numerosi riferimenti nelle pagine intime da lui scritte, riferimenti nei quali il filo conduttore è rappresentato dal rapporto con la figura paterna (descritto nella celebre ''Lettera al padre'' del [[1919]]) e dalla connessione intima tra la ribellione contro il "giogo domestico" [[patriarcale]] e la rivolta contro lo [[Stato]]. Scrive Claude David: «Se nel pensiero di Kafka c'è un'idea essenziale, è quella del [[potere]]; il mondo si organizza secondo rapporti di potere; si erige tutta una [[gerarchia]] che va fino al lontano imperatore della Cina, fino al truce proprietario del Castello. Il potere più vicino, però, il più noto [...] è quello del padre, il primo livello di quella società di potenti». <ref>Dalla prefazione a ''Kafka, Œuvres complètes'', Bibliothèque de la Pléiade, Parigi, [[1976]].</ref> [[Theodor Adorno]] sottolinea come l'opera letteraria di Kafka sia «in gran parte la reazione a un potere senza limiti» e aggiunge: «Quel potere di patriarchi invasati, [[Walter Benjamin|Benjamin]] lo chiama parassitario: esso si nutre della vita che schiaccia sotto i suoi piedi». <ref>[[Theodor Adorno]], ''Prismen'', ''Prismi'', Suhrkamp, Francoforte sul Meno, [[1955]], p. 236. [[Theodor Adorno|Adorno]] si riferisce probabilmente a un passo dell'articolo di [[Walter Benjamin]] su Kafka: «Nelle strane famiglie di Kafka, il padre si nutre del figlio, standogli addosso come un enorme parassita».</ref>
L'interesse di Kafka per le idee anarchiche è confermato da numerosi riferimenti nelle pagine intime da lui scritte, riferimenti nei quali il filo conduttore è rappresentato dal rapporto con la figura paterna (descritto nella celebre ''Lettera al padre'' del [[1919]]) e dalla connessione intima tra la ribellione contro il "giogo domestico" [[patriarcale]] e la rivolta contro lo [[Stato]]. Scrive Claude David: «Se nel pensiero di Kafka c'è un'idea essenziale, è quella del [[potere]]; il mondo si organizza secondo rapporti di potere; si erige tutta una [[gerarchia]] che va fino al lontano imperatore della Cina, fino al truce proprietario del Castello. Il potere più vicino, però, il più noto [...] è quello del padre, il primo livello di quella società di potenti». <ref>Dalla prefazione a ''Kafka, Œuvres complètes'', Bibliothèque de la Pléiade, Parigi, [[1976]].</ref> [[Theodor Adorno]] sottolinea come l'opera letteraria di Kafka sia «in gran parte la reazione a un potere senza limiti» e aggiunge: «Quel potere di patriarchi invasati, [[Walter Benjamin|Benjamin]] lo chiama parassitario: esso si nutre della vita che schiaccia sotto i suoi piedi». <ref>[[Theodor Adorno]], ''Prismen'', ''Prismi'', Suhrkamp, Francoforte sul Meno, [[1955]], p. 236. [[Theodor Adorno|Adorno]] si riferisce probabilmente a un passo dell'articolo di [[Walter Benjamin]] su Kafka: «Nelle strane famiglie di Kafka, il padre si nutre del figlio, standogli addosso come un enorme parassita».</ref>


==== Kafka e Otto Gross ====
=== Kafka e Otto Gross ===


In una lettera a Max Brod del novembre [[1917]] Kafka manifesta il proprio entusiasmo per un progetto di rivista - ''Fogli di lotta alla volontà di potenza'' - proposta dall'anarchico freudiano [[Otto Gross]]. <ref>«Se c'è una rivista che mi è parsa interessante da tanto tempo [...] è quella del dottor Gross» (Franz Kafka, ''Correspondance 1902-1924'', Gallimard, Parigi, [[1965]], p. 236).</ref> L'arresto a Berlino di [[Otto Gross]] nel [[1913]] e il successivo internamento in un istituto psichiatrico, l'ennesimo, aveva fatto scalpore, suscitando una violenta campagna stampa in cui avevano fatto sentire la propria voce molti intellettuali, che vedevano in Hans Gross, il padre, il mandante di quell'azione di polizia. Kafka era al corrente della vicenda, e una eco degli eventi di Berlino si ritrova sicuramente nell'inizio de ''Il processo'', lì dove i gendarmi prelevano Josef K., che non trova i propri documenti, proprio come era accaduto a Berlino a [[Otto Gross|Gross]]. Il conflitto tra i Gross era assurto a paradigma della lotta contro il padre, tipico della generazione di Kafka.
In una lettera a Max Brod del novembre [[1917]] Kafka manifesta il proprio entusiasmo per un progetto di rivista - ''Fogli di lotta alla volontà di potenza'' - proposta dall'anarchico freudiano [[Otto Gross]]. <ref>«Se c'è una rivista che mi è parsa interessante da tanto tempo [...] è quella del dottor Gross» (Franz Kafka, ''Correspondance 1902-1924'', Gallimard, Parigi, [[1965]], p. 236).</ref> L'arresto a Berlino di [[Otto Gross]] nel [[1913]] e il successivo internamento in un istituto psichiatrico, l'ennesimo, aveva fatto scalpore, suscitando una violenta campagna stampa in cui avevano fatto sentire la propria voce molti intellettuali, che vedevano in Hans Gross, il padre, il mandante di quell'azione di polizia. Kafka era al corrente della vicenda, e una eco degli eventi di Berlino si ritrova sicuramente nell'inizio de ''Il processo'', lì dove i gendarmi prelevano Josef K., che non trova i propri documenti, proprio come era accaduto a Berlino a [[Otto Gross|Gross]]. Il conflitto tra i Gross era assurto a paradigma della lotta contro il padre, tipico della generazione di Kafka.


==== Kafka e Pētr Kropotkin ====
=== Kafka e Pētr Kropotkin ===


Nei ''Diari'' di Kafka si trova questo imperativo categorico: «Non dimenticare [[Kropotkin]]!». Uno dei temi forti del libro di [[Kropotkin]] ''Memorie di un rivoluzionario'' ([[1887]]) è quello della lotta dei figli contro il «dispotismo dei padri», gran sostenitori del servaggio. Il giovane principe aveva dovuto subire di persona l'autoritarismo paterno: la sua simpatia andava ai domestici e ai servitori soggetti alla brutalità e ai capricci del capofamiglia. Per questo aveva preso le «parti dei servi» (per usare una formula che Kafka adotta nella ''Lettera al padre''), giurando solennemente: «Io non sarò mai come lui!». <ref>''Mémoires d'un révolutionnaire'', Scala, Parigi, 1989, p. 52.</ref> Secondo [[Kropotkin]] è la rivolta dei giovani delle classi agiate «contro la schiavitù domestica», fatta di dispotismo paterno e di una «sottomissione ipocrita da parte delle mogli, dei figli e delle figlie», che li spinge a criticare lo stato di cose esistente e a diventare «[[nichilisti]]» ovvero nemici giurati dell'autocrazia zarista e del servaggio. In quasi tutte le familgie ricche - scrive [[Kropotkin]] - era in corso una lotta accanita «tra i padri e i figli e le figlie, che difendevano il propro diritto di disporre della propria esistenza secondo il proprio ideale». <ref>''Mémoires d'un révolutionnaire'', Scala, Parigi, 1989, pp. 305-309.</ref>
Nei ''Diari'' di Kafka si trova questo imperativo categorico: «Non dimenticare [[Kropotkin]]!». Uno dei temi forti del libro di [[Kropotkin]] ''Memorie di un rivoluzionario'' ([[1887]]) è quello della lotta dei figli contro il «dispotismo dei padri», gran sostenitori del servaggio. Il giovane principe aveva dovuto subire di persona l'autoritarismo paterno: la sua simpatia andava ai domestici e ai servitori soggetti alla brutalità e ai capricci del capofamiglia. Per questo aveva preso le «parti dei servi» (per usare una formula che Kafka adotta nella ''Lettera al padre''), giurando solennemente: «Io non sarò mai come lui!». <ref>''Mémoires d'un révolutionnaire'', Scala, Parigi, 1989, p. 52.</ref> Secondo [[Kropotkin]] è la rivolta dei giovani delle classi agiate «contro la schiavitù domestica», fatta di dispotismo paterno e di una «sottomissione ipocrita da parte delle mogli, dei figli e delle figlie», che li spinge a criticare lo stato di cose esistente e a diventare «[[nichilisti]]» ovvero nemici giurati dell'autocrazia zarista e del servaggio. In quasi tutte le familgie ricche - scrive [[Kropotkin]] - era in corso una lotta accanita «tra i padri e i figli e le figlie, che difendevano il propro diritto di disporre della propria esistenza secondo il proprio ideale». <ref>''Mémoires d'un révolutionnaire'', Scala, Parigi, 1989, pp. 305-309.</ref>


==== Kafka e Aleksandr Herzen ====
=== Kafka e Aleksandr Herzen ===


Secondo Brod uno dei libri preferiti di Kafka è ''Passato e presente'' di  [[Aleksandr Herzen]], più volte citato nei ''Diari''. Anche in questo caso colpisce l'importanza dello scontro con la tirannia paterna nella vocazione del ribelle: «Derisione, sarcasmo e un profondo disprezzo, freddo e caustico: ecco le armi che mio padre utilizzava come un artista, utilizzandole contro di noi [i suoi figli] e contro i servitori [...]. Io ero un estraneo per mio padre e mi sono unito alle cameriere e ai servitori, conducendo una piccola guerra conro di lui».
Secondo Brod uno dei libri preferiti di Kafka è ''Passato e presente'' di  [[Aleksandr Herzen]], più volte citato nei ''Diari''. Anche in questo caso colpisce l'importanza dello scontro con la tirannia paterna nella vocazione del ribelle: «Derisione, sarcasmo e un profondo disprezzo, freddo e caustico: ecco le armi che mio padre utilizzava come un artista, utilizzandole contro di noi [i suoi figli] e contro i servitori [...]. Io ero un estraneo per mio padre e mi sono unito alle cameriere e ai servitori, conducendo una piccola guerra conro di lui».


==== Kafka e Arthur Holitscher ====
=== Kafka e Arthur Holitscher ===


L'opera ''Amerika heute und morgen'' ([[1912]]) di [[Arthur Holitscher]] fu una delle fonti principali del romanzo ''America''. [[Arthur Holitscher|Holitscher]] non nascondeva la propria simpatia per gli [[anarco-sindacalisti]] dell'''[[Industrial Workers of the World]]'', per [[William Haywood]] ed [[Emma Goldman]], mettendo a confronto la loro combattività e il loro radicalismo con l'incoerenza del "socialismo accademico" dei dirigenti socialdemocratici, persi nei meandri della «macchina dei compromessi» parlamentare. <ref>[[Arthur Holitscher]], ''Amerika heute und morgen'', Fischer Verlag, Francoforte sul Meno, [[1912]], pp.376-381.</ref> Nell'autobiografia di [[Arthur Holitscher|Holitscher]], pubblicata nel [[1924]] con il titolo ''Storia della vita di un ribelle'', che Kafka, come attesta la sua corrispondenza, lesse nel marzo di quell'anno, l'autore racconta della propria ribellione contro i genitori borghesi, la sua attrazione per il [[socialismo]] e poi per l'[[anarchismo]] ([[Ravachol]], Reclus, [[Jean Grave|Grave]], [[Kropotkin]]). <ref>[[Arthur Holitscher]], ''Lebensgeschichte Rebellen. Meine Erinnerungen'', Fischer Verlag, Francoforte sul Meno, [[1924]].</ref>
L'opera ''Amerika heute und morgen'' ([[1912]]) di [[Arthur Holitscher]] fu una delle fonti principali del romanzo ''America''. [[Arthur Holitscher|Holitscher]] non nascondeva la propria simpatia per gli [[anarco-sindacalisti]] dell'''[[Industrial Workers of the World]]'', per [[William Haywood]] ed [[Emma Goldman]], mettendo a confronto la loro combattività e il loro radicalismo con l'incoerenza del "socialismo accademico" dei dirigenti socialdemocratici, persi nei meandri della «macchina dei compromessi» parlamentare. <ref>[[Arthur Holitscher]], ''Amerika heute und morgen'', Fischer Verlag, Francoforte sul Meno, [[1912]], pp.376-381.</ref> Nell'autobiografia di [[Arthur Holitscher|Holitscher]], pubblicata nel [[1924]] con il titolo ''Storia della vita di un ribelle'', che Kafka, come attesta la sua corrispondenza, lesse nel marzo di quell'anno, l'autore racconta della propria ribellione contro i genitori borghesi, la sua attrazione per il [[socialismo]] e poi per l'[[anarchismo]] ([[Ravachol]], Reclus, [[Jean Grave|Grave]], [[Kropotkin]]). <ref>[[Arthur Holitscher]], ''Lebensgeschichte Rebellen. Meine Erinnerungen'', Fischer Verlag, Francoforte sul Meno, [[1924]].</ref>


==== Kafka e le donne socialiste ====
=== Kafka e le donne socialiste ===


Ne ''Il castello'', il cui tema Elias Canetti indica nell'«umiliazione imposta dal potere» <ref>«Non è mai stato scritto un attacco più chiaro contro la sottomissione a chi sta in alto» (Elias Canetti, da ''Der andere Prozeß. Kafkas Briefe an Felice'', ''L'altro processo. Le lettere di Kafka a Felice'', Carl Hanser Verlag, Monaco, [[1969]], p. 89).</ref>, Amalia è uno di quei rari personaggi dei romanzi kafkiani che incarna il rifiuto dell'obbedienza, la rivolta, la dignità umana: sfida l'[[autorità]] respingendo le avances del funzionario Sortini e viene messa al bando insieme alla sua famiglia. Kafka nutriva simpatia e attrazione per le donne coraggiose e indomite, che non avevano paura di affrontare qualsiasi ostacolo, figure femminili il cui archetipo era la sorella Ottla, che Franz ammirava per come sapeva opporsi all'[[autorità]] paterna. Lo scrittore praghese era interessato alle memorie di donne [[socialiste]] che avevano votato la propria esistenza alla lotta per l'emancipazione femminile.
Ne ''Il castello'', il cui tema Elias Canetti indica nell'«umiliazione imposta dal potere» <ref>«Non è mai stato scritto un attacco più chiaro contro la sottomissione a chi sta in alto» (Elias Canetti, da ''Der andere Prozeß. Kafkas Briefe an Felice'', ''L'altro processo. Le lettere di Kafka a Felice'', Carl Hanser Verlag, Monaco, [[1969]], p. 89).</ref>, Amalia è uno di quei rari personaggi dei romanzi kafkiani che incarna il rifiuto dell'obbedienza, la rivolta, la dignità umana: sfida l'[[autorità]] respingendo le avances del funzionario Sortini e viene messa al bando insieme alla sua famiglia. Kafka nutriva simpatia e attrazione per le donne coraggiose e indomite, che non avevano paura di affrontare qualsiasi ostacolo, figure femminili il cui archetipo era la sorella Ottla, che Franz ammirava per come sapeva opporsi all'[[autorità]] paterna. Lo scrittore praghese era interessato alle memorie di donne [[socialiste]] che avevano votato la propria esistenza alla lotta per l'emancipazione femminile.
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In una lettera a Minze Eisner del novembre del [[1920]], Kafka raccomanda all'amica la lettura delle ''Memorie di una socialista'' di [[Lily Braun]], «una donna ammirevole che ha sofferto molto per la morale della sua classe [la borghesia] (una morale che è in ogni senso ipocrita, pur se al di là comincia l'oscurità della coscienza), ma ha seguito la sua strada lottando come un angelo guerriero». <ref>Franz Kafka, ''Briefe 1902-1924'', Fischer Verlag, Francoforte sul Meno, [[1975]], p. 334.</ref>
In una lettera a Minze Eisner del novembre del [[1920]], Kafka raccomanda all'amica la lettura delle ''Memorie di una socialista'' di [[Lily Braun]], «una donna ammirevole che ha sofferto molto per la morale della sua classe [la borghesia] (una morale che è in ogni senso ipocrita, pur se al di là comincia l'oscurità della coscienza), ma ha seguito la sua strada lottando come un angelo guerriero». <ref>Franz Kafka, ''Briefe 1902-1924'', Fischer Verlag, Francoforte sul Meno, [[1975]], p. 334.</ref>


==== Kafka e i kibbutzim ====
=== Kafka e i kibbutzim ===


Secondo Dora Diamant, ultima fidanzata di Kafka, citata dall'amico di Kafka Felix Weltsch, lo scrittore praghese, «ogni volta che ne aveva occasione», interrogava le persone che incontrava riguardo alla Palestina. Era particolarmente interessato al movimento dei pionieri, l'''[[Halutz]]''. Dall'inizio del XX secolo fino alla metà degli anni '20 una gran parte del movimento dei [[kibbutzim]] era ispirata dalle idee [[libertarie]] di [[Kropotkin]], [[Gustav Landauer]] e [[Martin Buber]].
Secondo Dora Diamant, ultima fidanzata di Kafka, citata dall'amico di Kafka Felix Weltsch, lo scrittore praghese, «ogni volta che ne aveva occasione», interrogava le persone che incontrava riguardo alla Palestina. Era particolarmente interessato al movimento dei pionieri, l'''[[Halutz]]''. Dall'inizio del XX secolo fino alla metà degli anni '20 una gran parte del movimento dei [[kibbutzim]] era ispirata dalle idee [[libertarie]] di [[Kropotkin]], [[Gustav Landauer]] e [[Martin Buber]].
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