Francisco Franco: differenze tra le versioni

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Francisco Franco Bahamonde" (Ferrol, [[4 dicembre]] [[1892]] – Madrid, [[20 novembre]] [[1975]]), conosciuto anche come il "Generalísimo Franco" o il "Caudillo de España", è stato il capo dello [[Stato]] [[spagnolo]] durante la [[dittatura]] prottratasi dal [[1939]] al [[1975]]. Fu alla testa dei nazionalisti che sconfissero le forze repubblicane durante la [[guerra civile spagnola]] (1936-39) e l'instauratore di un regime dittatoriale noto come [[franchismo]].  
Francisco Franco Bahamonde" (Ferrol, [[4 dicembre]] [[1892]] – Madrid, [[20 novembre]] [[1975]]), conosciuto anche come il "Generalísimo Franco" o il "Caudillo de España", è stato il capo dello [[Stato]] [[spagnolo]] durante la [[dittatura]] prottratasi dal [[1939]] al [[1975]]. Fu alla testa dei nazionalisti che sconfissero le forze repubblicane durante la [[guerra civile spagnola]] (1936-39) e l'instauratore di un regime dittatoriale noto come [[franchismo]].  


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La carriera di Francisco Franco andò avanti a prescindere dai diversi sistemi politici che si susseguivano in ''Spagna'': durante la dittatura Primo de Rivera diresse l'Accademia militare di Saragozza (1928); durante la Seconda Repubblica partecipò alla repressione della [[Rivolta delle Asturie|rivoluzione delle Asturie]] (1934); comandante in capo dell'[[esercito]] spagnolo in Marocco (1935) e capo di [[Stato]] Maggiore Centrale (1936). Egli era un professionista dell'[[esercito]], sostanzialmente conservatore e tradizionalista. Come gli altri militari di guarnigione in Marocco, detestava le politiche liberali e tutta la classe politica spagnola. Per questo forse il [[governo]] del [[Fronte Popolare]] volle allontanarlo e lo spedì alle isole Canarie, posto occupato fin dallo scoppio della [[guerra civile spagnola]] nel luglio del [[1936]].  
La carriera di Francisco Franco andò avanti a prescindere dai diversi sistemi politici che si susseguivano in ''Spagna'': durante la dittatura Primo de Rivera diresse l'Accademia militare di Saragozza (1928); durante la Seconda Repubblica partecipò alla repressione della [[Rivolta delle Asturie|rivoluzione delle Asturie]] (1934); comandante in capo dell'[[esercito]] spagnolo in Marocco (1935) e capo di [[Stato]] Maggiore Centrale (1936). Egli era un professionista dell'[[esercito]], sostanzialmente conservatore e tradizionalista. Come gli altri militari di guarnigione in Marocco, detestava le politiche liberali e tutta la classe politica spagnola. Per questo forse il [[governo]] del [[Fronte Popolare]] volle allontanarlo e lo spedì alle isole Canarie, posto occupato fin dallo scoppio della [[guerra civile spagnola]] nel luglio del [[1936]].  


Guidò il ''golpe'' contro la legittima Repubblica e dopo aver sconfitto le forze di sinistra ([[comunismo|comunisti]], [[anarchico|anarchici]], [[socialismo|socialisti]], repubblicani) instaurò una feroce dittatura che si avvalse del sostegno di [[Hitler]] (incontrato ad Hendaya nel 1940) e [[Mussolini]] (incontrato a Bordighera nel [[1941]]), anche se poi durante la seconda guerra mondiale non intervenne in sostegno dei degli amici nazifascisti. Fu responsabile della feroce [[repressione]] degli [[La Guerriglia antifranchista|antifranchisti]], che furono in gran massa arestati, deportati e condannati al garrotamento (l'ultimo - il [[2 marzo]] [[1974]] - fu l'anarchico catalano [[Salvador Puig Antich]]; lo stesso giorno subì la stessa sorte il detenuto comune [[Georg Michael Welzel]]). Terminata la seconda guerra mondiale, la [[Spagna]] fu sottoposta all'embargo delle Nazioni Unite, Franco provò ad avviare una [[autarchia|politica autarchica]] avvalendosi dell'aiuto governativi di molti "tecnocrati" (tanti di loro erano vicini all'[[Opus Dei]]) ma il paese ebbe enormi difficoltà a risollevarsi. In seguito l'embargo fu ritirato grazie soprattutto del suo [[anticomunismo]] e [[clericalismo]], che gli permisero di instaurare un regime "clerical-fascista" ben visto da molte potenze occidentali mondiali con le quali strinse rapporti commerciali e politici sempre più solidi.  
Guidò il ''golpe'' contro la legittima Repubblica e dopo aver sconfitto le forze di sinistra ([[comunismo|comunisti]], [[anarchico|anarchici]], [[socialismo|socialisti]], repubblicani) instaurò una feroce dittatura che si avvalse del sostegno di [[Hitler]] (incontrato ad Hendaya nel 1940) e [[Mussolini]] (incontrato a Bordighera nel [[1941]]), anche se poi durante la Seconda guerra mondiale non intervenne in sostegno dei degli amici nazifascisti. Fu responsabile della feroce [[repressione]] degli [[La Guerriglia antifranchista|antifranchisti]], che furono in gran massa arestati, deportati e condannati al garrotamento (l'ultimo - il [[2 marzo]] [[1974]] - fu l'anarchico catalano [[Salvador Puig Antich]]; lo stesso giorno subì la stessa sorte il detenuto comune [[Georg Michael Welzel]]). Terminata la Seconda guerra mondiale, la [[Spagna]] fu sottoposta all'embargo delle Nazioni Unite, Franco provò ad avviare una [[autarchia|politica autarchica]] avvalendosi dell'aiuto governativi di molti "tecnocrati" (tanti di loro erano vicini all'[[Opus Dei]]) ma il paese ebbe enormi difficoltà a risollevarsi. In seguito l'embargo fu ritirato grazie soprattutto del suo [[anticomunismo]] e [[clericalismo]], che gli permisero di instaurare un regime "clerical-fascista" ben visto da molte potenze occidentali mondiali con le quali strinse rapporti commerciali e politici sempre più solidi.  


Dopo una lunga malattia (era afflitto dal morbo di Parkinson), durante il quale concesse temporaneamente il [[potere]] al Re Juan Carlos, Francisco Franco morì il [[20 novembre]] [[1975]]. È sepolto nella Valle de los Caídos, non lontano dal Monastero dell'Escorial, di Madrid.
Dopo una lunga malattia (era afflitto dal morbo di Parkinson), durante il quale concesse temporaneamente il [[potere]] al Re Juan Carlos, Francisco Franco morì il [[20 novembre]] [[1975]]. È sepolto nella Valle de los Caídos, non lontano dal Monastero dell'Escorial, di Madrid.
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