Fra contadini: dialogo sull'anarchia (di Errico Malatesta): differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "’ " con "'"
m (Sostituzione testo - "E’ " con "È ")
m (Sostituzione testo - "’ " con "'")
Riga 14: Riga 14:
'''Beppe''' - Non ti offendere delle mie parole, Giorgio. Io sono vecchio e parlo per tuo bene. E poi, ero tanto amico del vecchio Andrea, tuo padre, che a vederti fare una cattiva riuscita, mi dispiace come se tu fossi mio figlio, massimamente quando penso alle speranze che tuo padre riponeva in te, ed ai sacrifizi ch’egli ha fatto per lasciarti un nome intemerato.
'''Beppe''' - Non ti offendere delle mie parole, Giorgio. Io sono vecchio e parlo per tuo bene. E poi, ero tanto amico del vecchio Andrea, tuo padre, che a vederti fare una cattiva riuscita, mi dispiace come se tu fossi mio figlio, massimamente quando penso alle speranze che tuo padre riponeva in te, ed ai sacrifizi ch’egli ha fatto per lasciarti un nome intemerato.


'''Giorgio''' - Ma che dite, Beppe? Non sono io forse un onesto lavoratore? Non ho mai fatto male a nessuno, anzi, scusate se lo dico, ho sempre fatto quel po’ di bene che ho potuto: perché mio padre dovrebbe arrossire di me? Faccio di tutto per istruirmi e migliorarmi: cerco, insieme ai miei compagni, di portar rimedio ai mali che affliggono me, voi e tutti: dunque, Beppe mio, in che cosa ho meritato i vostri rimproveri?
'''Giorgio''' - Ma che dite, Beppe? Non sono io forse un onesto lavoratore? Non ho mai fatto male a nessuno, anzi, scusate se lo dico, ho sempre fatto quel po'di bene che ho potuto: perché mio padre dovrebbe arrossire di me? Faccio di tutto per istruirmi e migliorarmi: cerco, insieme ai miei compagni, di portar rimedio ai mali che affliggono me, voi e tutti: dunque, Beppe mio, in che cosa ho meritato i vostri rimproveri?


'''Beppe''' - Ah! Ah! Ci siamo. Lo so bene che lavori, che aiuti il prossimo, che sei un figliuolo onorato: lo sanno tutti al paese. Ma intanto sei stato più volte carcerato; dicono che i gendarmi ti tengono d’occhio, e che, solamente a farsi vedere in piazza con te, c’è da passare dei dispiaceri... Chi sa che io stesso non abbia a compromettermi ora... ma io ti voglio bene e ti parlo lo stesso. Via. Giorgio, ascolta il consiglio di un vecchio: lascia spoliticare i signorì, che non hanno niente da fare; tu pensa a lavorare e a far bene. Così vivrai tranquillo e in grazia di Dio; se no perderai anima e corpo. Senti a me: lascia andare i cattivi compagni,
'''Beppe''' - Ah! Ah! Ci siamo. Lo so bene che lavori, che aiuti il prossimo, che sei un figliuolo onorato: lo sanno tutti al paese. Ma intanto sei stato più volte carcerato; dicono che i gendarmi ti tengono d’occhio, e che, solamente a farsi vedere in piazza con te, c’è da passare dei dispiaceri... Chi sa che io stesso non abbia a compromettermi ora... ma io ti voglio bene e ti parlo lo stesso. Via. Giorgio, ascolta il consiglio di un vecchio: lascia spoliticare i signorì, che non hanno niente da fare; tu pensa a lavorare e a far bene. Così vivrai tranquillo e in grazia di Dio; se no perderai anima e corpo. Senti a me: lascia andare i cattivi compagni,
Riga 33: Riga 33:
'''Giorgio''' - Beppe, se vogliamo ragionare, lasciamo in pace Dio e i Santi; perché, vedete, il nome di Dio serve come pretesto e comodino per tutti quelli che vogliono ingannare ed opprimere i loro simili. I re dicono che Dio ha dato loro il diritto di regnare, e quando due re si contendono un paese, tutti e due pretendono di essere inviati da Dio. Dio poi dà  sempre ragione a colui che ha più soldati ed armi migliori. Il proprietario, lo strozzino, l’incettatore, tutti parlano di Dio; e rappresentanti di Dio si dicono il prete cattolico, il protestante, l’ebreo,
'''Giorgio''' - Beppe, se vogliamo ragionare, lasciamo in pace Dio e i Santi; perché, vedete, il nome di Dio serve come pretesto e comodino per tutti quelli che vogliono ingannare ed opprimere i loro simili. I re dicono che Dio ha dato loro il diritto di regnare, e quando due re si contendono un paese, tutti e due pretendono di essere inviati da Dio. Dio poi dà  sempre ragione a colui che ha più soldati ed armi migliori. Il proprietario, lo strozzino, l’incettatore, tutti parlano di Dio; e rappresentanti di Dio si dicono il prete cattolico, il protestante, l’ebreo,
il turco, ed in nome di Dio si fanno la guerra, e cercano ciascuno di tirare l’acqua al suo mulino. Del povero non s’incarica nessuno. A sentirli, Dio avrebbe dato ogni cosa a loro, ed avrebbe condannato noialtri soli alla miseria ed al lavoro. Ad essi il paradiso di questo mondo e nell’altro; a noi l’inferno su questa terra, ed il paradiso soltanto nel mondo di là , se saremo stati schiavi sommessi... e se ci avanza posto.
il turco, ed in nome di Dio si fanno la guerra, e cercano ciascuno di tirare l’acqua al suo mulino. Del povero non s’incarica nessuno. A sentirli, Dio avrebbe dato ogni cosa a loro, ed avrebbe condannato noialtri soli alla miseria ed al lavoro. Ad essi il paradiso di questo mondo e nell’altro; a noi l’inferno su questa terra, ed il paradiso soltanto nel mondo di là , se saremo stati schiavi sommessi... e se ci avanza posto.
Sentite, Beppe: in affari di coscienza io non ci voglio entrare, ed ognuno è libero di pensare come vuole. Per conto mio, a Dio ed a tutte le storie che ci contano ai preti non ci credo, perché chi le conta ci trova un po’ troppo interesse; e perché ci sono tante religioni, i cui preti pretendono di essere essi che dicono la verità , e prove non ne dà  nessuno. Anche io potrei inventare un mondo di fandonie e dire che chi non mi crede e non mi obbedisce sarà  condannato al fuoco eterno. Voi mi trattereste da impostore; ma se io pigliassi un bambino e
Sentite, Beppe: in affari di coscienza io non ci voglio entrare, ed ognuno è libero di pensare come vuole. Per conto mio, a Dio ed a tutte le storie che ci contano ai preti non ci credo, perché chi le conta ci trova un po'troppo interesse; e perché ci sono tante religioni, i cui preti pretendono di essere essi che dicono la verità , e prove non ne dà  nessuno. Anche io potrei inventare un mondo di fandonie e dire che chi non mi crede e non mi obbedisce sarà  condannato al fuoco eterno. Voi mi trattereste da impostore; ma se io pigliassi un bambino e
gli dicessi sempre la stessa cosa senza che nessuno gli dicesse mai il contrario, fatto grande egli crederebbe a me, tale e quale come voi credete al parroco.
gli dicessi sempre la stessa cosa senza che nessuno gli dicesse mai il contrario, fatto grande egli crederebbe a me, tale e quale come voi credete al parroco.
Ma, insomma voi siete libero di credere come vi pare, però non venite a raccontarmi che Dio vuole che voi lavoriate e soffriate la fame, che i vostri figli debbano venir su stentati e malaticci per mancanza di pane e di cure, e che le vostre figlie debbano essere esposte a diventar le drude del vostro profumato padroncino, perché allora io direi che il vostro Dio è un assassino.
Ma, insomma voi siete libero di credere come vi pare, però non venite a raccontarmi che Dio vuole che voi lavoriate e soffriate la fame, che i vostri figli debbano venir su stentati e malaticci per mancanza di pane e di cure, e che le vostre figlie debbano essere esposte a diventar le drude del vostro profumato padroncino, perché allora io direi che il vostro Dio è un assassino.
Riga 39: Riga 39:
E poi, credete a me: oggi che siete povero, Dio vi condanna agli stenti; se domani voi riuscirete in un modo qualunque, magari colla più brutta azionaccia, a mettere insieme di molti quattrini voi acquisterete subito il diritto di non lavorare, di scarrozzare, di maltrattare i contadini, di insidiare all’onore delle povere ragazze... e Dio lascerebbe fare a voi, come lascia fare al padrone.
E poi, credete a me: oggi che siete povero, Dio vi condanna agli stenti; se domani voi riuscirete in un modo qualunque, magari colla più brutta azionaccia, a mettere insieme di molti quattrini voi acquisterete subito il diritto di non lavorare, di scarrozzare, di maltrattare i contadini, di insidiare all’onore delle povere ragazze... e Dio lascerebbe fare a voi, come lascia fare al padrone.


'''Beppe''' - Per la madonna! da che tu hai imparato a leggere e scrivere e frequenti i cittadini hai messa insieme tanta loquela che imbroglieresti un avvocato. E a dirtela schietta, hai detto delle cose che mi han messo un certo pizzicore addosso... Figurati! La mia Rosina è fatta grande e avrebbe anche trovato un buon giovane che le vuol bene; ma, tu capisci, siamo povera gente; ci vorrebbe il letto, un po’ di corredo, e qualche soldo per aprire una
'''Beppe''' - Per la madonna! da che tu hai imparato a leggere e scrivere e frequenti i cittadini hai messa insieme tanta loquela che imbroglieresti un avvocato. E a dirtela schietta, hai detto delle cose che mi han messo un certo pizzicore addosso... Figurati! La mia Rosina è fatta grande e avrebbe anche trovato un buon giovane che le vuol bene; ma, tu capisci, siamo povera gente; ci vorrebbe il letto, un po'di corredo, e qualche soldo per aprire una
botteguccia a lui, che fa il magnano, e se potesse levarsi di sotto al principale che lo fa lavorare per una miseria, potrebbe menare innanzi la famiglia che formerà . Io non ce n’ho, nè pochi nè molti; lui neppure. Il padrone potrebbe avanzarmi qualche cosa che io gli sconterei a poco a poco. Ebbene, lo crederesti? Quando ne ho parlato al padrone egli mi ha risposto, sghignazzando, che queste sono opere di carità  di cui si occupa suo figlio; ed il padroncino infatti è venuto a trovarci, ha visto Rosina, le ha accarezzato il mento, ed ha detto che giusto, aveva in pronto un corredo, che era stato fatto per un’altra e che Rosina doveva andarlo a prendere di persona. E nei suoi occhi si vedevano certi lampi, che sono stato sul punto di fare uno sproposito... Oh! Se la mia Rosina... mali! Lasciamo questi discorsi.
botteguccia a lui, che fa il magnano, e se potesse levarsi di sotto al principale che lo fa lavorare per una miseria, potrebbe menare innanzi la famiglia che formerà . Io non ce n’ho, nè pochi nè molti; lui neppure. Il padrone potrebbe avanzarmi qualche cosa che io gli sconterei a poco a poco. Ebbene, lo crederesti? Quando ne ho parlato al padrone egli mi ha risposto, sghignazzando, che queste sono opere di carità  di cui si occupa suo figlio; ed il padroncino infatti è venuto a trovarci, ha visto Rosina, le ha accarezzato il mento, ed ha detto che giusto, aveva in pronto un corredo, che era stato fatto per un’altra e che Rosina doveva andarlo a prendere di persona. E nei suoi occhi si vedevano certi lampi, che sono stato sul punto di fare uno sproposito... Oh! Se la mia Rosina... mali! Lasciamo questi discorsi.
Io son vecchio e lo so che questo è un mondaccio infame: ma questa non è una ragione per fare i birboni anche noi... Alle corte; è vero o non è vero che voi volete levar la roba a chi ce l’ha?
Io son vecchio e lo so che questo è un mondaccio infame: ma questa non è una ragione per fare i birboni anche noi... Alle corte; è vero o non è vero che voi volete levar la roba a chi ce l’ha?
Riga 124: Riga 124:
'''Giorgio''' - La cosa è molto difficile, perché col proprio lavoro, solo col proprio lavoro, oggi che i capitalisti ed il governo si pigliano il meglio dei prodotti, economie non se ne possono fare; e voi dovreste saperlo, che con tanti anni di assiduo lavoro siete sempre povero come prima. Del resto io vi ho già  detto che ognuno ha diritto alla materia prima ed agli strumenti da lavoro, quindi se uno ha un campicello, purchè lo lavori lui, colle sue braccia, se lo può benissimo tenere; anzi gli si daranno gli utensili perfezionati, i concimi e quanto altro gli possa occorrere per trarre dalla terra il maggior utile possibile. Certamente sarebbe preferibile ch’egli mettesse ogni cosa in comune ma per questo non c’è bisogno di forzare nessuno, perché lo stesso interesse consiglierà  a tutti il sistema della comunità . Con la proprietà  ed il lavoro comune si starà  molto meglio che lavorando da solo, tanto più che, con l’invenzione delle macchine il lavoro isolato diventa, relativamente, sempre più impotente.
'''Giorgio''' - La cosa è molto difficile, perché col proprio lavoro, solo col proprio lavoro, oggi che i capitalisti ed il governo si pigliano il meglio dei prodotti, economie non se ne possono fare; e voi dovreste saperlo, che con tanti anni di assiduo lavoro siete sempre povero come prima. Del resto io vi ho già  detto che ognuno ha diritto alla materia prima ed agli strumenti da lavoro, quindi se uno ha un campicello, purchè lo lavori lui, colle sue braccia, se lo può benissimo tenere; anzi gli si daranno gli utensili perfezionati, i concimi e quanto altro gli possa occorrere per trarre dalla terra il maggior utile possibile. Certamente sarebbe preferibile ch’egli mettesse ogni cosa in comune ma per questo non c’è bisogno di forzare nessuno, perché lo stesso interesse consiglierà  a tutti il sistema della comunità . Con la proprietà  ed il lavoro comune si starà  molto meglio che lavorando da solo, tanto più che, con l’invenzione delle macchine il lavoro isolato diventa, relativamente, sempre più impotente.


'''Beppe''' - Ah! Le macchine: quelle sì, che bisognerebbe bruciarle! Sono esse che rovinano le braccia e levano il lavoro alla povera gente. Qui nelle nostre campagne ci si può contar sopra: ogni volta che arriva una macchina il nostro salario è diminuito, e un certo numero di noi resta senza lavoro ed è costretto a partire per andare a morire di fame altrove. In città  dev’essere anche peggio. Almeno se non ci fossero le macchine, i signori, avrebbero maggior bisogno dell’opera nostra, e noi si vivrebbe un po’ meglio.
'''Beppe''' - Ah! Le macchine: quelle sì, che bisognerebbe bruciarle! Sono esse che rovinano le braccia e levano il lavoro alla povera gente. Qui nelle nostre campagne ci si può contar sopra: ogni volta che arriva una macchina il nostro salario è diminuito, e un certo numero di noi resta senza lavoro ed è costretto a partire per andare a morire di fame altrove. In città  dev’essere anche peggio. Almeno se non ci fossero le macchine, i signori, avrebbero maggior bisogno dell’opera nostra, e noi si vivrebbe un po'meglio.


'''Giorgio''' - Voi avete ragione, Beppe, di credere che le macchine sono una tra le cause della miseria e della mancanza di lavoro; ma questo avviene perché esse appartengono ai signori. Se invece appartenessero ai lavoratori sarebbe tutto il contrario; esse sarebbero la causa principale del benessere umano. Infatti le macchine, in sostanza, non fanno che lavorare in vece nostra e più sollecitamente di noi. Per mezzo delle macchine l’uomo non avrà  bisogno di lavorare lunghe e lunghe ore per soddisfare ai suoi bisogni, e non sarà  più costretto a lavori penosi eccedenti le proprie forze!
'''Giorgio''' - Voi avete ragione, Beppe, di credere che le macchine sono una tra le cause della miseria e della mancanza di lavoro; ma questo avviene perché esse appartengono ai signori. Se invece appartenessero ai lavoratori sarebbe tutto il contrario; esse sarebbero la causa principale del benessere umano. Infatti le macchine, in sostanza, non fanno che lavorare in vece nostra e più sollecitamente di noi. Per mezzo delle macchine l’uomo non avrà  bisogno di lavorare lunghe e lunghe ore per soddisfare ai suoi bisogni, e non sarà  più costretto a lavori penosi eccedenti le proprie forze!
Riga 186: Riga 186:
'''Beppe''' - Tu hai ragione, ma se tutto questo non avviene, come si farà ?
'''Beppe''' - Tu hai ragione, ma se tutto questo non avviene, come si farà ?


'''Giorgio''' - Ebbene, se malgrado tutto vi restassero dei lavori necessari, che nessuno volesse fare per propria elezione, allora li faremmo tutti, un po’ per ciascuno, lavorandovi per esempio, un giorno nel mese, o una settimana nell’anno, o altrimenti. E se davvero è una cosa necessaria a tutti, state tranquillo, si troverà  sempre il modo di farla. Non facciamo oggi i soldati per piacere degli altri e non andiamo a combattere contro gente che non conosciamo e non ci ha fatto alcun male, o contro i nostri stessi fratelli e amici? Sarà  meglio, mi pare, fare i lavoranti per piacer nostro e per bene di tutti.
'''Giorgio''' - Ebbene, se malgrado tutto vi restassero dei lavori necessari, che nessuno volesse fare per propria elezione, allora li faremmo tutti, un po'per ciascuno, lavorandovi per esempio, un giorno nel mese, o una settimana nell’anno, o altrimenti. E se davvero è una cosa necessaria a tutti, state tranquillo, si troverà  sempre il modo di farla. Non facciamo oggi i soldati per piacere degli altri e non andiamo a combattere contro gente che non conosciamo e non ci ha fatto alcun male, o contro i nostri stessi fratelli e amici? Sarà  meglio, mi pare, fare i lavoranti per piacer nostro e per bene di tutti.


'''Beppe''' - Tu non sai che incominci a persuadermi? Però c’è qualche cosa che non m’entra ancora bene. Quell’affare di levare la roba ai signori... non so ma... non se ne potrebbe fare a meno?
'''Beppe''' - Tu non sai che incominci a persuadermi? Però c’è qualche cosa che non m’entra ancora bene. Quell’affare di levare la roba ai signori... non so ma... non se ne potrebbe fare a meno?
Riga 235: Riga 235:
In conclusione, per non farvela più lunga, se si continua con il sistema attuale, si arriverà  a questi risultati: la proprietà  si concentra sempre più in mano a pochi, e il lavorante è gradatamente gettato sul lastrico dalle macchine e dai metodi accelerati di produzione. Così avremo pochi grossi signori padroni del mondo, pochi lavoranti addetti al servizio delle macchine, e poi domestici e birri per servire a difendere i signori. La massa, o morirà  di fame, o vivrà  di elemosina. S’incomincia a vedere fin da ora: la piccola proprietà  sparisce, gli
In conclusione, per non farvela più lunga, se si continua con il sistema attuale, si arriverà  a questi risultati: la proprietà  si concentra sempre più in mano a pochi, e il lavorante è gradatamente gettato sul lastrico dalle macchine e dai metodi accelerati di produzione. Così avremo pochi grossi signori padroni del mondo, pochi lavoranti addetti al servizio delle macchine, e poi domestici e birri per servire a difendere i signori. La massa, o morirà  di fame, o vivrà  di elemosina. S’incomincia a vedere fin da ora: la piccola proprietà  sparisce, gli
operai senza lavoro aumentano, ed i signori, per paura o per pietà  di tutta questa gente che morrebbe di fame, organizzano le cucine economiche ed altre opere di beneficienza.
operai senza lavoro aumentano, ed i signori, per paura o per pietà  di tutta questa gente che morrebbe di fame, organizzano le cucine economiche ed altre opere di beneficienza.
Se il popolo non vorrà  esser ridotto a mendicare un piatto di minestra alla porta dei signori e del municipio come altra volta alla porta dei conventi, non ha che un mezzo: impossessarsi delle terre e delle macchine, e lavorare per proprio conto.<ref>Questo lavoro fu scritto nel 1883, quando ancora era indiscussa tra i socialisti la teoria di Marx della concentrazione della ricchezza in mano ad un numero sempre più piccolo di persone. Studi’ posteriori, corroborati da nuovi fatti, han mostrato che vi sono altre tendenze che controbilanciaflo la tendenza alla concentrazione del capitale, e che nella realtà  il numero dei proprietarii ora diminuisce ed ora aumenta, e la condizione dei lavoratori peggiora o migliora, per l’azione di mille fattori, che continuamente cambiano, e reagiscono in vario modo gli tini sugli altri.
Se il popolo non vorrà  esser ridotto a mendicare un piatto di minestra alla porta dei signori e del municipio come altra volta alla porta dei conventi, non ha che un mezzo: impossessarsi delle terre e delle macchine, e lavorare per proprio conto.<ref>Questo lavoro fu scritto nel 1883, quando ancora era indiscussa tra i socialisti la teoria di Marx della concentrazione della ricchezza in mano ad un numero sempre più piccolo di persone. Studi'posteriori, corroborati da nuovi fatti, han mostrato che vi sono altre tendenze che controbilanciaflo la tendenza alla concentrazione del capitale, e che nella realtà  il numero dei proprietarii ora diminuisce ed ora aumenta, e la condizione dei lavoratori peggiora o migliora, per l’azione di mille fattori, che continuamente cambiano, e reagiscono in vario modo gli tini sugli altri.
Ma queste nuove constatazioni, lungi dalI’infirmare la necessità  di una trasformazione radicale del regime sociale, dimostrano che sarebbe vano aspettare che la società  borghese muoia da sè per l’aggravarsi progressivo dei mali che produce, e che se i lavoratori vogliono emanciparsi ed instaurare una società  di benessere e libertà  per tutti, debbono espropriare rivoluzionaria mente gli sfruttatori del lavoro altrui, pochi o molti che siano.
Ma queste nuove constatazioni, lungi dalI’infirmare la necessità  di una trasformazione radicale del regime sociale, dimostrano che sarebbe vano aspettare che la società  borghese muoia da sè per l’aggravarsi progressivo dei mali che produce, e che se i lavoratori vogliono emanciparsi ed instaurare una società  di benessere e libertà  per tutti, debbono espropriare rivoluzionaria mente gli sfruttatori del lavoro altrui, pochi o molti che siano.
(Nota dell’Autore 1913)</ref>
(Nota dell’Autore 1913)</ref>
Riga 266: Riga 266:


'''Giorgio''' - Quel che voi dite è giusto, però vi è un pericolo grande. Se il popolo continua a credere che la repubblica è un bene per lui, quando arriverà  il giorno che non ne potrà  più e farà  la rivoluzione, i repubblicani lo contenteranno subito, proclamando la repubblica, e dicendo che ormai si può tornare a casa e pensare a nominare i deputati, perché tutto presto sarà  accomodato.
'''Giorgio''' - Quel che voi dite è giusto, però vi è un pericolo grande. Se il popolo continua a credere che la repubblica è un bene per lui, quando arriverà  il giorno che non ne potrà  più e farà  la rivoluzione, i repubblicani lo contenteranno subito, proclamando la repubblica, e dicendo che ormai si può tornare a casa e pensare a nominare i deputati, perché tutto presto sarà  accomodato.
Il popolo, credulo come sempre, lascerà  i fucili e si sfogherà  in suoni, canti e baldorie. Intanto i signori si faranno tutti repubblicani, diventeranno tutto cuore per il popolo, dispenseranno un po’ di quattrini, un po’ di vino e di molte feste, pagheranno un poco meglio i lavoranti, e si faranno mandare al potere. Poi, a poco a poco, lasceranno calmare la tempesta e prepareranno le forze per tenere a freno il popolo, il quale un giorno si accorgerà  che ha sparso il suo sangue per gli altri, e che sta peggio di prima.
Il popolo, credulo come sempre, lascerà  i fucili e si sfogherà  in suoni, canti e baldorie. Intanto i signori si faranno tutti repubblicani, diventeranno tutto cuore per il popolo, dispenseranno un po'di quattrini, un po'di vino e di molte feste, pagheranno un poco meglio i lavoranti, e si faranno mandare al potere. Poi, a poco a poco, lasceranno calmare la tempesta e prepareranno le forze per tenere a freno il popolo, il quale un giorno si accorgerà  che ha sparso il suo sangue per gli altri, e che sta peggio di prima.
Invece, siccome avviene molto di rado che il popolo si ribelli e riesca vincitore, bisogna che esso profitti della prima occasione, e applichi subito il comunismo non dando ascolto a promesse, pigliando direttamente possesso della roba, occupando le case, la terra e le officine. E chi parlerà  di repubblica dovrà  essere trattato come nemico: se no succede un’altra volta come nel ‘59 e nel ‘60.
Invece, siccome avviene molto di rado che il popolo si ribelli e riesca vincitore, bisogna che esso profitti della prima occasione, e applichi subito il comunismo non dando ascolto a promesse, pigliando direttamente possesso della roba, occupando le case, la terra e le officine. E chi parlerà  di repubblica dovrà  essere trattato come nemico: se no succede un’altra volta come nel ‘59 e nel ‘60.
Le parole, pare che contino poco, ma è sempre con le parole che hanno burlato ed ingannato il popolo!
Le parole, pare che contino poco, ma è sempre con le parole che hanno burlato ed ingannato il popolo!
Riga 403: Riga 403:
(Nota dell’Autore 1913)</ref>.
(Nota dell’Autore 1913)</ref>.


'''Beppe''' - Va bene. Dunque tu sei socialista e tra i socialisti sei comunista e anarchico. Perché mo’ ti chiamano anche internazionalista?
'''Beppe''' - Va bene. Dunque tu sei socialista e tra i socialisti sei comunista e anarchico. Perché mo'ti chiamano anche internazionalista?


'''Giorgio''' - I socialisti sono stati chiamati internazionalisti perché la prima grande moderno è stata l’Associazione Internazionale del Lavoratori, che per abbreviazione si chiamava l’Internazionale. Quest’associazione, sorta nel 1864, collo scopo di unire gli operai di tutte le nazioni nella lotta per l’emancipazione economica, aveva al principio un programma molto indeterminato. Poscia nel determinarsi si divise in varie frazioni e la sua parte più avanzata giunse fino a formulare e propugnare i principi del socialismo anarchico, che io ho cercato di spiegarvi.
'''Giorgio''' - I socialisti sono stati chiamati internazionalisti perché la prima grande moderno è stata l’Associazione Internazionale del Lavoratori, che per abbreviazione si chiamava l’Internazionale. Quest’associazione, sorta nel 1864, collo scopo di unire gli operai di tutte le nazioni nella lotta per l’emancipazione economica, aveva al principio un programma molto indeterminato. Poscia nel determinarsi si divise in varie frazioni e la sua parte più avanzata giunse fino a formulare e propugnare i principi del socialismo anarchico, che io ho cercato di spiegarvi.
Riga 414: Riga 414:


'''Giorgio''' - No, perché uno può essere perfettamente d’accordo col nostro programma, ma può, per una ragione o per l’altra, preferire di lottare da solo o d’accordo con pochi, senza contrarre vincoli di solidarietà  e di cooperazione effettiva con la massa di quelli che accettano il programma. Questo può anche essere un metodo buono per certi individui e per certi fini immediati che uno può proporsi; ma non può accettarsi come metodo generale, perché l’isolamento è causa di debolezza e crea antipatie e rivalità  là  dove si ha bisogno di affratellamento e di concordia. In ogni modo noi consideriamo sempre come amici e compagni tutti quelli che in qualunque modo combattono per le idee per le quali combattiamo noi.
'''Giorgio''' - No, perché uno può essere perfettamente d’accordo col nostro programma, ma può, per una ragione o per l’altra, preferire di lottare da solo o d’accordo con pochi, senza contrarre vincoli di solidarietà  e di cooperazione effettiva con la massa di quelli che accettano il programma. Questo può anche essere un metodo buono per certi individui e per certi fini immediati che uno può proporsi; ma non può accettarsi come metodo generale, perché l’isolamento è causa di debolezza e crea antipatie e rivalità  là  dove si ha bisogno di affratellamento e di concordia. In ogni modo noi consideriamo sempre come amici e compagni tutti quelli che in qualunque modo combattono per le idee per le quali combattiamo noi.
Vi possono essere quelli che sono convinti della verità  dell’idea e nondimeno se ne stanno a casa loro, senza occuparsi di propagare quello che credono giusto. A costoro non si può dire che non siano socialisti e anarchici d’idea, poiché pensano come noi; ma è certo che debbono avere una convinzione molto debole o un animo molto fiacco; perché quando uno vede i mali terribili che affliggono se stesso ed i suoi simili e crede di conoscere il rimedio per metter fine a questi mali, come può fare, se ha un po’ di cuore, a starsene tranquillo?
Vi possono essere quelli che sono convinti della verità  dell’idea e nondimeno se ne stanno a casa loro, senza occuparsi di propagare quello che credono giusto. A costoro non si può dire che non siano socialisti e anarchici d’idea, poiché pensano come noi; ma è certo che debbono avere una convinzione molto debole o un animo molto fiacco; perché quando uno vede i mali terribili che affliggono se stesso ed i suoi simili e crede di conoscere il rimedio per metter fine a questi mali, come può fare, se ha un po'di cuore, a starsene tranquillo?
Colui che non conosce la verità  non è colpevole; ma lo è grandemente chi la conosce e fa come se l’ignorasse.
Colui che non conosce la verità  non è colpevole; ma lo è grandemente chi la conosce e fa come se l’ignorasse.


'''Beppe''' - Hai ragione, ed io appena avrò un po’ riflettuto su quello che sui hai detto e mi sarò persuaso per bene, voglio entrare anch’io nel partito e mettermi a propagare queste sante verità , e se poi i signori chiameranno anche me birbante e malfattore, dirò loro che vengano a lavorare e a soffrire come faccio io, e poi avranno diritto di parlare.
'''Beppe''' - Hai ragione, ed io appena avrò un po'riflettuto su quello che sui hai detto e mi sarò persuaso per bene, voglio entrare anch’io nel partito e mettermi a propagare queste sante verità , e se poi i signori chiameranno anche me birbante e malfattore, dirò loro che vengano a lavorare e a soffrire come faccio io, e poi avranno diritto di parlare.


Collana “La Rivolta”
Collana “La Rivolta”
64 364

contributi