Elena Quinteros: differenze tra le versioni

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Nel [[1975]] è presente a Buenos Aires al congresso fondativo del ''[[Partido por la Victoria del Pueblo]]'' (PVP), un'organizzazione fondata inizialmente su una particolare interpretazione [[Che Guevara|guevarista]] dell'[[anarchismo]] ma che in seguito prenderà  una chiara impronta [[marxista]]. Entrata a far parte del primo direttivo del PVP, lo stesso anno stesso le viene ritirata la licenza d'insegnamento su  espressa richiesta delle Forze Militari Congiunte.
Nel [[1975]] è presente a Buenos Aires al congresso fondativo del ''[[Partido por la Victoria del Pueblo]]'' (PVP), un'organizzazione fondata inizialmente su una particolare interpretazione [[Che Guevara|guevarista]] dell'[[anarchismo]] ma che in seguito prenderà  una chiara impronta [[marxista]]. Entrata a far parte del primo direttivo del PVP, lo stesso anno stesso le viene ritirata la licenza d'insegnamento su  espressa richiesta delle Forze Militari Congiunte.
===Sequestro e scomparsa ===
===Sequestro e scomparsa ===
Il [[26 giugno]] [[1976]], Elena Quinteros è arrestata e trasferita nel centro di torture “300 Carlos”, dipendente della I Divisione dell'Esercito. Il suo arresto rientrava nell'ambito della cosiddetta [http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Condor#Attuazione_nei_vari_stati Operazione Condor], che faceva parte di un piano guidato dagli [[USA]] contro gli ambienti [[anti-capitalismo|anticapitalistici]] ed attuato in diversi paesi del Sudamerica (Cile, Argentina, Bolivia, Brasile, Perù, Paraguay e Uruguay.).
Il [[26 giugno]] [[1976]], Elena Quinteros è arrestata e trasferita nel centro di torture “300 Carlos”, dipendente della I Divisione dell'Esercito. Il suo arresto rientrava nell'ambito della cosiddetta [http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Condor#Attuazione_nei_vari_stati Operazione Condor], che faceva parte di un piano guidato dagli [[USA]] contro gli ambienti [[anti-capitalismo|anticapitalistici]] ed attuato in diversi paesi del Sudamerica (Cile, Argentina, Bolivia, Brasile, Perù, Paraguay e Uruguay.).


Nella mattina del [[28 giugno]], si fa condurre nei pressi dell'Ambasciata del [[Venezuela]] con la scusa di cercare un contatto. Lì tenta una fuga, correndo e poi saltando il muro dell'Ambasciata con l'intento di entrare nell'edificio dell'ambasciata. Elena grida disperatamente il suo nome chiedendo asilo, ma nonostante il personale dell'ambasciata avesse cercata di aiutarla, i militari riusciranno a portarla via anche grazie alla complicità  della [[polizia]] che vigilava sull'Ambasciata. Durante la lotta per catturarla ed introdurla in macchina, Elena si rompe una gamba ma viene ugualmente inviata al Batallón de Infantería Nº 13, identificata con il Nº 2537 e sottoposta a torture selvagge, secondo quanto dichiarato dagli altri prigionieri politici detenuti.  
Nella mattina del [[28 giugno]], si fa condurre nei pressi dell'Ambasciata del [[Venezuela]] con la scusa di cercare un contatto. Lì tenta una fuga, correndo e poi saltando il muro dell'Ambasciata con l'intento di entrare nell'edificio dell'ambasciata. Elena grida disperatamente il suo nome chiedendo asilo, ma nonostante il personale dell'ambasciata avesse cercata di aiutarla, i militari riusciranno a portarla via anche grazie alla complicità  della [[polizia]] che vigilava sull'Ambasciata. Durante la lotta per catturarla ed introdurla in macchina, Elena si rompe una gamba ma viene ugualmente inviata al Batallón de Infantería Nº 13, identificata con il Nº 2537 e sottoposta a torture selvagge, secondo quanto dichiarato dagli altri prigionieri politici detenuti.  
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Nell'ottobre del [[2002]], il giudice Eduardo Cavalli ha incontrato l'ex-vice Cancelliere Juan Carlos Blanco, responsabile in prima istanza per la scomparsa di Elena Quinteros e lo ha rinviato a processo con l'accusa di sequestro. Arrestato preventivamente, è stato rilasciato il [[9 maggio]] del [[2003]]. Juan Carlos Blanco sarà  poi arrestato per l'uccisione di altri oppositori alla dittatura.
Nell'ottobre del [[2002]], il giudice Eduardo Cavalli ha incontrato l'ex-vice Cancelliere Juan Carlos Blanco, responsabile in prima istanza per la scomparsa di Elena Quinteros e lo ha rinviato a processo con l'accusa di sequestro. Arrestato preventivamente, è stato rilasciato il [[9 maggio]] del [[2003]]. Juan Carlos Blanco sarà  poi arrestato per l'uccisione di altri oppositori alla dittatura.


Il [[13 maggio]] [[2008]] la Scuola N° 181 di Primo Grado di Montevideo ha cambiato nome in “Maestra Elena Quinteros”.
Il [[13 maggio]] [[2008]] la Scuola N° 181 di Primo Grado di Montevideo ha cambiato nome in “Maestra Elena Quinteros”.


== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*Raul Olivera, Raul e Sara Méndez, ''Secuestro en la Embajada. El caso de la maestra Elena Quinteros'', Ediciones de la cátedra de Derechos Humanos “Tota Quinteros” de FUCVAM, Montevideo, 2004.
*Raul Olivera, Raul e Sara Méndez, ''Secuestro en la Embajada. El caso de la maestra Elena Quinteros'', Ediciones de la cátedra de Derechos Humanos “Tota Quinteros” de FUCVAM, Montevideo, 2004.
*Hugo Cores, ''Memorias de la Resistencia'', Ediciones de la Banda Oriental, Montevideo, 2002.
*Hugo Cores, ''Memorias de la Resistencia'', Ediciones de la Banda Oriental, Montevideo, 2002.
*Ignacio Martinez, ''Tiene la palabra Tota Quinteros'', Editorial COMPAÑERO, Montevideo, 1993
*Ignacio Martinez, ''Tiene la palabra Tota Quinteros'', Editorial COMPAÑERO, Montevideo, 1993
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