Ezio Taddei: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
'''Ezio Taddei''' nasce a Livorno il [[2 ottobre]] [[1895]]. Ben presto orfano della madre Eufemia, é allevato dal padre Ubaldo, mentre la sorella Tirrena viene spedita presso il collegio delle Orsoline di Prato.
'''Ezio Taddei''' nasce a Livorno il [[2 ottobre]] [[1895]]. Ben presto orfano della madre Eufemia, è allevato dal padre Ubaldo, mentre la sorella Tirrena viene spedita presso il collegio delle Orsoline di Prato.
=== La giovinezza e il primo contatto con l'anarchia ===
=== La giovinezza e il primo contatto con l'anarchia ===
La vita per il giovanissimo Ezio è assai grama, il padre é più preoccupato di spender soldi nei ''night'' e con le ballerine, piuttosto che curarsi dell'educazione dei figli. Le suore si lamentano sempre perché il «sor Ubaldo», come loro sono solite chiamarlo, non paga puntualmente la retta, mentre Ezio è per lui solo un peso che si trascina dietro nel suo "peregrinare" in cerca di "svago".  
La vita per il giovanissimo Ezio è assai grama, il padre è più preoccupato di spender soldi nei ''night'' e con le ballerine, piuttosto che curarsi dell'educazione dei figli. Le suore si lamentano sempre perché il «sor Ubaldo», come loro sono solite chiamarlo, non paga puntualmente la retta, mentre Ezio è per lui solo un peso che si trascina dietro nel suo "peregrinare" in cerca di "svago".  


Quando Ezio ha 12 anni assiste ad un comizio di un anarchico romano e nei tumulti che ne seguono è arrestato. Il giorno dopo è restituito al padre, il quale agguanta al volo l'occasione per disfarsi del figlio. Lo abbandona al suo destino dicendogli di farsi «sfamare dai tuoi amici scioperanti!» <ref name="splinder">[http://eziotaddei.splinder.com/ da Eziotaddei.splinder.com]</ref>. Poco più che bambino, si trova praticamente a fare il vagabondo a Roma, dormendo dove possibile sino a quando viene preso a bottega da “sor Giovanni”, un pasticciere del rione Parione, grazie al quale riesce a guadagnarsi qualche soldo che gli permette di affittarsi una stanzetta in una locanda di Via de' Cappellari.  
Quando Ezio ha 12 anni assiste ad un comizio di un anarchico romano e nei tumulti che ne seguono è arrestato. Il giorno dopo è restituito al padre, il quale agguanta al volo l'occasione per disfarsi del figlio. Lo abbandona al suo destino dicendogli di farsi «sfamare dai tuoi amici scioperanti!» <ref name="splinder">[http://eziotaddei.splinder.com/ da Eziotaddei.splinder.com]</ref>. Poco più che bambino, si trova praticamente a fare il vagabondo a Roma, dormendo dove possibile sino a quando viene preso a bottega da “sor Giovanni”, un pasticciere del rione Parione, grazie al quale riesce a guadagnarsi qualche soldo che gli permette di affittarsi una stanzetta in una locanda di Via de' Cappellari.  
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Per quell'azione, che però gli costa la grave frattura di un braccio colpito dall'esplosione di una scheggia di una granata, gli assegneranno anche una medaglia al valore, ma Ezio mai la conserverà  e mai la riterrà  degna di attenzione <ref name="sorella">[http://eziotaddei.splinder.com/ La sorella] di Taddei scrive «Ma Ezio non amava tenere cianfrusaglie e quindi non conservò nulla»</ref>.
Per quell'azione, che però gli costa la grave frattura di un braccio colpito dall'esplosione di una scheggia di una granata, gli assegneranno anche una medaglia al valore, ma Ezio mai la conserverà  e mai la riterrà  degna di attenzione <ref name="sorella">[http://eziotaddei.splinder.com/ La sorella] di Taddei scrive «Ma Ezio non amava tenere cianfrusaglie e quindi non conservò nulla»</ref>.


Taddei passa quindi un lungo e tutto sommato piacevole periodo di convalescenza, assistito da una  bella e ricca signora che si occupa dei feriti e che si invaghisce di lui, terminata la quale decide di prolungarla falsificando alcuni permessi. Scoperto, é arrestato e trattenuto presso il [[carcere]] di Sant'Elmo, dove talvolta è tenuto nel letto di contenzione, con le catene ai polsi e alle caviglie.
Taddei passa quindi un lungo e tutto sommato piacevole periodo di convalescenza, assistito da una  bella e ricca signora che si occupa dei feriti e che si invaghisce di lui, terminata la quale decide di prolungarla falsificando alcuni permessi. Scoperto, è arrestato e trattenuto presso il [[carcere]] di Sant'Elmo, dove talvolta è tenuto nel letto di contenzione, con le catene ai polsi e alle caviglie.


===Il carcere, il confino e l'antifascismo militante===
===Il carcere, il confino e l'antifascismo militante===
Durante il periodo di detenzione Ezio Taddei conosce un certo Braschi, anarchico pisano collaboratore de «L'Avennire anarchico», e [[Ferruccio Scarselli]], anarchico di Certaldo che doveva scontare 27 anni di [[carcere]] per “tradimento” e diserzione. È soprattutto grazie a quest'ultimo che si forma culturalmente (studia latino, grammatica, [[filosofia]], ecc.), politicamente e ideologicamente: «Quando uscii dalle sue mani e tornai ad esser libero, avevo acquistato una discreta conoscenza dei problemi politici e sociali del mio tempo e mi ero formato un carattere che mi portò lontano». <ref name="scarselli">Dizionario Biografico degli Anarchici, Tomo II, pag 593</ref>
Durante il periodo di detenzione Ezio Taddei conosce un certo Braschi, anarchico pisano collaboratore de «L'Avennire anarchico», e [[Ferruccio Scarselli]], anarchico di Certaldo che doveva scontare 27 anni di [[carcere]] per “tradimento” e diserzione. È soprattutto grazie a quest'ultimo che si forma culturalmente (studia latino, grammatica, [[filosofia]], ecc.), politicamente e ideologicamente: «Quando uscii dalle sue mani e tornai ad esser libero, avevo acquistato una discreta conoscenza dei problemi politici e sociali del mio tempo e mi ero formato un carattere che mi portò lontano». <ref name="scarselli">Dizionario Biografico degli Anarchici, Tomo II, pag 593</ref>


Il [[25 marzo]] [[1919]] il Tribunale di Napoli lo condanna a 2 anni per furto ma viene amnistiato nel settembre seguente. Liberato è per un po'ospite a Certaldo presso la famiglia Scarselli, poi giunge a Genova nel [[1921]] e si lega ad un gruppo anarchico accusato di un attentato dimostrativo contro l'ingiusta detenzione di [[Malatesta]] e [[Armando Borghi]]. Da questo momento Taddei é vittima di un'incredibile e persecutoria sequenza di arresti e condanne soprattutto per motivi politici: il [[24 marzo]] è arrestato per associazione a delinquere e terrorismo insieme a [[Gino Piastra]], [[Melchiorre Vanni]], [[Angelo Porcu]], [[Ettore Brusaioli|Ettore]] e [[Angelo Brusaioli]], [[Carlo Settimio Camisotti]], [[Ferruccio Cucini]] e altre 23 persone, per questo il [[16 febbraio]] [[1922]] gli infliggono una condanna pari a 8 anni di reclusione e uno di vigilanza speciale, mentre quasi tutti i suoi compagni sono assolti. Nel frattempo il Tribunale di Lucca l'aveva condannato il [[14 novembre]] [[1921]] a tre anni di [[carcere]] e ad uno di vigilanza per reati comuni. Il [[10 aprile]] [[1923]] il Tribunale di Genova lo condanna a 5 mesi per incitamento all'odio di classe e alla disobbedienza alle leggi, mentre la Corte di Firenze il [[28 settembre]] lo condanna invece a 5 anni e sei mesi.  
Il [[25 marzo]] [[1919]] il Tribunale di Napoli lo condanna a 2 anni per furto ma viene amnistiato nel settembre seguente. Liberato è per un po'ospite a Certaldo presso la famiglia Scarselli, poi giunge a Genova nel [[1921]] e si lega ad un gruppo anarchico accusato di un attentato dimostrativo contro l'ingiusta detenzione di [[Malatesta]] e [[Armando Borghi]]. Da questo momento Taddei è vittima di un'incredibile e persecutoria sequenza di arresti e condanne soprattutto per motivi politici: il [[24 marzo]] è arrestato per associazione a delinquere e terrorismo insieme a [[Gino Piastra]], [[Melchiorre Vanni]], [[Angelo Porcu]], [[Ettore Brusaioli|Ettore]] e [[Angelo Brusaioli]], [[Carlo Settimio Camisotti]], [[Ferruccio Cucini]] e altre 23 persone, per questo il [[16 febbraio]] [[1922]] gli infliggono una condanna pari a 8 anni di reclusione e uno di vigilanza speciale, mentre quasi tutti i suoi compagni sono assolti. Nel frattempo il Tribunale di Lucca l'aveva condannato il [[14 novembre]] [[1921]] a tre anni di [[carcere]] e ad uno di vigilanza per reati comuni. Il [[10 aprile]] [[1923]] il Tribunale di Genova lo condanna a 5 mesi per incitamento all'odio di classe e alla disobbedienza alle leggi, mentre la Corte di Firenze il [[28 settembre]] lo condanna invece a 5 anni e sei mesi.  


Girovaga per molte [[carcere|carceri]] italiane e a Finalborgo è alla testa della rivolta carceraria insieme all'anarchico [[Giuseppe Boldrini]] (accusato dell'attentato al [[Teatro Diana]] di Milano) contro il divieto di lettura. In [[carcere]] incontra [[Gino Lucetti]], [[Giuseppe Mariani]] e altri anarchici, oltre ai [[comunismo|comunisti]] [[Antonio Gramsci]] e [[Umberto Terracini]]. Uscito dal [[carcere]] nel [[1930]], tenta di espatriare clandestinamente ma è fermato e poi condannato a sette mesi e mezzo di reclusione sempre con l'accusa di incitamento all'odio di classe e alla disobbedienza alle leggi. Nella notte del [[22 marzo]] [[1933]] la sede del fascio di Livorno è colpita da un attentato, compiuto in ricordo del [[comunismo|comunista]] [[Mario Camici]], di cui in giornata si erano svolti i funerali e a cui aveva partecipato anche Taddei. Lo stesso, il [[29 aprile]] è condannato ad un anno di [[carcere]] dal tribunale di Genova per resistenza a pubblico ufficiale e rinchiuso nel penitenziario di Castelfranco Emilia, dove rimane fino al [[22 luglio]] [[1935]]. Rilasciato, ritorna a Livorno dove però nessuno gli offre lavoro, in più è nuovamente arrestato e confinato.
Girovaga per molte [[carcere|carceri]] italiane e a Finalborgo è alla testa della rivolta carceraria insieme all'anarchico [[Giuseppe Boldrini]] (accusato dell'attentato al [[Teatro Diana]] di Milano) contro il divieto di lettura. In [[carcere]] incontra [[Gino Lucetti]], [[Giuseppe Mariani]] e altri anarchici, oltre ai [[comunismo|comunisti]] [[Antonio Gramsci]] e [[Umberto Terracini]]. Uscito dal [[carcere]] nel [[1930]], tenta di espatriare clandestinamente ma è fermato e poi condannato a sette mesi e mezzo di reclusione sempre con l'accusa di incitamento all'odio di classe e alla disobbedienza alle leggi. Nella notte del [[22 marzo]] [[1933]] la sede del fascio di Livorno è colpita da un attentato, compiuto in ricordo del [[comunismo|comunista]] [[Mario Camici]], di cui in giornata si erano svolti i funerali e a cui aveva partecipato anche Taddei. Lo stesso, il [[29 aprile]] è condannato ad un anno di [[carcere]] dal tribunale di Genova per resistenza a pubblico ufficiale e rinchiuso nel penitenziario di Castelfranco Emilia, dove rimane fino al [[22 luglio]] [[1935]]. Rilasciato, ritorna a Livorno dove però nessuno gli offre lavoro, in più è nuovamente arrestato e confinato.
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Sfuggito ai controlli delle frontiere, raggiunge dopo mille peripezie la [[Svizzera]], grazie all'aiuto dei contrabbandieri della Ligera milanese conosciuti in gioventù, da cui poi si sposta in [[Francia]], a Parigi, dove trova la [[solidarietà ]] di altri compagni anarchici, in particolare di [[Adamo Agnoletto]], anarchico padovano combattente nella [[Colonna Ascaso]].
Sfuggito ai controlli delle frontiere, raggiunge dopo mille peripezie la [[Svizzera]], grazie all'aiuto dei contrabbandieri della Ligera milanese conosciuti in gioventù, da cui poi si sposta in [[Francia]], a Parigi, dove trova la [[solidarietà ]] di altri compagni anarchici, in particolare di [[Adamo Agnoletto]], anarchico padovano combattente nella [[Colonna Ascaso]].


La sua "proficua frequentazione" delle carceri gli aveva permesso di contrarre legami stabili con anarchici e compagni della sinistra, utilissimi per sopravvivere in clandestinità  in diversi luoghi, Parigi per prima, dove il "fuoriuscitismo" era presente in foltissimo gruppo. Oramai l'idea di andare in [[Spagna]] é però tramontata, perché la sconfitta degli antifranchisti é imminente e inevitabile, ma ciò non gli impedisce di proseguire nel suo attivismo anarchico: collabora con «[[L'Adunata dei Refrattari]]», [[stampa anarchica|giornale anarchico]] degli italo-americani di New York, con cui attacca veementemente Mussolini, difende [[Aldo Fiamberri]], anarchico accusato ingiustamente di un attentato all'''Etoile'' di Parigi (maggio [[1937]]), non risparmiando i [[comunismo|comunisti]] e la sinistra moderata. <ref name="dizionario1">Dizionario BIografico degli Anarchici, Tomo II, pag 595</ref>
La sua "proficua frequentazione" delle carceri gli aveva permesso di contrarre legami stabili con anarchici e compagni della sinistra, utilissimi per sopravvivere in clandestinità  in diversi luoghi, Parigi per prima, dove il "fuoriuscitismo" era presente in foltissimo gruppo. Oramai l'idea di andare in [[Spagna]] è però tramontata, perché la sconfitta degli antifranchisti è imminente e inevitabile, ma ciò non gli impedisce di proseguire nel suo attivismo anarchico: collabora con «[[L'Adunata dei Refrattari]]», [[stampa anarchica|giornale anarchico]] degli italo-americani di New York, con cui attacca veementemente Mussolini, difende [[Aldo Fiamberri]], anarchico accusato ingiustamente di un attentato all'''Etoile'' di Parigi (maggio [[1937]]), non risparmiando i [[comunismo|comunisti]] e la sinistra moderata. <ref name="dizionario1">Dizionario BIografico degli Anarchici, Tomo II, pag 595</ref>


L'esilio non é però facile, poiché questo é un periodo in cui anche in [[Francia]] sono state promulgate leggi speciali sugli stranieri, con conseguenti internamenti presso i campi di concentramento del posto, per arginare gli effetti della ''[[la Retirada|Retirada]]'' dei miliziani [[antifascismo|antifascisti]] dalla [[Spagna]] verso la [[Francia]]: tali regolamenti ''ad hoc'' furono rivolti pure contro i francesi, per cui per chi si trovava nella situazione di Taddei l'unica possibilità  di rimanere in [[libertà ]] é l'espatrio negli [[USA]]. Ezio Taddei, infatti, pur senza passaporto, sceglie questa strada e si imbarca clandestinamente, e senza bagaglio, sul ''Normandie'' con destinazione  New York.
L'esilio non è però facile, poiché questo è un periodo in cui anche in [[Francia]] sono state promulgate leggi speciali sugli stranieri, con conseguenti internamenti presso i campi di concentramento del posto, per arginare gli effetti della ''[[la Retirada|Retirada]]'' dei miliziani [[antifascismo|antifascisti]] dalla [[Spagna]] verso la [[Francia]]: tali regolamenti ''ad hoc'' furono rivolti pure contro i francesi, per cui per chi si trovava nella situazione di Taddei l'unica possibilità  di rimanere in [[libertà ]] è l'espatrio negli [[USA]]. Ezio Taddei, infatti, pur senza passaporto, sceglie questa strada e si imbarca clandestinamente, e senza bagaglio, sul ''Normandie'' con destinazione  New York.


===Negli USA: Arthur Miller, Carlo Tresca e l'attività  di scrittore===
===Negli USA: Arthur Miller, Carlo Tresca e l'attività  di scrittore===
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*''Il dissidentismo fascista. Pisa e il caso Santini 1923-1925'', Bonacci, 1983
*''Il dissidentismo fascista. Pisa e il caso Santini 1923-1925'', Bonacci, 1983
*''Il delitto Matteotti. Affarismo e politica nel primo governo Mussolini'' Il Mulino - 1997
*''Il delitto Matteotti. Affarismo e politica nel primo governo Mussolini'' Il Mulino - 1997
</ref>, in cui sostiene che [[Carlo Tresca|Tresca]] sia stato ucciso perché non voleva che i fascisti e gli amici dei mafiosi, riciclatisi in chiave [[antifascismo|antifascista]] dopo che avevano compreso la caduta prossima del Duce, potessero trovarsi nella ''[[Mazzini Society]]'' fianco a fianco di sinceri antifascisti e svolgere la loro attività  di provocatori e deviatori della natura ostile al fascismo dell'organizzazione. Tresca invece non era contrario all'entrata nella [[Mazzini Society]] di dei [[comunismo|comunisti]], anche stalinisti come [[Vittorio Vidali]] ([[Armando Borghi]] invece apparteneva allo spezzone anarchico che si opponeva alla costituzione di un fronte unitario antifascista), che si conoscevano dal tempo delle lotte antifasciste degli anni '20. Non a caso si tenterà  di attribuire proprio a Vidali l'omicidio di Tresca al fine di spezzare l'unità  [[antifascismo|antifascista]]. Tresca aveva in particolare individuato in Generoso Pope, che Taddei riteneva fosse il mandante dell'omicidio <ref>Le indagini sul "[[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|Caso Tresca]]" indicano Vito Genovese quale mandante dell'omicidio, mentre Tirrena, sorella di Ezio, afferma che per il fratello il mandante era Pope. Le due affermazioni non son per nulla contraddittorie visto i legami del gruppo mafioso affaristico e quindi politico formato da Pope, il "galantuomo", ed i vari Frank Costello, Lucky Luciano, Vito Genovese e i criminali conosciuti, ma pressoché intoccabili anche per via di certi favori fatti all'«ordine costituito». In sostanza l'assassinio fuoriuscì da accordi fra Pope e Genovese, anche se il mandante riconosciuto secondo la documentazione di Mauro Canali, e altri, é Vito Genovese, uomo in grado di poter impartire ordini a figuri come Carmine Galante e Frank Garofalo. Inoltre il Genovese aveva un vecchio debito di riconoscenza verso il "duce", già  in parte pagato elargendo i fondi per tirar su la casa del fascio di Nola, ed eliminare un [[antifascismo|antifascista]] "pericoloso" come Tresca era proprio un modo per pagare definitivamente il debito.</ref>, amico di Lucky Luciano e Frank Costello <ref name="costello">[http://it.wikipedia.org/wiki/Frank_Costello Iter mafioso di Frank Costello]</ref>, ci cui era anche padrino di un suo figlio, uno dei principali falsi antifascisti che cercavano di infiltrarsi negli ambienti [[antifascismo|antifascisti]].
</ref>, in cui sostiene che [[Carlo Tresca|Tresca]] sia stato ucciso perché non voleva che i fascisti e gli amici dei mafiosi, riciclatisi in chiave [[antifascismo|antifascista]] dopo che avevano compreso la caduta prossima del Duce, potessero trovarsi nella ''[[Mazzini Society]]'' fianco a fianco di sinceri antifascisti e svolgere la loro attività  di provocatori e deviatori della natura ostile al fascismo dell'organizzazione. Tresca invece non era contrario all'entrata nella [[Mazzini Society]] di dei [[comunismo|comunisti]], anche stalinisti come [[Vittorio Vidali]] ([[Armando Borghi]] invece apparteneva allo spezzone anarchico che si opponeva alla costituzione di un fronte unitario antifascista), che si conoscevano dal tempo delle lotte antifasciste degli anni '20. Non a caso si tenterà  di attribuire proprio a Vidali l'omicidio di Tresca al fine di spezzare l'unità  [[antifascismo|antifascista]]. Tresca aveva in particolare individuato in Generoso Pope, che Taddei riteneva fosse il mandante dell'omicidio <ref>Le indagini sul "[[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|Caso Tresca]]" indicano Vito Genovese quale mandante dell'omicidio, mentre Tirrena, sorella di Ezio, afferma che per il fratello il mandante era Pope. Le due affermazioni non son per nulla contraddittorie visto i legami del gruppo mafioso affaristico e quindi politico formato da Pope, il "galantuomo", ed i vari Frank Costello, Lucky Luciano, Vito Genovese e i criminali conosciuti, ma pressoché intoccabili anche per via di certi favori fatti all'«ordine costituito». In sostanza l'assassinio fuoriuscì da accordi fra Pope e Genovese, anche se il mandante riconosciuto secondo la documentazione di Mauro Canali, e altri, è Vito Genovese, uomo in grado di poter impartire ordini a figuri come Carmine Galante e Frank Garofalo. Inoltre il Genovese aveva un vecchio debito di riconoscenza verso il "duce", già  in parte pagato elargendo i fondi per tirar su la casa del fascio di Nola, ed eliminare un [[antifascismo|antifascista]] "pericoloso" come Tresca era proprio un modo per pagare definitivamente il debito.</ref>, amico di Lucky Luciano e Frank Costello <ref name="costello">[http://it.wikipedia.org/wiki/Frank_Costello Iter mafioso di Frank Costello]</ref>, ci cui era anche padrino di un suo figlio, uno dei principali falsi antifascisti che cercavano di infiltrarsi negli ambienti [[antifascismo|antifascisti]].


Taddei si espone pubblicamente dichiarando di essere pronto a testimoniare contro quelli che riteneva fossero gli assassini del suo amico, ma la magistratura non gli dà  credito. "Qualcun altro" (mafiosi? fascisti?) invece lo ritiene pericoloso, infatti Taddei subisce l'ostracismo e l'isolamento di molte persone e inoltre è costretto a subire molte minacce e vari danneggiamenti al suo appartamento. A questo punto ([[1945]]) capisce che gli [[USA]] non sono più un paese sicuro per lui e decide di rifare le valigie verso l'[[Italia]], anche perché oramai le [[autorità ]] americane intendono espellerlo verso l'[[Italia]] in quanto «Personalità  anarchiche|anarchico sovversivo».
Taddei si espone pubblicamente dichiarando di essere pronto a testimoniare contro quelli che riteneva fossero gli assassini del suo amico, ma la magistratura non gli dà  credito. "Qualcun altro" (mafiosi? fascisti?) invece lo ritiene pericoloso, infatti Taddei subisce l'ostracismo e l'isolamento di molte persone e inoltre è costretto a subire molte minacce e vari danneggiamenti al suo appartamento. A questo punto ([[1945]]) capisce che gli [[USA]] non sono più un paese sicuro per lui e decide di rifare le valigie verso l'[[Italia]], anche perché oramai le [[autorità ]] americane intendono espellerlo verso l'[[Italia]] in quanto «Personalità  anarchiche|anarchico sovversivo».
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Inizia in lui un cambiamento ideologico che lo porta ad iscriversi al PCI e a collaborare con «L'Unità » e «Vie nuove», dove pubblica articoli sul [[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|caso Tresca]], critica la [[democrazia]] americana, difende i coniugi Rosemberg, poi scrive il volumetto ''Vittorio Poccecai (biografia di un evaso dall'inferno di Tito)'', pubblicato dal PCI nella collana "I Titani" con prefazione di [[Vittorio Vidali]].
Inizia in lui un cambiamento ideologico che lo porta ad iscriversi al PCI e a collaborare con «L'Unità » e «Vie nuove», dove pubblica articoli sul [[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|caso Tresca]], critica la [[democrazia]] americana, difende i coniugi Rosemberg, poi scrive il volumetto ''Vittorio Poccecai (biografia di un evaso dall'inferno di Tito)'', pubblicato dal PCI nella collana "I Titani" con prefazione di [[Vittorio Vidali]].
L'impegno di Taddei nei confronti del PCI e della Russia di Stalin suscita non poche polemiche negli ambienti anarchici italiani:
L'impegno di Taddei nei confronti del PCI e della Russia di Stalin suscita non poche polemiche negli ambienti anarchici italiani:
:«Ad un certo momento tutto un complesso di gregarismo e di servitù volontaria si é fatto largo in lui, abbattendo le deboli resistenze libertarie, scoprendo, nella medaglia del carattere, dietro la maschera convulsa del rivoltoso, quella pacificata del funzionario di partito [...]Taddei glorifica ostentatamente il PCI come "ente metafisico" e presenta l'abbandono dell'anarchismo quasi come un passaggio dall'infanzia alla giovinezza, come faticoso raggiungimento di una maturità . È la forma peggiore della fobia antianarchica, una fobia avvelenata.» ([[Pier Carlo Masini]], «Il Libertario»,  1951)<ref name="dizionario2">Dizionario Biografico degli Anarchici, Tomo II, pag 595</ref>
:«Ad un certo momento tutto un complesso di gregarismo e di servitù volontaria si è fatto largo in lui, abbattendo le deboli resistenze libertarie, scoprendo, nella medaglia del carattere, dietro la maschera convulsa del rivoltoso, quella pacificata del funzionario di partito [...]Taddei glorifica ostentatamente il PCI come "ente metafisico" e presenta l'abbandono dell'anarchismo quasi come un passaggio dall'infanzia alla giovinezza, come faticoso raggiungimento di una maturità . È la forma peggiore della fobia antianarchica, una fobia avvelenata.» ([[Pier Carlo Masini]], «Il Libertario»,  1951)<ref name="dizionario2">Dizionario Biografico degli Anarchici, Tomo II, pag 595</ref>


Le crtiche però non gli impediscono di proseguire nella sua "nuova" vita. Insieme a [[Corrado Alvaro]], [[Francesco Jovine]] e [[Guido Piovene]], con cui ha stretto amicizia, scrive un lettera indirizzata al presidente Enrico De Nicola e pubblicata anche su molti giornali e non senza destare scandalo, in cui denuncia il comportamento degli statunitensi nei confronti dei "sovversivi" italiani e anche sul [[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|caso Tresca]].
Le crtiche però non gli impediscono di proseguire nella sua "nuova" vita. Insieme a [[Corrado Alvaro]], [[Francesco Jovine]] e [[Guido Piovene]], con cui ha stretto amicizia, scrive un lettera indirizzata al presidente Enrico De Nicola e pubblicata anche su molti giornali e non senza destare scandalo, in cui denuncia il comportamento degli statunitensi nei confronti dei "sovversivi" italiani e anche sul [[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|caso Tresca]].
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