Elena Quinteros: differenze tra le versioni

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=== L'anarchismo ===
=== L'anarchismo ===


Nel [[1966]], a 21 anni, consegue il diploma di insegnante e inizia lavorare in una [[scuola]] di Pando, nel dipartimento di Canelones. A metà dello stesso anno, entra a far parte [[Federazione Anarchica Uruguayana]] (FAU), militando in quella che era una gemmazione della stessa: la ''[[Resistencia Obrero-Estudiantil]]'' (ROE). Il [[16 novembre]] [[1967]] è arrestata una prima volta, ma poi rilasciata il giorno successivo. Nell'ottobre del [[1969]] è nuovamente arrestata, processata e trattenuta in [[carcere]] fino all'ottobre [[1970]].  
Nel [[1966]], a 21 anni, consegue il diploma di insegnante e inizia lavorare in una [[scuola]] di Pando, nel dipartimento di Canelones. A metà dello stesso anno, entra a far parte [[Federazione Anarchica Uruguayana]] (FAU), militando in quella che era una gemmazione della stessa: la ''[[Resistencia Obrero-Estudiantil]]'' (ROE). Il [[16 novembre]] [[1967]] è arrestata una prima volta, ma poi rilasciata il giorno successivo. Nell'ottobre del [[1969]] è nuovamente arrestata, processata e trattenuta in [[carcere]] fino all'ottobre [[1970]].  


Nel [[1975]] è presente a Buenos Aires al congresso fondativo del ''[[Partido por la Victoria del Pueblo]]'' (PVP), un'organizzazione fondata inizialmente su una particolare interpretazione [[Che Guevara|guevarista]] dell'[[anarchismo]] ma che in seguito prenderà una chiara impronta [[marxista]]. Entrata a far parte del primo direttivo del PVP, lo stesso anno stesso le viene ritirata la licenza d'insegnamento su espressa richiesta delle Forze Militari Congiunte.
Nel [[1975]] è presente a Buenos Aires al congresso fondativo del ''[[Partido por la Victoria del Pueblo]]'' (PVP), un'organizzazione fondata inizialmente su una particolare interpretazione [[Che Guevara|guevarista]] dell'[[anarchismo]] ma che in seguito prenderà una chiara impronta [[marxista]]. Entrata a far parte del primo direttivo del PVP, lo stesso anno stesso le viene ritirata la licenza d'insegnamento su espressa richiesta delle Forze Militari Congiunte.
===Sequestro e scomparsa ===
===Sequestro e scomparsa ===
Il [[26 giugno]] [[1976]], Elena Quinteros è arrestata e trasferita nel centro di torture “300 Carlos”, dipendente della I Divisione dell'Esercito. Il suo arresto rientrava nell'ambito della cosiddetta [http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Condor#Attuazione_nei_vari_stati Operazione Condor], che faceva parte di un piano guidato dagli [[USA]] contro gli ambienti [[anti-capitalismo|anticapitalistici]] ed attuato in diversi paesi del Sudamerica (Cile, Argentina, Bolivia, Brasile, Perù, Paraguay e Uruguay.).
Il [[26 giugno]] [[1976]], Elena Quinteros è arrestata e trasferita nel centro di torture “300 Carlos”, dipendente della I Divisione dell'Esercito. Il suo arresto rientrava nell'ambito della cosiddetta [http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Condor#Attuazione_nei_vari_stati Operazione Condor], che faceva parte di un piano guidato dagli [[USA]] contro gli ambienti [[anti-capitalismo|anticapitalistici]] ed attuato in diversi paesi del Sudamerica (Cile, Argentina, Bolivia, Brasile, Perù, Paraguay e Uruguay.).


Nella mattina del [[28 giugno]], si fa condurre nei pressi dell'Ambasciata del [[Venezuela]] con la scusa di cercare un contatto. Lì tenta una fuga, correndo e poi saltando il muro dell'Ambasciata con l'intento di entrare nell'edificio dell'ambasciata. Elena grida disperatamente il suo nome chiedendo asilo, ma nonostante il personale dell'ambasciata avesse cercata di aiutarla, i militari riusciranno a portarla via anche grazie alla complicità della [[polizia]] che vigilava sull'Ambasciata. Durante la lotta per catturarla ed introdurla in macchina, Elena si rompe una gamba ma viene ugualmente inviata al Batallón de Infantería Nº 13, identificata con il Nº 2537 e sottoposta a torture selvagge, secondo quanto dichiarato dagli altri prigionieri politici detenuti.  
Nella mattina del [[28 giugno]], si fa condurre nei pressi dell'Ambasciata del [[Venezuela]] con la scusa di cercare un contatto. Lì tenta una fuga, correndo e poi saltando il muro dell'Ambasciata con l'intento di entrare nell'edificio dell'ambasciata. Elena grida disperatamente il suo nome chiedendo asilo, ma nonostante il personale dell'ambasciata avesse cercata di aiutarla, i militari riusciranno a portarla via anche grazie alla complicità della [[polizia]] che vigilava sull'Ambasciata. Durante la lotta per catturarla ed introdurla in macchina, Elena si rompe una gamba ma viene ugualmente inviata al Batallón de Infantería Nº 13, identificata con il Nº 2537 e sottoposta a torture selvagge, secondo quanto dichiarato dagli altri prigionieri politici detenuti.  


L'ambasciatore del [[Venezuela]] in [[Uruguay]], Julio Ramos, contatta immediatamente il Ministero delle Relazioni Esterne uruguayano, denunciando l'avvenuto sequestro della donna nel suo territorio. Il [[3 luglio]] si riunisce il Consiglio di Sicurezza Nazionale dell'Uruguay in merito alla richiesta dei venezuelani, tuttavia il consiglio decide di non consegnare loro la donna, esplicitando così il fatto che il destino dell'[[anarchica]] fosse segnato.  
L'ambasciatore del [[Venezuela]] in [[Uruguay]], Julio Ramos, contatta immediatamente il Ministero delle Relazioni Esterne uruguayano, denunciando l'avvenuto sequestro della donna nel suo territorio. Il [[3 luglio]] si riunisce il Consiglio di Sicurezza Nazionale dell'Uruguay in merito alla richiesta dei venezuelani, tuttavia il consiglio decide di non consegnare loro la donna, esplicitando così il fatto che il destino dell'[[anarchica]] fosse segnato.  


Questo fatto ingenererà un incidente diplomatico tra i due paesi e porterà alla rottura delle relazioni tra loro a partire dal [[5 luglio]].
Questo fatto ingenererà un incidente diplomatico tra i due paesi e porterà alla rottura delle relazioni tra loro a partire dal [[5 luglio]].


== Attualità ==
== Attualità ==
Nell'ottobre del [[2002]], il giudice Eduardo Cavalli ha incontrato l'ex-vice Cancelliere Juan Carlos Blanco, responsabile in prima istanza per la scomparsa di Elena Quinteros e lo ha rinviato a processo con l'accusa di sequestro. Arrestato preventivamente, è stato rilasciato il [[9 maggio]] del [[2003]]. Juan Carlos Blanco sarà poi arrestato per l'uccisione di altri oppositori alla dittatura.
Nell'ottobre del [[2002]], il giudice Eduardo Cavalli ha incontrato l'ex-vice Cancelliere Juan Carlos Blanco, responsabile in prima istanza per la scomparsa di Elena Quinteros e lo ha rinviato a processo con l'accusa di sequestro. Arrestato preventivamente, è stato rilasciato il [[9 maggio]] del [[2003]]. Juan Carlos Blanco sarà poi arrestato per l'uccisione di altri oppositori alla dittatura.


Il [[13 maggio]] [[2008]] la Scuola N° 181 di Primo Grado di Montevideo ha cambiato nome in “Maestra Elena Quinteros”.
Il [[13 maggio]] [[2008]] la Scuola N° 181 di Primo Grado di Montevideo ha cambiato nome in “Maestra Elena Quinteros”.
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