Franz Kafka: differenze tra le versioni

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In una lettera a Max Brod del novembre [[1917]] Kafka manifesta il proprio entusiasmo per un progetto di rivista - ''Fogli di lotta alla volontà di potenza'' - proposta dall'anarchico freudiano [[Otto Gross]]. <ref>«Se c'è una rivista che mi è parsa interessante da tanto tempo [...] è quella del dottor Gross» (Franz Kafka,''Correspondance 1902-1924'', Gallimard, Parigi, [[1965]], p. 236).</ref> L'arresto a Berlino di [[Otto Gross]] nel [[1913]] e il successivo internamento in un istituto psichiatrico, l'ennesimo, aveva fatto scalpore, suscitando una violenta campagna stampa in cui avevano fatto sentire la propria voce molti intellettuali, che vedevano in Hans Gross, il padre, il mandante di quell'azione di polizia. Kafka era al corrente della vicenda, e una eco degli eventi di Berlino si ritrova sicuramente nell'inizio de ''Il processo'', lì dove i gendarmi prelevano Josef K., che non trova i propri documenti, proprio come era accaduto a Berlino a [[Otto Gross|Gross]]. Il conflitto tra i Gross era assurto a paradigma della lotta contro il padre, tipico della generazione di Kafka.
In una lettera a Max Brod del novembre [[1917]] Kafka manifesta il proprio entusiasmo per un progetto di rivista - ''Fogli di lotta alla volontà di potenza'' - proposta dall'anarchico freudiano [[Otto Gross]]. <ref>«Se c'è una rivista che mi è parsa interessante da tanto tempo [...] è quella del dottor Gross» (Franz Kafka,''Correspondance 1902-1924'', Gallimard, Parigi, [[1965]], p. 236).</ref> L'arresto a Berlino di [[Otto Gross]] nel [[1913]] e il successivo internamento in un istituto psichiatrico, l'ennesimo, aveva fatto scalpore, suscitando una violenta campagna stampa in cui avevano fatto sentire la propria voce molti intellettuali, che vedevano in Hans Gross, il padre, il mandante di quell'azione di polizia. Kafka era al corrente della vicenda, e una eco degli eventi di Berlino si ritrova sicuramente nell'inizio de ''Il processo'', lì dove i gendarmi prelevano Josef K., che non trova i propri documenti, proprio come era accaduto a Berlino a [[Otto Gross|Gross]]. Il conflitto tra i Gross era assurto a paradigma della lotta contro il padre, tipico della generazione di Kafka.


==== Kafka e Kropotkin ====
==== Kafka e Pētr Kropotkin ====


Nei ''Diari'' di Kafka si trova questo imperativo categorico: «Non dimenticare [[Kropotkin]]!». Uno dei temi forti del libro di [[Kropotkin]] ''Memorie di un rivoluzionario'' ([[1887]]) è quello della lotta dei figli contro il «dispotismo dei padri», gran sostenitori del servaggio. Il giovane principe aveva dovuto subire di persona l'autoritarismo paterno: la sua simpatia andava ai domestici e ai servitori soggetti alla brutalità e ai capricci del capofamiglia. Per questo aveva preso le «parti dei servi» (per usare una formula che Kafka adotta nella ''Lettera al padre''), giurando solennemente: «Io non sarò mai come lui!». Secondo [[Kropotkin]] è la rivolta dei giovani delle classi agiate «contro la schiavitù domestica», fatta di dispotismo paterno e di una «sottomissione ipocrita da parte delle mogli, dei figli e delle figlie», che li spinge a criticare lo stato di cose esistente e a diventare «[[nichilisti]]» ovvero nemici giurati dell'autocrazia zarista e del servaggio. In quasi tutte le familgie ricche - scrive [[Kropotkin]] - era in corso una lotta accanita «tra i padri e i figli e le figlie, che difendevano il propro diritto di disporre della propria esistenza secondo il proprio ideale».
Nei ''Diari'' di Kafka si trova questo imperativo categorico: «Non dimenticare [[Kropotkin]]!». Uno dei temi forti del libro di [[Kropotkin]] ''Memorie di un rivoluzionario'' ([[1887]]) è quello della lotta dei figli contro il «dispotismo dei padri», gran sostenitori del servaggio. Il giovane principe aveva dovuto subire di persona l'autoritarismo paterno: la sua simpatia andava ai domestici e ai servitori soggetti alla brutalità e ai capricci del capofamiglia. Per questo aveva preso le «parti dei servi» (per usare una formula che Kafka adotta nella ''Lettera al padre''), giurando solennemente: «Io non sarò mai come lui!». Secondo [[Kropotkin]] è la rivolta dei giovani delle classi agiate «contro la schiavitù domestica», fatta di dispotismo paterno e di una «sottomissione ipocrita da parte delle mogli, dei figli e delle figlie», che li spinge a criticare lo stato di cose esistente e a diventare «[[nichilisti]]» ovvero nemici giurati dell'autocrazia zarista e del servaggio. In quasi tutte le familgie ricche - scrive [[Kropotkin]] - era in corso una lotta accanita «tra i padri e i figli e le figlie, che difendevano il propro diritto di disporre della propria esistenza secondo il proprio ideale».
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