Fabio Massimo Nicosia: differenze tra le versioni

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=== Incontro e distacco dagli ambienti anarco-capitalisti di impronta leghista ===
=== Incontro e distacco dagli ambienti anarco-capitalisti di impronta leghista ===


Nel frattempo, entra in contatto con il gruppo degli [[anarco-capitalismo|anarco-capitalisti]] italiani di seconda generazione, ma se ne distacca presto, imputando loro, in genere un legame con la Lega Nord e l'assuzione di posizioni conservatrici in materia di [[libertà ]] personali e una concezione "sacrale" della [[La proprietà |proprietà  privata]], come rese pubblico con una lunga lettera pubblicata nel [[1999]] su [[A-Rivista Anarchica]]: ''[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/257/44.htm L'opinione di un Libertarian]''.
Nel frattempo, entra in contatto con il gruppo degli [[anarco-capitalismo|anarco-capitalisti]] italiani di seconda generazione, ma se ne distacca presto, imputando loro, in genere un legame con la Lega Nord e l'assuzione di posizioni conservatrici in materia di [[libertà]] personali e una concezione "sacrale" della [[La proprietà |proprietà  privata]], come rese pubblico con una lunga lettera pubblicata nel [[1999]] su [[A-Rivista Anarchica]]: ''[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/257/44.htm L'opinione di un Libertarian]''.
Quindi, su stimolo del prof. [[Raimondo Cubeddu]], Nicosia studia il pensiero di [[Bruno Leoni]] e nel 2004 pubblica per Liberlibri '''''Beati Possidentes''''' ove esprime la propria teoria del diritto e della politica.
Quindi, su stimolo del prof. [[Raimondo Cubeddu]], Nicosia studia il pensiero di [[Bruno Leoni]] e nel 2004 pubblica per Liberlibri '''''Beati Possidentes''''' ove esprime la propria teoria del diritto e della politica.


Intanto Nicosia aveva ingaggiato una vera e propria ''guerra'' telematica con gli [[anarco-capitalismo|anarco-capitalisti]] di impronta leghista e prende le distanze dal pensiero rothbardiano, ritenendolo inadeguato, non solo nel risolvere i casi limite, ma anche le comuni vicende della vita, con una teoria unilateratista della teoria della [[la proprietà |proprietà ]] alla quale ne contrappone una consensualista e di mercato.
Intanto Nicosia aveva ingaggiato una vera e propria ''guerra'' telematica con gli [[anarco-capitalismo|anarco-capitalisti]] di impronta leghista e prende le distanze dal pensiero rothbardiano, ritenendolo inadeguato, non solo nel risolvere i casi limite, ma anche le comuni vicende della vita, con una teoria unilateratista della teoria della [[la proprietà |proprietà]] alla quale ne contrappone una consensualista e di mercato.


Grande frequentatore di forumn e mailing list, incontra [[Luigi Corvaglia]], con il quale condivide la passione per l'[[anarchismo statunitense|anarchismo americano]] del XIX secolo e la collocazione ''centrista'' tra [[collettivismo|collettivisti]] e [[capitalismo|capitalisti]], in nome di un libero mercato depurato da squilibri sociali.
Grande frequentatore di forumn e mailing list, incontra [[Luigi Corvaglia]], con il quale condivide la passione per l'[[anarchismo statunitense|anarchismo americano]] del XIX secolo e la collocazione ''centrista'' tra [[collettivismo|collettivisti]] e [[capitalismo|capitalisti]], in nome di un libero mercato depurato da squilibri sociali.
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Secondo Nicosia, a differenza di quanto ritengono gli [[anarco-capitalismo|anarco-capitalisti]], la Terra nasce come ''res communis'' e non come ''res nullius''.
Secondo Nicosia, a differenza di quanto ritengono gli [[anarco-capitalismo|anarco-capitalisti]], la Terra nasce come ''res communis'' e non come ''res nullius''.
Ciò comporta che ogni apprensione del bene terra, ogni impossessamento, limitando la [[libertà ]] degli altri (ad esempio quella di movimento o di sfruttamento del suolo comune), deve comportare una compensazione a favore degli altri, a meno che non residui tanta di quella terra da poter soddisfare le esigenze di chiunque. Tale compensazione ha i caratteri della rendita proprietaria, dato che tutti sono comproprietari, "comunisti" appunto, e Nicosia ne parla come di una rendita di esistenza eguale per tutti (tutti sono comunisti "pro quota" del bene territoriale) a favore di tutti, in modo che il mercato possa svolgersi a partire da un piede di partenza egualitario e in modo tale da prevenire il pericolo che il mercato comporti differenze di ricchezza marcate. Secondo Nicosia, infatti, la rendita di esistenza avrebbe un valore particolarmente elevato, dato che la terra è abbondante nel mondo, e costituirebbe base e fondamento del ''free-coinage'', del libero conio, di cui la terra costituirebbe provvista monetaria abbondante per tutti. Il primo passo da compiere per andare in questa direzione sarebbe iscrivere nel bilancio dello [[Stato]] il valore di mercato dei beni demaniali e delle riserve auree, in modo da far emergere le enormi ricchezze che lo [[Stato]] possiede, ma che occulta, dato che, a differenza di quanto avviene per le società  private, lo [[Stato]] non è attualmente obbligato a iscrivere in bilancio il valore dei cespiti immobiliari o, appunto, aurei.  
Ciò comporta che ogni apprensione del bene terra, ogni impossessamento, limitando la [[libertà]] degli altri (ad esempio quella di movimento o di sfruttamento del suolo comune), deve comportare una compensazione a favore degli altri, a meno che non residui tanta di quella terra da poter soddisfare le esigenze di chiunque. Tale compensazione ha i caratteri della rendita proprietaria, dato che tutti sono comproprietari, "comunisti" appunto, e Nicosia ne parla come di una rendita di esistenza eguale per tutti (tutti sono comunisti "pro quota" del bene territoriale) a favore di tutti, in modo che il mercato possa svolgersi a partire da un piede di partenza egualitario e in modo tale da prevenire il pericolo che il mercato comporti differenze di ricchezza marcate. Secondo Nicosia, infatti, la rendita di esistenza avrebbe un valore particolarmente elevato, dato che la terra è abbondante nel mondo, e costituirebbe base e fondamento del ''free-coinage'', del libero conio, di cui la terra costituirebbe provvista monetaria abbondante per tutti. Il primo passo da compiere per andare in questa direzione sarebbe iscrivere nel bilancio dello [[Stato]] il valore di mercato dei beni demaniali e delle riserve auree, in modo da far emergere le enormi ricchezze che lo [[Stato]] possiede, ma che occulta, dato che, a differenza di quanto avviene per le società  private, lo [[Stato]] non è attualmente obbligato a iscrivere in bilancio il valore dei cespiti immobiliari o, appunto, aurei.  


È questa, sostiene Nicosia, la grande truffa dei nostri tempi, che consente ai politici di continuare nelle chiacchiere sulla "voragine dei conti pubblici", giustificando così alta tassazione e "sacrifici" per i meno abbienti, quando invece lo [[Stato]] è ricchissimo. Nicosia previene l'obiezione che la sua sia una proposta "statalista", rinviando al mittente l'accusa: i veri "statalisti" sono coloro i quali lasciano le cose come sono, favorendo l'inganno statale sulle proprie ricchezze pubbliche: risorse naturali, spiagge, fiumi, ingentissime riserve auree, clamorosi patrimoni storico-artistici: nulla di ciò è iscritto nel bilancio dello [[Stato]], privandone la titolarità  ai cittadini, ed è per questo che Nicosia ha lanciato tempo addietro una campagna il cui slogan è: "Contabilize public real estate", contabilizzate le proprietà  immobiliari statali.
È questa, sostiene Nicosia, la grande truffa dei nostri tempi, che consente ai politici di continuare nelle chiacchiere sulla "voragine dei conti pubblici", giustificando così alta tassazione e "sacrifici" per i meno abbienti, quando invece lo [[Stato]] è ricchissimo. Nicosia previene l'obiezione che la sua sia una proposta "statalista", rinviando al mittente l'accusa: i veri "statalisti" sono coloro i quali lasciano le cose come sono, favorendo l'inganno statale sulle proprie ricchezze pubbliche: risorse naturali, spiagge, fiumi, ingentissime riserve auree, clamorosi patrimoni storico-artistici: nulla di ciò è iscritto nel bilancio dello [[Stato]], privandone la titolarità  ai cittadini, ed è per questo che Nicosia ha lanciato tempo addietro una campagna il cui slogan è: "Contabilize public real estate", contabilizzate le proprietà  immobiliari statali.
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