Francois Rabelais: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
Al pari della sua  opera, anche la biografia di Francois Rabelais (1483/93-1553) presenta a  tutt'oggi alcune zone d'ombra, a cominciare dalla data di nascita, incerta tra il [[1483]] e il [[1493]]. Altri dubbi riguardano la sua vocazione e la scelta del monachesimo, presto abbandonato a favore della medicina e delle lettere, ma recuperato in seguito nei suoi testi dove la satira religiosa si accompagna  all'affermazione più o meno scoperta delle tesi evangeliche collegate alla  Riforma. È comunque all'ambito ecclesiastico che occorre rivolgersi per le prime notizie certe sulla sua vita: nel [[1521]] Rabelais si trova infatti nel monastero  francescano di Fontenay-le-Comte, nel Poitou, dove la corrispondenza con il  grande umanista Guillaume Budé testimonia uno studio assiduo della lingua e  della filosofia greche. Risale a questo periodo il celebre episodio del "ratto"  dei libri greci che il giovane monaco conserva nella sua cella contro le regole  dell'ordinamento francescano.
Al pari della sua  opera, anche la biografia di Francois Rabelais (1483/93-1553) presenta a  tutt'oggi alcune zone d'ombra, a cominciare dalla data di nascita, incerta tra il [[1483]] e il [[1493]]. Altri dubbi riguardano la sua vocazione e la scelta del monachesimo, presto abbandonato a favore della medicina e delle lettere, ma recuperato in seguito nei suoi testi dove la satira religiosa si accompagna  all'affermazione più o meno scoperta delle tesi evangeliche collegate alla  Riforma. È comunque all'ambito ecclesiastico che occorre rivolgersi per le prime notizie certe sulla sua vita: nel [[1521]] Rabelais si trova infatti nel monastero  francescano di Fontenay-le-Comte, nel Poitou, dove la corrispondenza con il  grande umanista Guillaume Budé testimonia uno studio assiduo della lingua e  della filosofia greche. Risale a questo periodo il celebre episodio del "ratto"  dei libri greci che il giovane monaco conserva nella sua cella contro le regole  dell'ordinamento francescano.


È un evento significativo che testimonia  l'inizio della vocazione umanistica all'origine del suo primo cambiamento di  stato: dall'ordine dei Francescani a quello più intellettuale dei Benedettini.  Questa soluzione tuttavia non basta a Rabelais, che di lì a qualche anno depone  definitivamente la tonaca e parte alla scoperta del mondo.
È un evento significativo che testimonia  l'inizio della vocazione umanistica all'origine del suo primo cambiamento di  stato: dall'ordine dei Francescani a quello più intellettuale dei Benedettini.  Questa soluzione tuttavia non basta a Rabelais, che di lì a qualche anno depone  definitivamente la tonaca e parte alla scoperta del mondo.
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Nel [[1534]] esce la ''Vie inestimable du Grand Gargantua père de Pantagruel'' e viene colpita anch'essa da censura.
Nel [[1534]] esce la ''Vie inestimable du Grand Gargantua père de Pantagruel'' e viene colpita anch'essa da censura.


Solamente la protezione della famiglia Du Bellay consente a Rabelais di ottenere dal re il privilegio di pubblicare i suoi libri, peraltro  sistematicamente condannati dalla Sorbona per le loro tesi apertamente rivoluzionarie e anticlericali. A questi primi due testi seguono il ''Tiers livre'' (1546), dove la ricerca irrisolta della donna ideale dell'avventuriero Panurge  finisce per coincidere con la ricerca del sapere e della felicità  secondo lo  schema di un romanzo di formazione che ha anche i caratteri dialogici del convito socratico, e il Quart livre che, in antitesi al percorso ideale del testo precedente, narra il viaggio reale di Pantagruel e dei suoi compagni verso il santuario della ''Dive Bouteille'', moderna parodia dell'oracolo delfico al quale chiedere il responso definitivo, e la cui sentenza paradossale ma inevitabile consiste nell'invito ad abbandonarsi al furore dionisiaco del vino. Dopo la morte di Rabelais, avvenuta nel 1553, esce postumo il frammento dell'lle sonante  (1562), contenente sedici capitoli del ''Cinquième livre'', pubblicato interamente nel 1564 e ritenuto dalla critica un rifacimento anonimo sulla base di un canovaccio dello stesso Rabelais.
Solamente la protezione della famiglia Du Bellay consente a Rabelais di ottenere dal re il privilegio di pubblicare i suoi libri, peraltro  sistematicamente condannati dalla Sorbona per le loro tesi apertamente rivoluzionarie e anticlericali. A questi primi due testi seguono il ''Tiers livre'' (1546), dove la ricerca irrisolta della donna ideale dell'avventuriero Panurge  finisce per coincidere con la ricerca del sapere e della felicità  secondo lo  schema di un romanzo di formazione che ha anche i caratteri dialogici del convito socratico, e il Quart livre che, in antitesi al percorso ideale del testo precedente, narra il viaggio reale di Pantagruel e dei suoi compagni verso il santuario della ''Dive Bouteille'', moderna parodia dell'oracolo delfico al quale chiedere il responso definitivo, e la cui sentenza paradossale ma inevitabile consiste nell'invito ad abbandonarsi al furore dionisiaco del vino. Dopo la morte di Rabelais, avvenuta nel 1553, esce postumo il frammento dell'lle sonante  (1562), contenente sedici capitoli del ''Cinquième livre'', pubblicato interamente nel 1564 e ritenuto dalla critica un rifacimento anonimo sulla base di un canovaccio dello stesso Rabelais.


== Il mondo alla rovescia e il codice  della parodia ==
== Il mondo alla rovescia e il codice  della parodia ==
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Le scelte tematiche e stilistiche di Rabelais e la vitalità  esuberante della sua scrittura comica possono essere ricondotte, come fa ad esempio il critico russo Michail Bachtin, alle categorie del realismo grottesco e del carnevalesco, espressioni liberatrici e gioiose  della cultura comica popolare del Medioevo, opposta alla visione ufficiale e  gerarchica del mondo. Secondo Bachtin il tratto caratteristico del realismo  grottesco risiede nel principio corporeo presentato nel suo aspetto materiale, comico e festoso, nel quale sono impliciti l'abbassamento e il rovesciamento dei  valori tradizionali, ossia il trasferimento di tutto ciò che è alto, spirituale  e astratto, sul piano materiale e corporeo.
Le scelte tematiche e stilistiche di Rabelais e la vitalità  esuberante della sua scrittura comica possono essere ricondotte, come fa ad esempio il critico russo Michail Bachtin, alle categorie del realismo grottesco e del carnevalesco, espressioni liberatrici e gioiose  della cultura comica popolare del Medioevo, opposta alla visione ufficiale e  gerarchica del mondo. Secondo Bachtin il tratto caratteristico del realismo  grottesco risiede nel principio corporeo presentato nel suo aspetto materiale, comico e festoso, nel quale sono impliciti l'abbassamento e il rovesciamento dei  valori tradizionali, ossia il trasferimento di tutto ciò che è alto, spirituale  e astratto, sul piano materiale e corporeo.


Numerosi elementi della retorica narrativa di Rabelais, quali l'insistenza sugli atti corporei del bere,  del mangiare e dell'attività  sessuale, le immagini culinarie universalizzate, il ricorso al linguaggio popolare e agli stilemi della piazza, come l'ingiuria e  l'esagerazione iperbolica, e soprattutto il rovesciamento parodico delle  posizioni ufficiali della cultura e della religione, secondo Bachtin  testimoniano l'appartenenza alla letteratura carnevalesca. Per quanto indubbiamente seducenti, le ipotesi di Bachtin svelano il lato più scopertamente  vitalistico del comico in Rabelais, ma non ne esauriscono tutte le  valenze.
Numerosi elementi della retorica narrativa di Rabelais, quali l'insistenza sugli atti corporei del bere,  del mangiare e dell'attività  sessuale, le immagini culinarie universalizzate, il ricorso al linguaggio popolare e agli stilemi della piazza, come l'ingiuria e  l'esagerazione iperbolica, e soprattutto il rovesciamento parodico delle  posizioni ufficiali della cultura e della religione, secondo Bachtin  testimoniano l'appartenenza alla letteratura carnevalesca. Per quanto indubbiamente seducenti, le ipotesi di Bachtin svelano il lato più scopertamente  vitalistico del comico in Rabelais, ma non ne esauriscono tutte le  valenze.


Affrontando il discorso da un'altra prospettiva, la critica più recente ha indagato altri aspetti meno evidenti dell'opera di Rabelais, come il rapporto mai interrotto con la cultura alta rappresentata dalle fonti classiche,  dal neoplatonismo e dall'evangelismo, attirando l'attenzione sull'effettiva ambivalenza dei testi e l'impossibilità  di disgiungere il comico dal metafisico.  A questo proposito si è notato che nel passaggio dai primi due testi dell'epopea al ''Tiers e Quart livre'', il personaggio di Pantagruel subisce un progressivo mutamento, al termine del quale perde i tradizionali attributi del romanzo  picaresco desunti dalla tradizione del poema eroicomico per divenire un sovrano  dotato di inalterabile dignità  e perfezione morale, erede della saggezza insieme  antica e moderna di Socrate e di Erasmo da Rotterdam.
Affrontando il discorso da un'altra prospettiva, la critica più recente ha indagato altri aspetti meno evidenti dell'opera di Rabelais, come il rapporto mai interrotto con la cultura alta rappresentata dalle fonti classiche,  dal neoplatonismo e dall'evangelismo, attirando l'attenzione sull'effettiva ambivalenza dei testi e l'impossibilità  di disgiungere il comico dal metafisico.  A questo proposito si è notato che nel passaggio dai primi due testi dell'epopea al ''Tiers e Quart livre'', il personaggio di Pantagruel subisce un progressivo mutamento, al termine del quale perde i tradizionali attributi del romanzo  picaresco desunti dalla tradizione del poema eroicomico per divenire un sovrano  dotato di inalterabile dignità  e perfezione morale, erede della saggezza insieme  antica e moderna di Socrate e di Erasmo da Rotterdam.
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Le ricerche di Rabelais sulla lingua, la  straordinaria ricchezza delle trovate lessicali, il gusto dei crittogrammi e dei  giochi di parole, gli apporti dialettali mescolati all'uso del latino e del  greco, i ''nonsense'' e la contaminazione di stili e generi diversi vanno ricondotti  ai dibattiti cinquecenteschi sull'origine del linguaggio, sulla gerarchia delle  lingue e sulle relazioni tra i nomi e le cose. In rapporto alle teorie  linguistiche dell'epoca, l'intento di Rabelais è quello di ritrovare il senso  primitivo e originario delle parole, di restituire loro l'integrità  che precede  la corruzione e la confusione dei segni.
Le ricerche di Rabelais sulla lingua, la  straordinaria ricchezza delle trovate lessicali, il gusto dei crittogrammi e dei  giochi di parole, gli apporti dialettali mescolati all'uso del latino e del  greco, i ''nonsense'' e la contaminazione di stili e generi diversi vanno ricondotti  ai dibattiti cinquecenteschi sull'origine del linguaggio, sulla gerarchia delle  lingue e sulle relazioni tra i nomi e le cose. In rapporto alle teorie  linguistiche dell'epoca, l'intento di Rabelais è quello di ritrovare il senso  primitivo e originario delle parole, di restituire loro l'integrità  che precede  la corruzione e la confusione dei segni.


Il sincretismo linguistico di Rabelais trova la sua giustificazione in una sintesi tra le idee di Aristotele  sulla convenzionalità  delle parole e quelle di Platone, secondo il quale i nomi  sono le immagini delle cose: per Rabelais i nomi, recuperati alla loro  etimologia naturale, divengono i veicoli della verità  rivelata. Come è stato notato, l'uso della lingua in Rabelais implica sempre i due livelli del metaforico e del comico, e solamente questa duplice lettura consente di cogliere il significato dei prologhi, in cui la percezione immediata della risata si  unisce all'interpretazione simbolica per illuminare l'oscurità  del testo. Il riconoscimento di molteplici livelli presenti nel testo permette così di andare  oltre la descrizione dello stile grottesco tentata da Bachtin, incentrata sugli  elementi carnevaleschi dell'esagerazione, dell'iperbolicità , della buffoneria e  del burlesco. Oltre alla "grammatica giocosa" e al linguaggio della vitalità ,  esiste in Rabelais il linguaggio del silenzio e delle "parole gelate" che rappresentano l'impossibilità  presente del dire o del trovare parole adeguate al reale.
Il sincretismo linguistico di Rabelais trova la sua giustificazione in una sintesi tra le idee di Aristotele  sulla convenzionalità  delle parole e quelle di Platone, secondo il quale i nomi  sono le immagini delle cose: per Rabelais i nomi, recuperati alla loro  etimologia naturale, divengono i veicoli della verità  rivelata. Come è stato notato, l'uso della lingua in Rabelais implica sempre i due livelli del metaforico e del comico, e solamente questa duplice lettura consente di cogliere il significato dei prologhi, in cui la percezione immediata della risata si  unisce all'interpretazione simbolica per illuminare l'oscurità  del testo. Il riconoscimento di molteplici livelli presenti nel testo permette così di andare  oltre la descrizione dello stile grottesco tentata da Bachtin, incentrata sugli  elementi carnevaleschi dell'esagerazione, dell'iperbolicità , della buffoneria e  del burlesco. Oltre alla "grammatica giocosa" e al linguaggio della vitalità ,  esiste in Rabelais il linguaggio del silenzio e delle "parole gelate" che rappresentano l'impossibilità  presente del dire o del trovare parole adeguate al reale.


== Voci correlate ==
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