Formazioni di Difesa Proletaria: differenze tra le versioni

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== Formazioni di difesa proletaria ==
== Formazioni di difesa proletaria ==
[[File:ARDITI85difesa.jpg|520px|thumb|Organigramma formazioni di difesa proletaria]]
[[File:ARDITI85difesa.jpg|520px|thumb|Organigramma formazioni di difesa proletaria]]
La nascita delle formazioni di difesa proletaria è contestuale, in un certo senso, alla divulgazione, da parte di [[Benito Mussolini]], del programma dei [[fasci di combattimento]] (il ''Manifesto dei Fasci italiani di combattimento''<ref>Vedi: [[s:Manifesto dei Fasci italiani di combattimento, pubblicato su "Il Popolo d'Italia" del 6 giugno 1919|Manifesto dei Fasci italiani di combattimento]].</ref>) in cui era sviluppata solo la seconda parte del [[sansepolcrismo|programma di San Sepolcro]].
La nascita delle formazioni di difesa proletaria è contestuale, in un certo senso, alla divulgazione, da parte di [[Benito Mussolini]], del programma dei [[fasci di combattimento]] (il ''Manifesto dei Fasci italiani di combattimento''<ref>Vedi: [[s:Manifesto dei Fasci italiani di combattimento, pubblicato su "Il Popolo d'Italia" del 6 giugno 1919|Manifesto dei Fasci italiani di combattimento]].</ref>) in cui era sviluppata solo la seconda parte del [[sansepolcrismo|programma di San Sepolcro]].


==Antagonismo allo squadrismo==
==Antagonismo allo squadrismo==
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Dall'assalto da parte di [[squadrismo|squadristi]] e gruppi di [[Arditi]] della camera del Lavoro di [[Milano]] ha inizio il percorso che porta - nel [[1922]] - alla spaccatura dell'associazione degli Arditi d'Italia, con la fondazione degli [[Arditi del Popolo]], organizzazione paramilitare [[antifascismo|antifascista]] di ''fronte unito'' a forte componente [[comunismo|comunista]] ed [[anarchismo|anarchica]]. Le formazioni di difesa proletaria danno vita nel [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) |biennio rosso]] all'occupazione delle fabbriche di [[Torino]]<ref>Fonte:  [http://www.antoniogramsci.com/torinese.htm Antoniogramsci.com].</ref>.
Dall'assalto da parte di [[squadrismo|squadristi]] e gruppi di [[Arditi]] della camera del Lavoro di [[Milano]] ha inizio il percorso che porta - nel [[1922]] - alla spaccatura dell'associazione degli Arditi d'Italia, con la fondazione degli [[Arditi del Popolo]], organizzazione paramilitare [[antifascismo|antifascista]] di ''fronte unito'' a forte componente [[comunismo|comunista]] ed [[anarchismo|anarchica]]. Le formazioni di difesa proletaria danno vita nel [[consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20) |biennio rosso]] all'occupazione delle fabbriche di [[Torino]]<ref>Fonte:  [http://www.antoniogramsci.com/torinese.htm Antoniogramsci.com].</ref>.


Le varie formazioni antifasciste, nate spontaneamente e legate alle posizioni politiche di partito, per far fronte allo squadrismo, sebbene potessero contare su uomini che forti dell'esperienza avuta nella prima guerra mondiale sapevano usare le armi) si dimostrarono talvolta ingenue nell'''arte'' militare e la sconfitta delle Guardie Rosse di Torino (di periodo precedente), in parte ne è una testimonianza. Anche per questo motivo tali formazioni si coagularono attorno agli Arditi del Popolo, anche attirate da capi miltari efficienti provenienti dagli Arditi quali [[Argo Secondari]], [[Vincenzo Baldazzi]], [[Alberto Acquacalda]], o dai ranghi degli ufficiali dell'esercito come [[Antonio Cieri]], [[Guido Picelli]], [[Gaetano Perillo]], [[Alceste De Ambris]], [[Emilio Lussu]], tutti valorosi ex combattenti della prima guerra mondiale, spesso pluridecorati fra i quali ve ne  erano alcuni che avevano partecipato all'[[Impresa di Fiume]] in posizione di grandissimo rilievo come [[Alceste De Ambris]], che ritroveremo nella difesa di [[Difesa di Parma del 1922]] come comandante della ''Legione Proletaria Filippo Corridoni'' anche se sostituito momentaneamente al comando da Vittorio Picelli, fratello di [[Guido Picelli]].
Le varie formazioni antifasciste, nate spontaneamente e legate alle posizioni politiche di partito, per far fronte allo squadrismo, sebbene potessero contare su uomini che forti dell'esperienza avuta nella prima guerra mondiale sapevano usare le armi) si dimostrarono talvolta ingenue nell'''arte'' militare e la sconfitta delle Guardie Rosse di Torino (di periodo precedente), in parte ne è una testimonianza. Anche per questo motivo tali formazioni si coagularono attorno agli Arditi del Popolo, anche attirate da capi miltari efficienti provenienti dagli Arditi quali [[Argo Secondari]], [[Vincenzo Baldazzi]], [[Alberto Acquacalda]], o dai ranghi degli ufficiali dell'esercito come [[Antonio Cieri]], [[Guido Picelli]], [[Gaetano Perillo]], [[Alceste De Ambris]], [[Emilio Lussu]], tutti valorosi ex combattenti della prima guerra mondiale, spesso pluridecorati fra i quali ve ne  erano alcuni che avevano partecipato all'[[Impresa di Fiume]] in posizione di grandissimo rilievo come [[Alceste De Ambris]], che ritroveremo nella difesa di [[Difesa di Parma del 1922]] come comandante della ''Legione Proletaria Filippo Corridoni'' anche se sostituito momentaneamente al comando da Vittorio Picelli, fratello di [[Guido Picelli]].


==Gli Arditi del Popolo==
==Gli Arditi del Popolo==
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