Difesa di Parma del 1922: differenze tra le versioni

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[[File:Parma1922.JPG|thumb|250 px|Scultura in ricordo dei fatti di Parma, opera di Alfonso Gialdini, conosciuto anche come [[Utente:Lupo rosso|Lupo Rosso]]]]La '''difesa di Parma del 1922''', l'ultima di rilevanza strategica nazionale, opera del '''Fronte Unito''' [[Arditi del Popolo]], in cui si erano amalgamate quasi tutte le [[formazioni di difesa proletaria]], con un formidabile contrattacco in zona Naviglio, fu diretta contro il barbaro attacco orchestrato dagli [[Fascismo|squadristi fascisti]], comandati prima da [[Roberto Farinacci]] e poi da [[Italo Balbo]]. La difesa mise in difficoltà anche l'avvento del fascismo: il '''Fronte Unito''' aveva come comandante del direttorio la figura carismatica di [[Guido Picelli]] e l'epica sortita dal Naviglio fu guidata dall'altrettanto figura simbolo dell'antifascismo che fu [[Antonio Cieri]]. Assieme al '''Fronte Unito''' [[Arditi del Popolo]], combatteva la ''Legione Proletaria'' [[Filippo Corridoni]]: cosa che fece arrabbiare non solo [[Benito Mussolini]], ma anche [[Roberto Farinacci]], in quanto nella sede dei Corridoniani era in bella mostra una foto di [[Impresa di Fiume|Gabriele D'annunzio]], del periodo, con dedica <ref name="pino">da ''Oltretorrente'' di Pino Cacucci</ref>.
[[File:Parma1922.JPG|thumb|250 px|Scultura in ricordo dei fatti di Parma, opera di Alfonso Gialdini, conosciuto anche come [[Utente:Lupo rosso|Lupo Rosso]]]]La '''difesa di Parma del 1922''', l'ultima di rilevanza strategica nazionale, opera del '''Fronte Unito''' [[Arditi del Popolo]], in cui si erano amalgamate quasi tutte le [[formazioni di difesa proletaria]], con un formidabile contrattacco in zona Naviglio, fu diretta contro il barbaro attacco orchestrato dagli [[Fascismo|squadristi fascisti]], comandati prima da [[Roberto Farinacci]] e poi da [[Italo Balbo]]. La difesa mise in difficoltà anche l'avvento del fascismo: il '''Fronte Unito''' aveva come comandante del direttorio la figura carismatica di [[Guido Picelli]] e l'epica sortita dal Naviglio fu guidata dall'altrettanto figura simbolo dell'antifascismo che fu [[Antonio Cieri]]. Assieme al '''Fronte Unito''' [[Arditi del Popolo]], combatteva la ''Legione Proletaria'' [[Filippo Corridoni]]: cosa che fece arrabbiare non solo [[Benito Mussolini]], ma anche [[Roberto Farinacci]], in quanto nella sede dei Corridoniani era in bella mostra una foto di [[Impresa di Fiume|Gabriele D'annunzio]], del periodo, con dedica <ref name="pino">da ''Oltretorrente'' di Pino Cacucci</ref>.


== Cenni alla  situazione italiana del periodo ==
== Cenni alla  situazione italiana del periodo ==


[[File:Fiumfp05.gif|295px|left|thumb|Francobollo in ricordo dell'"[[Impresa di Fiume]]"]]
[[File:Fiumfp05.gif|295px|left|thumb|Francobollo in ricordo dell'"[[Impresa di Fiume]]"]]
Nel [[1920]], i disagi sociali e le protratte mire imperialistiche del [[capitalismo]] italiano portarono alla cosiddetta "[[Rivolta dei Bersaglieri]]" di Ancona, una vera e propria sommossa popolare, partita dalla Caserma Villarey dove i bersaglieri non volevano partire alla volta dell'[[Albania]]: c'è ancora vivo il ricordo della [[settimana rossa]], l'insurrezione popolare verificatasi in Ancona tra il [[7 giugno|7]] e il [[14 giugno]] [[1914]] e partita proprio per una [[antimilitarismo|manifestazione antimilitarista]]: la rivolta, in seguito, è estesa in Romagna, Toscana ed altre parti d'[[Italia]]. Fra i capi anarchici che entrano in contatto con i bersaglieri di Ancona, spingendoli alla ribellione, c'è [[Antonio Cieri]], che, non potendo essere incarcerato per mancanza di prove, viene trasferito a Parma, divenendo figura di primo piano. Cieri poi, con [[Guido Picelli]] e la popolazione di Parma, le donne in particolare (importantissime sia come combattenti sia per supporto alla truppa), sarà l'artefice della sconfitta dei temutissimi squadristi di [[Italo Balbo]]. In quel periodo vi è pure la rivolta degli Arditi di Trieste, in concomitanza  con l'[[Impresa di Fiume|impresa di Fiume]], che non vogliono partire per altre guerre di rapina imperialista. Il governo teme una federazione fra Ancona e la  quasi "filobolscevica" Fiume (già repubblica e [[Stato]] libero riconosciuto in primis dalla Russia sovietica). Tale polveriera potrebbe incendiare di sovversione il già insurrezionale territorio nazionale.
Nel [[1920]], i disagi sociali e le protratte mire imperialistiche del [[capitalismo]] italiano portarono alla cosiddetta "[[Rivolta dei Bersaglieri]]" di Ancona, una vera e propria sommossa popolare, partita dalla Caserma Villarey dove i bersaglieri non volevano partire alla volta dell'[[Albania]]: c'è ancora vivo il ricordo della [[settimana rossa]], l'insurrezione popolare verificatasi in Ancona tra il [[7 giugno|7]] e il [[14 giugno]] [[1914]] e partita proprio per una [[antimilitarismo|manifestazione antimilitarista]]: la rivolta, in seguito, è estesa in Romagna, Toscana ed altre parti d'[[Italia]]. Fra i capi anarchici che entrano in contatto con i bersaglieri di Ancona, spingendoli alla ribellione, c'è [[Antonio Cieri]], che, non potendo essere incarcerato per mancanza di prove, viene trasferito a Parma, divenendo figura di primo piano. Cieri poi, con [[Guido Picelli]] e la popolazione di Parma, le donne in particolare (importantissime sia come combattenti sia per supporto alla truppa), sarà l'artefice della sconfitta dei temutissimi squadristi di [[Italo Balbo]]. In quel periodo vi è pure la rivolta degli Arditi di Trieste, in concomitanza  con l'[[Impresa di Fiume|impresa di Fiume]], che non vogliono partire per altre guerre di rapina imperialista. Il governo teme una federazione fra Ancona e la  quasi "filobolscevica" Fiume (già repubblica e [[Stato]] libero riconosciuto in primis dalla Russia sovietica). Tale polveriera potrebbe incendiare di sovversione il già insurrezionale territorio nazionale.


Nel [[1921]] la volontà di lotta rivoluzionaria del proletariato si scontra col riformismo ed il massimalismo, spesso solo parolaio del Partito Socialista. A causa anche di ciò le lotte si radicalizzarono sempre più: l'esempio della [[Russia]], ed anche le spinte bolsceviche susseguenti all'impresa fiumana, galvanizzavano il proletariato, nel Luglio [[1921]] ci sono i [[Fatti di Sarzana]], i [[formazioni di difesa proletaria a Genova|fatti di Genova]], i [[Fatti di Empoli 1921]]: il [[Fascismo|fascismo]] ha gettato la maschera di movimento di sinistra legato al [[sindacalismo rivoluzionario]] interventista, [[sansepolcrismo]], rappresentato, artatamente anche, sul Popolo d'Italia di [[Benito Mussolini]]. Articolo in cui viene messa in evidenza e "caricata" solo la seconda del discorso di piazza S. Sepolcro, quella nettamente orientabile a sinistra: "l'affidamento delle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie e servizi pubblici" con  punti di anticlericalismo, come appare dalla lettura dei punti riguardanti il problema finanziario; repubblicanesimo, volendo infatti formare una Repubblica con la creazione di una Assemblea Nazionale e rivendicazioni nettamente egualitarie e di classe discendenti dal [[sindacalismo rivoluzionario]] interventista. <ref>[http://it.wikisource.org/wiki/Manifesto_dei_Fasci_italiani_di_combattimento%2C_pubblicato_su_%22Il_Popolo_d%27Italia%22_del_6_giugno_1919 Manifesto dei fasci italiani di combattimento]</ref>
Nel [[1921]] la volontà di lotta rivoluzionaria del proletariato si scontra col riformismo ed il massimalismo, spesso solo parolaio del Partito Socialista. A causa anche di ciò le lotte si radicalizzarono sempre più: l'esempio della [[Russia]], ed anche le spinte bolsceviche susseguenti all'impresa fiumana, galvanizzavano il proletariato, nel Luglio [[1921]] ci sono i [[Fatti di Sarzana]], i [[formazioni di difesa proletaria a Genova|fatti di Genova]], i [[Fatti di Empoli 1921]]: il [[Fascismo|fascismo]] ha gettato la maschera di movimento di sinistra legato al [[sindacalismo rivoluzionario]] interventista, [[sansepolcrismo]], rappresentato, artatamente anche, sul Popolo d'Italia di [[Benito Mussolini]]. Articolo in cui viene messa in evidenza e "caricata" solo la seconda del discorso di piazza S. Sepolcro, quella nettamente orientabile a sinistra: "l'affidamento delle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie e servizi pubblici" con  punti di anticlericalismo, come appare dalla lettura dei punti riguardanti il problema finanziario; repubblicanesimo, volendo infatti formare una Repubblica con la creazione di una Assemblea Nazionale e rivendicazioni nettamente egualitarie e di classe discendenti dal [[sindacalismo rivoluzionario]] interventista. <ref>[http://it.wikisource.org/wiki/Manifesto_dei_Fasci_italiani_di_combattimento%2C_pubblicato_su_%22Il_Popolo_d%27Italia%22_del_6_giugno_1919 Manifesto dei fasci italiani di combattimento]</ref>
(Non pochi che aderirono al primo movimento fascista erano in  buona fede, infatti passeranno all'antifascismo).
(Non pochi che aderirono al primo movimento fascista erano in  buona fede, infatti passeranno all'antifascismo).
[[File:Gramsci.png|thumb|Antonio Gramsci]]
[[File:Gramsci.png|thumb|Antonio Gramsci]]
Nel [[1922]], il settarismo di [[Amadeo Bordiga]] da una parte e l'indecisone dei riformisti dall'altra, hanno impedito l'organizzazione generale e l'appoggio corale alle formazioni di [[Formazioni di difesa proletaria|difesa Antifascista]] che erano convogliate nel '''Fronte Unito''' [[Arditi del Popolo]]. Lo storico [[Tom Bhean]], tra gli altri, indica in tali formazioni l'unica possibilità di fermare il fascismo e di qui fa anche ipotesi dubitative sulla possibilità di avvento del [[nazismo]], senza il precedente del fascismo. Anche [[Antonio Gramsci]] <ref>[http://www.geocities.com/spartaco552000/file/ARDITI5_gramsci.jpg Stralcio articolo di Gramsci]</ref> aveva capito la situazione ma fu messo a tacere, in quanto minoranza nel [[Partito Comunista d'Italia]], nonostante le indicazioni di aderire date dall'Internazionale chiarite a [[Ruggero Grieco]] con forza dalla stesso [[Nikolaj Bukharin]] (Eros Francescangeli, ''Gli Arditi del Popolo''). [[Giuseppe Di Vittorio]] nel [[1922]] struttura le squadre antifasciste: socialisti, comunisti, anarchici, assieme agli [[Arditi del Popolo]], legionari ed ex ufficiali fiumani, ed organizza la difesa della sede della Camera del Lavoro di Bari sconfiggendo gli [[squadristi]] fascisti di Caradonna. A Piacenza, Livorno, Ravenna, Roma, Civitavecchia, (dove viene ancora conservata con orgoglio la Bandiera battaglione di Civitavecchia  degli [[Arditi del Popolo]]), Bari, Ancona, Vercelli, Novara, Biella, Torino, Piombino, ecc. praticamente in tutta o quasi la penisola con le punte nelle zone con forte concentrazione operaia e/o portuali (Benito Mussolini si chiede "se è l'aria di mare a favorire il sovvertivismo"), è tutto un formarsi di squadre di autodifesa antifascista che sbarrano militarmente il passo agli squadristi, basandosi pure sulle capacità   militari ed organizzative di molti reduci di guerra, anche graduati, molti anche interventisti delusi come [[Emilo Lussu]]. In particolare, una parte degli [[Arditi]] assaltatori d'Italia passa con l'antifascismo e spinge alla controffensiva armata, tenuto conto anche delle indicazioni di [[Mario Carli]] col suo articolo [http://www.anpi.it/patria_2004/04-04/26-28_Liparoto_Arditi.pdf ''Arditi non gendarmi''], che fece epoca.  
Nel [[1922]], il settarismo di [[Amadeo Bordiga]] da una parte e l'indecisone dei riformisti dall'altra, hanno impedito l'organizzazione generale e l'appoggio corale alle formazioni di [[Formazioni di difesa proletaria|difesa Antifascista]] che erano convogliate nel '''Fronte Unito''' [[Arditi del Popolo]]. Lo storico [[Tom Bhean]], tra gli altri, indica in tali formazioni l'unica possibilità di fermare il fascismo e di qui fa anche ipotesi dubitative sulla possibilità di avvento del [[nazismo]], senza il precedente del fascismo. Anche [[Antonio Gramsci]] <ref>[http://www.geocities.com/spartaco552000/file/ARDITI5_gramsci.jpg Stralcio articolo di Gramsci]</ref> aveva capito la situazione ma fu messo a tacere, in quanto minoranza nel [[Partito Comunista d'Italia]], nonostante le indicazioni di aderire date dall'Internazionale chiarite a [[Ruggero Grieco]] con forza dalla stesso [[Nikolaj Bukharin]] (Eros Francescangeli, ''Gli Arditi del Popolo''). [[Giuseppe Di Vittorio]] nel [[1922]] struttura le squadre antifasciste: socialisti, comunisti, anarchici, assieme agli [[Arditi del Popolo]], legionari ed ex ufficiali fiumani, ed organizza la difesa della sede della Camera del Lavoro di Bari sconfiggendo gli [[squadristi]] fascisti di Caradonna. A Piacenza, Livorno, Ravenna, Roma, Civitavecchia, (dove viene ancora conservata con orgoglio la Bandiera battaglione di Civitavecchia  degli [[Arditi del Popolo]]), Bari, Ancona, Vercelli, Novara, Biella, Torino, Piombino, ecc. praticamente in tutta o quasi la penisola con le punte nelle zone con forte concentrazione operaia e/o portuali (Benito Mussolini si chiede "se è l'aria di mare a favorire il sovvertivismo"), è tutto un formarsi di squadre di autodifesa antifascista che sbarrano militarmente il passo agli squadristi, basandosi pure sulle capacità militari ed organizzative di molti reduci di guerra, anche graduati, molti anche interventisti delusi come [[Emilo Lussu]]. In particolare, una parte degli [[Arditi]] assaltatori d'Italia passa con l'antifascismo e spinge alla controffensiva armata, tenuto conto anche delle indicazioni di [[Mario Carli]] col suo articolo [http://www.anpi.it/patria_2004/04-04/26-28_Liparoto_Arditi.pdf ''Arditi non gendarmi''], che fece epoca.  
Nel prosieguo, a Roma, i  [http://www.anpi.it/cronol/1922.htm “marciatori”] sono bloccati all'ingresso dei quartieri popolari (storica la [[difesa di San Lorenzo]] coi preti alle campane per richiamare la popolazione), a Parma, la [[Legione Proletaria Filippo Corridoni]] va in clandestinità assieme a frange di [[Arditi del Popolo]], dopo aver duramente sconfitto gli squadristi guidati da [[Roberto Farinacci]] prima e da [[Italo Balbo]] (che lo aveva sostituito nel comando per ordine di [[Benito Mussolini]]) poi. La lotta è impari anche a Genova, i fascisti passano ma la classe operaia di Genova è battuta ma non schiacciata: duri scontri tra fascisti e guardie regie da una parte, operai, [[Arditi del Popolo]], [[Sindacato|sindacalisti]], [[:Categoria:Anarchici|anarchici]] e comunisti dall'altra, si protraggono per quasi tutto il [[1922]].
Nel prosieguo, a Roma, i  [http://www.anpi.it/cronol/1922.htm “marciatori”] sono bloccati all'ingresso dei quartieri popolari (storica la [[difesa di San Lorenzo]] coi preti alle campane per richiamare la popolazione), a Parma, la [[Legione Proletaria Filippo Corridoni]] va in clandestinità assieme a frange di [[Arditi del Popolo]], dopo aver duramente sconfitto gli squadristi guidati da [[Roberto Farinacci]] prima e da [[Italo Balbo]] (che lo aveva sostituito nel comando per ordine di [[Benito Mussolini]]) poi. La lotta è impari anche a Genova, i fascisti passano ma la classe operaia di Genova è battuta ma non schiacciata: duri scontri tra fascisti e guardie regie da una parte, operai, [[Arditi del Popolo]], [[Sindacato|sindacalisti]], [[:Categoria:Anarchici|anarchici]] e comunisti dall'altra, si protraggono per quasi tutto il [[1922]].


== Tessuto sociale parmense del periodo ==
== Tessuto sociale parmense del periodo ==
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Alla crescita demografica si era associato uno sviluppo urbano al di fuori dei bastioni del 1500, demoliti per far posto alle nuove costruzioni.
Alla crescita demografica si era associato uno sviluppo urbano al di fuori dei bastioni del 1500, demoliti per far posto alle nuove costruzioni.


Il quartiere operaio di S. Leonardo si era sviluppato nella zona nord, residenzialmente meno appetibile, con lo sviluppo contemporaneo di numerose fabbriche, fra le quali la vetreria Bormioli che contava già 300 operai nel [[1913]]. A sud, verso la Cittadella, si sviluppava invece un quartiere  per benestanti. La viabilità mostrò un progresso nel [[1910]] con l'inaugarazione nel maggio delle linee tranviarie elettriche.
Il quartiere operaio di S. Leonardo si era sviluppato nella zona nord, residenzialmente meno appetibile, con lo sviluppo contemporaneo di numerose fabbriche, fra le quali la vetreria Bormioli che contava già 300 operai nel [[1913]]. A sud, verso la Cittadella, si sviluppava invece un quartiere  per benestanti. La viabilità mostrò un progresso nel [[1910]] con l'inaugarazione nel maggio delle linee tranviarie elettriche.
Inoltre, nel [[1900]] erano entrati in funzione un nuovo acquedotto ed un nuovo macello; nel periodo intercorrente fra il [[1901]] e il [[1903]] i ponti Verdi e Italia, seguiti dallo stabilimento dei Bagni Pubblici sul Lungoparma nel [[1906]]; nel [[1907]] apriva l'albergo Croce Bianca in piazza della Steccata, di cui prese possesso il comando [[Fascismo|fascista]] nell'agosto del [[1922]]; nel 1909 le nuove Poste, e nel 1913 il supercinema Orfeo: alcuni sintomi del robusto sviluppo di inizio secolo.
Inoltre, nel [[1900]] erano entrati in funzione un nuovo acquedotto ed un nuovo macello; nel periodo intercorrente fra il [[1901]] e il [[1903]] i ponti Verdi e Italia, seguiti dallo stabilimento dei Bagni Pubblici sul Lungoparma nel [[1906]]; nel [[1907]] apriva l'albergo Croce Bianca in piazza della Steccata, di cui prese possesso il comando [[Fascismo|fascista]] nell'agosto del [[1922]]; nel 1909 le nuove Poste, e nel 1913 il supercinema Orfeo: alcuni sintomi del robusto sviluppo di inizio secolo.


A fronte di questi cambiamenti le crisi economiche nazionali del [[1907]] e del [[1913]] non ebbero forti ripercussioni nel Parmense, ancora poco industrializzato rispetto al triangolo Milano-Torino-Genova (il "triangolo rosso" era individuato invece da Genova-Vercelli-Torino). Nel Parmense la produzione della ricchezza restava, e resterà ancora a lungo di natura prevalentemente agricola  (nel [[1921]] occupava circa 116.000 individui contro 37.500 nel ramo industriale) con circa la metà dell'attività nel capoluogo con operatori addetti alla trasformazione dei prodotti agricoli e alle piccole industrie metalmeccaniche specializzate nella produzione di macchinari agricoli e/o per il trattamento di prodotti della terra.
A fronte di questi cambiamenti le crisi economiche nazionali del [[1907]] e del [[1913]] non ebbero forti ripercussioni nel Parmense, ancora poco industrializzato rispetto al triangolo Milano-Torino-Genova (il "triangolo rosso" era individuato invece da Genova-Vercelli-Torino). Nel Parmense la produzione della ricchezza restava, e resterà ancora a lungo di natura prevalentemente agricola  (nel [[1921]] occupava circa 116.000 individui contro 37.500 nel ramo industriale) con circa la metà dell'attività nel capoluogo con operatori addetti alla trasformazione dei prodotti agricoli e alle piccole industrie metalmeccaniche specializzate nella produzione di macchinari agricoli e/o per il trattamento di prodotti della terra.


Mentre avvenivano queste trasformazioni, rimaneva, per converso, diviso in due l'aspetto social-logistico: l'Oltretorrente, chiamato anche Parma vecchia, a ovest, in cui alla fine dell'ottocento, in edifici spesso inadeguati, si era raccolto un miscuglio di abitanti di diverse provenienze geografiche e sociali, che si era integrato nel tessuto sociale già esistente: ''contadini inurbati, montanari in cerca di lavoro nel campo edilizio tenuto conto dell'incrementato  sviluppo cittadino''. Ad est quella che era la parte più antica della città , ma che veniva chiamata Parma nuova proprio per il suo aspetto più moderno e decoroso, era popolata in prevalenza dai diversi ceti borghesi e vi erano, ed ancora in gran parte permangono, le sedi dei poteri istituzionali. Il dato sociale, comunque, indicava una coesione sociale di Parma vecchia molto superiore a quella di Parma nuova. Un esempio del tessuto sociale di provenienza diversa ma amalgamato era un Ardito del Popolo, Enrico Griffith: <ref name="Griffith"> [http://www.romacivica.net/ANPIROMA/antifascismo/biografie%20antifascisti96.html Biografie] [http://www.criticaeconflitto.org/artpdf/storia_movimentooperaio_parma/griffit1.pdf Griffith] la XXXXVII [[Brigate Garibaldi|brigata Garibaldi]] operante sull'Appennino parmense nella [[Resistenza]] avrà il suo nome.</ref>
Mentre avvenivano queste trasformazioni, rimaneva, per converso, diviso in due l'aspetto social-logistico: l'Oltretorrente, chiamato anche Parma vecchia, a ovest, in cui alla fine dell'ottocento, in edifici spesso inadeguati, si era raccolto un miscuglio di abitanti di diverse provenienze geografiche e sociali, che si era integrato nel tessuto sociale già esistente: ''contadini inurbati, montanari in cerca di lavoro nel campo edilizio tenuto conto dell'incrementato  sviluppo cittadino''. Ad est quella che era la parte più antica della città , ma che veniva chiamata Parma nuova proprio per il suo aspetto più moderno e decoroso, era popolata in prevalenza dai diversi ceti borghesi e vi erano, ed ancora in gran parte permangono, le sedi dei poteri istituzionali. Il dato sociale, comunque, indicava una coesione sociale di Parma vecchia molto superiore a quella di Parma nuova. Un esempio del tessuto sociale di provenienza diversa ma amalgamato era un Ardito del Popolo, Enrico Griffith: <ref name="Griffith"> [http://www.romacivica.net/ANPIROMA/antifascismo/biografie%20antifascisti96.html Biografie] [http://www.criticaeconflitto.org/artpdf/storia_movimentooperaio_parma/griffit1.pdf Griffith] la XXXXVII [[Brigate Garibaldi|brigata Garibaldi]] operante sull'Appennino parmense nella [[Resistenza]] avrà il suo nome.</ref>


Il borgo del Naviglio, al margine nord orientale, aveva amalgama sociale simile all'[[Oltretorrente]] (tralasciando, ovviamente, la zona dei bordelli, posizionata da lunga data fra borgo Tasso e borgo S. Silvestro). [[Antonio Cieri]] dirigerà l'epica sortita del Naviglio a danno degli [[squadristi]], magistralmemte raccontata nel libro ''Oltretorrente'' di [[Pino Cacucci]]. La suddivisione in due parti, o quasi, di Parma avrà anche grande importanza militare nello svolgersi della difesa della città dagli squadristi nel'Agosto [[1922]]. È ancora da notare, per la vicenda, un dato riguardo all'artigianato, in quanto nell'Oltretorrente ci sono laboratori per scarpe e busti femminili con molti addetti/e, andati in crisi con l'avvento della guerra ed, a parte, quindi, la crescita di malcontento, c'è da supporre una parte di manodopera femminile relativamente emancipata: da cui l'importanza delle donne nella difesa di [[Parma]] sia nei combattimenti sia per supporto nelle retrovie, organizzazione lodata a denti stretti dalla stesso [[Italo Balbo]], non solo donne ma anche suore che curavano gli Arditi ed i combattenti feriti e che il vescovo della città dovette difendere dalle proteste dei [[ras]] [[Fascismo|squadristi]]. Anche il Parmense risentì degli effetti dell'entrata in guerra del '15, coi problemi precedenti e susseguenti il conflitto: inflazione che erodeva i salari, difficoltà di rifornimenti di alimentari e combustibili, debilitazione fisica diffusa e aumento delle malattie (anche a Parma nel 1919 infuriò la "spagnola"). La mancanza di uomini, spediti al fronte, e la sostituzione con ragazzi e donne porta nuovamente alla formazione di una base operaia femminile emancipata dal lavoro e collegata, quindi, al problema militare della difesa di Parma. Ovviamente, anche se ci fu il blocco di lavori pubblici (l'ospedale ad esempio fu finito nel [[1925]] ed il formidabile monumento a Giuseppe Verdi nel [[1920]]), non ci furono gravi problemi di disoccupazione visto lo "spopolamento" di manodopera maschile per l'invio alla guerra. È chiaro che la situazione era presagio dello scontro coi fascisti, visto anche la notevole presenza di dirigenti interventisti di sinistra ormai delusi e con capi riconosciuti sia a livello nazionale che locale, ad esempio [[Alceste De Ambris]]. Gli interventisti di sinistra hanno associazioni e formazioni molto attive in loco come la ''Legione Proletaria [[Filippo Corridoni]]'': Mussolini avrà l'amara sorpresa di trovarsi contro i Corridoniani. Ma non fu del tutto una sorpresa, poiché Mussolini stesso aveva intuito l'aria che tirava, nonostante nella sede della ''Legione Proletaria [[Filippo Corridoni]]'' ci fosse un ritratto del periodo di D'Annunzio, con dedica, che fa infuriare sia Mussolini che Farinacci ([[Pino Caccucci]], ''oltretorrente''). Nel parmense la guerra, tramite le commesse, porta ad un incremento industriale sia nel settore agricolo che della manipolazione dei prodotti della terra. In buona sostanza, però, nonostante i tempi convulsi, la borghesia parmense non muta di atteggiamento dall'ante-conflitto e non vede di buon occhio, per risolvere i conflitti sociali, gli [[squadristi]] e i loro sistemi criminali: continua a far riferimento alla "politica" ed ai dettami ideologici della potente Associazione Agraria Parmense, quella che aveva battuto lo sciopero del [[1908]]. Ecco perché a Parma ci fu un'organizzazione della difesa quasi corale, e la borghesia in linea di massima non pose forti ostacoli all'azione degli [[Arditi del Popolo]] e della massa proletaria in generale. <ref name="estratti"> Esistono documenti ed estratti di giornale di stampo liberale che lo dimostrano</ref>. D'altro canto vi era un ritorno di reduci fortemente delusi, in quanto Parma era stata città con forte stampo interventista, e anche moltissimi con stampo di sinistra, come si può desumere anche da quanto già detto; oltre alla delusione c'erano tutte le difficoltà del dopoguerra che attraversavano Italia ed Europa anche se in misura diversa: in questa situazione era ovvia la ribellione all'intervento degli [[Fascismo|squadristi]]: i reduci addestrati e delusi avevano ragioni e mezzi per organizzare la difesa.
Il borgo del Naviglio, al margine nord orientale, aveva amalgama sociale simile all'[[Oltretorrente]] (tralasciando, ovviamente, la zona dei bordelli, posizionata da lunga data fra borgo Tasso e borgo S. Silvestro). [[Antonio Cieri]] dirigerà l'epica sortita del Naviglio a danno degli [[squadristi]], magistralmemte raccontata nel libro ''Oltretorrente'' di [[Pino Cacucci]]. La suddivisione in due parti, o quasi, di Parma avrà anche grande importanza militare nello svolgersi della difesa della città dagli squadristi nel'Agosto [[1922]]. È ancora da notare, per la vicenda, un dato riguardo all'artigianato, in quanto nell'Oltretorrente ci sono laboratori per scarpe e busti femminili con molti addetti/e, andati in crisi con l'avvento della guerra ed, a parte, quindi, la crescita di malcontento, c'è da supporre una parte di manodopera femminile relativamente emancipata: da cui l'importanza delle donne nella difesa di [[Parma]] sia nei combattimenti sia per supporto nelle retrovie, organizzazione lodata a denti stretti dalla stesso [[Italo Balbo]], non solo donne ma anche suore che curavano gli Arditi ed i combattenti feriti e che il vescovo della città dovette difendere dalle proteste dei [[ras]] [[Fascismo|squadristi]]. Anche il Parmense risentì degli effetti dell'entrata in guerra del '15, coi problemi precedenti e susseguenti il conflitto: inflazione che erodeva i salari, difficoltà di rifornimenti di alimentari e combustibili, debilitazione fisica diffusa e aumento delle malattie (anche a Parma nel 1919 infuriò la "spagnola"). La mancanza di uomini, spediti al fronte, e la sostituzione con ragazzi e donne porta nuovamente alla formazione di una base operaia femminile emancipata dal lavoro e collegata, quindi, al problema militare della difesa di Parma. Ovviamente, anche se ci fu il blocco di lavori pubblici (l'ospedale ad esempio fu finito nel [[1925]] ed il formidabile monumento a Giuseppe Verdi nel [[1920]]), non ci furono gravi problemi di disoccupazione visto lo "spopolamento" di manodopera maschile per l'invio alla guerra. È chiaro che la situazione era presagio dello scontro coi fascisti, visto anche la notevole presenza di dirigenti interventisti di sinistra ormai delusi e con capi riconosciuti sia a livello nazionale che locale, ad esempio [[Alceste De Ambris]]. Gli interventisti di sinistra hanno associazioni e formazioni molto attive in loco come la ''Legione Proletaria [[Filippo Corridoni]]'': Mussolini avrà l'amara sorpresa di trovarsi contro i Corridoniani. Ma non fu del tutto una sorpresa, poiché Mussolini stesso aveva intuito l'aria che tirava, nonostante nella sede della ''Legione Proletaria [[Filippo Corridoni]]'' ci fosse un ritratto del periodo di D'Annunzio, con dedica, che fa infuriare sia Mussolini che Farinacci ([[Pino Caccucci]], ''oltretorrente''). Nel parmense la guerra, tramite le commesse, porta ad un incremento industriale sia nel settore agricolo che della manipolazione dei prodotti della terra. In buona sostanza, però, nonostante i tempi convulsi, la borghesia parmense non muta di atteggiamento dall'ante-conflitto e non vede di buon occhio, per risolvere i conflitti sociali, gli [[squadristi]] e i loro sistemi criminali: continua a far riferimento alla "politica" ed ai dettami ideologici della potente Associazione Agraria Parmense, quella che aveva battuto lo sciopero del [[1908]]. Ecco perché a Parma ci fu un'organizzazione della difesa quasi corale, e la borghesia in linea di massima non pose forti ostacoli all'azione degli [[Arditi del Popolo]] e della massa proletaria in generale. <ref name="estratti"> Esistono documenti ed estratti di giornale di stampo liberale che lo dimostrano</ref>. D'altro canto vi era un ritorno di reduci fortemente delusi, in quanto Parma era stata città con forte stampo interventista, e anche moltissimi con stampo di sinistra, come si può desumere anche da quanto già detto; oltre alla delusione c'erano tutte le difficoltà del dopoguerra che attraversavano Italia ed Europa anche se in misura diversa: in questa situazione era ovvia la ribellione all'intervento degli [[Fascismo|squadristi]]: i reduci addestrati e delusi avevano ragioni e mezzi per organizzare la difesa.


== Sintesi avvenimenti ==
== Sintesi avvenimenti ==
[[File:Settimana rossa.jpg|330 px|thumb|Il municipio di Alfonsine (Ravenna) dopo l'incendio appiccato dagli insorti durante la [[settimana rossa]]]]
[[File:Settimana rossa.jpg|330 px|thumb|Il municipio di Alfonsine (Ravenna) dopo l'incendio appiccato dagli insorti durante la [[settimana rossa]]]]


La vicenda prende inizio dallo sciopero generale nazionale indetto dall'Alleanza del Lavoro, organo sindacale di fronte unito, il [[1 Agosto]] [[1922]]. Causa dello sciopero era il perpetuarsi e l'aumentare degli attacchi degli [[Fascismo|squadristi]] fascisti alle organizzazioni operaie, con numerosi morti, fra l'altro, senza intervento alcuno da parte degli organismi di repressione dello Stato, se non per proteggere i [[Fascismo|fascisti]], eccezion fatta per i [[Fatti di Sarzana]], in cui i carabinieri sparano sugli [[Fascismo|squadristi]] assieme agli [[Arditi del Popolo]]. I carabinieri erano in quell'occasione al comando del capitano Jurgens, che aveva partecipato alla repressione delle [[Guardie Rosse]] di Torino, e che evidentemente era coerentemente, per suo ruolo, contro ogni forma di sovversione in qualità di servitore dello Stato. Il capitano Jurgens non farà alcuna carriera sotto il fascismo, ovviamente, ed alcuni giorni dopo i carabinieri dovranno arrestare gli stessi [[Arditi del Popolo]] con cui avevano combattuto fianco a fianco.
La vicenda prende inizio dallo sciopero generale nazionale indetto dall'Alleanza del Lavoro, organo sindacale di fronte unito, il [[1 Agosto]] [[1922]]. Causa dello sciopero era il perpetuarsi e l'aumentare degli attacchi degli [[Fascismo|squadristi]] fascisti alle organizzazioni operaie, con numerosi morti, fra l'altro, senza intervento alcuno da parte degli organismi di repressione dello Stato, se non per proteggere i [[Fascismo|fascisti]], eccezion fatta per i [[Fatti di Sarzana]], in cui i carabinieri sparano sugli [[Fascismo|squadristi]] assieme agli [[Arditi del Popolo]]. I carabinieri erano in quell'occasione al comando del capitano Jurgens, che aveva partecipato alla repressione delle [[Guardie Rosse]] di Torino, e che evidentemente era coerentemente, per suo ruolo, contro ogni forma di sovversione in qualità di servitore dello Stato. Il capitano Jurgens non farà alcuna carriera sotto il fascismo, ovviamente, ed alcuni giorni dopo i carabinieri dovranno arrestare gli stessi [[Arditi del Popolo]] con cui avevano combattuto fianco a fianco.


Gli squadristi si scatenarono a livello nazionale contro il proletariato in rivolta, appoggiati dagli organi di repressione dello Stato. Il [[3 Agosto]] [[1922]] lo [[sciopero]] venne interotto.
Gli squadristi si scatenarono a livello nazionale contro il proletariato in rivolta, appoggiati dagli organi di repressione dello Stato. Il [[3 Agosto]] [[1922]] lo [[sciopero]] venne interotto.


Contrariamente a molte altre città in cui, nonostante la resistenza, le formazioni antifasciste devono cedere, a Parma viene organizzata una resistenza armata di ottima caratura militare a quanto asserisce a denti stretti lo stesso [[Italo Balbo]] che sostituirà , mandato da [[Benito Mussolini]], [[Robeto Farinacci]] per l'inettitudine di quest'ultimo. Il futuro "duce" è intimorito dalla rivolta anche in quanto, assieme agli [[Arditi del Popolo]], combatte quasi inaspettatamente la '''Legione Proletaria [[Filippo Corridoni]]''', dimostrando, quindi, un coagulo di forze che arriva dagli interventisti di sinistra affascinati, in un primo momento, dal programma dei fasci di combattimento (Parma fu zona di interventismo di sinistra come già spiegato).
Contrariamente a molte altre città in cui, nonostante la resistenza, le formazioni antifasciste devono cedere, a Parma viene organizzata una resistenza armata di ottima caratura militare a quanto asserisce a denti stretti lo stesso [[Italo Balbo]] che sostituirà , mandato da [[Benito Mussolini]], [[Robeto Farinacci]] per l'inettitudine di quest'ultimo. Il futuro "duce" è intimorito dalla rivolta anche in quanto, assieme agli [[Arditi del Popolo]], combatte quasi inaspettatamente la '''Legione Proletaria [[Filippo Corridoni]]''', dimostrando, quindi, un coagulo di forze che arriva dagli interventisti di sinistra affascinati, in un primo momento, dal programma dei fasci di combattimento (Parma fu zona di interventismo di sinistra come già spiegato).


I lavoratori aderiscono allo  sciopero in forze ed i sindacalisti rivoluzionari son ritornati alla loro origine di classe con tutta l'influenza che han sempre avuto a Parma. [[Parma]] è restata quasi impenetrabile al fascismo come risulta dai diari di [[Italo Balbo]] (Milano 1932).  
I lavoratori aderiscono allo  sciopero in forze ed i sindacalisti rivoluzionari son ritornati alla loro origine di classe con tutta l'influenza che han sempre avuto a Parma. [[Parma]] è restata quasi impenetrabile al fascismo come risulta dai diari di [[Italo Balbo]] (Milano 1932).  
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Inoltre, ormai da poco più di un anno operano le squadre di autodifesa proletaria di [[Guido Picelli]], socialista internazionalista; tali organismi di autodifesa paramilitare avevano un perfetto serbatoio di reclutamento nel tessuto sociale proletario parmense incline al socialismo radicale ed all'[[anarchismo]].
Inoltre, ormai da poco più di un anno operano le squadre di autodifesa proletaria di [[Guido Picelli]], socialista internazionalista; tali organismi di autodifesa paramilitare avevano un perfetto serbatoio di reclutamento nel tessuto sociale proletario parmense incline al socialismo radicale ed all'[[anarchismo]].


Si vedrà nel prosieguo che il reclutamento per i fatti di Parma sarà anche in altri strati con la caduta in combattimento di [[Ulisse Corazza]], consigliere del [[partito popolare]], che assieme ad un gruppo dei suoi disse "metto il mio moschetto a sua disposizione, comandante Picelli" (Pino Caccucci,"Oltretorrente"). Anche sui giornali di matrice liberale e borghese del periodo, a Parma, ci son violenti attacchi agli [[Fascismo|squadristi]], individuati senza peli sulla lingua come criminali.
Si vedrà nel prosieguo che il reclutamento per i fatti di Parma sarà anche in altri strati con la caduta in combattimento di [[Ulisse Corazza]], consigliere del [[partito popolare]], che assieme ad un gruppo dei suoi disse "metto il mio moschetto a sua disposizione, comandante Picelli" (Pino Caccucci,"Oltretorrente"). Anche sui giornali di matrice liberale e borghese del periodo, a Parma, ci son violenti attacchi agli [[Fascismo|squadristi]], individuati senza peli sulla lingua come criminali.


Nei primi giorni di agosto vennero mobilitati dal Partito Fascista per l'attacco a Parma circa 10.000 uomini, giunti dai paesi del Parmense e dalle province limitrofe; a comandarli venne inviato [[Italo Balbo]], dopo il breve comando di Farinacci, già protagonista di simili spedizioni militari contro Ravenna e Forlì, il numero dei fascisti si incrementerà notevolmente con sopravvenuti rinforzi, proprio a causa della Resistenza opposta dalle [[Formazioni di difesa proletaria/squadre di autodifesa proletaria]] che aumentano la loro capacità di rintuzzare gli attacchi: alla fine si conteranno circa 40 morti fra gli [[Fascismo|squadristi]], solo 5 fra gli [[Arditi del Popolo]], fra i quali il valoroso Corazza. Gli [[Fascismo|squadristi]] dovranno allontanarsi, su consiglio anche del capo della polizia locale, Lodomez, uomo astuto che vista la situazione pericolosa per il fascismo (Eros Francescangeli, "Arditi del Popolo"), non solo a livello locale, preferisce mantenersi neutrale dicendo a Balbo: "che è meglio abbandoni la spedizione in quanto lui ed i suoi sottoposti non sono grado di garantire l'incolumità dei suoi uomini (di Balbo)". I 5 caduti fra i difensori sono Ulisse Corazza, consigliere comunale del P.P.I, Carluccio Mora, Giuseppe Mussini, Mario Tomba e il giovanissmo Gino Gazzola, la cui morte, [[Pino Cacucci]] dice nel suo libro "Oltretorrente", scatenò la furia di [[Antonio Cieri]], che baionetta fra i denti e bombe a mano, seguito da popolani e donne, guidò l'epica sortita dal Naviglio spezzando l'ormai avvenuto accerchiamento da parte degli [[Fascismo|squadristi]]. [[Antonio Cieri]] aveva già compiuto un atto del genere che gli portò la decorazione nella prima guerra mondiale, non per fanatismo nazionalistico, (era un anarchico mandato al fronte ed andato di malavoglia), ma per salvare i commilitoni ormai intrappolati sotto fuoco austriaco. [[Antonio Cieri]] non perderà l'abitudine di condurre gli assalti davanti a tutti: morirà ad Huesca in [[Spagna]], in difesa della Repubblica, attaccando una postazione dei nemici di sempre al comando della sua squadra di "bomberos", la postazione verrà conquistata ma Cieri morirà nell'attacco.
Nei primi giorni di agosto vennero mobilitati dal Partito Fascista per l'attacco a Parma circa 10.000 uomini, giunti dai paesi del Parmense e dalle province limitrofe; a comandarli venne inviato [[Italo Balbo]], dopo il breve comando di Farinacci, già protagonista di simili spedizioni militari contro Ravenna e Forlì, il numero dei fascisti si incrementerà notevolmente con sopravvenuti rinforzi, proprio a causa della Resistenza opposta dalle [[Formazioni di difesa proletaria/squadre di autodifesa proletaria]] che aumentano la loro capacità di rintuzzare gli attacchi: alla fine si conteranno circa 40 morti fra gli [[Fascismo|squadristi]], solo 5 fra gli [[Arditi del Popolo]], fra i quali il valoroso Corazza. Gli [[Fascismo|squadristi]] dovranno allontanarsi, su consiglio anche del capo della polizia locale, Lodomez, uomo astuto che vista la situazione pericolosa per il fascismo (Eros Francescangeli, "Arditi del Popolo"), non solo a livello locale, preferisce mantenersi neutrale dicendo a Balbo: "che è meglio abbandoni la spedizione in quanto lui ed i suoi sottoposti non sono grado di garantire l'incolumità dei suoi uomini (di Balbo)". I 5 caduti fra i difensori sono Ulisse Corazza, consigliere comunale del P.P.I, Carluccio Mora, Giuseppe Mussini, Mario Tomba e il giovanissmo Gino Gazzola, la cui morte, [[Pino Cacucci]] dice nel suo libro "Oltretorrente", scatenò la furia di [[Antonio Cieri]], che baionetta fra i denti e bombe a mano, seguito da popolani e donne, guidò l'epica sortita dal Naviglio spezzando l'ormai avvenuto accerchiamento da parte degli [[Fascismo|squadristi]]. [[Antonio Cieri]] aveva già compiuto un atto del genere che gli portò la decorazione nella prima guerra mondiale, non per fanatismo nazionalistico, (era un anarchico mandato al fronte ed andato di malavoglia), ma per salvare i commilitoni ormai intrappolati sotto fuoco austriaco. [[Antonio Cieri]] non perderà l'abitudine di condurre gli assalti davanti a tutti: morirà ad Huesca in [[Spagna]], in difesa della Repubblica, attaccando una postazione dei nemici di sempre al comando della sua squadra di "bomberos", la postazione verrà conquistata ma Cieri morirà nell'attacco.


La popolazione dell'[[Oltretorrente]] e dei rioni Naviglio e Saffi si prepara, come ormai da storica abitudine, all'aggressione innalzando barricate, inoltre i recenti trascorsi militari di molti hanno insegnato qualcosa e si scavano pure trincee. Si vuole difendere ad oltranza sia le sedi delle organizzazioni proletarie di classe che quelle più centriste, ed anche le case, sapendo già le devastazioni che i fascisti hanno compiuto in altri paesi, ad esempio nel Ravennate, guidati proprio da [[Italo Balbo]]. A livello nazionale lo sciopero si esaurisce, di converso a Parma l'idea di resistere si radica sempre di più. Nei quartieri popolari i poteri istituzionali passano al direttorio degli [[Arditi del Popolo]] comandati da [[Guido Picelli]]; anche lui morirà in combattimento in [[Spagna]], come Cieri, contro i [[Fascismo|fascisti]]: Barcellona, dove è sepolto, lo onorerà con funerali di [[Stato]].
La popolazione dell'[[Oltretorrente]] e dei rioni Naviglio e Saffi si prepara, come ormai da storica abitudine, all'aggressione innalzando barricate, inoltre i recenti trascorsi militari di molti hanno insegnato qualcosa e si scavano pure trincee. Si vuole difendere ad oltranza sia le sedi delle organizzazioni proletarie di classe che quelle più centriste, ed anche le case, sapendo già le devastazioni che i fascisti hanno compiuto in altri paesi, ad esempio nel Ravennate, guidati proprio da [[Italo Balbo]]. A livello nazionale lo sciopero si esaurisce, di converso a Parma l'idea di resistere si radica sempre di più. Nei quartieri popolari i poteri istituzionali passano al direttorio degli [[Arditi del Popolo]] comandati da [[Guido Picelli]]; anche lui morirà in combattimento in [[Spagna]], come Cieri, contro i [[Fascismo|fascisti]]: Barcellona, dove è sepolto, lo onorerà con funerali di [[Stato]].


Tutta la popolazione partecipa attivamente agli scontri, comprese le donne che danno un apporto fondamentale oltre che come combattenti sul campo per l'organizzazione delle retrovie, organizzazione "lodata" da Balbo: vengono superate divisioni politiche anche profonde e radicate e che in certe situazioni precedenti portarono anche allo scontro fisico:  [[Arditi del Popolo]], sindacalisti corridoniani, confederali, anarchici come ([[Antonio Cieri]], [[comunismo|comunisti]], popolari, repubblicani e [[socialismo|socialisti]] delle varie tendenze, combattono fianco a fianco contro gli [[Fascismo|squadristi]].
Tutta la popolazione partecipa attivamente agli scontri, comprese le donne che danno un apporto fondamentale oltre che come combattenti sul campo per l'organizzazione delle retrovie, organizzazione "lodata" da Balbo: vengono superate divisioni politiche anche profonde e radicate e che in certe situazioni precedenti portarono anche allo scontro fisico:  [[Arditi del Popolo]], sindacalisti corridoniani, confederali, anarchici come ([[Antonio Cieri]], [[comunismo|comunisti]], popolari, repubblicani e [[socialismo|socialisti]] delle varie tendenze, combattono fianco a fianco contro gli [[Fascismo|squadristi]].


Gli squadristi tentano di superare le barricate, devastano, nelle zone centrali della città , meno difendibili e difese,il circolo dei ferrovieri, uffici di numerosi professionisti democratici, le sedi del giornale «Il Piccolo», dell'Unione del Lavoro e del Partito Popolare. A questo punto iniziano le trattative, vista la situazione, per la fine dei combattimenti tra il comando di Balbo, le autorità militari e la Prefettura e Lodomez fa il discorso a Balbo di cui poco sopra: "non può garantire l'incolumita' dei fascisti". La notte tra il [[5 agosto|5]] e il [[6 agosto]] le squadre fasciste smobilitano e lasciano velocemente la città : Parma proletaria ha resistito ed ha salvato, in gran parte, l'intera città dalle devastazioni. Due [[Arditi del Popolo]] "salutano" Balbo, che abbandona Parma in automobile, scaricandogli addosso i loro revolvers. Molti anni dopo Balbo torna a Parma, con il [[fascismo]] ormai ben stabilizzato, e lo attende un grosso cartello con la scritta in [[dialetto parmigiano]]: «Balbo, hai attraversato l'oceano ma non il Torrente Parma.»
Gli squadristi tentano di superare le barricate, devastano, nelle zone centrali della città , meno difendibili e difese,il circolo dei ferrovieri, uffici di numerosi professionisti democratici, le sedi del giornale «Il Piccolo», dell'Unione del Lavoro e del Partito Popolare. A questo punto iniziano le trattative, vista la situazione, per la fine dei combattimenti tra il comando di Balbo, le autorità militari e la Prefettura e Lodomez fa il discorso a Balbo di cui poco sopra: "non può garantire l'incolumita' dei fascisti". La notte tra il [[5 agosto|5]] e il [[6 agosto]] le squadre fasciste smobilitano e lasciano velocemente la città : Parma proletaria ha resistito ed ha salvato, in gran parte, l'intera città dalle devastazioni. Due [[Arditi del Popolo]] "salutano" Balbo, che abbandona Parma in automobile, scaricandogli addosso i loro revolvers. Molti anni dopo Balbo torna a Parma, con il [[fascismo]] ormai ben stabilizzato, e lo attende un grosso cartello con la scritta in [[dialetto parmigiano]]: «Balbo, hai attraversato l'oceano ma non il Torrente Parma.»
Il [[6 Agosto]] [[1922]], Lodomez, comandante militare della piazza, assume pieni poteri e proclama lo stato di assedio.
Il [[6 Agosto]] [[1922]], Lodomez, comandante militare della piazza, assume pieni poteri e proclama lo stato di assedio.
Nella mattinata i soldati, festosamente accolti dalla popolazione, con cui fraternizzano, entrano nei rioni dell'Oltretorrente e del Naviglio e, in poco tempo, la situazione torna alla normalità .
Nella mattinata i soldati, festosamente accolti dalla popolazione, con cui fraternizzano, entrano nei rioni dell'Oltretorrente e del Naviglio e, in poco tempo, la situazione torna alla normalità .
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[[File:Picelli.jpg|thumb|[[Guido Picelli]]]]
[[File:Picelli.jpg|thumb|[[Guido Picelli]]]]
Le ragioni sociali e politiche della resistenza vittoriosa di Parma sono molte e si legano a radicate esperienze del periodo, introiettate dal movimento locale dei lavoratori.
Le ragioni sociali e politiche della resistenza vittoriosa di Parma sono molte e si legano a radicate esperienze del periodo, introiettate dal movimento locale dei lavoratori.
Esperienze che vanno dal tradizionale ribellismo urbano dei quartieri più poveri ed anche fatiscenti della città (in particolare i borghi dell'Oltretorrente) a tutta la situazione storico-politico-sociale brevemente analizzata nel paragrafo del ''Tessuto Sociale Parmense''. È da rimarcare, comunque, che la cultura parmense dell'interventismo di sinistra e l'esperienza combattentistica nella prima guerra mondiale di molti lavoratori avevano rafforzato una preponderante volontà di cambiamento sociale e politico: l'unico vantaggio che vi era stato dalla guerra per la massa era un bagaglio di conoscenze militari applicate sul campo. C'era stata inoltre l'[[Impresa di Fiume|Fiume]] e [[Gabriele D'Annunzio]] è ancora considerato da Argo Secondari "il Comandante", come si può desumere da una sua intervista ad un emissario di [[Antonio Gramsci]]. È da tener ben conto pure che la Russia Sovietica, in quel periodo, rappresentava una luminosa fiaccola per la speranza di emancipazione delle classi subalterne e per frazioni dei ceti medi in quel momento alleate del proletariato, ad esempio i molti reduci di guerra graduati e delusi. Occorre, ancora, rimarcare con forza l'importanza della figura carismatica di combattente antifascista rappresentata da [[Guido Picelli]] e la sua proposta politica per un [[Antifascismo|''Fronte Unitario Antifascista'']], (successivamente [[Guido Picelli]] aderì al [[Partito Comunista d'Italia]], ma in quel periodo era ancora un socialista internazionalista). Picelli è ricordato ancora oggi in modo epico a Parma, anche per le sue caratteristiche umane e di cultore dell'opera lirica. Militarmente parlando, in senso stretto, è ben difendibile una zona con strade strette, tortuose  ed anguste che porta ad un'immediata difesa con la barricata; ci sono dei precedenti storici con il lancio di tegole dai tetti e di pietre per le strade come forma di autodifesa dagli attacchi della polizia ed esercito già dalla fine del 1800, ed il metodo ormai è consolidato come forma di autodifesa contro le forze di polizia e l'esercito.
Esperienze che vanno dal tradizionale ribellismo urbano dei quartieri più poveri ed anche fatiscenti della città (in particolare i borghi dell'Oltretorrente) a tutta la situazione storico-politico-sociale brevemente analizzata nel paragrafo del ''Tessuto Sociale Parmense''. È da rimarcare, comunque, che la cultura parmense dell'interventismo di sinistra e l'esperienza combattentistica nella prima guerra mondiale di molti lavoratori avevano rafforzato una preponderante volontà di cambiamento sociale e politico: l'unico vantaggio che vi era stato dalla guerra per la massa era un bagaglio di conoscenze militari applicate sul campo. C'era stata inoltre l'[[Impresa di Fiume|Fiume]] e [[Gabriele D'Annunzio]] è ancora considerato da Argo Secondari "il Comandante", come si può desumere da una sua intervista ad un emissario di [[Antonio Gramsci]]. È da tener ben conto pure che la Russia Sovietica, in quel periodo, rappresentava una luminosa fiaccola per la speranza di emancipazione delle classi subalterne e per frazioni dei ceti medi in quel momento alleate del proletariato, ad esempio i molti reduci di guerra graduati e delusi. Occorre, ancora, rimarcare con forza l'importanza della figura carismatica di combattente antifascista rappresentata da [[Guido Picelli]] e la sua proposta politica per un [[Antifascismo|''Fronte Unitario Antifascista'']], (successivamente [[Guido Picelli]] aderì al [[Partito Comunista d'Italia]], ma in quel periodo era ancora un socialista internazionalista). Picelli è ricordato ancora oggi in modo epico a Parma, anche per le sue caratteristiche umane e di cultore dell'opera lirica. Militarmente parlando, in senso stretto, è ben difendibile una zona con strade strette, tortuose  ed anguste che porta ad un'immediata difesa con la barricata; ci sono dei precedenti storici con il lancio di tegole dai tetti e di pietre per le strade come forma di autodifesa dagli attacchi della polizia ed esercito già dalla fine del 1800, ed il metodo ormai è consolidato come forma di autodifesa contro le forze di polizia e l'esercito.


== Personaggi correlati ==
== Personaggi correlati ==
L'elenco sottostante non è per ordine alfabetico bensì per gruppo politico-sociale, i personaggi già riportati su [[Wikipedia]] (essendo fra l'altro alcuni dei più importanti) hanno il minimo di informazioni introduttive per una immediata lettura della pagina.
L'elenco sottostante non è per ordine alfabetico bensì per gruppo politico-sociale, i personaggi già riportati su [[Wikipedia]] (essendo fra l'altro alcuni dei più importanti) hanno il minimo di informazioni introduttive per una immediata lettura della pagina.


=== [[Fascismo|Fascisti]] e [[Squadristi]] ===
=== [[Fascismo|Fascisti]] e [[Squadristi]] ===


*'''Aimi Alcide''' (Polesine Parmense, Parma, [[1896]] - Como [[1960]]). Dopo esser stato in seminario ed aver militato nella guardia regia e partecipato alla prima guerra mondiale costituisce il Fascio a [[Busseto]] nel [[1921]]e si può identificare  come capo degli squadristi della Bassa Parmense. È in collegamento con [[Roberto Farinacci]], il ras di Cremona, non per niente il primo a dirigere gli attacchi a Parma sarà lo stesso Farinacci sostituito poi per inefficienza militare. Il culmine dei suoi attacchi fascisti si trova con la distruzione della Cooperativa di Fontanelle nell'agosto del [[1922]]. Nel prosieguo il suo [[fascismo]], dell'Aimi, di stampo intransigente lo porta all'emarginazione nel movimento fascista  parmense stesso, quando è, nel seguito, da limitare uso di manganello ed olio di ricino, mescolato spesso a bitume. Diviene comunque membro del primo Consiglio direttivo della Confederazione Nazionale dei [[Sindacati Fascisti]], commissario straordinario dei sindacati fascisti di Firenze e segretario generale di Massa e Carrara; nel [[1929]] il [[PNF]] lo trasferisce a Mantova dove continua ad occuparsi di [[sindacalismo]].
*'''Aimi Alcide''' (Polesine Parmense, Parma, [[1896]] - Como [[1960]]). Dopo esser stato in seminario ed aver militato nella guardia regia e partecipato alla prima guerra mondiale costituisce il Fascio a [[Busseto]] nel [[1921]]e si può identificare  come capo degli squadristi della Bassa Parmense. È in collegamento con [[Roberto Farinacci]], il ras di Cremona, non per niente il primo a dirigere gli attacchi a Parma sarà lo stesso Farinacci sostituito poi per inefficienza militare. Il culmine dei suoi attacchi fascisti si trova con la distruzione della Cooperativa di Fontanelle nell'agosto del [[1922]]. Nel prosieguo il suo [[fascismo]], dell'Aimi, di stampo intransigente lo porta all'emarginazione nel movimento fascista  parmense stesso, quando è, nel seguito, da limitare uso di manganello ed olio di ricino, mescolato spesso a bitume. Diviene comunque membro del primo Consiglio direttivo della Confederazione Nazionale dei [[Sindacati Fascisti]], commissario straordinario dei sindacati fascisti di Firenze e segretario generale di Massa e Carrara; nel [[1929]] il [[PNF]] lo trasferisce a Mantova dove continua ad occuparsi di [[sindacalismo]].


*'''[[Italo Balbo ]]''', politico, militare e aviatore italiano, ministro dell'aeronautica e governatore della Libia.
*'''[[Italo Balbo ]]''', politico, militare e aviatore italiano, ministro dell'aeronautica e governatore della Libia.
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*'''[[Roberto Farinacci]]''' divenne segretario del Partito Nazionale Fascista.
*'''[[Roberto Farinacci]]''' divenne segretario del Partito Nazionale Fascista.
*'''Davide Fossa''', squadrista, fu anche  fondatore del sindacato fascista a Parma
*'''Davide Fossa''', squadrista, fu anche  fondatore del sindacato fascista a Parma
*'''Ranieri Remo''' (Fontanellato, Parma, 1894 - Fidenza, Parma, 1967), squadrista e capo dei fascisti a [[Fidenza]]. Entrò nel Partito Nazionale Fascista dopo essersi candidato al Consiglio comunale nelle liste del Partito Popolare a Borgo San Donnino (Fidenza), divenendo in seguito uno dei più noti esponenti fascisti del parmense fino ad inizio anni 30. Nel [[1922]] fu assessore e nell'agosto [[1922]] partecipò all'attacco squadristico contro Parma, seguace di [[Roberto Farinacci]], fu protagonista di duri scontri all'interno dello stesso [[PNF]] fra le diverse fazioni arrivando all'espulsione del [[1925]], una volta reintegrato nel [[PNF]] assume l'incarico di segretario federale parmense (1927-29), ispettore nazionale (1927-31), membro della direzione nazionale del partito (1931-32) e continuò ad essere deputato della provincia di Parma fino al [[1934]], quando lasciò l'attività politica per dedicarsi all'industria nel ramo caseario e conserviero. Fu volontario nel secondo conflitto mondiale e non aderì alla [[RSI]], però, subì un processo, comunque, per “atti rilevanti” a seguito del suo passato di fascista.
*'''Ranieri Remo''' (Fontanellato, Parma, 1894 - Fidenza, Parma, 1967), squadrista e capo dei fascisti a [[Fidenza]]. Entrò nel Partito Nazionale Fascista dopo essersi candidato al Consiglio comunale nelle liste del Partito Popolare a Borgo San Donnino (Fidenza), divenendo in seguito uno dei più noti esponenti fascisti del parmense fino ad inizio anni 30. Nel [[1922]] fu assessore e nell'agosto [[1922]] partecipò all'attacco squadristico contro Parma, seguace di [[Roberto Farinacci]], fu protagonista di duri scontri all'interno dello stesso [[PNF]] fra le diverse fazioni arrivando all'espulsione del [[1925]], una volta reintegrato nel [[PNF]] assume l'incarico di segretario federale parmense (1927-29), ispettore nazionale (1927-31), membro della direzione nazionale del partito (1931-32) e continuò ad essere deputato della provincia di Parma fino al [[1934]], quando lasciò l'attività politica per dedicarsi all'industria nel ramo caseario e conserviero. Fu volontario nel secondo conflitto mondiale e non aderì alla [[RSI]], però, subì un processo, comunque, per “atti rilevanti” a seguito del suo passato di fascista.
*'''Terzaghi Michele''', (Parma, 1896 - 1922),avvocato [[socialismo|socialista]] fino al [[1916]], diresse La Difesa", (giornale della federazione del [[Partito Socialista Italiano]]), che passò poi sotto la direzione di [[Spartaco Lavagnini]] abbandonando il partito socialista a seguito della sua scelta interventista, aderì poi al fascismo nel primo dopoguerra con la successiva elezione a deputato del blocco nazionale del [[1921]].
*'''Terzaghi Michele''', (Parma, 1896 - 1922),avvocato [[socialismo|socialista]] fino al [[1916]], diresse La Difesa", (giornale della federazione del [[Partito Socialista Italiano]]), che passò poi sotto la direzione di [[Spartaco Lavagnini]] abbandonando il partito socialista a seguito della sua scelta interventista, aderì poi al fascismo nel primo dopoguerra con la successiva elezione a deputato del blocco nazionale del [[1921]].


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*'''[[Enrico Griffith]]''', [http://www.romacivica.net/ANPIROMA/antifascismo/biografie%20antifascisti96.html ANPI] [http://www.criticaeconflitto.org/artpdf/storia_movimentooperaio_parma/griffit1.pdf storia movimento operaio di Parma]
*'''[[Enrico Griffith]]''', [http://www.romacivica.net/ANPIROMA/antifascismo/biografie%20antifascisti96.html ANPI] [http://www.criticaeconflitto.org/artpdf/storia_movimentooperaio_parma/griffit1.pdf storia movimento operaio di Parma]
*'''[[Giuseppe Isola]]''', antifascista e dirigente dei socialisti internazionalisti "terzini" di Parma (Parma, 1881- 1957)
*'''[[Giuseppe Isola]]''', antifascista e dirigente dei socialisti internazionalisti "terzini" di Parma (Parma, 1881- 1957)
*'''[[Aroldo Lavagetto]]''' (Parma, [[1896]] - [[1981]]), reduce dalla guerra del 1915-18. Fu fra i rappresentanti di spicco dell'[[antifascismo]] liberale e repubblicano, redattore capo presso il giornale "il Piccolo Esponente" di Parma che fu fondato da Tullio Masotti. La sede del [[Il Piccolo]] fu devastata dagli squadristi durante l'attacco a Parma anche se i giornalisti tentarono una difesa armata e fu spostata quindi la stessa redazione presso la tipografia della Camera del Lavoro di borgo delle Grazie, in Oltretorrente, zona non conquistata dai fascisti e roccaforte del Fronte Unito [[Arditi del Popolo]]. A [[fascismo]] affermato, Lavagetto dovette fuggire a Milano riuscendo a trovar lavoro al «Corriere della Sera», in seguito si spostò ancora all'ufficio stampa delle Terme di Salsomaggiore ed infine nel [[1935]] trovò sistemazione in una societaà petrolifera appartenente a Nando Peretti. Dopo l'[[8 settembre]] del [[1943]] si stabilì a Roma e nel 1965 tornò a Parma.  
*'''[[Aroldo Lavagetto]]''' (Parma, [[1896]] - [[1981]]), reduce dalla guerra del 1915-18. Fu fra i rappresentanti di spicco dell'[[antifascismo]] liberale e repubblicano, redattore capo presso il giornale "il Piccolo Esponente" di Parma che fu fondato da Tullio Masotti. La sede del [[Il Piccolo]] fu devastata dagli squadristi durante l'attacco a Parma anche se i giornalisti tentarono una difesa armata e fu spostata quindi la stessa redazione presso la tipografia della Camera del Lavoro di borgo delle Grazie, in Oltretorrente, zona non conquistata dai fascisti e roccaforte del Fronte Unito [[Arditi del Popolo]]. A [[fascismo]] affermato, Lavagetto dovette fuggire a Milano riuscendo a trovar lavoro al «Corriere della Sera», in seguito si spostò ancora all'ufficio stampa delle Terme di Salsomaggiore ed infine nel [[1935]] trovò sistemazione in una societaà petrolifera appartenente a Nando Peretti. Dopo l'[[8 settembre]] del [[1943]] si stabilì a Roma e nel 1965 tornò a Parma.  
*'''[[Tullio Masotti]]''' (Falerone, Ascoli Piceno, [[1886]] - Milano, [[1949]]), si stabilì a Parma nel 1907 come collaboratore di [[Alceste De Ambris]], al momento dei fatti di Parma del 1922 era direttore de "Il Piccolo". A Parma, in breve divenne  segretario della Federazione giovanile e vicesegretario della Camera del Lavoro [[sindacalista rivoluzionaria]], dopo il 20 giugno [[1908]], data del grande sciopero agrario, si scatenò la represione della polizia e dovette rifigiarsi prima a [[Nizza]] poi a [[Lugano]]: la Corte d'Assise di Lucca pronunciò sentenza assolutiva per i sindacalisti rivoluzionari promotori dello sciopero, accusati di insurrezione armata contro il potere dello stato e Masotti rientrò a Parma nel maggio [[1909]], immediatamente si mise a ricostruire le fila del sindacalismo rivoluzionrio, indisse azioni contro la Guerra di Libia e iniziative di appoggio al proletariato in lotta in altre parti d'Italia. Tutto ciò aumentò sensibilmente il peso della Camera del Lavoro sindacalista rivoluzionaria di Parma sulla cui scia e, dietro iniziativa di Masotti, nacque l'Unione Sindacale Italiana di Modena nel [[1912]], ne divenne segretario fino alla crisi dovuta la problema dell'interventismo. Masotti, volontario, combatté  col grado di ufficiale nella prima guerra mondiale Volontario e combattente con il grado di ufficiale partecipò alla Grande guerra. Dopo la guerra nuovamente a Parma si mise a dirigere un nuovo quotidiano: "Il Piccolo" di indirizzo democratico combattentistico, attirato dal primo fascismo come frange dei sindacalisti, ne divenne oppositore quando il fascismo, immediatamente dopo, rivelò la sua indole antiproletaria: gli squadristi, durante i fatti di Parma devastarono sia la casa di Masotti che la sede del "Piccolo". Molti anni dopo, nel 1940 Masotti si avvicinò alla formazione antifascista di [[Giustizia e Libertà ]] diventando redattore di "Italia Libera". Dopo lo scioglimento di [[Giustizia e Libertà ]] aderì al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani,  nel  quale si occupò di "Battaglie sindacali", organo di stampa del partito.
*'''[[Tullio Masotti]]''' (Falerone, Ascoli Piceno, [[1886]] - Milano, [[1949]]), si stabilì a Parma nel 1907 come collaboratore di [[Alceste De Ambris]], al momento dei fatti di Parma del 1922 era direttore de "Il Piccolo". A Parma, in breve divenne  segretario della Federazione giovanile e vicesegretario della Camera del Lavoro [[sindacalista rivoluzionaria]], dopo il 20 giugno [[1908]], data del grande sciopero agrario, si scatenò la represione della polizia e dovette rifigiarsi prima a [[Nizza]] poi a [[Lugano]]: la Corte d'Assise di Lucca pronunciò sentenza assolutiva per i sindacalisti rivoluzionari promotori dello sciopero, accusati di insurrezione armata contro il potere dello stato e Masotti rientrò a Parma nel maggio [[1909]], immediatamente si mise a ricostruire le fila del sindacalismo rivoluzionrio, indisse azioni contro la Guerra di Libia e iniziative di appoggio al proletariato in lotta in altre parti d'Italia. Tutto ciò aumentò sensibilmente il peso della Camera del Lavoro sindacalista rivoluzionaria di Parma sulla cui scia e, dietro iniziativa di Masotti, nacque l'Unione Sindacale Italiana di Modena nel [[1912]], ne divenne segretario fino alla crisi dovuta la problema dell'interventismo. Masotti, volontario, combatté  col grado di ufficiale nella prima guerra mondiale Volontario e combattente con il grado di ufficiale partecipò alla Grande guerra. Dopo la guerra nuovamente a Parma si mise a dirigere un nuovo quotidiano: "Il Piccolo" di indirizzo democratico combattentistico, attirato dal primo fascismo come frange dei sindacalisti, ne divenne oppositore quando il fascismo, immediatamente dopo, rivelò la sua indole antiproletaria: gli squadristi, durante i fatti di Parma devastarono sia la casa di Masotti che la sede del "Piccolo". Molti anni dopo, nel 1940 Masotti si avvicinò alla formazione antifascista di [[Giustizia e Libertà ]] diventando redattore di "Italia Libera". Dopo lo scioglimento di [[Giustizia e Libertà ]] aderì al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani,  nel  quale si occupò di "Battaglie sindacali", organo di stampa del partito.
*'''[[Gaetano Perillo ]]''', [[comunismo|comunista]], capo degli [[Arditi del Popolo]] di [[Genova]], partigiano, storico, Genova gli ha destinato un fondo per lo studio del movimento operaio genovese; alcuni storiografi che si sono occupati del riordino della vicenda  degli [[Arditi del Popolo]] lo danno presente anche a Parma in quel periodo.  
*'''[[Gaetano Perillo ]]''', [[comunismo|comunista]], capo degli [[Arditi del Popolo]] di [[Genova]], partigiano, storico, Genova gli ha destinato un fondo per lo studio del movimento operaio genovese; alcuni storiografi che si sono occupati del riordino della vicenda  degli [[Arditi del Popolo]] lo danno presente anche a Parma in quel periodo.  
*'''[[Vittorio Picelli]]''' (Parma, [[1893]] - Roma, [[1979]]), fattorino postale, promosse l'organizzazione sindacale della categoria sino a divenire dirigente sindacalista rivoluzionario. Fu fondatore, con altri, del Fascio anticlericale “[[Francisco Ferrer y Guardia|Francesco Ferrer]]” nel [[1909]] ed a causa di questa attività venne trasferito a Brescia, dove continuò la sua opera. Nell'agosto del [[1914]] a [[Parma]] si impegnò nella campagna interventista con molti dirigenti sindacalisti rivoluzionari, sul fronte francese fu decorato con medaglia di Bronzo. Assunse, dopo la prima guerra mondiale, incarichi direttivi alla Camera del Lavoro di [[Parma]] e nell'Unione Italiana del Lavoro, fu fra i difensori di Parma assieme al fratello [[Guido Picelli]], a fascismo affermato partecipò all'associazione antifascista “Italia Libera” andando, poi, esule in [[Francia]] nel [[1924]], dove a Parigi fu attivista nel gruppo sindacalista “[[Filippo Corridoni]]” con [[Giuseppe Donati]] ed altri fuoriusciti curò la pubblicazione del “Corriere degli Italiani”, situazione in cui fu anche coinvolto [[Vittorio Ambrosini]] e [[Giuseppe Mingrino]] con le loro attivita' di rottura all'interno del fronte antifascista. Fu fra gli aderenti alla Lega Italiana dei Diritti e della Concentrazione antifascista, si avvicinò a [[Giustizia e Liberta']] nel [[1934]], a causa della miseria,  nella primavera del 1935 si spostò in Belgio, e chiese, tramite lettera a [[Benito Mussolini]] l'arruolamento Africa Orientale, rientrando dall'Etiopia alla fine del [[1936]]. Con la famiglia si stabilì a Roma con incarichi nei sindacati fascisti, scrisse il libro "Il fante nella guerra nell'Africa Orientale"
*'''[[Vittorio Picelli]]''' (Parma, [[1893]] - Roma, [[1979]]), fattorino postale, promosse l'organizzazione sindacale della categoria sino a divenire dirigente sindacalista rivoluzionario. Fu fondatore, con altri, del Fascio anticlericale “[[Francisco Ferrer y Guardia|Francesco Ferrer]]” nel [[1909]] ed a causa di questa attività venne trasferito a Brescia, dove continuò la sua opera. Nell'agosto del [[1914]] a [[Parma]] si impegnò nella campagna interventista con molti dirigenti sindacalisti rivoluzionari, sul fronte francese fu decorato con medaglia di Bronzo. Assunse, dopo la prima guerra mondiale, incarichi direttivi alla Camera del Lavoro di [[Parma]] e nell'Unione Italiana del Lavoro, fu fra i difensori di Parma assieme al fratello [[Guido Picelli]], a fascismo affermato partecipò all'associazione antifascista “Italia Libera” andando, poi, esule in [[Francia]] nel [[1924]], dove a Parigi fu attivista nel gruppo sindacalista “[[Filippo Corridoni]]” con [[Giuseppe Donati]] ed altri fuoriusciti curò la pubblicazione del “Corriere degli Italiani”, situazione in cui fu anche coinvolto [[Vittorio Ambrosini]] e [[Giuseppe Mingrino]] con le loro attivita' di rottura all'interno del fronte antifascista. Fu fra gli aderenti alla Lega Italiana dei Diritti e della Concentrazione antifascista, si avvicinò a [[Giustizia e Liberta']] nel [[1934]], a causa della miseria,  nella primavera del 1935 si spostò in Belgio, e chiese, tramite lettera a [[Benito Mussolini]] l'arruolamento Africa Orientale, rientrando dall'Etiopia alla fine del [[1936]]. Con la famiglia si stabilì a Roma con incarichi nei sindacati fascisti, scrisse il libro "Il fante nella guerra nell'Africa Orientale"


=== Personaggi Istituzionali ===
=== Personaggi Istituzionali ===
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*'''[[Guido Maria Conforti]]''', difese le scelte del clero, suore comprese, parmense nel curare i difensori parmensi feriti, rigettando le accuse di Balbo sul fatto che i preti sparassero ai fascisti assieme al '''fronte unito''', di questa relazione clero difensori ne parla con riferimento ad [[Antonio Cieri]], difensore del Naviglio, Pino Cacucci nel libro ''Oltretorrente''
*'''[[Guido Maria Conforti]]''', difese le scelte del clero, suore comprese, parmense nel curare i difensori parmensi feriti, rigettando le accuse di Balbo sul fatto che i preti sparassero ai fascisti assieme al '''fronte unito''', di questa relazione clero difensori ne parla con riferimento ad [[Antonio Cieri]], difensore del Naviglio, Pino Cacucci nel libro ''Oltretorrente''
*'''[[Felice Corini]]''', segretario PPI parmense,collabora coi fascisti fino al [[1924]], poi rompe e partecipa alla protesta Aventiniana.
*'''[[Felice Corini]]''', segretario PPI parmense,collabora coi fascisti fino al [[1924]], poi rompe e partecipa alla protesta Aventiniana.
*'''[[Federico Fusco]]''' (Napoli, 1872 - ?), prefetto di Parma, nel [[1893]] entrò nell'amministrazione della Pubblica sicurezza e contemporaneamente cominciò a  frequentare l'Università di [[Napoli]], dopo  nel [[1893]] entrato nell'amministrazione della Pubblica sicurezza fu destinato alla questura di Milano, fino al [[1896]], e quindi  venne inviato alla questura di [[Salerno]]. Passò nell'amministrazione civile dello stesso Ministero dell'Interno nel [[1897]]e nel [[1898]], appena laureato, assunse servizio presso la prefettura di [[Caserta]]con incarichi inerenti  amministrazioni comunali e provinciali, fu trasferito ancora alcune volte ed a [[Fabriano]] si assunse il compito non semplice di mediazione politica fra la conflittualità di strati proletari e padronato agendo su  settori politici moderati,nel [[1908]], con atteggiamento improntato al paternalismo ,riuscendo a risolvere la situazione.Durante le  5 giornate d'agosto di scontro fra il '''fronte unito''' - [[Arditi del Popolo]] ed i [[Fascismo|fascisti]], del [[1922]], tentò di mediare al punto che Italo Balbo lo indicò come un  strenuo nemico del [[Fascismo|fascismo]]. Vista la situazione nazionale con stato d'assedio a Milano, Genova, Ancona, Livorno, Parma, entrato in vigore il [[5 agosto]], con delibera govenativa, la gestione dell'ordine pubblico in città passò dal prefetto Fusco a l generale Lodomez. Successivamente il Consiglio dei ministri, nel settembre [[1922]], decise di sollevarlo dall'incarico a Parma  e di metterlo a disposizione, affidandogli poi  prefetture di città di minor importanza dal [[1923]] al [[1928]]: ''il fascismo al potere voleva la sua vendetta nel luglio [[1928]], all'età di 56 anni, fu collocato definitivamente a riposo “per motivi di servizio”''.
*'''[[Federico Fusco]]''' (Napoli, 1872 - ?), prefetto di Parma, nel [[1893]] entrò nell'amministrazione della Pubblica sicurezza e contemporaneamente cominciò a  frequentare l'Università di [[Napoli]], dopo  nel [[1893]] entrato nell'amministrazione della Pubblica sicurezza fu destinato alla questura di Milano, fino al [[1896]], e quindi  venne inviato alla questura di [[Salerno]]. Passò nell'amministrazione civile dello stesso Ministero dell'Interno nel [[1897]]e nel [[1898]], appena laureato, assunse servizio presso la prefettura di [[Caserta]]con incarichi inerenti  amministrazioni comunali e provinciali, fu trasferito ancora alcune volte ed a [[Fabriano]] si assunse il compito non semplice di mediazione politica fra la conflittualità di strati proletari e padronato agendo su  settori politici moderati,nel [[1908]], con atteggiamento improntato al paternalismo ,riuscendo a risolvere la situazione.Durante le  5 giornate d'agosto di scontro fra il '''fronte unito''' - [[Arditi del Popolo]] ed i [[Fascismo|fascisti]], del [[1922]], tentò di mediare al punto che Italo Balbo lo indicò come un  strenuo nemico del [[Fascismo|fascismo]]. Vista la situazione nazionale con stato d'assedio a Milano, Genova, Ancona, Livorno, Parma, entrato in vigore il [[5 agosto]], con delibera govenativa, la gestione dell'ordine pubblico in città passò dal prefetto Fusco a l generale Lodomez. Successivamente il Consiglio dei ministri, nel settembre [[1922]], decise di sollevarlo dall'incarico a Parma  e di metterlo a disposizione, affidandogli poi  prefetture di città di minor importanza dal [[1923]] al [[1928]]: ''il fascismo al potere voleva la sua vendetta nel luglio [[1928]], all'età di 56 anni, fu collocato definitivamente a riposo “per motivi di servizio”''.
*'''[[Enrico Lodomez]]''', generale e comandante della Scuola di applicazione di fanteria di Parma, visto il momento praticamente dirigeva anche tutti gli organismi di repressione dello stato in Parma.
*'''[[Enrico Lodomez]]''', generale e comandante della Scuola di applicazione di fanteria di Parma, visto il momento praticamente dirigeva anche tutti gli organismi di repressione dello stato in Parma.
*'''[[Tullio Maestri]]''', (Albareto, Parma, [[1875]] - Borgotaro, Parma, 1940), presidente Amministrazione provinciale di Parma periodo 1920 al 1922; cioè anche nel lasso di tempo della vicenda della resistenza di [[Parma]]  
*'''[[Tullio Maestri]]''', (Albareto, Parma, [[1875]] - Borgotaro, Parma, 1940), presidente Amministrazione provinciale di Parma periodo 1920 al 1922; cioè anche nel lasso di tempo della vicenda della resistenza di [[Parma]]  
*'''[[Giuseppe Micheli]]''' (Parma, [[1874]] – Roma, [[1948]]), di buona famiglia, la madre era la sorella del sindaco di Parma Giovanni Mariotti, esponente fin da giovane del cattolicesimo parmense,assieme a  [[Filippo Meda]] e Giuseppe Toniolo, nel congresso di Fiesole fu uno fra i promotori della [[FUCI]], nel 1899 fondò l'associazione “La Giovane Montagna”, per valorizzare aspetto religioso e culturale tramite manisfestazioni ed iniziative,nell'anno seguente nacque il settimanale dallo stesso nome,con [[Luigi Sturzo]] fondò l'Associazione dei Comuni italiani. Nel proseguimento prende in moglie la figlia del deputato [[Gian Lorenzo Basetti]], è poi ministro dell'agricoltura nel secondo governo Nitti. La carica che gli viene affidata  nel governo Bonomi è di ministro ai Lavori pubblici e di presidente delle Ferrovie dello Stato,essendo un aventiniono il fascismo lo dichiara decaduto da tutte le cariche parlamentari nel [[1926]]. Nel periodo fascista riprese a fare il notaio e si dedicò a studi storici, non tagliando i forti legami con icattolici democratici  e con le autorità ecclesiastiche di parmensi e di Roma. La sua attività politica è ripresa dopo il settembre del [[1943]] efugge a Chieti,un mese dopo nel suo studio notarile di Parma si costituisce il [[CLN]].Nel dopoguerra immediato è vicepresidente della Camera dei deputati,poi venne eletto all'[[assemblea costituente]] e dopo diventa ministro della marina nel governo di [[Alcide De Gasperi]].
*'''[[Giuseppe Micheli]]''' (Parma, [[1874]] – Roma, [[1948]]), di buona famiglia, la madre era la sorella del sindaco di Parma Giovanni Mariotti, esponente fin da giovane del cattolicesimo parmense,assieme a  [[Filippo Meda]] e Giuseppe Toniolo, nel congresso di Fiesole fu uno fra i promotori della [[FUCI]], nel 1899 fondò l'associazione “La Giovane Montagna”, per valorizzare aspetto religioso e culturale tramite manisfestazioni ed iniziative,nell'anno seguente nacque il settimanale dallo stesso nome,con [[Luigi Sturzo]] fondò l'Associazione dei Comuni italiani. Nel proseguimento prende in moglie la figlia del deputato [[Gian Lorenzo Basetti]], è poi ministro dell'agricoltura nel secondo governo Nitti. La carica che gli viene affidata  nel governo Bonomi è di ministro ai Lavori pubblici e di presidente delle Ferrovie dello Stato,essendo un aventiniono il fascismo lo dichiara decaduto da tutte le cariche parlamentari nel [[1926]]. Nel periodo fascista riprese a fare il notaio e si dedicò a studi storici, non tagliando i forti legami con icattolici democratici  e con le autorità ecclesiastiche di parmensi e di Roma. La sua attività politica è ripresa dopo il settembre del [[1943]] efugge a Chieti,un mese dopo nel suo studio notarile di Parma si costituisce il [[CLN]].Nel dopoguerra immediato è vicepresidente della Camera dei deputati,poi venne eletto all'[[assemblea costituente]] e dopo diventa ministro della marina nel governo di [[Alcide De Gasperi]].
* '''[[Amedeo Passerini]]''' (Parma, 1870 - 1932), sindaco. Si laureò in giovane età , affermandosi subito nella vita pubblica con incarichi di alto livello nell'amministrazione: consigliere del Monte di Pietà , ispettore alla Cassa di Risparmio e membro della giunta provinciale amministrativa; ricoprì anche la carica di prosindaco ed assessore alle Opere Pie nel 1985,nominato presidente della Congregazione Municipale di Carità , assessore al Dazio e alle Finanze, presidente degli Ospizi Civili e dell'Ordine degli avvocati. In tribunale,in quanto penalista di gran valore,associava ad una esposizione fluente e vigorosa  una  gran logica di indirizzo giuridico.Nel suo mandato di Sindaco di Parma dal [[1920]] al [[1923]],ebbe il gravoso compito di esser accanto alla città nelle 5 giornate dell'agosto del [[1922]]. Gli fu consegnata  nel [[1924]], per la sua capacità digestione della cosa pubblica ad honorem PNF. Dopo la Liberazione,a Roma,viene nominato vicepresidente della camera dei deputati, in seguito eletto  all'Assemblea Costituente, nel secondo Governo De Gasperi ricopre l'incarico di ministro della Marina.Nel secondo dopoguerra,nell’immediato sarà vicepresidente della [[Camera dei deputati]] ,nel seguito eletto all'[[assemblea cosistuente]] e dopo ministro della marina al governo di [[Alcide De Gasperi]].
* '''[[Amedeo Passerini]]''' (Parma, 1870 - 1932), sindaco. Si laureò in giovane età , affermandosi subito nella vita pubblica con incarichi di alto livello nell'amministrazione: consigliere del Monte di Pietà , ispettore alla Cassa di Risparmio e membro della giunta provinciale amministrativa; ricoprì anche la carica di prosindaco ed assessore alle Opere Pie nel 1985,nominato presidente della Congregazione Municipale di Carità , assessore al Dazio e alle Finanze, presidente degli Ospizi Civili e dell'Ordine degli avvocati. In tribunale,in quanto penalista di gran valore,associava ad una esposizione fluente e vigorosa  una  gran logica di indirizzo giuridico.Nel suo mandato di Sindaco di Parma dal [[1920]] al [[1923]],ebbe il gravoso compito di esser accanto alla città nelle 5 giornate dell'agosto del [[1922]]. Gli fu consegnata  nel [[1924]], per la sua capacità digestione della cosa pubblica ad honorem PNF. Dopo la Liberazione,a Roma,viene nominato vicepresidente della camera dei deputati, in seguito eletto  all'Assemblea Costituente, nel secondo Governo De Gasperi ricopre l'incarico di ministro della Marina.Nel secondo dopoguerra,nell’immediato sarà vicepresidente della [[Camera dei deputati]] ,nel seguito eletto all'[[assemblea cosistuente]] e dopo ministro della marina al governo di [[Alcide De Gasperi]].
*'''[[Roberto Simondetti]]''', comandante del presidio militare di Parma
*'''[[Roberto Simondetti]]''', comandante del presidio militare di Parma
*'''[[Alberto Simonini]]''', dirigente socialista e segretario della Camera Confederale del Lavoro di Parma.
*'''[[Alberto Simonini]]''', dirigente socialista e segretario della Camera Confederale del Lavoro di Parma.
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* [http://www.deriveapprodi.org/estesa.php?id=117  Romanzo RAI su difesa di Parma]
* [http://www.deriveapprodi.org/estesa.php?id=117  Romanzo RAI su difesa di Parma]
* [http://www.barricateaparma.it/txt/Schede%20periodici.htm Giornali parmensi del periodo]
* [http://www.barricateaparma.it/txt/Schede%20periodici.htm Giornali parmensi del periodo]
* [http://biblioteche.comune.parma.it/BibParma/iperloc/resistenza.htm Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Parma]
* [http://biblioteche.comune.parma.it/BibParma/iperloc/resistenza.htm Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Parma]




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