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[[File:Ernesto Bonomini.jpg|miniatura||Ernesto Bonomini]]
[[Ernesto Bonomini]] (Pozzolengo, [[18 marzo]] [[1903]] – Miami, [[6 luglio]] [[1986]]) è stato un [[anarchico]] italiano autore dell'omicidio di [[Nicola Bonservizi]] ([[1890]]-[[1924]]), corrispondente a Parigi de ''Il Popolo d'Italia'' e direttore della rivista di propaganda fascista ''Italie Nouvelle''.  
[[Ernesto Bonomini]] (Pozzolengo, [[18 marzo]] [[1903]] – Miami, [[6 luglio]] [[1986]]) è stato un [[anarchico]] italiano autore dell'omicidio di [[Nicola Bonservizi]] ([[1890]]-[[1924]]), corrispondente a Parigi de ''Il Popolo d'Italia'' e direttore della rivista di propaganda fascista ''Italie Nouvelle''.  


== Biografia ==
== Biografia ==
[[File:Ernesto Bonomini.jpg|miniatura|left|Ernesto Bonomini]]
 
=== La gioventù e l'emigrazione in Francia ===
=== La gioventù e l'emigrazione in Francia ===
Ernesto Bonomini nasce a Pozzolengo (BS) il [[18 marzo]] [[1903]] da Giuseppe (mugnaio) e Teresina Dolci. È ancora molto giovane quando comincia a frequentare i socialisti, dimostrandosi [[antimilitarista]] fervente. Sorpreso ripetutamente a cantare inni sovversivi e perquisito, emigra in Francia per evitare rappresaglie alla sua famiglia (“fatta responsabile delle sue azioni”).
Ernesto Bonomini nasce a Pozzolengo (BS) il [[18 marzo]] [[1903]] da Giuseppe (mugnaio) e Teresina Dolci. È ancora molto giovane quando comincia a frequentare i socialisti, dimostrandosi [[antimilitarista]] fervente. Sorpreso ripetutamente a cantare inni sovversivi e perquisito, emigra in Francia per evitare rappresaglie alla sua famiglia (“fatta responsabile delle sue azioni”).
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=== La guerra di Spagna ===
=== La guerra di Spagna ===
Alla fine di luglio [[1936]] Bonomini parte per Barcellona e in agosto è segnalato, insieme a [[Renato Castagnoli]], [[Celso Persici]], [[Bruno Bonturi]], [[Francesco Barbieri]] e [[Ludovico Rossi]], al valico di Port-Bou, dove, in veste di “commissario di frontiera”, controlla gli ingressi e le uscite dalla Spagna. Il [[16 ottobre]] rende un commosso, fraterno omaggio, su «[[Le Libertaire]]» di Parigi, all'anarchico francese [[Louis-Emile Cottin]], autore di un attentato a Clemenceau, caduto a Farlete (Huesca) otto giorni prima. Raggiunto dalla sua compagna a Barcellona il [[4 novembre]], Bonomini è oggetto, due settimane dopo, di un telegramma, con il quale la polizia fascista informa i prefetti italiani che Bonomini lavora in Spagna per la [[FAIB]] e li invita a vigilare su un suo possibile rientro. Il [[14 aprile]] [[1937]] Bonomini mette in guardia i correligionari dall'offensiva antianarchica, avviata dai comunisti in Spagna con “l'intenzione di rieditare il tradimento di Kronstadt e dell'Ucraina libertaria”, e denuncia gli arresti dei compagni [[Umberto Tommasini|Tommasini]], [[Cimadori]], [[Gino Bibbi|Bibbi]] e [[Fontana]] e le uccisioni di molti anarchici spagnoli. Al principio di maggio [[1937]] Bonomini sfugge casualmente alla liquidazione fisica da parte dei comunisti, che assassinano [[Camillo Berneri]] e [[Francesco Barbieri]], suoi compagni di idee e di casa. Dato più volte per ferito e fucilato, Bonomini scrive il [[16 agosto]] [[1937]] su «Guerra di classe» di Barcellona di essere rimasto in Spagna, malgrado il pericolo di essere trucidato dagli stalinisti, perché non intende abbandonare la rivoluzione spagnola «al suo tragico destino» e vuole «affrontare e sfidare il nemico sul terreno da lui scelto per distruggerci»: «la forza degli anarchici spagnoli» – aggiunge – «rimane intatta e le adesioni al movimento libertario vanno crescendo». Il [[28 agosto]] Bonomini osserva in un altro articolo che nel luglio [[1936]] gli anarchici hanno confuso, «disgraziatamente», la rivoluzione totalitaria con la dittatura anarchica, temendo di violare i «sacrosanti principi dirigendo con una mano di ferro la rivolta popolare». Nel novembre [[1937]] Bonomini torna sulla situazione spagnola, menziona i rivoluzionari francesi, inglesi, tedeschi, americani, russi e bulgari, giunti in Spagna dopo le giornate del luglio [[1936]] e arrestati dopo i fatti del maggio [[1937]], e difende dalle calunnie l'anarchico [[Joaquín Ascaso]], ex presidente del disciolto Consiglio di difesa dell'Aragona. Qualche mese dopo lascia Barcellona.
Alla fine di luglio [[1936]] Bonomini parte per Barcellona e in agosto è segnalato, insieme a [[Renato Castagnoli]], [[Celso Persici]], [[Bruno Bonturi]], [[Francesco Barbieri]] e [[Ludovico Rossi]], al valico di Port-Bou, dove, in veste di “commissario di frontiera”, controlla gli ingressi e le uscite dalla Spagna. Il [[16 ottobre]] rende un commosso, fraterno omaggio, su «[[Le Libertaire]]» di Parigi, all'anarchico francese [[Louis-Emile Cottin]], autore di un attentato a Clemenceau, caduto a Farlete (Huesca) otto giorni prima. Raggiunto dalla sua compagna a Barcellona il [[4 novembre]], Bonomini è oggetto, due settimane dopo, di un telegramma, con il quale la polizia fascista informa i prefetti italiani che Bonomini lavora in Spagna per la [[FAIB]] e li invita a vigilare su un suo possibile rientro. Il [[14 aprile]] [[1937]] Bonomini mette in guardia i correligionari dall'offensiva anti-anarchica, avviata dai comunisti in Spagna con “l'intenzione di rieditare il tradimento di Kronstadt e dell'Ucraina libertaria”, e denuncia gli arresti dei compagni [[Umberto Tommasini|Tommasini]], [[Cimadori]], [[Gino Bibbi|Bibbi]] e [[Fontana]] e le uccisioni di molti anarchici spagnoli. Al principio di maggio [[1937]] Bonomini sfugge casualmente alla liquidazione fisica da parte dei comunisti, che assassinano [[Camillo Berneri]] e [[Francesco Barbieri]], suoi compagni di idee e di casa. Dato più volte per ferito e fucilato, Bonomini scrive il [[16 agosto]] [[1937]] su «Guerra di classe» di Barcellona di essere rimasto in Spagna, malgrado il pericolo di essere trucidato dagli stalinisti, perché non intende abbandonare la rivoluzione spagnola «al suo tragico destino» e vuole «affrontare e sfidare il nemico sul terreno da lui scelto per distruggerci»: «la forza degli anarchici spagnoli» – aggiunge – «rimane intatta e le adesioni al movimento libertario vanno crescendo». Il [[28 agosto]] Bonomini osserva in un altro articolo che nel luglio [[1936]] gli anarchici hanno confuso, «disgraziatamente», la rivoluzione totalitaria con la dittatura anarchica, temendo di violare i «sacrosanti principi dirigendo con una mano di ferro la rivolta popolare». Nel novembre [[1937]] Bonomini torna sulla situazione spagnola, menziona i rivoluzionari francesi, inglesi, tedeschi, americani, russi e bulgari, giunti in Spagna dopo le giornate del luglio [[1936]] e arrestati dopo i fatti del maggio [[1937]], e difende dalle calunnie l'anarchico [[Joaquín Ascaso]], ex presidente del disciolto Consiglio di difesa dell'Aragona. Qualche mese dopo lascia Barcellona.


=== Dalla Francia al Belgio ===
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