Difesa di Parma del 1922: differenze tra le versioni

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*'''[[Guido Picelli]] '''comandante in capo  direttorio del '''Fronte Unito [[Arditi del Popolo]]'''
*'''[[Guido Picelli]] '''comandante in capo  direttorio del '''Fronte Unito [[Arditi del Popolo]]'''
*'''[[Antonio Cieri]] '''guidò l'epica sortita dal Naviglio ([[Pino Cacucci]] "Oltretorrente")
*'''[[Antonio Cieri]] '''guidò l'epica sortita dal Naviglio ([[Pino Cacucci]] "Oltretorrente")
* '''[[Alceste De Ambris]]''' uomo simbolo per la Lega Proletaria [[Filippo Corridoni]] nello specifico della Difesa di Parma la Legione Proletaria [[Filippo Corridoni]] era comandata da [[Vittorio Picelli]], fratello di Guido, e sindacalista rivoluzionario.  
* '''[[Alceste De Ambris]]''' uomo simbolo per la Lega Proletaria [[Filippo Corridoni]] nello specifico della Difesa di Parma la Legione Proletaria [[Filippo Corridoni]] era comandata da [[Vittorio Picelli]], fratello di Guido, e sindacalista rivoluzionario.  


*'''[[Giuseppe Balestrazzi]]''' (Parma, [[1893]] - Roma, [[1983]]); presidente dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra di Parma, Balestrazzi, sottotenente, venne ricoverato nel [[1917]] nell'Ospedale di Parma per una grave mutilazione al braccio sinistro dovuta ad  ferita riportata in guerra e nello stesso anno con Priamo Brunazzi, altro mutilato di guerra ed altri pochi reduci fonda l'Associazione dei Mutilati e Invalidi di guerra a Parma quasi nello stesso periodo in cui nasce l'Associazione Nazionale di Milano. I due reduci si impegnano e sviluppano l'associazione che si mantiene di matrice apolitica, ne consegue che trovano un buon consenso interclassista, facendo ben notare che i reduci parmensi contavano più di 40.000 uomin (altri provincia compresa portano il numero abbondantemente al di sopra di 50.000) ma restando al dato qui riportato si ebbero 1.089 caduti sul campo, 1.718 caduti nel seguito per le ferite, 1.800 caduti per infezioni contratte nel conflitto, 420 internati in campi di detenzione militare degli avversari; ci furono 673 dispersi con oltre diecimila feriti. Parma fu epicentro del [[sindacalismo rivoluzionario]] e, quindi, anche di un non esiguo interventismo di sinistra, ([[Alceste DE Ambris]] ne è eclattante sempio). L'associazione fu subito ben accolta ed in breve tempo contò 2000 iscritti, circa, il foglio che editava si chiamava «la Parola». Nel [[1919]] Brunazzi dovette, avendo perso entrambi i piedi (con conseguenti "disagi"), abbandonare gran parte del suo lavoro e l'impegno fu asssunto quasi del tutto da Balestrazzi per cui nel [[1920]] divenne presidente a tutti gli effetti dell'associazione con Brunazzi nominato presidente onorario. Dopo il secondo conflitto il Balestrazzi diviene promotore  dell'Istituto per la rieducazione dei mutilatini di guerra nel [[1947]]. Balestrazzi si trasferisce poi a Roma e si occupa di scritti  storici sui suoi trascorsi e sugli avvenimenti collegati.   
*'''[[Giuseppe Balestrazzi]]''' (Parma, [[1893]] - Roma, [[1983]]); presidente dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra di Parma, Balestrazzi, sottotenente, venne ricoverato nel [[1917]] nell'Ospedale di Parma per una grave mutilazione al braccio sinistro dovuta ad  ferita riportata in guerra e nello stesso anno con Priamo Brunazzi, altro mutilato di guerra ed altri pochi reduci fonda l'Associazione dei Mutilati e Invalidi di guerra a Parma quasi nello stesso periodo in cui nasce l'Associazione Nazionale di Milano. I due reduci si impegnano e sviluppano l'associazione che si mantiene di matrice apolitica, ne consegue che trovano un buon consenso interclassista, facendo ben notare che i reduci parmensi contavano più di 40.000 uomin (altri provincia compresa portano il numero abbondantemente al di sopra di 50.000) ma restando al dato qui riportato si ebbero 1.089 caduti sul campo, 1.718 caduti nel seguito per le ferite, 1.800 caduti per infezioni contratte nel conflitto, 420 internati in campi di detenzione militare degli avversari; ci furono 673 dispersi con oltre diecimila feriti. Parma fu epicentro del [[sindacalismo rivoluzionario]] e, quindi, anche di un non esiguo interventismo di sinistra, ([[Alceste DE Ambris]] ne è eclattante sempio). L'associazione fu subito ben accolta ed in breve tempo contò 2000 iscritti, circa, il foglio che editava si chiamava «la Parola». Nel [[1919]] Brunazzi dovette, avendo perso entrambi i piedi (con conseguenti "disagi"), abbandonare gran parte del suo lavoro e l'impegno fu asssunto quasi del tutto da Balestrazzi per cui nel [[1920]] divenne presidente a tutti gli effetti dell'associazione con Brunazzi nominato presidente onorario. Dopo il secondo conflitto il Balestrazzi diviene promotore  dell'Istituto per la rieducazione dei mutilatini di guerra nel [[1947]]. Balestrazzi si trasferisce poi a Roma e si occupa di scritti  storici sui suoi trascorsi e sugli avvenimenti collegati.   
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