Ettore Molinari: differenze tra le versioni

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Tornato in [[Italia]] alla fine del [[1891]], si dedica con grande impegno al servizio della ricerca scientifica e delle industrie chimiche: prima, a partire dal [[1892]], lavora come assistente di chimica inorganica presso la scuola superiore di agricoltura di Milano; nel [[1895]] viene assunto come chimico presso lo stabilimento tessile di G. Rossi. L'esperienza scientifica e politica non saranno mai due cose completamente separate: come anarchico e come chimico pensava che fosse propedeuticamente necessario sviluppare un'avanzata tecnologia che si ponesse alla base della [[rivoluzione sociale]] e della nuova società  umana che si voleva costruire. Proprio per questo motivo, nel [[1895]], egli è tra i fondatori della Società  chimica di Milano e dal [[1901]] al [[1916]] dirige la scuola di chimica della Società  di incoraggiamento d'arti e mestieri (SIAM) che darà  spazio a molti giovani laureati desiderosi di accrescere il proprio bagaglio formativo.  
Tornato in [[Italia]] alla fine del [[1891]], si dedica con grande impegno al servizio della ricerca scientifica e delle industrie chimiche: prima, a partire dal [[1892]], lavora come assistente di chimica inorganica presso la scuola superiore di agricoltura di Milano; nel [[1895]] viene assunto come chimico presso lo stabilimento tessile di G. Rossi. L'esperienza scientifica e politica non saranno mai due cose completamente separate: come anarchico e come chimico pensava che fosse propedeuticamente necessario sviluppare un'avanzata tecnologia che si ponesse alla base della [[rivoluzione sociale]] e della nuova società  umana che si voleva costruire. Proprio per questo motivo, nel [[1895]], egli è tra i fondatori della Società  chimica di Milano e dal [[1901]] al [[1916]] dirige la scuola di chimica della Società  di incoraggiamento d'arti e mestieri (SIAM) che darà  spazio a molti giovani laureati desiderosi di accrescere il proprio bagaglio formativo.  
[[File:Nella Giacomelli.jpg|thumb|[[Nella Giacomelli]]]]
[[File:Nella Giacomelli.jpg|thumb|[[Nella Giacomelli]]]]
Insieme a [[Giovanni Gavilli]] e [[Nella Giacomelli]], un'[[anarchica]] di Lodi, che era anche l'istitutrice dei suoi figli e diverrà  la sua compagna, nel [[1902]] partecipa alla fondazione della rivista ''[[Il Grido della folla]]''. Questo [[stampa libertaria|giornale]] rappresenterà  per molto tempo il principale luogo di elaborazione dell'[[anarco-individualismo|individualismo anarchico]] italiano, in particolare della tendenza [[pacifismo|pacifista]], [[Nonviolenza|non violenta]] e ostile all'[[illegalismo]]. Si battevano in favore di azioni individuali [[spontaneismo|spontaneiste]] che avrebbero portato all'avvento di una società  [[comunismo|comunista]] non organizzata. Insieme a [[Nella Giacomelli]], Molinari viene costantemente accusato dai suoi compagni di eccessiva rigidità , imgenerando numerosi conflitti con anarchici iper-individualisti come [[Libero Tancredi]], [[Gennaro D'Andrea]] e con lo stesso [[Giovanni Gavilli]]. Nel [[1906]] si concretizza la rottura tra [[Giovanni Gavilli]] e i cosiddetti "tetrarchi" del ''[[il Grido della folla]]'' (Molinari, Giacomelli, Riccioti Longhi e Manfredi), che porta questi ultimi a fondare «La Protesta Umana», mentre «Il Grido della folla», passato in gestione a Gavilli, cesserà  in breve tempo le pubblicazioni. Feroci diatribe verbali nascono però anche con [[Paolo Schicchi]], chiamato inizialmente alla direzione del nuovo [[stampa libertaria|giornale]]. In seguito [[Nella Giacomelli|Giacomelli]] e Molinari stringeranno proficui rapporti con [[Giuseppe Monanni]] e [[Leda Rafanelli]].
Insieme a [[Giovanni Gavilli]] e [[Nella Giacomelli]], un'[[anarchica]] di Lodi, che era anche l'istitutrice dei suoi figli e diverrà  la sua compagna, nel [[1902]] partecipa alla fondazione della rivista ''[[Il Grido della folla]]''. Questo [[stampa libertaria|giornale]] rappresenterà  per molto tempo il principale luogo di elaborazione dell'[[anarco-individualismo|individualismo anarchico]] italiano, in particolare della tendenza [[pacifismo|pacifista]], [[Nonviolenza|non violenta]] e ostile all'[[illegalismo]]. Si battevano in favore di azioni individuali [[spontaneismo|spontaneiste]] che avrebbero portato all'avvento di una società  [[comunismo|comunista]] non organizzata. Insieme a [[Nella Giacomelli]], Molinari viene costantemente accusato dai suoi compagni di eccessiva rigidità, imgenerando numerosi conflitti con anarchici iper-individualisti come [[Libero Tancredi]], [[Gennaro D'Andrea]] e con lo stesso [[Giovanni Gavilli]]. Nel [[1906]] si concretizza la rottura tra [[Giovanni Gavilli]] e i cosiddetti "tetrarchi" del ''[[il Grido della folla]]'' (Molinari, Giacomelli, Riccioti Longhi e Manfredi), che porta questi ultimi a fondare «La Protesta Umana», mentre «Il Grido della folla», passato in gestione a Gavilli, cesserà  in breve tempo le pubblicazioni. Feroci diatribe verbali nascono però anche con [[Paolo Schicchi]], chiamato inizialmente alla direzione del nuovo [[stampa libertaria|giornale]]. In seguito [[Nella Giacomelli|Giacomelli]] e Molinari stringeranno proficui rapporti con [[Giuseppe Monanni]] e [[Leda Rafanelli]].


L'impegno come anarchico non sarà  mai un ostacolo alla sua brillante carriera universitaria: dal [[1902]] viene incaricato dell'insegnamento di chimica generale e inorganica presso l'Istituto tecnico superiore, il futuro Politecnico di Milano; nel [[1904]] riceve la cattedra di chimica merceologica all'Università  commerciale Bocconi di Milano. L'[[1905|anno seguente]] diviene libero docente di chimica generale al Politecnico e nel [[1906]] direttore della nuova scuola professionale per l'industria di saponi e materie grasse.  
L'impegno come anarchico non sarà  mai un ostacolo alla sua brillante carriera universitaria: dal [[1902]] viene incaricato dell'insegnamento di chimica generale e inorganica presso l'Istituto tecnico superiore, il futuro Politecnico di Milano; nel [[1904]] riceve la cattedra di chimica merceologica all'Università  commerciale Bocconi di Milano. L'[[1905|anno seguente]] diviene libero docente di chimica generale al Politecnico e nel [[1906]] direttore della nuova scuola professionale per l'industria di saponi e materie grasse.  
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*Ibid., Divisione I, Liberi docenti, Serie II (1910-1930), b. 221
*Ibid., Divisione I, Liberi docenti, Serie II (1910-1930), b. 221
*R. Lepetit, E. M., in Giornale di chimica industriale ed applicata, VIII, novembre 1926, pp. 584 s.
*R. Lepetit, E. M., in Giornale di chimica industriale ed applicata, VIII, novembre 1926, pp. 584 s.
*P.C. Masini, Il giovane M., in Volontà , XXIX, novembre-dicembre 1976, pp. 469-476
*P.C. Masini, Il giovane M., in Volontà, XXIX, novembre-dicembre 1976, pp. 469-476
*Id., Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati, Milano 1981, pp. 199-201
*Id., Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati, Milano 1981, pp. 199-201
*''La scienza accademica nell'Italia post-unitaria. Discipline scientifiche e ricerca universitaria'', a cura di V. Ancarani, Milano 1989, p. 115
*''La scienza accademica nell'Italia post-unitaria. Discipline scientifiche e ricerca universitaria'', a cura di V. Ancarani, Milano 1989, p. 115
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