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[[File:Dorothy75.jpg|thumb|right|200px|Dorothy Parker]]'''Dorothy Parker''' (Long Branch, New Jersey, [[22 agosto]] [[1893]] - New York City, [[7 giugno]] [[1967]]), il cui vero nome era '''Dorothy Rothschild''', è stata una scrittrice, umorista e militante politica statunitense. | [[File:Dorothy75.jpg|thumb|right|200px|Dorothy Parker]]'''Dorothy Parker''' (Long Branch, New Jersey, [[22 agosto]] [[1893]] - New York City, [[7 giugno]] [[1967]]), il cui vero nome era '''Dorothy Rothschild''', è stata una scrittrice, umorista e militante politica statunitense. | ||
Emblema della New York pazza e spensierata degli anni '20, Dorothy Parker è stato in realtà | Emblema della New York pazza e spensierata degli anni '20, Dorothy Parker è stato in realtà un personaggio complesso e profondo, la cui attenta sensibilità, il cui senso di auto-distruzione e la propria cruda coscienza di donna, hanno reso una grande scrittrice. <ref>Alcune informazioni biografiche sono tratte dall'introduzione di Fernanda Pivano al libro ''Il mio mondo è qui'', Bompiani</ref> | ||
== Biografia == | == Biografia == | ||
Figlia di una donna di origine scozzese e di un uomo di origine ebraica tedesca, Dorothy diventa orfana di madre a pochi anni. La ragazza cresce in un ambiente culturalmente stimolante e nel più raffinato quartiere di Manhattan, l'''Upper West Side''. Sin dall'adolescenza sviluppa un'acuta sensibilità | Figlia di una donna di origine scozzese e di un uomo di origine ebraica tedesca, Dorothy diventa orfana di madre a pochi anni. La ragazza cresce in un ambiente culturalmente stimolante e nel più raffinato quartiere di Manhattan, l'''Upper West Side''. Sin dall'adolescenza sviluppa un'acuta sensibilità ed una profonda coscienza sociale. | ||
Dopo gli studi, nel [[1917]], cerca lavoro come giornalista inviando delle poesie alla nota rivista «Vanity Fair». L'anno seguente ottiene grande successo la sua rubrica di critica teatrale su «Vogue», a cui segue un'apprezzata collaborazione, durata dalla metà | Dopo gli studi, nel [[1917]], cerca lavoro come giornalista inviando delle poesie alla nota rivista «Vanity Fair». L'anno seguente ottiene grande successo la sua rubrica di critica teatrale su «Vogue», a cui segue un'apprezzata collaborazione, durata dalla metà degli anni '20 fino i primi "anni '30", con il celebre giornale «The New Yorker». Qui pubblica racconti di squisita finezza, in cui dileggia la fatua realtà che la circonda, ma di cui è anche partecipe, in qualità di intrattenitrice della famosa "Tavola Rotonda" dell'Algonquin (un rinomato hotel di New York), uno stravagante circolo letterario in cui, dal [[1919]] fino al [[1929]] circa, scrittori e commediografi, come Robert Benchley, George Kaufman e Edna Ferber, si riuniscono per bere e folleggiare secondo la moda dell'epoca. Al contempo figlia e critica del suo tempo, la Parker diventa vittima della sua coscienza, e si rifugia, oltre che nella scrittura, nell'alcol e negli amori facili. La [[letteratura]] resterà comunque la sua più grande e raffinata "valvola di sfogo". | ||
I suoi racconti sono cofanetti di lucente perfidia e di delirante malinconia, in dui descrive la Donna al massimo della sua Insicurezza, e la Società | I suoi racconti sono cofanetti di lucente perfidia e di delirante malinconia, in dui descrive la Donna al massimo della sua Insicurezza, e la Società al peggio delle sue Contraddizioni. È il lato politico dei suoi testi quello meno noto: in racconti come ''Vestire gli ignudi'' la Parker schernisce con beffardo cinismo la classe più agiata e si schiera con quella dei più deboli, in ''Una certa signora'' mette a tappeto i parvenu arricchiti, mentre in ''Composizione in bianco e nero'' prende in giro il [[razzismo]] latente degli "pseudo-liberali". Il suo modo di vivere indipendente e sfrontato, nonché il tipo di Donna descritta nei suoi racconti, sono chiare dichiarazioni pro-[[femminismo|femministe]]. Il suo impegno politico comincia a destare scalpore quando, a partire dal [[1922]], organizza manifestazioni e firma domande di grazia a favore della causa di [[Sacco e Vanzetti]]. Espresse crtiche radicali al [[medicina sociale|sistema medico]], sostenendo che nella [[medicina sociale|medicina]] clinica la relazione paziente (passivo) \ medico (attivo) crea una [[gerarchia]] di esperti che difficilmente può conciliarsi con gli obiettivi libertari, ugualitari e [[democrazia|democratici]]. | ||
Con la Grande Depressione del [[1929]], la spensieratezza dell'"Età | Con la Grande Depressione del [[1929]], la spensieratezza dell'"Età del jazz" finisce. Nel [[1934]] Dorothy Parker si trasferisce a Los Angeles, dove comincia una proficua attività di sceneggiatrice cinematografica col suo secondo marito, l'attore e scrittore Alan Campbell. La vita agiata di questo periodo non le impedirà di fare un passo pericoloso per la sua carriera. Nel [[1937]] infatti, quando in [[Spagna]] comincia la [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Guerra Civile]], Dorothy Parker vi si reca come corrispondente per la rivista di sinistra ''The New Masses''. Fervente fiancheggiatrice delle azioni lealiste (sostenute dai Sindacati, dai Comunisti e dall'Unione Sovietica) che attaccano l'oppressione dell'esercito di [[Francisco Franco|Franco]], al suo ritorno la scrittrice viene tacciata di essere una «simpatizzante comunista», ed il suo contratto ad Hollywood venne immediatamente strappato. | ||
Nonostante la pubblicazione di un suo nuovo libro di racconti nel [[1939]], dal titolo ''Here Lies'' (in [[Italia]] tradotto come "Il mio mondo è qui"), ottenga grande successo, la stampa e la parte più conservatrice del Paese la sottopongono ad un fastidioso ostracismo. Nel frattempo ella continua a scrivere, e partecipa alle manifestazioni della "[[Lega Antinazista]]" che vuole fronteggiare l'espansione dell'impero di [[Adolf Hitler]] in Europa. La sua vita personale intanto crolla: l'alcolismo e la depressione l'attanagliano sempre di più, il suo caro amico Robert Benchley muore di cirrosi nel [[1945]], e le incomprensioni con suo marito, che l'aveva lasciata per andare al fronte, la spingono al divorzio e ad una successiva riconciliazione qualche tempo dopo. | Nonostante la pubblicazione di un suo nuovo libro di racconti nel [[1939]], dal titolo ''Here Lies'' (in [[Italia]] tradotto come "Il mio mondo è qui"), ottenga grande successo, la stampa e la parte più conservatrice del Paese la sottopongono ad un fastidioso ostracismo. Nel frattempo ella continua a scrivere, e partecipa alle manifestazioni della "[[Lega Antinazista]]" che vuole fronteggiare l'espansione dell'impero di [[Adolf Hitler]] in Europa. La sua vita personale intanto crolla: l'alcolismo e la depressione l'attanagliano sempre di più, il suo caro amico Robert Benchley muore di cirrosi nel [[1945]], e le incomprensioni con suo marito, che l'aveva lasciata per andare al fronte, la spingono al divorzio e ad una successiva riconciliazione qualche tempo dopo. |