Foibe e fascismo: differenze tra le versioni

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[[File:Foiba-di-basovizza.jpg|thumb|250px|Il monumento nazionale dedicato alla foiba di Basovizza. Nessun corpo è però mai stato riesumato da questo sito (in realtà è un pozzo di una miniera), se non una decina di cadaveri di soldati tedeschi e qualche di cavallo.]]
[[File:Foiba-di-basovizza.jpg|thumb|250px|Il monumento nazionale dedicato alla foiba di Basovizza. Nessun corpo è però mai stato riesumato da questo sito (in realtà è un pozzo di una miniera), se non una decina di cadaveri di soldati tedeschi e qualche di cavallo.]]
Le '''foibe''' sono degli "inghiottitoi" naturali (caverne e aperture carsiche del terreno), a forma di imbuto rovesciato, e che possono raggiungere la profondità di 200 metri. Si trovano principalmente nell''''Altopiano Carsico''', regione condivisa da Italia, Slovenia e Croazia. In Istria se ne contano circa 1700.
Le '''foibe''' sono degli "inghiottitoi" naturali (caverne e aperture carsiche del terreno), a forma di imbuto rovesciato, e che possono raggiungere la profondità di 200 metri. Si trovano principalmente nell''''Altopiano Carsico''', regione condivisa da Italia, Slovenia e Croazia. In Istria se ne contano circa 1.700.


In [[Italia]] questo termine è comunemente associato ai presunti "'''massacri delle foibe'''", assumendo quindi un preciso significato politico, in cui migliaia di italiani sarebbero stati '''infoibati''' (neologismo che significa gettare nelle foibe) dai partigiani jugoslavi guidati dal maresciallo Tito. Con quest'articolo si intende trattare in modo neutrale e imparziale dei suddetti eventi e demistificare la propaganda revisionistica, [[neonazionalismo|neonazionalistica]] e [[neofascismo|fascistoide]], portata avanti in [[Italia]] tanto dalle forze politica di destra quanto da quelle della sinistra "moderata", e ricondurla ai canali veritieri della storia. Si intende cioè svelare la verità ricostruendo gli accadimenti di quel periodo, dal primo dopoguerra al [[fascismo]], dalla seconda guerra mondiale a tutto il secondo dopoguerra.
In [[Italia]] questo termine è comunemente associato ai presunti "'''massacri delle foibe'''", assumendo quindi un preciso significato politico, in cui migliaia di italiani sarebbero stati '''infoibati''' (neologismo che significa gettare nelle foibe) dai partigiani jugoslavi guidati dal maresciallo Tito. Con quest'articolo si intende trattare in modo neutrale e imparziale dei suddetti eventi e demistificare la propaganda revisionistica, [[neonazionalismo|neonazionalistica]] e [[neofascismo|fascistoide]], portata avanti in [[Italia]] tanto dalle forze politica di destra quanto da quelle della sinistra "moderata", e ricondurla ai canali veritieri della storia. Si intende cioè svelare la verità ricostruendo gli accadimenti di quel periodo, dal primo dopoguerra al [[fascismo]], dalla Seconda guerra mondiale a tutto il secondo dopoguerra.


== Gli antefatti==
== Gli antefatti==
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Otto anni dopo Cobolli Gigli riprenderà la tematica scrivendo in un articolo: «La musa istriana ha chiamato Foiba degno posto di sepoltura per chi nella provincia d'Istria minaccia le caratteristiche nazionali dell'Istria» <ref> Sergio Fumich, ''Il Pozzo e le parole'', p 148, Ambrosiana, 200</ref>
Otto anni dopo Cobolli Gigli riprenderà la tematica scrivendo in un articolo: «La musa istriana ha chiamato Foiba degno posto di sepoltura per chi nella provincia d'Istria minaccia le caratteristiche nazionali dell'Istria» <ref> Sergio Fumich, ''Il Pozzo e le parole'', p 148, Ambrosiana, 200</ref>


La prima guerra mondiale e il primo dopo guerra furono propedeutici alle politiche poi messe in atto dal [[fascismo|regime fascista]]: la persecuzione, la [[discriminazione]] [[Razzismo|razziale]] e la criminalizzazione degli "slavi" <ref name="ante">[http://archive.is/15Of8 Antefatti foibe]</ref>.
La Prima guerra mondiale e il primo dopoguerra furono propedeutici alle politiche poi messe in atto dal [[fascismo|regime fascista]]: la persecuzione, la [[discriminazione]] [[Razzismo|razziale]] e la criminalizzazione degli "slavi" <ref name="ante">[http://archive.is/15Of8 Antefatti foibe]</ref>.


La guerra costò molto all'[[Italia]]: oltre alle notevoli perdite umane ed economiche occupò il Trentino-Alto Adige (Sudtirolo), Trieste, la Venezia-Giulia e l'Istria (Litorale Austriaco), ma non la Dalmazia (che, secondo gli accordi segreti del Patto di Londra del [[1915]] <ref>[http://spol.unica.it/didattica/Saiu/Storia%20delle%20relazioni%20internazionali/Patto%20di%20Londra.doc Trattato di Londra del 1915]</ref>, sarebbe dovuta essere spartita tra Italia nella parte settentrionale, da Zara a Sebenico, e Serbia, nella parte meridionale da Spalato a Ragusa/Dubrovnik) né Fiume (la cui [[Impresa di Fiume|questione]] restò aperta ancora per alcuni anni), territori che, secondo il censimento austriaco del [[1910]]-[[1911|11]], non erano a maggioranza italofona. Tali rilevazioni furono apparentemente smentite dal censimento italiano del [[1921]], che evidenziò invece una maggioranza italiana, ma si trattava comunque di un censimento avvenuto dopo l'inizio dell'opera di italianizzazione coatta attraverso l'invio di coloni provenienti dall'Italia centro-meridionale incaricati di rilevare, soprattutto in Istria, le proprietà fondiarie e le imprese di rilievo espropriate a sloveni e croati. Non essendo però stata avviata, dai governi liberali del Regno d'Italia, una politica ufficiale volta a conculcare i diritti degli "slavi in quanto tali" (ciò appare ancora evidente se si considera che, per esempio, alla fine della prima guerra mondiale, nella neo-costituita "Provincia della Venezia Giulia", esistevano 541 scuole slovene e croate con circa 80.000 studenti), l'accusa principale con la quale si procedeva sommariamente ad espropri ed internamenti, era quella di essere "austriacanti", fedeli al precedente governo asburgico, e quindi nemici dei "liberatori" italiani.
La guerra costò molto all'[[Italia]]: oltre alle notevoli perdite umane ed economiche occupò il Trentino-Alto Adige (Sudtirolo), Trieste, la Venezia-Giulia e l'Istria (Litorale Austriaco), ma non la Dalmazia (che, secondo gli accordi segreti del Patto di Londra del [[1915]] <ref>[https://storicamente.org/riosa_confine_orientale_link1 Trattato di Londra del 1915]</ref>, sarebbe dovuta essere spartita tra Italia nella parte settentrionale, da Zara a Sebenico, e Serbia, nella parte meridionale da Spalato a Ragusa/Dubrovnik) né Fiume (la cui [[Impresa di Fiume|questione]] restò aperta ancora per alcuni anni), territori che, secondo il censimento austriaco del [[1910]]-[[1911|11]], non erano a maggioranza italofona. Tali rilevazioni furono apparentemente smentite dal censimento italiano del [[1921]], che evidenziò invece una maggioranza italiana, ma si trattava comunque di un censimento avvenuto dopo l'inizio dell'opera di italianizzazione coatta attraverso l'invio di coloni provenienti dall'Italia centro-meridionale incaricati di rilevare, soprattutto in Istria, le proprietà fondiarie e le imprese di rilievo espropriate a sloveni e croati. Non essendo però stata avviata, dai governi liberali del Regno d'Italia, una politica ufficiale volta a conculcare i diritti degli "slavi in quanto tali" (ciò appare ancora evidente se si considera che, per esempio, alla fine della Prima guerra mondiale, nella neo-costituita "Provincia della Venezia Giulia", esistevano 541 scuole slovene e croate con circa 80.000 studenti), l'accusa principale con la quale si procedeva sommariamente ad espropri ed internamenti, era quella di essere "austriacanti", fedeli al precedente governo asburgico, e quindi nemici dei "liberatori" italiani.
[[File:Benito Mussolini and Adolf Hitler.jpg|left|thumb|160 px|Mussolini e Hitler]]
[[File:Benito Mussolini and Adolf Hitler.jpg|left|thumb|160 px|Mussolini e Hitler]]


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Già nel luglio-agosto [[1919]] l'amministrazione italiana, pur senza avviare una politica apertamente antislava, aveva dunque provato a governare questa situazione effettuando alcune deportazioni o denunciando - spesso sulla base di semplici delazioni - intellettuali, sacerdoti (fra cui il vescovo di Veglia), insegnanti e funzionari statali (ma anche moltissimi reduci dell'esercito asburgico rientranti dai campi di prigionia nell'ormai neonata Unione Sovietica) considerati "austriacanti" o filoslavi. '''Queste condanne fanno assumere alla vicenda un carattere sempre più razziale'''.
Già nel luglio-agosto [[1919]] l'amministrazione italiana, pur senza avviare una politica apertamente antislava, aveva dunque provato a governare questa situazione effettuando alcune deportazioni o denunciando - spesso sulla base di semplici delazioni - intellettuali, sacerdoti (fra cui il vescovo di Veglia), insegnanti e funzionari statali (ma anche moltissimi reduci dell'esercito asburgico rientranti dai campi di prigionia nell'ormai neonata Unione Sovietica) considerati "austriacanti" o filoslavi. '''Queste condanne fanno assumere alla vicenda un carattere sempre più razziale'''.


Durante il [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|biennio rosso]] ([[1919]]-[[1920|20]]) gli scioperanti di Trieste e della zona che insorsero nella [[Rivolta operaia di San Giacomo (Trieste, settembre 1920)|rivolta di San Giacomo]] del settembre 1920 <ref>[http://www.storiastoriepn.it/le-barricate-di-san-giacomo-trieste-1920/ Le barricate di San Giacomo, Trieste, 1920]</ref> furono accusati di «cospirazione contro lo Stato e incitamento alla guerra civile» e la loro rivolta repressa nel sangue dai militari della Brigata Sassari, mentre la stampa li giudicò "antinazionali", "anti-italiani", "agenti jugoslavi". <ref>[[Discussione:Foibe_e_fascismo#Commento|Vedi anche commento in discussione]]</ref>
Durante il [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|biennio rosso]] ([[1919]]-[[1920|20]]) gli scioperanti di Trieste e della zona che insorsero nella [[Rivolta operaia di San Giacomo (Trieste, settembre 1920)|rivolta di San Giacomo]] del settembre 1920 <ref>[http://www.storiastoriepn.it/le-barricate-di-san-giacomo-trieste-1920/ Le barricate di San Giacomo, Trieste, 1920]</ref> furono accusati di «cospirazione contro lo Stato e incitamento alla guerra civile» e la loro rivolta repressa nel sangue dai militari della Brigata Sassari, mentre la stampa li giudicò "antinazionali", "anti-italiani", "agenti jugoslavi".


Dopo l'[[Impresa di Fiume]] di [[Gabriele D'Annunzio]], nasce il [[12 novembre]] [[1920]] lo "Stato Libero di Fiume", che, dopo una serie di agitazioni e incidenti, sarà annesso al Regno d'Italia (Accordi di Roma del [[1924]]).
Dopo l'[[Impresa di Fiume]] di [[Gabriele D'Annunzio]], nasce il [[12 novembre]] [[1920]] lo "Stato Libero di Fiume", che, dopo una serie di agitazioni e incidenti, sarà annesso al Regno d'Italia (Accordi di Roma del [[1924]]).


In risposta ad incidenti accaduti a Spalato, gruppi di nazionalisti e di [[Fascismo|fascisti]] diedero inizio, il [[13 Luglio]] [[1920]] a Trieste, ad una "caccia allo slavo" che comporterà poi anche l'incendio della casa del popolo degli sloveni (Narodni dom, presso l'hotel Balkan) e la devastazione di svari simboli sloveni (sede centrale delle istituzioni culturali ed economiche degli sloveni, varie tipografie slovene, ecc.). Fu poi la volta dell'incendio della casa del popolo di Pola, a cui il comando militare rispose non perseguendo i colpevoli, bensì reprimendo le vittime, cioè la popolazione civile croata, arrestando e sostituendo i funzionari croati con quelli italiani, chiudendo le scuole croate e sopprimendo il giornale in lingua croata «Hrvatski List».
In risposta ad incidenti accaduti a Spalato, gruppi di nazionalisti e di [[Fascismo|fascisti]] diedero inizio, il [[13 Luglio]] [[1920]] a Trieste, ad una "caccia allo slavo" che comporterà poi anche l'incendio della casa del popolo degli sloveni (Narodni dom, presso l'hotel Balkan) e la devastazione di svari simboli sloveni (sede centrale delle istituzioni culturali ed economiche degli sloveni, varie tipografie slovene ecc.). Fu poi la volta dell'incendio della casa del popolo di Pola, a cui il comando militare rispose non perseguendo i colpevoli, bensì reprimendo le vittime, cioè la popolazione civile croata, arrestando e sostituendo i funzionari croati con quelli italiani, chiudendo le scuole croate e sopprimendo il giornale in lingua croata «Hrvatski List».


Sul giornale fascista «Popolo d'Italia» del [[24 settembre]] [[1920]] si scrive
Sul giornale fascista «Popolo d'Italia» del [[24 settembre]] [[1920]] si scrive
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: «Sono stati i fascisti i primi che hanno scoperto le foibe ove far sparire i loro avversari”. La vicenda “con esito letale per tutti” che racconta questo testimone, cittadino italiano, fa venire i brividi.» («Il Piccolo», 5 novembre 2001, in riferimento alla testimonianza dell'ebreo Raffaello Camerini) <ref>Articolo di Atos Benaglia Segretario A.n.p.i. Pianoro (fonti: [http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Scotti Giacomo Scotti], giornalista e scrittore di Fiume/Rijeka - "Il Manifesto" 04/02/2005)</ref>
: «Sono stati i fascisti i primi che hanno scoperto le foibe ove far sparire i loro avversari”. La vicenda “con esito letale per tutti” che racconta questo testimone, cittadino italiano, fa venire i brividi.» («Il Piccolo», 5 novembre 2001, in riferimento alla testimonianza dell'ebreo Raffaello Camerini) <ref>Articolo di Atos Benaglia Segretario A.n.p.i. Pianoro (fonti: [http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Scotti Giacomo Scotti], giornalista e scrittore di Fiume/Rijeka - "Il Manifesto" 04/02/2005)</ref>
[[File:Fascism.gif|thumb|400 px|center|Rappresentazione di un manifesto razzista fascista degli anni '20 rinvenuto a Dignano]]
[[File:Fascism.gif|thumb|400 px|center|Rappresentazione di un manifesto razzista fascista degli anni '20 rinvenuto a Dignano]]
Il Regio Decreto n. 800 del [[29 marzo]] [[1923]] portò a termine l'opera di italianizzazione dei toponimi già iniziata in tono minore dalle [[autorità]] militari italiane immediatamente dopo la fine della grande guerra
Il Regio Decreto n. 800 del [[29 marzo]] [[1923]] portò a termine l'opera di italianizzazione dei toponimi già iniziata in tono minore dalle [[autorità]] militari italiane immediatamente dopo la fine della Grande Guerra
'''I nomi dei paesi, delle città e delle località geografiche vennero italianizzati arbitrariamente. Stessa sorte toccò ai nomi e cognomi delle persone <ref>Solo nella provincia di Trieste furono italianizzati più di 100.000 cognomi di origine slovena e croata: es. il cognome ''Vodopivec'' fu italianizzato in ''Bevilacqua'', ''Russovich'' in ''Russo'', ''Krizman'' in ''Crismani'' ecc. Dell'argomento tratta Paolo Parovel in ''L'identità cancellata. L'italianizzazione forzata dei cognomi, nomi e toponimi nella "Venezia Giulia" dal 1919 al 1945, con gli elenchi delle province di Trieste, Gorizia, Istria ed i dati dei primi 5.300 decreti'', (Trieste, Eugenio Parovel Editore, 1985), Boris Pahor in ''Necropoli'' (Roma, Fazi Editore, 2008) e Alois Lasciac in ''Erinnerungen aus meiner Beamtencarriere in Österreich in den Jahren 1881-1918'' (Trieste, Tipografia Editoriale Libraria, 1939).</ref>. Furono proibite le scritte slave persino sulle pietre tombali'''. Il cieco odio fascista nei confronti degli slavi è evidenziata dalla testimonianza dell'ebreo Raffello Camerini, in sintonia con quella quella del Brigadiere F.W.D. Deakin, secondo cui '''furono i fascisti stessi ad inventare a tavolino la storia degli infoibamenti per diffamare gli slavi''':
'''I nomi dei paesi, delle città e delle località geografiche vennero italianizzati arbitrariamente. Stessa sorte toccò ai nomi e cognomi delle persone <ref>Solo nella provincia di Trieste furono italianizzati più di 100.000 cognomi di origine slovena e croata: es. il cognome ''Vodopivec'' fu italianizzato in ''Bevilacqua'', ''Russovich'' in ''Russo'', ''Krizman'' in ''Crismani'' ecc. Dell'argomento tratta Paolo Parovel in ''L'identità cancellata. L'italianizzazione forzata dei cognomi, nomi e toponimi nella "Venezia Giulia" dal 1919 al 1945, con gli elenchi delle province di Trieste, Gorizia, Istria ed i dati dei primi 5.300 decreti'', (Trieste, Eugenio Parovel Editore, 1985), Boris Pahor in ''Necropoli'' (Roma, Fazi Editore, 2008) e Alois Lasciac in ''Erinnerungen aus meiner Beamtencarriere in Österreich in den Jahren 1881-1918'' (Trieste, Tipografia Editoriale Libraria, 1939).</ref>. Furono proibite le scritte slave persino sulle pietre tombali'''. Il cieco odio fascista nei confronti degli slavi è evidenziata dalla testimonianza dell'ebreo Raffello Camerini, in sintonia con quella quella del Brigadiere F.W.D. Deakin, secondo cui '''furono i fascisti stessi ad inventare a tavolino la storia degli infoibamenti per diffamare gli slavi''':
[[File:Bratuz Lojze.jpg|200px|thumb|right|'''Lojze Bratuž''', italianizzato in Luigi Bertossi, è stato un compositore italiano di lingua slovena. Fu assassinato dai fascisti il [[16 febbraio]] [[1937]].]]  
[[File:Bratuz Lojze.jpg|200px|thumb|right|'''Lojze Bratuž''', italianizzato in Luigi Bertossi, è stato un compositore italiano di lingua slovena. Fu assassinato dai fascisti il [[16 febbraio]] [[1937]].]]  
: «Nel luglio del 1940, ottenuta la licenza scientifica, dopo neanche un mese, sono stato chiamato al lavoro "coatto", in quanto ebreo, e sono stato destinato alle cave di bauxite, la cui sede principale era a S. Domenica d'Albona. Quello che ho veduto in quel periodo, sino al 1941 - poi sono stato trasferito a Verteneglio - ha dell'incredibile. La crudeltà dei fascisti italiani contro chi parlava il croato, invece che l'italiano, o chi si opponeva a cambiare il proprio cognome croato o sloveno, con altro italiano, era tale che di notte prendevano di forza dalle loro abitazioni gli uomini, giovani e vecchi, e con sistemi incredibili li trascinavano sino a Vignes, Chersano e altre località limitrofe, ove c'erano delle foibe e dopo un colpo di pistola alla nuca, li gettavano nel baratro. Quando queste cavità erano riempite, ho veduto diversi camion, di giorno e di sera, con del calcestruzzo prelevato da un deposito di materiali da costruzione sito alla base di Albona, che si dirigevano verso quei siti e dopo poco tempo ritornavano vuoti.» <ref>[http://www.anpipianoro.it/memoria%20commenti/orrore%20delle%20foibe.html L'orrore delel foibe]</ref>
: «Nel luglio del 1940, ottenuta la licenza scientifica, dopo neanche un mese, sono stato chiamato al lavoro "coatto", in quanto ebreo, e sono stato destinato alle cave di bauxite, la cui sede principale era a S. Domenica d'Albona. Quello che ho veduto in quel periodo, sino al 1941 - poi sono stato trasferito a Verteneglio - ha dell'incredibile. La crudeltà dei fascisti italiani contro chi parlava il croato, invece che l'italiano, o chi si opponeva a cambiare il proprio cognome croato o sloveno, con altro italiano, era tale che di notte prendevano di forza dalle loro abitazioni gli uomini, giovani e vecchi, e con sistemi incredibili li trascinavano sino a Vignes, Chersano e altre località limitrofe, ove c'erano delle foibe e dopo un colpo di pistola alla nuca, li gettavano nel baratro. Quando queste cavità erano riempite, ho veduto diversi camion, di giorno e di sera, con del calcestruzzo prelevato da un deposito di materiali da costruzione sito alla base di Albona, che si dirigevano verso quei siti e dopo poco tempo ritornavano vuoti.» <ref>[http://archive.is/meACx L'orrore delel foibe]</ref>


Furono accelerati i fini preposti dalla riforma Gentile, che prevedeva la chiusura graduale delle scuole delle minoranze entro l'anno scolastico 1928/29, iniziando l'allontanamento degli insegnanti elementari di etnia slovena e croata sin dal [[1924]]. Ci furono licenziamenti in massa degli insegnanti e con l'imposizione di un esame da superare entro il [[24 aprile]] [[1924]].
Furono accelerati i fini preposti dalla riforma Gentile, che prevedeva la chiusura graduale delle scuole delle minoranze entro l'anno scolastico 1928/29, iniziando l'allontanamento degli insegnanti elementari di etnia slovena e croata sin dal [[1924]]. Ci furono licenziamenti in massa degli insegnanti e con l'imposizione di un esame da superare entro il [[24 aprile]] [[1924]].
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[[File:Croatia-41-45.gif|thumb|right|250px|La spartizione della Iugoslavia dopo la sua invasione dell'aprile 1941]]
[[File:Croatia-41-45.gif|thumb|right|250px|La spartizione della Iugoslavia dopo la sua invasione dell'aprile 1941]]


Il [[1 settembre|1° settembre]] [[1939]] la [[Nazionalsocialismo|Germania nazista]] aggredì e invase la [[Polonia]]. Inizia così la seconda guerra mondiale. L'[[Italia]], dopo un breve periodo di non belligeranza, entrò in guerra a fianco dell'alleato tedesco il [[10 giugno]] [[1940]]. L'idea imperialista [[Fascismo|fascista]] era quella di espandersi verso la [[Francia]] (Nizza, Savoia e Corsica), l'Africa (Libia, Tunisia che andavano ad aggiungersi all'Etiopia) e i Balcani. Il [[6 aprile]] [[1941]] iniziò l'aggressione alla Jugoslavia, in seguito alla quale si venne a formare dapprima una resistenza monarchica leale alla corona serba dei Karađorđević, i četnici serbo-ortodossi del Generale Dragoljub "Draža" Mihailović, e poi la resistenza popolare jugoslava di ispirazione marxista, che trovò in Tito un leader indiscusso: <ref>[http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenzaeuro7a.htm Cenni biografici su Tito (da ANPI)]</ref>
Il [[1 settembre|1° settembre]] [[1939]] la [[Nazionalsocialismo|Germania nazista]] aggredì e invase la [[Polonia]]. Inizia così la Seconda guerra mondiale. L'[[Italia]], dopo un breve periodo di non belligeranza, entrò in guerra a fianco dell'alleato tedesco il [[10 giugno]] [[1940]]. L'idea imperialista [[Fascismo|fascista]] era quella di espandersi verso la [[Francia]] (Nizza, Savoia e Corsica), l'Africa (Libia, Tunisia che andavano ad aggiungersi all'Etiopia) e i Balcani. Il [[6 aprile]] [[1941]] iniziò l'aggressione alla Jugoslavia, in seguito alla quale si venne a formare dapprima una resistenza monarchica leale alla corona serba dei Karađorđević, i četnici serbo-ortodossi del Generale Dragoljub "Draža" Mihailović, e poi la resistenza popolare jugoslava di ispirazione marxista, che trovò in Tito un leader indiscusso: <ref>[http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenzaeuro7a.htm Cenni biografici su Tito (da ANPI)]</ref>
: «Popoli della Jugoslavia! Voi che combattete e vi sacrificate nella lotta per la vostra indipendenza, sappiate che questa lotta sarà coronata dal successo, anche se momentaneamente sarete sopraffatti nella battaglia da parte di un nemico strapotente. Non perdetevi d'animo, serrate saldamente le nostre file, abbiate fiducia, tenete alta la testa anche sotto i più duri colpi: i comunisti e tutta la classe lavoratrice della Jugoslavia saranno fermamente in prima linea nella lotta contro gli occupanti fino alla vittoria finale... Saremo infine veramente indipendenti e sarà allora creata una fiera fraterna comunità dei popoli Jugoslavi...Operai, contadini, cittadini tutti che amate la vostra terra, unitevi! In questi giorni decisivi è necessario raccogliere tutte le forze per la comune sopravvivenza... Accorrete e sostenete tenacemente la lotta alla quale vi chiama l'avanguardia della classe lavoratrice» (''[http://www.carnialibera1944.it/resistenza/resistenza_jugoslavia.htm Proclama di Tito]'')
: «Popoli della Jugoslavia! Voi che combattete e vi sacrificate nella lotta per la vostra indipendenza, sappiate che questa lotta sarà coronata dal successo, anche se momentaneamente sarete sopraffatti nella battaglia da parte di un nemico strapotente. Non perdetevi d'animo, serrate saldamente le nostre file, abbiate fiducia, tenete alta la testa anche sotto i più duri colpi: i comunisti e tutta la classe lavoratrice della Jugoslavia saranno fermamente in prima linea nella lotta contro gli occupanti fino alla vittoria finale... Saremo infine veramente indipendenti e sarà allora creata una fiera fraterna comunità dei popoli Jugoslavi...Operai, contadini, cittadini tutti che amate la vostra terra, unitevi! In questi giorni decisivi è necessario raccogliere tutte le forze per la comune sopravvivenza... Accorrete e sostenete tenacemente la lotta alla quale vi chiama l'avanguardia della classe lavoratrice» (''[http://www.carnialibera1944.it/resistenza/resistenza_jugoslavia.htm Proclama di Tito]'')


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== Inquadramento storico degli infoibamenti ==
== Inquadramento storico degli infoibamenti ==


Come già scritto, gli infoibamenti sono stati una "pratica" risalente a ben prima della seconda guerra mondiale. Tuttavia, comunemente, seppur impropriamente, con i fatti delle foibe ci si riferisce a due periodi storici ben distinti e definiti: il primo riguarda l'Istria e va dal [[9 settembre]] al [[13 ottobre]] [[1943]]; il secondo periodo va dal [[1 maggio|1° maggio]] alla metà di giugno [[1945]] e riguarda le città di Trieste e Gorizia, quando quei territori furono conquistati ed amministrati per 45 giorni dalle truppe jugoslave.  
Come già scritto, gli infoibamenti sono stati una "pratica" risalente a ben prima della Seconda guerra mondiale. Tuttavia, comunemente, seppur impropriamente, con i fatti delle foibe ci si riferisce a due periodi storici ben distinti e definiti: il primo riguarda l'Istria e va dal [[9 settembre]] al [[13 ottobre]] [[1943]]; il secondo periodo va dal [[1 maggio|1° maggio]] alla metà di giugno [[1945]] e riguarda le città di Trieste e Gorizia, quando quei territori furono conquistati ed amministrati per 45 giorni dalle truppe jugoslave.  


=== Le foibe del settembre 1943 ===
=== Le foibe del settembre 1943 ===


Successivamente all'[[8 settembre]] [[1943]], ovvero immediatamente dopo l'armistizio firmato da Badoglio, <ref> «Nel novembre del 1989, l'emittente inglese BBC, mise in onda un film in due parti, "The fascist Legacy", L'eredità fascista, nel quale vennero documentati i crimini di guerra commessi durante l'invasione italiana dell'Etiopia e nel Regno di Jugoslavia con l'impiego dell'iprite, o gas mostarda, da parte del '''Generale Badoglio''', i bombardamenti di ospedali della Croce Rossa e le rappresaglie scatenate dopo un attentato contro l'allora Governatore italiano dell'Etiopia» ([http://www.anpi.rimini.it/notizie.php?id=152 da Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Rimini])</ref> quasi tutta l'Istria insorse a favore dei partigiani jugoslavi, dando libero sfogo al profondo desiderio di vendetta covato da tutti coloro che avevano subito la [[Nazionalsocialismo|violenza nazifascista]]. È in questo periodo che si registrò un primo fenomeno degli infoibamenti in Istria e in Dalmazia, con l'uccisione da parte degli insorti di alcune centinaia di fascisti italiani. Dopo un breve periodo, i nazifascisti rioccuparono l'Istria (completata intorno al [[4 ottobre|4]]-[[5 ottobre]] [[1943]]) e la misero a ferro e fuoco, vantandosene nei loro stessi documenti ufficiali, uccidendo almeno 3000 partigiani e deportando in [[Germania]] circa 10.000 persone. Le foibe funsero quindi da pratiche fosse comuni in cui far sparire le vittime di questi scontri.
Successivamente all'[[8 settembre]] [[1943]], ovvero immediatamente dopo l'armistizio firmato da Badoglio, <ref> «Nel novembre del 1989, l'emittente inglese BBC, mise in onda un film in due parti, "The fascist Legacy", L'eredità fascista, nel quale vennero documentati i crimini di guerra commessi durante l'invasione italiana dell'Etiopia e nel Regno di Jugoslavia con l'impiego dell'iprite, o gas mostarda, da parte del '''Generale Badoglio''', i bombardamenti di ospedali della Croce Rossa e le rappresaglie scatenate dopo un attentato contro l'allora Governatore italiano dell'Etiopia» ([http://archive.is/swVl3 da Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Rimini])</ref> quasi tutta l'Istria insorse a favore dei partigiani jugoslavi, dando libero sfogo al profondo desiderio di vendetta covato da tutti coloro che avevano subito la [[Nazionalsocialismo|violenza nazifascista]]. È in questo periodo che si registrò un primo fenomeno degli infoibamenti in Istria e in Dalmazia, con l'uccisione da parte degli insorti di alcune centinaia di fascisti italiani. Dopo un breve periodo, i nazifascisti rioccuparono l'Istria (completata intorno al [[4 ottobre|4]]-[[5 ottobre]] [[1943]]) e la misero a ferro e fuoco, vantandosene nei loro stessi documenti ufficiali, uccidendo almeno 3000 partigiani e deportando in [[Germania]] circa 10.000 persone. Le foibe funsero quindi da pratiche fosse comuni in cui far sparire le vittime di questi scontri.


=== Le foibe di maggio-giugno '45 ===
=== Le foibe di maggio-giugno '45 ===


Con l'avvicinarsi della sconfitta dei nazifascisti, la IV armata di Tito entrò a Trieste, anticipando gli anglo-americani, il [[1 maggio|1º maggio]]; più o meno alla stessa ora entrarono anche a Gorizia. In un clima di resa dei conti per le precedenti violenze fasciste, fu emanato un ordine per l'eliminazione degli elementi legati al fascismo e/o dichiaratisi anti-titoisti. Tale situazione ebbe termine il [[9 giugno]] [[1945]], quando Tito e il generale Alexander tratteggiarono una linea di demarcazione, nota come linea Morgan, <ref> «Le città di Trieste, di Gorizia e Pola ed i territori limitrofi vennero definitivamente occupati dalle truppe anglo-americane. Tutto il resto della vecchia regione della Venezia Giulia e dell'Istria restò sotto il controllo Jugoslavo. Venne stabilita una linea di demarcazione che separava la zona occupata dai militari alleati da quella occupata dai militari jugoslavi, definite zona “A” e zona “B”. Questo tracciato si chiamò la “Linea Morgan” e prese il nome del generale inglese che la suggerì e quindi la definì in dettaglio sulle mappe militari. In attesa delle risoluzioni della Conferenza di Pace in corso di organizzazione a Parigi, ove tutti i contenziosi fra gli stati ex belligeranti sarebbero stati esaminati e decisi, il confine provvisorio fra l'Italia e la Jugoslavia, divenne questa linea di demarcazione fra i due eserciti occupanti e dagli stessi presidiata e garantita. Da una parte gli eserciti inglese ed americano, e dall'altra l'esercito della nuova Jugoslavia di Tito.» [http://www.isonzo-gruppodiricercastorica.it/doku.php/l_occupazione_militare_alleata_del_friuli_e_della_venezia_giulia_1945_1947 L'occupazione militare del Friuli e della Venezia Giulia (1945 – 1947)] </ref> che prevedeva due zone di occupazione – la A e la B – dei territori goriziano e triestino, che saranno poi confermate dal ''Memorandum'' di Londra del [[1954]].
Con l'avvicinarsi della sconfitta dei nazifascisti, la IV armata di Tito entrò a Trieste, anticipando gli anglo-americani, il [[1 maggio|1º maggio]]; più o meno alla stessa ora entrarono anche a Gorizia. In un clima di resa dei conti per le precedenti violenze fasciste, fu emanato un ordine per l'eliminazione degli elementi legati al fascismo e/o dichiaratisi anti-titoisti. Tale situazione ebbe termine il [[9 giugno]] [[1945]], quando Tito e il generale Alexander tratteggiarono una linea di demarcazione, nota come linea Morgan, <ref> «Le città di Trieste, di Gorizia e Pola ed i territori limitrofi vennero definitivamente occupati dalle truppe anglo-americane. Tutto il resto della vecchia regione della Venezia Giulia e dell'Istria restò sotto il controllo Jugoslavo. Venne stabilita una linea di demarcazione che separava la zona occupata dai militari alleati da quella occupata dai militari jugoslavi, definite zona “A” e zona “B”. Questo tracciato si chiamò la “Linea Morgan” e prese il nome del generale inglese che la suggerì e quindi la definì in dettaglio sulle mappe militari. In attesa delle risoluzioni della Conferenza di Pace in corso di organizzazione a Parigi, ove tutti i contenziosi fra gli stati ex belligeranti sarebbero stati esaminati e decisi, il confine provvisorio fra l'Italia e la Jugoslavia, divenne questa linea di demarcazione fra i due eserciti occupanti e dagli stessi presidiata e garantita. Da una parte gli eserciti inglese ed americano, e dall'altra l'esercito della nuova Jugoslavia di Tito.» [http://archive.is/Mdvpm L'occupazione militare del Friuli e della Venezia Giulia (1945 – 1947)] </ref> che prevedeva due zone di occupazione – la A e la B – dei territori goriziano e triestino, che saranno poi confermate dal ''Memorandum'' di Londra del [[1954]].


== Le foibe: propaganda e verità ==
== Le foibe: propaganda e verità ==
===Il numero degli infoibati===
===Il numero degli infoibati===
Per molti anni una propaganda revisionista, neonazionalista e fascistoide ha diffuso l'idea dei «'''''migliaia di infoibati solo perché italiani'''''». Oggi, però, le fonti storiche più accreditate hanno ridimensionato notevolmente la cifra sia degli infoibati che del totale delle vittime dei partigiani titoisti e delle truppe jugoslave (scomparsi cioè non solo nelle foibe, ma anche in campi di concentramento, prigioni, ecc.) nelle ex province italiane di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, portando il numero di questi ultimi da un minimo di cinquemila a un massimo di dieci o ventimila. Fra costoro (gran parte dei quali, paradossalmente, erano proprio di etnia slava) prevalevano nettamente i fedeli alla precedente monarchia jugoslava, soprattutto in Serbia, i sostenitori dei regimi nazifascisti ed i collaborazionisti negli anni dell'occupazione (1943-1945) <ref>[https://web.archive.org/web/20160409030313/http://www.cnj.it/documentazione/cuorenelpozzo_candreva.pdf Cuore nel pozzo]</ref>.   
Per molti anni una propaganda revisionista, neonazionalista e fascistoide ha diffuso l'idea dei «'''''migliaia di infoibati solo perché italiani'''''». Oggi, però, le fonti storiche più accreditate hanno ridimensionato notevolmente la cifra sia degli infoibati che del totale delle vittime dei partigiani titoisti e delle truppe jugoslave (scomparsi cioè non solo nelle foibe, ma anche in campi di concentramento, prigioni ecc.) nelle ex province italiane di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, portando il numero di questi ultimi da un minimo di cinquemila a un massimo di dieci o ventimila. Fra costoro (gran parte dei quali, paradossalmente, erano proprio di etnia slava) prevalevano nettamente i fedeli alla precedente monarchia jugoslava, soprattutto in Serbia, i sostenitori dei regimi nazifascisti ed i collaborazionisti negli anni dell'occupazione (1943-1945) <ref>[https://web.archive.org/web/20160409030313/http://www.cnj.it/documentazione/cuorenelpozzo_candreva.pdf Cuore nel pozzo]</ref>.   


==== Le riesumazioni del '43-44 ====
==== Le riesumazioni del '43-44 ====


Nell'inverno [[1943]]-[[1944|44]] furono riesumati dai [[Nazionalsocialismo|nazisti]] (precisazione dovuta ed importante) 204 corpi, che dal rapporto Harzarich <ref>Dati tratti del rapporto del sottufficiale dei Vigili del Fuoco Harzarich (che diresse le operazioni di recupero dalle foibe istriane tra l'ottobre ed il dicembre 1943), che si trova conservato in copia presso l'Archivio dell'I.R.S.M.L.T., n. 346. (Citato in [http://www.nuovaalabarda.org/dossier/foibe_mito.pdf Foibe tra storia e mito) ]</ref> risultano recuperati da dieci foibe. Nell'autunno del ‘43 Manlio Granbassi, giornalista del «Piccolo» di Trieste, si recò in Istria per relazionare sui recuperi dalle foibe effettuati da Harzarich per conto dei [[Nazionalsocialismo|nazisti]]. In realtà, quanto riportato da Granbassi non corrisponde totalmente al rapporto Harzarich. Considerando che quella dovrebbe essere l'unica fonte e che Granbassi per primo fa riferimento a violenze e ad episodi macabri (in base a quale fonti non è dato sapere...), si presume che Granbassi ci abbia messo del suo. Va inoltre sottolineato che il vero rapporto Harzarich, redatto per conto dei [[Nazionalsocialismo|nazisti]], non è più presente, e che la copia consultabile <ref>Copia conservata nell'archivio dell'Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione di Trieste, n.346</ref> è datata luglio [[1945]] ed è basata su un “interrogatorio” reso dallo stesso Harzarich agli Alleati. Va rimarcato ancora che, durante l'interrogatorio, Harzarich identifica gli “infoibati” non sulla base delle proprie documentazioni, ma su quanto apparve all'epoca a seguito delle riesumazioni, sia sulla stampa (cioè gli articoli di Granbassi), che nel libello propagandistico redatto dai nazisti in collaborazione con i servizi d'informazione della R.S.I. dal titolo ''Ecco il conto!'' <ref>Un altro libello propagandistico è stato ''Elenco degli Italiani Istriani trucidati dagli slavo-comunisti durante il periodo del predominio partigiano in Istria. Settembre-ottobre 1943'' redatto nel 1944 per incarico del Comandante Junio Valerio Borghese, capo della X Mas e dell'on. Luigi Bilucaglia, Federale dei Fasci Repubblicani dell'Istria, da Maria Pasquinelli con l'ausilio di Luigi Papo ed altri ufficiali dei servizi della X Mas”.</ref>.
Nell'inverno [[1943]]-[[1944|44]] furono riesumati dai [[Nazionalsocialismo|nazisti]] (precisazione dovuta ed importante) 204 corpi, che dal rapporto Harzarich <ref>Dati tratti del rapporto del sottufficiale dei Vigili del Fuoco Harzarich (che diresse le operazioni di recupero dalle foibe istriane tra l'ottobre ed il dicembre 1943), che si trova conservato in copia presso l'Archivio dell'I.R.S.M.L.T., n. 346. (Citato in [http://www.nuovaalabarda.org/dossier/foibe_mito.pdf Foibe tra storia e mito) ]</ref> risultano recuperati da dieci foibe. Nell'autunno del ‘43 Manlio Granbassi, giornalista del «Piccolo» di Trieste, si recò in Istria per relazionare sui recuperi dalle foibe effettuati da Harzarich per conto dei [[Nazionalsocialismo|nazisti]]. In realtà, quanto riportato da Granbassi non corrisponde totalmente al rapporto Harzarich. Considerando che quella dovrebbe essere l'unica fonte e che Granbassi per primo fa riferimento a violenze e ad episodi macabri (in base a quale fonti non è dato sapere...), si presume che Granbassi ci abbia messo del suo. Va inoltre sottolineato che il vero rapporto Harzarich, redatto per conto dei [[Nazionalsocialismo|nazisti]], non è più presente, e che la copia consultabile <ref>Copia conservata nell'archivio dell'Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione di Trieste, n.346</ref> è datata luglio [[1945]] ed è basata su un “interrogatorio” reso dallo stesso Harzarich agli Alleati. Va rimarcato ancora che, durante l'interrogatorio, Harzarich identifica gli “infoibati” non sulla base delle proprie documentazioni, ma su quanto apparve all'epoca a seguito delle riesumazioni, sia sulla stampa (cioè gli articoli di Granbassi), che nel libello propagandistico redatto dai nazisti in collaborazione con i servizi d'informazione della R.S.I. dal titolo ''Ecco il conto!'' <ref>Un altro libello propagandistico è stato ''Elenco degli Italiani Istriani trucidati dagli slavo-comunisti durante il periodo del predominio partigiano in Istria. Settembre-ottobre 1943'' redatto nel 1944 per incarico del Comandante Junio Valerio Borghese, capo della Xª MAS e dell'on. Luigi Bilucaglia, Federale dei Fasci Repubblicani dell'Istria, da Maria Pasquinelli con l'ausilio di Luigi Papo ed altri ufficiali dei servizi della Xª MAS”.</ref>.
D'altronde lo stesso federale fascista dell'Istria Bilucaglia sostenne che nell'aprile del [[1945]] erano '''circa 500''' i familiari di persone uccise dai partigiani in Istria tra l'8.9.1943 e l'aprile 1945. Bilucaglia inviò ad [[Arditi_del_Popolo#Personaggi|Ercole Miani]], dirigente del C.L.N. di Trieste «alcuni documenti che costituiscono una pagina di sanguinosa storia italiana in questa Provincia (...) trattasi di circa 500 pratiche per l'ottenimento della pensione alle famiglie dei Caduti delle foibe» <ref>Documento datato 24.4.45 pubblicato nel testo di Luigi Papo, “L'Istria e le sue foibe”, ed. Italo Svevo 1998 (Citato in [http://www.nuovaalabarda.org/dossier/foibe_mito.pdf Foibe tra storia e mito])</ref>.
D'altronde lo stesso federale fascista dell'Istria Bilucaglia sostenne che nell'aprile del [[1945]] erano '''circa 500''' i familiari di persone uccise dai partigiani in Istria tra l'8.9.1943 e l'aprile 1945. Bilucaglia inviò ad [[Arditi_del_Popolo#Personaggi|Ercole Miani]], dirigente del C.L.N. di Trieste «alcuni documenti che costituiscono una pagina di sanguinosa storia italiana in questa Provincia (...) trattasi di circa 500 pratiche per l'ottenimento della pensione alle famiglie dei Caduti delle foibe» <ref>Documento datato 24.4.45 pubblicato nel testo di Luigi Papo, “L'Istria e le sue foibe”, ed. Italo Svevo 1998 (Citato in [http://www.nuovaalabarda.org/dossier/foibe_mito.pdf Foibe tra storia e mito])</ref>.


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Dopo il maggio [[1945]] da Trieste scomparvero poco più di 500 persone <ref>Si legga il testo di Claudia Cernigoi, “Operazione foibe a Trieste”, ed. Kappavu Udine 1997</ref>, tra cui poche donne, la maggior parte delle quali erano state compromesse col regime fascista. Si trattò quindi di vendette private, come scrive [[Claudio Venza]] <ref>[http://archive.is/jubCN Caludio Venza], docente universitario di Storia della Spagna contemporanea all'Università di Trieste.  </ref> in «[[Umanità Nova]]»:
Dopo il maggio [[1945]] da Trieste scomparvero poco più di 500 persone <ref>Si legga il testo di Claudia Cernigoi, “Operazione foibe a Trieste”, ed. Kappavu Udine 1997</ref>, tra cui poche donne, la maggior parte delle quali erano state compromesse col regime fascista. Si trattò quindi di vendette private, come scrive [[Claudio Venza]] <ref>[http://archive.is/jubCN Caludio Venza], docente universitario di Storia della Spagna contemporanea all'Università di Trieste.  </ref> in «[[Umanità Nova]]»:
: «In effetti se i collaborazionisti nella sola Trieste - cioè coloro che fornivano i nomi di ebrei e di oppositori alla Gestapo che si incaricava di torturarli e di farli finire nella Risiera di San Sabba, dove morirono in circa 5.000 -, furono attorno alle duemila persone (secondo stime prudenziali) si può comprendere come, dopo il Primo Maggio del 1945, quando la città fu liberata dai nazifascisti e occupata per un mese e mezzo dalle truppe del IX Korpus dell'esercito jugoslavo, si fosse realizzata una "caccia al fascista" nel corso della quale, come accade sempre in questi casi, le vendette più personali che politiche hanno avuto un peso non secondario.» <ref>[http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2005/un06/art3601.html]Foibe: "giornata dell'odio".
: «In effetti se i collaborazionisti nella sola Trieste - cioè coloro che fornivano i nomi di ebrei e di oppositori alla Gestapo che si incaricava di torturarli e di farli finire nella Risiera di San Sabba, dove morirono in circa 5.000 - furono attorno alle duemila persone (secondo stime prudenziali) si può comprendere come, dopo il Primo Maggio del 1945, quando la città fu liberata dai nazifascisti e occupata per un mese e mezzo dalle truppe del IX Korpus dell'esercito jugoslavo, si fosse realizzata una "caccia al fascista" nel corso della quale, come accade sempre in questi casi, le vendette più personali che politiche hanno avuto un peso non secondario.» <ref>[http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2005/un06/art3601.html] Foibe: "giornata dell'odio".
La memoria seppellita</ref>  
La memoria seppellita</ref>  


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<ref name="cernigoi">[http://archive.is/G0clT Articolo di Caludia Cernigoi]</ref>
<ref name="cernigoi">[http://archive.is/G0clT Articolo di Caludia Cernigoi]</ref>


Va detto che le riesumazioni delle "foibe" triestine e goriziane effettuate tra il [[1945]] ed il [[1948]] portarono alla luce 464 corpi, la maggior parte dei quali erano militari (per lo più germanici, ma anche partigiani) morti nel corso della guerra e solo per una quarantina di vittime si può esser certi che siano state vittime di esecuzioni sommarie. Nel caso della "foiba Plutone" 18 persone furono uccise da un gruppo di criminali comuni (Banda Steffe)[dal nome di Giovanni Steffè, <ref>[http://archive.is/WlorW#_Toc28102290 la foiba di Plutone]</ref>già membro della X Mas di Junio Valerio Borghese] infiltratisi nelle formazioni partigiane e poi processati. <ref name="cernigoi">[http://archive.is/G0clT Articolo di Caludia Cernigoi]</ref>
Va detto che le riesumazioni delle "foibe" triestine e goriziane effettuate tra il [[1945]] ed il [[1948]] portarono alla luce 464 corpi, la maggior parte dei quali erano militari (per lo più germanici, ma anche partigiani) morti nel corso della guerra e solo per una quarantina di vittime si può esser certi che siano state vittime di esecuzioni sommarie. Nel caso della "foiba Plutone" 18 persone furono uccise da un gruppo di criminali comuni (Banda Steffe)[dal nome di Giovanni Steffè, <ref>[https://web.archive.org/web/20110722030614/http://www.cnj.it/foibeatrieste/Capitolo_III.htm#_Toc28102290 La foiba Plutone]</ref>già membro della Xª MAS di Junio Valerio Borghese] infiltratisi nelle formazioni partigiane e poi processati. <ref name="cernigoi">[http://archive.is/G0clT Articolo di Caludia Cernigoi]</ref>


Ricapitolando, nelle foibe istriane del [[1943]] sarebbero state pertanto infoibate circa 204 persone, ma tenendo conto che non tutte le salme potrebbero essere state riesumate, è doveroso effettuare una stima che amplierebbe tale cifra a un totale di 300 persone circa. Per il [[1945]] le riesumazioni sono state 464; anche in questo caso si potrebbe tener conto di mancate risumazioni e altro, in ogni caso il totale degli infoibati (1943-1945) non raggiunge le 1000 persone. Questa cifra è in linea con la cifra riportata da due siti web propensi a sostenere la tesi degli «infoibati perché italiani»: il primo è il sito dedicato alla [http://www.foibadibasovizza.it/in-breve.htm foiba di basovizza] che sostiene siano stati riesumati circa '''1000 corpi'''; [http://digilander.libero.it/lefoibe/infoibati.htm il secondo] invece riporta la cifra di '''994 infoibate''', 326 accertate ma non recuperate dalle profondità carsiche <ref>Vittime accertate riporta il sito, che però non riporta fonti</ref>, 5.643 vittime presunte sulla base di segnalazioni locali o altre fonti <ref>Le vittime sono presunte e non si citano fonti.</ref>, 3.174 morte nei campi di concentramento jugoslavi.  
Ricapitolando, nelle foibe istriane del [[1943]] sarebbero state pertanto infoibate circa 204 persone, ma tenendo conto che non tutte le salme potrebbero essere state riesumate, è doveroso effettuare una stima che amplierebbe tale cifra a un totale di 300 persone circa. Per il [[1945]] le riesumazioni sono state 464; anche in questo caso si potrebbe tener conto di mancate risumazioni e altro, in ogni caso il totale degli infoibati (1943-1945) non raggiunge le 1000 persone. Questa cifra è in linea con la cifra riportata da due siti web propensi a sostenere la tesi degli «infoibati perché italiani»: il primo è il sito dedicato alla [http://archive.is/7mTn foiba di basovizza] che sostiene siano stati riesumati circa '''1000 corpi'''; [http://digilander.libero.it/lefoibe/infoibati.htm il secondo] invece riporta la cifra di '''994 infoibate''', 326 accertate ma non recuperate dalle profondità carsiche <ref>Vittime accertate riporta il sito, che però non riporta fonti</ref>, 5.643 vittime presunte sulla base di segnalazioni locali o altre fonti <ref>Le vittime sono presunte e non si citano fonti.</ref>, 3.174 morte nei campi di concentramento jugoslavi.  


Approssimando per eccesso e non tenendo conto del fatto che le riesumazioni del 1943 furono fatte da nazisti, ricordandosi che non è sempre dato sapere se coloro che furono infoibati furono là gettati prima o dopo la morte, che poteva quindi essere giunta anche in battaglia, e del fatto che queste vittime potevano benissimo essere slavi infoibati durante l'occupazione e la prima epurazione compiuta dagli italiani tra il 1919 ed il 1922, la cifra è sempre e comunque ben lontana dalle 10-20.000 vittime di cui parla la propaganda italiana revisionistica.
Approssimando per eccesso e non tenendo conto del fatto che le riesumazioni del 1943 furono fatte da nazisti, ricordandosi che non è sempre dato sapere se coloro che furono infoibati furono là gettati prima o dopo la morte, che poteva quindi essere giunta anche in battaglia, e del fatto che queste vittime potevano benissimo essere slavi infoibati durante l'occupazione e la prima epurazione compiuta dagli italiani tra il 1919 ed il 1922, la cifra è sempre e comunque ben lontana dalle 10-20.000 vittime di cui parla la propaganda italiana revisionistica.
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*'''Marco Pirina''':<br />
*'''Marco Pirina''':<br />
Nato nel [[1943]] da un ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana (Francesco Pirina), ucciso dai partigiani nel luglio del ‘44, fu militante e poi presidente del FUAN romano. Pirina Entrò a far parte del Fronte Delta, che nel tentato golpe Borghese avrebbe dovuto avere un ruolo di primo piano. Negli anni 80 militò nella Lega Nord, poi passò a Forza Italia e poi ancora ad Alleanza Nazionale. A Pordenone fondò il Centro Studi Silentes Loquimur <ref>[http://www.ecn.org/gatanegra/antifa/dossier/pirina.html Note sul fascista Marco Pirina]</ref>. Claudia Cernigli ha più volte denunciato le falsità storiche riportate dal Pirina in molti suoi testi (es. l'inserimento nella lista degli infoibati anche di partigiani uccisi dai nazifascisti o di caduti in altre circostanze). Per il suo libro ''Genocidiò'' nel gennaio 2010 ha subito una condanna per diffamazione poiché il suo testo non forniva prove sulle accuse rivolte a tre partigiani sulla loro partecipazione agli infoibamenti <ref>[https://anpi.it/media/uploads/patria/2010/2/B_INSERTO_Friuli_p_XII-XIV.pdf Pirina condannato per diffamazione]</ref>
Nato nel [[1943]] da un ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana (Francesco Pirina), ucciso dai partigiani nel luglio del ‘44, fu militante e poi presidente del FUAN romano. Pirina Entrò a far parte del Fronte Delta, che nel tentato golpe Borghese avrebbe dovuto avere un ruolo di primo piano. Negli anni 80 militò nella Lega Nord, poi passò a Forza Italia e poi ancora ad Alleanza Nazionale. A Pordenone fondò il Centro Studi Silentes Loquimur <ref>[http://www.ecn.org/gatanegra/antifa/dossier/pirina.html Note sul fascista Marco Pirina]</ref>. Claudia Cernigli ha più volte denunciato le falsità storiche riportate dal Pirina in molti suoi testi (es. l'inserimento nella lista degli infoibati anche di partigiani uccisi dai nazifascisti o di caduti in altre circostanze). Per il suo libro ''Genocidiò'' nel gennaio 2010 ha subito una condanna per diffamazione poiché il suo testo non forniva prove sulle accuse rivolte a tre partigiani sulla loro partecipazione agli infoibamenti <ref>[https://anpi.it/patria-indipendente/media/uploads/patria/2010/2/B_INSERTO_Friuli_p_XII-XIV.pdf Pirina condannato per diffamazione]</ref>
*'''Augusto Sinagra''': <br />
*'''Augusto Sinagra''': <br />
Legale di Licio Gelli, membro della loggia p2 e legale del governo turco all'epoca del "caso Ocalan", recentemente ha affermato che ''«le foibe sono il prodotto di "una barbarie antica che viene da lontano" perché i popoli "slavi" sono privi di civiltà, come s'é visto poi anche con le vicende della Bosnia.»'' <ref>[http://www.ecn.org/gatanegra/antifa/dossier/sinagra.html Note su Augusto Sinagra]</ref>
Legale di Licio Gelli, membro della loggia p2 e legale del governo turco all'epoca del "caso Öcalan", recentemente ha affermato che ''«le foibe sono il prodotto di "una barbarie antica che viene da lontano" perché i popoli "slavi" sono privi di civiltà, come s'é visto poi anche con le vicende della Bosnia.»'' <ref>[http://www.ecn.org/gatanegra/antifa/dossier/sinagra.html Note su Augusto Sinagra]</ref>
*Padre '''Flaminio Rocchi''': <br />
*Padre '''Flaminio Rocchi''': <br />
Pseudonimo di Anton Sokolic, di padre croato, in seguito cambiò il suo nome originale nell'italiano Flaminio Rocchi. Divenne francescano all'età di 14 anni e fu cappellano militare durante la guerra, poi dirigente dell'Unione degli Istriani; esponente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, di chiara tendenza nazifascista, Rocchi fu anche vicepresidente della “Lega istriana”. Il suo libro ''L'esodo dei 350.000 Giuliani, Fiumani e Dalmati'', secondo Claudia Cernigoi, è infarcito di molti errori marchiani, in particolare sulla cosiddetta “foiba” di Basovizza. <ref>[http://archive.is/mhrVE Flaminio Rocchi]</ref>
Pseudonimo di Anton Sokolic, di padre croato, in seguito cambiò il suo nome originale nell'italiano Flaminio Rocchi. Divenne francescano all'età di 14 anni e fu cappellano militare durante la guerra, poi dirigente dell'Unione degli Istriani; esponente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, di chiara tendenza nazifascista, Rocchi fu anche vicepresidente della “Lega istriana”. Il suo libro ''L'esodo dei 350.000 Giuliani, Fiumani e Dalmati'', secondo Claudia Cernigoi, è infarcito di molti errori marchiani, in particolare sulla cosiddetta “foiba” di Basovizza. <ref>[http://archive.is/mhrVE Flaminio Rocchi]</ref>
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Udovisi quindi è stato un [[Fascismo|fascista]] che venne riconosciuto colpevole di collaborazionismo con i nazifascisti e accusato di aver arrestato e legato col fil di ferro <ref>Particolare importante questo perché Udovisi, in qualità di persona scampata agli infoibamenti, racconterà modalità operative del tutte identiche a quelle che la magistratura imputò a lui stesso.</ref>i partigiani Antonio Gorian e Giusto Masserotto, nei pressi di Portole.  
Udovisi quindi è stato un [[Fascismo|fascista]] che venne riconosciuto colpevole di collaborazionismo con i nazifascisti e accusato di aver arrestato e legato col fil di ferro <ref>Particolare importante questo perché Udovisi, in qualità di persona scampata agli infoibamenti, racconterà modalità operative del tutte identiche a quelle che la magistratura imputò a lui stesso.</ref>i partigiani Antonio Gorian e Giusto Masserotto, nei pressi di Portole.  


Secondo la sua testimonianza, ripresa enfaticamente da tv e giornali, Udovisi non solo sarebbe miracolosamente riuscito a salvare se stesso, ma anche un altro italiano di cui però non ricorda incredibilmente il nome:
Secondo la sua testimonianza, ripresa enfaticamente da tv e giornali, Udovisi non solo sarebbe miracolosamente riuscito a salvare stesso, ma anche un altro italiano di cui però non ricorda incredibilmente il nome:
: «[Dopo essere stato torturato] “tutta la notte” e “dopo mezz'ora non sentivo più nulla (...) una donna ufficiale mi spaccò la mascella sinistra con il calcio della pistola (...) ci legarono in fila indiana, l'ultimo di noi era svenuto e gli fecero passare il fil di ferro intorno al collo. Lo abbiamo inevitabilmente soffocato nel dirigerci verso la foiba <ref>Si tratterebbe della foiba di Fianona</ref> (...)  Durante il tragitto (...) mi hanno fatto mangiare della carta, dei sassi, mi hanno sparato vicino alle orecchie (...) Poi la Foiba. (...) quando ho sentito l'urlaccio di guerra mi sono buttato subito dentro come se questa Foiba rappresentasse per me un'ancora di salvezza. Sono piombato dentro l'acqua e mentre calavo a picco sono riuscito a liberarmi una mano con la quale ho toccato quella che credevo essere una zolla con dell'erba mentre in realtà era una testa con dei capelli. L'ho afferrata e tirata in modo spasmodico verso di me e sono riuscito a risalire (...) ho salvato un italiano». <ref>[http://antivelinaro.splinder.com/post/4106213 Foibe tra storia e mito]</ref>
: «[Dopo essere stato torturato] “tutta la notte” e “dopo mezz'ora non sentivo più nulla (...) una donna ufficiale mi spaccò la mascella sinistra con il calcio della pistola (...) ci legarono in fila indiana, l'ultimo di noi era svenuto e gli fecero passare il fil di ferro intorno al collo. Lo abbiamo inevitabilmente soffocato nel dirigerci verso la foiba <ref>Si tratterebbe della foiba di Fianona</ref> (...)  Durante il tragitto (...) mi hanno fatto mangiare della carta, dei sassi, mi hanno sparato vicino alle orecchie (...) Poi la Foiba. (...) quando ho sentito l'urlaccio di guerra mi sono buttato subito dentro come se questa Foiba rappresentasse per me un'ancora di salvezza. Sono piombato dentro l'acqua e mentre calavo a picco sono riuscito a liberarmi una mano con la quale ho toccato quella che credevo essere una zolla con dell'erba mentre in realtà era una testa con dei capelli. L'ho afferrata e tirata in modo spasmodico verso di me e sono riuscito a risalire (...) ho salvato un italiano». <ref>[http://www.nuovaalabarda.org/dossier/foibe_mito.pdf Foibe tra storia e mito]</ref>


La sua testimonianza va incrociata con quella di '''Giovanni Radeticchio''' di Sisano, che sostenne di essersi salvato dall'infoibamento in questo modo:
La sua testimonianza va incrociata con quella di '''Giovanni Radeticchio''' di Sisano, che sostenne di essersi salvato dall'infoibamento in questo modo:
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== Note sulla repressione del CLN triestino ==
== Note sulla repressione del CLN triestino ==


La [[repressione]] del [[CLN triestino]] ad opera delle truppe titoiste è inquadrabile nell'ambito delle lotte nazionalistiche e di quelle politico-partitiche che presero a svilupparsi via via che si approssimava la sconfitta del [[Nazionalsocialismo|nazifascismo]], e che erano finalizzate alla sostituzione di un potere (quello nazifascista) con un altro (quello [[comunismo|comunista-marxista]]). Premettendo che gli anarchici ripudiano ogni violenza tesa a difendere principi [[nazionalismo|nazionalistici]] e\o ad instaurare nuove forme di potere autoritario, sia esso [[Marxismo|marxista]] o [[Capitalismo|capitalista]], riportiamo quanto pubblica il sito web ''[http://www.nuovaalabarda.org/ nuovaalabarda.org]'' sulla questione del CLN triestino:
La [[repressione]] del [[CLN triestino]] ad opera delle truppe titoiste è inquadrabile nell'ambito delle lotte nazionalistiche e di quelle politico-partitiche che presero a svilupparsi via via che si approssimava la sconfitta del [[Nazionalsocialismo|nazifascismo]], e che erano finalizzate alla sostituzione di un potere (quello nazifascista) con un altro (quello [[comunismo|comunista-marxista]]). Premettendo che gli anarchici ripudiano ogni violenza tesa a difendere principi [[nazionalismo|nazionalistici]] e/o ad instaurare nuove forme di potere autoritario, sia esso [[Marxismo|marxista]] o [[Capitalismo|capitalista]], riportiamo quanto pubblica il sito web ''[http://www.nuovaalabarda.org/ nuovaalabarda.org]'' sulla questione del CLN triestino:
: «...quello che vorremmo infine evidenziare e chiarire una volta per tutte, è la mistificazione di fondo che sta purtroppo prendendo piede anche negli ambienti storici, sul fatto che il PCI triestino scelse di uscire dal CLN italiano, per allearsi con i “titini”, e “tradendo” in tal modo la propria patria. In realtà, e per verificare questo basterebbe andare a leggere qualche libro di storia oppure i semplici documenti ufficiali, nell'estate del ‘44 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) ebbe degli incontri a Milano con rappresentanti dell'Osvoboldilna Fronta. Nel corso di queste riunioni, i due comitati si accordarono per un'alleanza in funzione antinazifascista. Però il CLN triestino (quello di don Marzari, Fonda Savio ed Ercole Miani) rifiutò questa alleanza con l'OF, in quanto non voleva “collaborare con gli slavi”. Fu questo il motivo per cui il PCI triestino decise di uscire dal CLN: per rispettare le direttive del CLNAI (che istituzionalmente rappresentava, a livello internazionale, qualcosa di più del CLN triestino) in merito all'alleanza con l'Esercito di liberazione jugoslavo. Quindi, se vogliamo parlare di chi si fosse trovato “fuori linea” o comunque non in regola con le direttive alleate, questo era il CLN triestino, che aveva preferito cercare accordi con le formazioni collaborazioniste triestine (la Guardia civica prima di tutte) perché il loro scopo principale non era stato quello di abbattere il nazifascismo (essi davano per scontata la sconfitta di Hitler, quindi ritenevano relativa la resistenza ad esso), ma piuttosto di preparare il terreno per il ritorno di un'amministrazione italiana, apprestando nel contempo la resistenza armata, questa volta sì, nei confronti dell'Esercito jugoslavo che sarebbe entrato a Trieste, visto non come liberatore dal nazifascismo, ma come nuovo occupatore, perché non italiano.» <ref>[http://www.nuovaalabarda.org/leggi-articolo-un_autunno_nazionalista.php Un autunno nazionalista]</ref> <ref>Non affrontando in questa sede la suddetta questione in maniera approfondita, si rimanda il lettore ad eventuali altri articoli anarcopediani e\o agli specifici approfondimenti nella vasta bibliografia e
: «...quello che vorremmo infine evidenziare e chiarire una volta per tutte, è la mistificazione di fondo che sta purtroppo prendendo piede anche negli ambienti storici, sul fatto che il PCI triestino scelse di uscire dal CLN italiano, per allearsi con i “titini”, e “tradendo” in tal modo la propria patria. In realtà, e per verificare questo basterebbe andare a leggere qualche libro di storia oppure i semplici documenti ufficiali, nell'estate del ‘44 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) ebbe degli incontri a Milano con rappresentanti dell'Osvoboldilna Fronta. Nel corso di queste riunioni, i due comitati si accordarono per un'alleanza in funzione antinazifascista. Però il CLN triestino (quello di don Marzari, Fonda Savio ed Ercole Miani) rifiutò questa alleanza con l'OF, in quanto non voleva “collaborare con gli slavi”. Fu questo il motivo per cui il PCI triestino decise di uscire dal CLN: per rispettare le direttive del CLNAI (che istituzionalmente rappresentava, a livello internazionale, qualcosa di più del CLN triestino) in merito all'alleanza con l'Esercito di liberazione jugoslavo. Quindi, se vogliamo parlare di chi si fosse trovato “fuori linea” o comunque non in regola con le direttive alleate, questo era il CLN triestino, che aveva preferito cercare accordi con le formazioni collaborazioniste triestine (la Guardia civica prima di tutte) perché il loro scopo principale non era stato quello di abbattere il nazifascismo (essi davano per scontata la sconfitta di Hitler, quindi ritenevano relativa la resistenza ad esso), ma piuttosto di preparare il terreno per il ritorno di un'amministrazione italiana, apprestando nel contempo la resistenza armata, questa volta sì, nei confronti dell'Esercito jugoslavo che sarebbe entrato a Trieste, visto non come liberatore dal nazifascismo, ma come nuovo occupatore, perché non italiano.» <ref>[http://www.nuovaalabarda.org/leggi-articolo-un_autunno_nazionalista.php Un autunno nazionalista]</ref> <ref>Non affrontando in questa sede la suddetta questione in maniera approfondita, si rimanda il lettore ad eventuali altri articoli anarcopediani e/o agli specifici approfondimenti nella vasta bibliografia e
linkografia.</ref>
linkografia.</ref>


== Considerazioni finali ==
== Considerazioni finali ==


Premesso che una vicenda storica complessa come quella delle foibe, intrecciata con il [[fascismo]] e le due guerre mondiali (come s'é visto tutto parte dal primo dopo guerra), è difficilmente sintetizzabile in un articolo senza rischiare di essere approssimativi, è bene sottolineare che in questa sede è stato trattato principalmente il tema degli infoibamenti (anzi, dei presunti tali) e non degli scomparsi o dei morti nei campi prigionieri. Con quest'articolo inoltre non si intende negare che nel [[1943]] e nel maggio [[1945]] ci furono atti di violenza o di rappresaglia contro [[Fascismo|fascisti]], ex-fascisti e\o collaborazionisti, poiché questi fatti si accompagnano sempre e comunque ad ogni dopo guerra, e nemmeno si intende esaltare la violenza vendicativa contro gli sconfitti, quanto evidenziare alcuni aspetti su quelle vicende:
Premesso che una vicenda storica complessa come quella delle foibe, intrecciata con il [[fascismo]] e le due guerre mondiali (come s'é visto tutto parte dal primo dopoguerra), è difficilmente sintetizzabile in un articolo senza rischiare di essere approssimativi, è bene sottolineare che in questa sede è stato trattato principalmente il tema degli infoibamenti (anzi, dei presunti tali) e non degli scomparsi o dei morti nei campi prigionieri. Con quest'articolo inoltre non si intende negare che nel [[1943]] e nel maggio [[1945]] ci furono atti di violenza o di rappresaglia contro [[Fascismo|fascisti]], ex-fascisti e/o collaborazionisti, poiché questi fatti si accompagnano sempre e comunque ad ogni dopoguerra, e nemmeno si intende esaltare la violenza vendicativa contro gli sconfitti, quanto evidenziare alcuni aspetti su quelle vicende:
#All'origine di questo dramma ci sono le [[Razzismo|politiche razziste]] antislave iniziate nel primo dopo-guerra e culminate poi nella cieca e insensata violenza del [[fascismo]];
#All'origine di questo dramma ci sono le [[Razzismo|politiche razziste]] antislave iniziate nel primo dopoguerra e culminate poi nella cieca e insensata violenza del [[fascismo]];
#Il [[nazionalismo]], il [[militarismo]] e il [[patriottismo]] generano sempre violenza;
#Il [[nazionalismo]], il [[militarismo]] e il [[patriottismo]] generano sempre violenza;
#Gli episodi delle “foibe” del settembre 1943 vanno distinti dagli arresti e dalle esecuzioni del dopoguerra;
#Gli episodi delle “foibe” del settembre 1943 vanno distinti dagli arresti e dalle esecuzioni del dopoguerra;
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#Non è mai esistita una volontà dei popoli slavi di organizzare una pulizia etnica degli insediamenti italiani.
#Non è mai esistita una volontà dei popoli slavi di organizzare una pulizia etnica degli insediamenti italiani.
#Non vi furono massacri indiscriminati di persone in quanto italiani, la maggior parte delle vittime furono fascisti o collaborazionisti, nonché oppositori anticomunisti, spesso slavi;
#Non vi furono massacri indiscriminati di persone in quanto italiani, la maggior parte delle vittime furono fascisti o collaborazionisti, nonché oppositori anticomunisti, spesso slavi;
#La maggior parte dei morti si ebbe nei campi di internamento, dove certamente le condizioni di vita non erano buone. Va però detto che la Slovenia era stata distrutta dagli invasori nazifascisti. Mancavano impianti sanitari, acquedotti, ecc. Le stesse sofferenze furono patite anche dalla popolazione civile che aveva difficoltà a sfamarsi;
#La maggior parte dei morti si ebbe nei campi di internamento, dove certamente le condizioni di vita non erano buone. Va però detto che la Slovenia era stata distrutta dagli invasori nazifascisti. Mancavano impianti sanitari, acquedotti ecc. Le stesse sofferenze furono patite anche dalla popolazione civile che aveva difficoltà a sfamarsi;
#È praticamente impossibile uccidere un così alto numero di persone in così poco tempo semplicemente gettandole in delle cavità naturali: ci sono prove che il numero delle vittime sia notevolmente inferiore rispetto a quanto riportano le campagne mediatiche disinformative.
#È praticamente impossibile uccidere un così alto numero di persone in così poco tempo semplicemente gettandole in delle cavità naturali: ci sono prove che il numero delle vittime sia notevolmente inferiore rispetto a quanto riportano le campagne mediatiche disinformative.
#Vi furono vendette personali, ma molti di coloro che le perpetrarono furono processati e condannati (e in taluni casi amnistiati).
#Vi furono vendette personali, ma molti di coloro che le perpetrarono furono processati e condannati (e in taluni casi amnistiati).
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===Specifica su foibe ===
===Specifica su foibe ===


*ANED, ''Fascismo – Foibe – Esodo, Atti a conclusione Convegno dell'ANED alla [[Risiera di San Sabba]]'', Trieste 23.92004
*ANED, ''Fascismo – Foibe – Esodo, Atti a conclusione Convegno dell'ANED alla [[Risiera di San Sabba]]'', Trieste 23.9.2004
*Claudia Cernigoi, ''Operazione foibe fra storia e mito'' Edizioni Kappa Vu,2005, Udine
*Claudia Cernigoi, ''Operazione foibe fra storia e mito'' Edizioni Kappa Vu,2005, Udine
*F.W.D. Deakin, ''La montagna più alta'', Einaudi Editore Torino, 1971,
*F.W.D. Deakin, ''La montagna più alta'', Einaudi Editore Torino, 1971
* ''Fascismo e foibe. Ideologia e pratica della violenza nei Balcani'', La Città del Sole, 2008  
*''Fascismo e foibe. Ideologia e pratica della violenza nei Balcani'', La Città del Sole, 2008  
*Alberto Buvoli ''Foibe e deportazioni - Per ristabilire la verità storica'', (Quaderni della resistenza, n. 10, Comitato Regionale dell'ANPI del Friuli - Venezia Giulia )
*Alberto Buvoli ''Foibe e deportazioni - Per ristabilire la verità storica'', (Quaderni della resistenza, n. 10, Comitato Regionale dell'ANPI del Friuli - Venezia Giulia)
 
===Su invasione italiana in jugoslavia ===
===Su invasione italiana in jugoslavia ===
*Carlo Spartaco Capogreco <ref>[http://spogli.cib.unibo.it/cgi-ser/start/it/spogli/ds-s.tcl?authors=%22Capogreco%2C+Carlo+Spartaco%22&language=ITALIANO Articolo inerente dello storico [[Carlo Spartaco Capogreco]]]</ref>, ''I campi del duce'' - Einaudi Editore Torino, 2006 <ref>[http://www.deportati.it/ Associazione nazionale ex deportati di guerra]; alcuni di libri di Capogreco:
*Carlo Spartaco Capogreco <ref>[http://spogli.cib.unibo.it/cgi-ser/start/it/spogli/ds-s.tcl?authors=%22Capogreco%2C+Carlo+Spartaco%22&language=ITALIANO Articolo] inerente dello storico [[Carlo Spartaco Capogreco]]</ref>, ''I campi del duce'' - Einaudi Editore Torino, 2006 <ref>[http://www.deportati.it/ Associazione nazionale ex deportati di guerra]; alcuni di libri di Capogreco:
*''I campi del Duce. L'internamento civile nell'Italia fascista (1940-1943)'', Einaudi, 2004
*''I campi del Duce. L'internamento civile nell'Italia fascista (1940-1943)'', Einaudi, 2004
*''Renicci. Un campo di concentramento in riva al Tevere''
*''Renicci. Un campo di concentramento in riva al Tevere''
</ref>  
</ref>  
*Angelo Del Boca, ''Italiani, brava gente?'', Neri Pozza Editore, Vicenza, 2005   
*Angelo Del Boca, ''Italiani, brava gente?'', Neri Pozza Editore, Vicenza, 2005   
*Eric Gobetti, ''L'occupazione allegra. Gli italiani in Jugoslavia (1941 – 1943)'', Carocci, Roma, 2007 (cap. 9) <ref>[http://www.deportati.it/news/libri_occ_jugoslavia.html Recensione da associazione nazionale ex deportati di guerra]</ref>
*Eric Gobetti, ''L'occupazione allegra. Gli italiani in Jugoslavia (1941 – 1943)'', Carocci, Roma, 2007 (cap. 9) <ref>[http://archive.is/Cd6ap Recensione da associazione nazionale ex deportati di guerra]</ref>
*Tone Ferenc <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Tone_Ferenc Tone Ferenc]: «Il suo lavoro in titoli costa di oltre trecento documenti molti dei quali divenuti libri, di particolare importanza sono le ultime ricerche sulla «Provincia italiana di Lubiana» che tramite accurata e certosina documentazione raccolgono le prove dei crimini di guerra perpetrati dall'esercito italiano e dai nazifascisti prima della caduta del fascismo e nel periodo attorno a quest'ultima inoltre è riconosciuta la sua esperienza nello studio ed il materiale storico e documentale prodotto sui campi di concentramento fascisti sia in Italia che in Jugoslavia.»</ref>, ''La provincia "italiana" di Lubiana: documenti 1941-1942'', Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione fondato da Ercole Miani, Pubblicato da Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1994
*Tone Ferenc <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Tone_Ferenc Tone Ferenc]: «Il suo lavoro in titoli costa di oltre trecento documenti molti dei quali divenuti libri, di particolare importanza sono le ultime ricerche sulla «Provincia italiana di Lubiana» che tramite accurata e certosina documentazione raccolgono le prove dei crimini di guerra perpetrati dall'esercito italiano e dai nazifascisti prima della caduta del fascismo e nel periodo attorno a quest'ultima inoltre è riconosciuta la sua esperienza nello studio ed il materiale storico e documentale prodotto sui campi di concentramento fascisti sia in Italia che in Jugoslavia.»</ref>, ''La provincia "italiana" di Lubiana: documenti 1941-1942'', Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione fondato da Ercole Miani, Pubblicato da Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1994
*Alessandra Kersevan <ref name="kersevan">[http://www.macrolibrarsi.it/autori/_alessandra_kersevan.php Alessandra Kersevan], storica specializzata nella storia del novecento e in quanto accadde sui confini orientali italiani durante l'[[Fascismo|epoca fascista]], nel [[1995]] dà alle stampe ''Porzûs'', provando ad inquadrare l'eccidio di Porzûs ([[Brigata Osoppo]]). Analoghe considerazione farà monsignor Aldo Moretti, nel [[2003]] su indicazione del comune di Gonars. La Kersevan si dedica a ricerca ed approfondimento degli accadimenti nel campo di [[L'invasione della Jugoslavia: crimini di guerra e lager fascisti per slavi|concentramento fascista di Gonars]] con il testo ''Un campo di concentramento fascista. Gonars 1942-1943''. Nel [[2005]], su indicazione della Commissione europea e del Comune di Gonars, produce il documentario ''The Gonars Memorial  1942-1943: il simbolo della memoria italiana perduta''. È coordinatrice della collana dal titolo “Resistenzastorica”, facente capo alle edizioni KappaVu</ref>, ''Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943''
*Alessandra Kersevan <ref name="kersevan">[http://www.macrolibrarsi.it/autori/_alessandra_kersevan.php Alessandra Kersevan], storica specializzata nella storia del novecento e in quanto accadde sui confini orientali italiani durante l'[[Fascismo|epoca fascista]], nel [[1995]] dà alle stampe ''Porzûs'', provando ad inquadrare l'eccidio di Porzûs ([[Brigata Osoppo]]). Analoghe considerazione farà monsignor Aldo Moretti, nel [[2003]] su indicazione del comune di Gonars. La Kersevan si dedica a ricerca ed approfondimento degli accadimenti nel campo di [[L'invasione della Jugoslavia: crimini di guerra e lager fascisti per slavi|concentramento fascista di Gonars]] con il testo ''Un campo di concentramento fascista. Gonars 1942-1943''. Nel [[2005]], su indicazione della Commissione europea e del Comune di Gonars, produce il documentario ''The Gonars Memorial  1942-1943: il simbolo della memoria italiana perduta''. È coordinatrice della collana dal titolo “Resistenzastorica”, facente capo alle edizioni KappaVu</ref>, ''Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943''
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*Tone Ferenc, Pavel Kodrič, ''Si ammazza troppo poco: condannati a morte, ostaggi, passati per le armi nella provincia di Lubiana; 1941-1943. Documenti''; Pubblicato da  Società degli scrittori della storia della Lotta di Liberazione, 1999
*Tone Ferenc, Pavel Kodrič, ''Si ammazza troppo poco: condannati a morte, ostaggi, passati per le armi nella provincia di Lubiana; 1941-1943. Documenti''; Pubblicato da  Società degli scrittori della storia della Lotta di Liberazione, 1999
*Tone Ferenc ''La provincia 'italiana' di Lubiana, documenti 1941-1942 Studi e documenti''; Pubblicato da Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1994
*Tone Ferenc ''La provincia 'italiana' di Lubiana, documenti 1941-1942 Studi e documenti''; Pubblicato da Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1994
*Tone Ferenc ''L'amministrazione partigiana slovena civile e militare nella Venezia Giulia nell'autunno 1943'', Trieste, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione <ref>[http://www.ifsml.it/main.html Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione] </ref>
*Tone Ferenc ''L'amministrazione partigiana slovena civile e militare nella Venezia Giulia nell'autunno 1943'', Trieste, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione <ref>[https://www.ifsml.it/ Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione] </ref>
*Tone Ferenc, ''La zona libera del IX Korpus d'Armata sloveno nella Venezia Giulia''
*Tone Ferenc, ''La zona libera del IX Korpus d'Armata sloveno nella Venezia Giulia''
*Tone Ferenc, ''Milizia volontaria per la sicurezza nazionale: MVSN''
*Tone Ferenc, ''Milizia volontaria per la sicurezza nazionale: MVSN''
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*Tone Ferenc, ''Kapitulacija Italije in narodnoosvobodilna borba v Sloveniji jeseni 1943; Pubblicato da ''Zalozba "Obzorja,'', 1967
*Tone Ferenc, ''Kapitulacija Italije in narodnoosvobodilna borba v Sloveniji jeseni 1943; Pubblicato da ''Zalozba "Obzorja,'', 1967
*Tone Ferenc, Aleksandra Frantar, Matej Okorn, Marija Počivavšek, Iris Zakošek, Andreja Rihter  R''azstava ob petdesetletnici konca druge svetovne vojne: Exhibition on the 50th Anniversary of the End of the Second World War'' Pubblicato da Muzej novejše zgodovine, 1995
*Tone Ferenc, Aleksandra Frantar, Matej Okorn, Marija Počivavšek, Iris Zakošek, Andreja Rihter  R''azstava ob petdesetletnici konca druge svetovne vojne: Exhibition on the 50th Anniversary of the End of the Second World War'' Pubblicato da Muzej novejše zgodovine, 1995
*Giorgio Visintin <ref>[http://unionesegrate.it/ante_visintin.html Giorgio Visintin]</ref>, ''Guerra di Liberazione sui Confini Orientali, 4 giugno 1942 -7 maggio 1945'',  Milano 1975
*Giorgio Visintin <ref>[https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Visintin Giorgio Visintin]</ref>, ''Guerra di Liberazione sui Confini Orientali, 4 giugno 1942 -7 maggio 1945'',  Milano 1975
*Pietro Secchia e Filippo Frassati, ''Storia della Resistenza - La guerra di liberazione in Italia 1943-1945'', Volume II, Editori Riuniti, Roma, 1965
*Pietro Secchia e Filippo Frassati, ''Storia della Resistenza - La guerra di liberazione in Italia 1943-1945'', Volume II, Editori Riuniti, Roma, 1965
*Bruno Steffè, ''Guerra di liberazione nel territorio della Provincia di Pordenone 1943-1945'', ETS, 1996
*Bruno Steffè, ''Guerra di liberazione nel territorio della Provincia di Pordenone 1943-1945'', ETS, 1996
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*Luciano Patat, ''Terra di frontiera. Fascismo, guerra e resistenza nell'Isontino e nella Bassa Friulana,''  KAPPA VU, 2002 Udine
*Luciano Patat, ''Terra di frontiera. Fascismo, guerra e resistenza nell'Isontino e nella Bassa Friulana,''  KAPPA VU, 2002 Udine
*Davide Rodogno,'' Il nuovo ordine mediterraneo. Le politiche di occupazione dell'Italia fascista (1940-1943)'', Nuova cultura, 94 Bollati Boringhieri, Torino 2002
*Davide Rodogno,'' Il nuovo ordine mediterraneo. Le politiche di occupazione dell'Italia fascista (1940-1943)'', Nuova cultura, 94 Bollati Boringhieri, Torino 2002
*Fabio Galluccio, ''I Lager in Italia: La Memoria Sepolta nei Duecento Luoghi di Deportazione Fascisti'', Non luoghi Libere Edizioni, Civezzano TN, 2002,
*Fabio Galluccio, ''I Lager in Italia: La Memoria Sepolta nei Duecento Luoghi di Deportazione Fascisti'', Non luoghi Libere Edizioni, Civezzano TN, 2002
*Gianni Oliva, ''"Si ammazza troppo poco". I crimini di guerra italiani 1940-1943'', Mondadori, 2007
*Gianni Oliva, ''"Si ammazza troppo poco". I crimini di guerra italiani 1940-1943'', Mondadori, 2007
===== Note bibliografiche =====
<references/>


==Collegamenti esterni ==
==Collegamenti esterni ==
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*[http://www.nuovaalabarda.org/dossier/foibe_mito.pdf Foibe fra verità e mito]
*[http://www.nuovaalabarda.org/dossier/foibe_mito.pdf Foibe fra verità e mito]
*[https://web.archive.org/web/20130824051828/http://www.cnj.it/foibeatrieste/ Operazione foibe] di Claudia Cernigoi
*[https://web.archive.org/web/20130824051828/http://www.cnj.it/foibeatrieste/ Operazione foibe] di Claudia Cernigoi
*[http://digilander.libero.it/Trieste.Storia/FOIBE.index.html Foibe falso storico]
*[http://archive.is/8IQMD Foibe falso storico]
*[https://anpi.it/media/uploads/patria/2004/9/17-18_VINCENTI.pdf Quando si cominciò a parlare di foibe]
*[https://anpi.it/patria-indipendente/media/uploads/patria/2004/9/17-18_VINCENTI.pdf Quando si cominciò a parlare di foibe]
*[http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Lupo_rosso/Sandbox/antefatti_delle_foibe Materiale vario sulle foibe e fascismo]
*[http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Lupo_rosso/Sandbox/antefatti_delle_foibe Materiale vario sulle foibe e fascismo]


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*[http://madrixromacittaperta.noblogs.org/post/2008/04/28/le-foibe-e-il-fascismo Le foibe e il fascismo]
*[http://madrixromacittaperta.noblogs.org/post/2008/04/28/le-foibe-e-il-fascismo Le foibe e il fascismo]
*[http://www.uaar.it/news/2007/02/12/foibe-presidente-della-croazia-da-napolitano-frasi-razziste-revisioniste/ Diatriba fra presidente croato e presidente italiano]
*[http://www.uaar.it/news/2007/02/12/foibe-presidente-della-croazia-da-napolitano-frasi-razziste-revisioniste/ Diatriba fra presidente croato e presidente italiano]
*[http://www.anpipianoro.it/memoria%20commenti/orrore%20delle%20foibe.html L'orrore delle foibe e la verità negata]
*[http://archive.is/meACx L'orrore delle foibe e la verità negata]
*[http://www.istrianet.org/istria/people/heros-victims/gortan-processo.htm Il processo Gortan]
*[http://www.istrianet.org/istria/people/heros-victims/gortan-processo.htm Il processo Gortan]
*[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/13/volenterosi-carnefici-del-duce.html I volenterosi carnefici del Duce], da «Repubblica», di Paolo Rumiz <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Rumiz Paolo Rumiz]</ref>
*[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/13/volenterosi-carnefici-del-duce.html I volenterosi carnefici del Duce], da «Repubblica», di Paolo Rumiz <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Rumiz Paolo Rumiz]</ref>
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*[http://www.laltralombardia.it/public/docs/foibe7.html Le foibe degli ustascia croati scoperte dagli Italiani nel '41]
*[http://www.laltralombardia.it/public/docs/foibe7.html Le foibe degli ustascia croati scoperte dagli Italiani nel '41]
*[http://www.laltralombardia.it/public/docs/foiba10.html Come le foibe degli Ustascia sono divenute "titine"]
*[http://www.laltralombardia.it/public/docs/foiba10.html Come le foibe degli Ustascia sono divenute "titine"]
===== Note  =====
<references/>


[[Categoria:Storia generale]]
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[[Categoria:Fascismo]]
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