Difesa di Parma del 1922: differenze tra le versioni

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*'''Giovanni Botti''', segretario del PNF parmense nel periodo considerato.
*'''Giovanni Botti''', segretario del PNF parmense nel periodo considerato.
*'''[[Roberto Farinacci]]''' divenne segretario del Partito Nazionale Fascista.
*'''[[Roberto Farinacci]]''' divenne segretario del Partito Nazionale Fascista.
*'''Davide Fossa''', squadrista, fu anche fondatore del sindacato fascista a Parma
*'''Davide Fossa''', squadrista, fu anche fondatore del sindacato fascista a Parma
*'''Ranieri Remo''' (Fontanellato, Parma, 1894 - Fidenza, Parma, 1967), squadrista e capo dei fascisti a [[Fidenza]]. Entrò nel Partito Nazionale Fascista dopo essersi candidato al Consiglio comunale nelle liste del Partito Popolare a Borgo San Donnino (Fidenza), divenendo in seguito uno dei più noti esponenti fascisti del parmense fino ad inizio anni 30. Nel [[1922]] fu assessore e nell'agosto [[1922]] partecipò all'attacco squadristico contro Parma, seguace di [[Roberto Farinacci]], fu protagonista di duri scontri all'interno dello stesso [[PNF]] fra le diverse fazioni arrivando all'espulsione del [[1925]], una volta reintegrato nel [[PNF]] assume l'incarico di segretario federale parmense (1927-29), ispettore nazionale (1927-31), membro della direzione nazionale del partito (1931-32) e continuò ad essere deputato della provincia di Parma fino al [[1934]], quando lasciò l'attività politica per dedicarsi all'industria nel ramo caseario e conserviero. Fu volontario nel secondo conflitto mondiale e non aderì alla [[RSI]], però, subì un processo, comunque, per “atti rilevanti” a seguito del suo passato di fascista.
*'''Ranieri Remo''' (Fontanellato, Parma, 1894 - Fidenza, Parma, 1967), squadrista e capo dei fascisti a [[Fidenza]]. Entrò nel Partito Nazionale Fascista dopo essersi candidato al Consiglio comunale nelle liste del Partito Popolare a Borgo San Donnino (Fidenza), divenendo in seguito uno dei più noti esponenti fascisti del parmense fino ad inizio anni 30. Nel [[1922]] fu assessore e nell'agosto [[1922]] partecipò all'attacco squadristico contro Parma, seguace di [[Roberto Farinacci]], fu protagonista di duri scontri all'interno dello stesso [[PNF]] fra le diverse fazioni arrivando all'espulsione del [[1925]], una volta reintegrato nel [[PNF]] assume l'incarico di segretario federale parmense (1927-29), ispettore nazionale (1927-31), membro della direzione nazionale del partito (1931-32) e continuò ad essere deputato della provincia di Parma fino al [[1934]], quando lasciò l'attività politica per dedicarsi all'industria nel ramo caseario e conserviero. Fu volontario nel secondo conflitto mondiale e non aderì alla [[RSI]], però, subì un processo, comunque, per “atti rilevanti” a seguito del suo passato di fascista.
*'''Terzaghi Michele''', (Parma, 1896 - 1922),avvocato [[socialismo|socialista]] fino al [[1916]], diresse La Difesa", (giornale della federazione del [[Partito Socialista Italiano]]), che passò poi sotto la direzione di [[Spartaco Lavagnini]] abbandonando il partito socialista a seguito della sua scelta interventista, aderì poi al fascismo nel primo dopoguerra con la successiva elezione a deputato del blocco nazionale del [[1921]].
*'''Terzaghi Michele''', (Parma, 1896 - 1922),avvocato [[socialismo|socialista]] fino al [[1916]], diresse La Difesa", (giornale della federazione del [[Partito Socialista Italiano]]), che passò poi sotto la direzione di [[Spartaco Lavagnini]] abbandonando il partito socialista a seguito della sua scelta interventista, aderì poi al fascismo nel primo dopoguerra con la successiva elezione a deputato del blocco nazionale del [[1921]].
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* '''[[Alceste De Ambris]]''' uomo simbolo per la Lega Proletaria [[Filippo Corridoni]] nello specifico della Difesa di Parma la Legione Proletaria [[Filippo Corridoni]] era comandata da [[Vittorio Picelli]], fratello di Guido, e sindacalista rivoluzionario.  
* '''[[Alceste De Ambris]]''' uomo simbolo per la Lega Proletaria [[Filippo Corridoni]] nello specifico della Difesa di Parma la Legione Proletaria [[Filippo Corridoni]] era comandata da [[Vittorio Picelli]], fratello di Guido, e sindacalista rivoluzionario.  


*'''[[Giuseppe Balestrazzi]]''' (Parma, [[1893]] - Roma, [[1983]]); presidente dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra di Parma, Balestrazzi, sottotenente, venne ricoverato nel [[1917]] nell'Ospedale di Parma per una grave mutilazione al braccio sinistro dovuta ad ferita riportata in guerra e nello stesso anno con Priamo Brunazzi, altro mutilato di guerra ed altri pochi reduci fonda l'Associazione dei Mutilati e Invalidi di guerra a Parma quasi nello stesso periodo in cui nasce l'Associazione Nazionale di Milano. I due reduci si impegnano e sviluppano l'associazione che si mantiene di matrice apolitica, ne consegue che trovano un buon consenso interclassista, facendo ben notare che i reduci parmensi contavano più di 40.000 uomin (altri provincia compresa portano il numero abbondantemente al di sopra di 50.000) ma restando al dato qui riportato si ebbero 1.089 caduti sul campo, 1.718 caduti nel seguito per le ferite, 1.800 caduti per infezioni contratte nel conflitto, 420 internati in campi di detenzione militare degli avversari; ci furono 673 dispersi con oltre diecimila feriti. Parma fu epicentro del [[sindacalismo rivoluzionario]] e, quindi, anche di un non esiguo interventismo di sinistra, ([[Alceste DE Ambris]] ne è eclattante sempio). L'associazione fu subito ben accolta ed in breve tempo contò 2000 iscritti, circa, il foglio che editava si chiamava «la Parola». Nel [[1919]] Brunazzi dovette, avendo perso entrambi i piedi (con conseguenti "disagi"), abbandonare gran parte del suo lavoro e l'impegno fu asssunto quasi del tutto da Balestrazzi per cui nel [[1920]] divenne presidente a tutti gli effetti dell'associazione con Brunazzi nominato presidente onorario. Dopo il secondo conflitto il Balestrazzi diviene promotore dell'Istituto per la rieducazione dei mutilatini di guerra nel [[1947]]. Balestrazzi si trasferisce poi a Roma e si occupa di scritti storici sui suoi trascorsi e sugli avvenimenti collegati.   
*'''[[Giuseppe Balestrazzi]]''' (Parma, [[1893]] - Roma, [[1983]]); presidente dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra di Parma, Balestrazzi, sottotenente, venne ricoverato nel [[1917]] nell'Ospedale di Parma per una grave mutilazione al braccio sinistro dovuta ad ferita riportata in guerra e nello stesso anno con Priamo Brunazzi, altro mutilato di guerra ed altri pochi reduci fonda l'Associazione dei Mutilati e Invalidi di guerra a Parma quasi nello stesso periodo in cui nasce l'Associazione Nazionale di Milano. I due reduci si impegnano e sviluppano l'associazione che si mantiene di matrice apolitica, ne consegue che trovano un buon consenso interclassista, facendo ben notare che i reduci parmensi contavano più di 40.000 uomin (altri provincia compresa portano il numero abbondantemente al di sopra di 50.000) ma restando al dato qui riportato si ebbero 1.089 caduti sul campo, 1.718 caduti nel seguito per le ferite, 1.800 caduti per infezioni contratte nel conflitto, 420 internati in campi di detenzione militare degli avversari; ci furono 673 dispersi con oltre diecimila feriti. Parma fu epicentro del [[sindacalismo rivoluzionario]] e, quindi, anche di un non esiguo interventismo di sinistra, ([[Alceste DE Ambris]] ne è eclattante sempio). L'associazione fu subito ben accolta ed in breve tempo contò 2000 iscritti, circa, il foglio che editava si chiamava «la Parola». Nel [[1919]] Brunazzi dovette, avendo perso entrambi i piedi (con conseguenti "disagi"), abbandonare gran parte del suo lavoro e l'impegno fu asssunto quasi del tutto da Balestrazzi per cui nel [[1920]] divenne presidente a tutti gli effetti dell'associazione con Brunazzi nominato presidente onorario. Dopo il secondo conflitto il Balestrazzi diviene promotore dell'Istituto per la rieducazione dei mutilatini di guerra nel [[1947]]. Balestrazzi si trasferisce poi a Roma e si occupa di scritti storici sui suoi trascorsi e sugli avvenimenti collegati.   


*'''[[Umberto Balestrazzi]]'''  (Parma, 1885 - 1970) [http://biblioteche2.comune.parma.it/BibParma/bales/ dirigente dell'Unione Sindacale Parmense], sarto, attivo fino da inizio secolo nelle formazioni giovanili dei socialisti. Nel [[1906]] era segretario del circolo di Parma, nel [[1907]], contrapposto alle posizioni ufficiali dei socialisti, passa alla linea sindacalista-rivoluzionaria di [[Alceste De Ambris]], svolge il lavoro politico-sindacale presso la [[Camera del Lavoro]] di borgo delle Grazie e nello stesso anno viene arrestato per i tafferugli che seguono una manifestazione anticlericale. Viene scarcerato in maggio del [[1908]] e partecipa allo sciopero agrario, che subisce la sconfitta anche grazie alla astuta tattica portata avanti dagli agrari. Viene arrestato e condannato per la partecipazione agli incidenti scoppiati dopo una manifestazione [[anticlericalismo|anticlericale]], si trasferisce in [[Francia]], prende contatto con le organizzaione operaie locali e conosce [[Jean Jaur's]], il leader del [[socialismo]] francese. Torna Parma nel [[1914]], è il periodo in cui [[Filippo Corridoni]] fa il noto viaggio in Francia che lo sposta su posizioni interventiste definitivamente, mentre invece Umberto Balestrazzi, all'opposto, entra in conflittto con la direzione sindacalista favorevole all'interventismo: fonda un gruppo di sindacalisti "neutralisti" con Mario Longatti, Casimiro Accini, Lodovico Saccani, Dante Vecchi e Alfredo Veroni. È da questo gruppo che dopo il conflitto può far rinascere l'Unione Sindacale Parmense con un giornale: «Il Proletario». Fu amico sia di [[Giuseppe Di Vittorio]] che di [[Guido Picelli]], e si occupò anche del periodico ''L'Ardito del Popolo''. Nel seguito si avvicinò sempre più al [[Partito Comunista d'Italia]].
*'''[[Umberto Balestrazzi]]'''  (Parma, 1885 - 1970) [http://biblioteche2.comune.parma.it/BibParma/bales/ dirigente dell'Unione Sindacale Parmense], sarto, attivo fino da inizio secolo nelle formazioni giovanili dei socialisti. Nel [[1906]] era segretario del circolo di Parma, nel [[1907]], contrapposto alle posizioni ufficiali dei socialisti, passa alla linea sindacalista-rivoluzionaria di [[Alceste De Ambris]], svolge il lavoro politico-sindacale presso la [[Camera del Lavoro]] di borgo delle Grazie e nello stesso anno viene arrestato per i tafferugli che seguono una manifestazione anticlericale. Viene scarcerato in maggio del [[1908]] e partecipa allo sciopero agrario, che subisce la sconfitta anche grazie alla astuta tattica portata avanti dagli agrari. Viene arrestato e condannato per la partecipazione agli incidenti scoppiati dopo una manifestazione [[anticlericalismo|anticlericale]], si trasferisce in [[Francia]], prende contatto con le organizzaione operaie locali e conosce [[Jean Jaur's]], il leader del [[socialismo]] francese. Torna Parma nel [[1914]], è il periodo in cui [[Filippo Corridoni]] fa il noto viaggio in Francia che lo sposta su posizioni interventiste definitivamente, mentre invece Umberto Balestrazzi, all'opposto, entra in conflittto con la direzione sindacalista favorevole all'interventismo: fonda un gruppo di sindacalisti "neutralisti" con Mario Longatti, Casimiro Accini, Lodovico Saccani, Dante Vecchi e Alfredo Veroni. È da questo gruppo che dopo il conflitto può far rinascere l'Unione Sindacale Parmense con un giornale: «Il Proletario». Fu amico sia di [[Giuseppe Di Vittorio]] che di [[Guido Picelli]], e si occupò anche del periodico ''L'Ardito del Popolo''. Nel seguito si avvicinò sempre più al [[Partito Comunista d'Italia]].
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*'''[[Guido Maria Conforti]]''', difese le scelte del clero, suore comprese, parmense nel curare i difensori parmensi feriti, rigettando le accuse di Balbo sul fatto che i preti sparassero ai fascisti assieme al '''fronte unito''', di questa relazione clero difensori ne parla con riferimento ad [[Antonio Cieri]], difensore del Naviglio, Pino Cacucci nel libro ''Oltretorrente''
*'''[[Guido Maria Conforti]]''', difese le scelte del clero, suore comprese, parmense nel curare i difensori parmensi feriti, rigettando le accuse di Balbo sul fatto che i preti sparassero ai fascisti assieme al '''fronte unito''', di questa relazione clero difensori ne parla con riferimento ad [[Antonio Cieri]], difensore del Naviglio, Pino Cacucci nel libro ''Oltretorrente''
*'''[[Felice Corini]]''', segretario PPI parmense,collabora coi fascisti fino al [[1924]], poi rompe e partecipa alla protesta Aventiniana.
*'''[[Felice Corini]]''', segretario PPI parmense,collabora coi fascisti fino al [[1924]], poi rompe e partecipa alla protesta Aventiniana.
*'''[[Federico Fusco]]''' (Napoli, 1872 - ?), prefetto di Parma, nel [[1893]] entrò nell'amministrazione della Pubblica sicurezza e contemporaneamente cominciò a frequentare l'Università di [[Napoli]], dopo nel [[1893]] entrato nell'amministrazione della Pubblica sicurezza fu destinato alla questura di Milano, fino al [[1896]], e quindi venne inviato alla questura di [[Salerno]]. Passò nell'amministrazione civile dello stesso Ministero dell'Interno nel [[1897]] e nel [[1898]], appena laureato, assunse servizio presso la prefettura di [[Caserta]] con incarichi inerenti amministrazioni comunali e provinciali, fu trasferito ancora alcune volte ed a [[Fabriano]] si assunse il compito non semplice di mediazione politica fra la conflittualità di strati proletari e padronato agendo su settori politici moderati,nel [[1908]], con atteggiamento improntato al paternalismo ,riuscendo a risolvere la situazione.Durante le  5 giornate d'agosto di scontro fra il '''fronte unito''' - [[Arditi del Popolo]] ed i [[Fascismo|fascisti]], del [[1922]], tentò di mediare al punto che Italo Balbo lo indicò come un strenuo nemico del [[Fascismo|fascismo]]. Vista la situazione nazionale con stato d'assedio a Milano, Genova, Ancona, Livorno, Parma, entrato in vigore il [[5 agosto]], con delibera govenativa, la gestione dell'ordine pubblico in città passò dal prefetto Fusco a l generale Lodomez. Successivamente il Consiglio dei ministri, nel settembre [[1922]], decise di sollevarlo dall'incarico a Parma e di metterlo a disposizione, affidandogli poi prefetture di città di minor importanza dal [[1923]] al [[1928]]: ''il fascismo al potere voleva la sua vendetta nel luglio [[1928]], all'età di 56 anni, fu collocato definitivamente a riposo “per motivi di servizio”''.
*'''[[Federico Fusco]]''' (Napoli, 1872 - ?), prefetto di Parma, nel [[1893]] entrò nell'amministrazione della Pubblica sicurezza e contemporaneamente cominciò a frequentare l'Università di [[Napoli]], dopo nel [[1893]] entrato nell'amministrazione della Pubblica sicurezza fu destinato alla questura di Milano, fino al [[1896]], e quindi venne inviato alla questura di [[Salerno]]. Passò nell'amministrazione civile dello stesso Ministero dell'Interno nel [[1897]] e nel [[1898]], appena laureato, assunse servizio presso la prefettura di [[Caserta]] con incarichi inerenti amministrazioni comunali e provinciali, fu trasferito ancora alcune volte ed a [[Fabriano]] si assunse il compito non semplice di mediazione politica fra la conflittualità di strati proletari e padronato agendo su settori politici moderati,nel [[1908]], con atteggiamento improntato al paternalismo ,riuscendo a risolvere la situazione.Durante le  5 giornate d'agosto di scontro fra il '''fronte unito''' - [[Arditi del Popolo]] ed i [[Fascismo|fascisti]], del [[1922]], tentò di mediare al punto che Italo Balbo lo indicò come un strenuo nemico del [[Fascismo|fascismo]]. Vista la situazione nazionale con stato d'assedio a Milano, Genova, Ancona, Livorno, Parma, entrato in vigore il [[5 agosto]], con delibera govenativa, la gestione dell'ordine pubblico in città passò dal prefetto Fusco a l generale Lodomez. Successivamente il Consiglio dei ministri, nel settembre [[1922]], decise di sollevarlo dall'incarico a Parma e di metterlo a disposizione, affidandogli poi prefetture di città di minor importanza dal [[1923]] al [[1928]]: ''il fascismo al potere voleva la sua vendetta nel luglio [[1928]], all'età di 56 anni, fu collocato definitivamente a riposo “per motivi di servizio”''.
*'''[[Enrico Lodomez]]''', generale e comandante della Scuola di applicazione di fanteria di Parma, visto il momento praticamente dirigeva anche tutti gli organismi di repressione dello stato in Parma.
*'''[[Enrico Lodomez]]''', generale e comandante della Scuola di applicazione di fanteria di Parma, visto il momento praticamente dirigeva anche tutti gli organismi di repressione dello stato in Parma.
*'''[[Tullio Maestri]]''', (Albareto, Parma, [[1875]] - Borgotaro, Parma, 1940), presidente Amministrazione provinciale di Parma periodo 1920 al 1922; cioè anche nel lasso di tempo della vicenda della resistenza di [[Parma]]  
*'''[[Tullio Maestri]]''', (Albareto, Parma, [[1875]] - Borgotaro, Parma, 1940), presidente Amministrazione provinciale di Parma periodo 1920 al 1922; cioè anche nel lasso di tempo della vicenda della resistenza di [[Parma]]  
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