Democrazia: differenze tra le versioni

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[[File:Nonvotare.jpg|thumb|250 px|[[Astensionismo elettorale anarchico|Manifesto astensionista anarchico]]. La delega del voto segna la morte stessa della democrazia. ]]La '''democrazia''' (dal greco antico: δῆμος, démos, «popolo» e κράτος, krátos, «potere», tema estratto dal verbo kratéo, «governare», dunque «governo del popolo») è un forma di governo fondata almeno in teoria sul principio della [[sovranità ]] popolare, diretta o delegata a rappresentanti eletti.  
[[File:Nonvotare.jpg|thumb|250 px|[[Astensionismo elettorale anarchico|Manifesto astensionista anarchico]]. La delega del voto segna la morte stessa della democrazia. ]]La '''democrazia''' (dal greco antico: δῆμος, démos, «popolo» e κράτος, krátos, «potere», tema estratto dal verbo kratéo, «governare», dunque «governo del popolo») è un forma di governo fondata almeno in teoria sul principio della [[sovranità]] popolare, diretta o delegata a rappresentanti eletti.  


Si tratta di un concetto assai variabile, una delle definizioni canoniche più comunemente accettata è quella di Abraham Lincoln, secondo cui la democrazia è il «governo del popolo, dal popolo, per il popolo». Tuttavia, questa ed altre definizioni, restano suscettibili di diverse interpretazioni, così come il significato concreto di [[sovranità ]] popolare per la sua applicazione pratica - che evidente è stata applicata in diversissime situazioni e da diversi governi politici.  
Si tratta di un concetto assai variabile, una delle definizioni canoniche più comunemente accettata è quella di Abraham Lincoln, secondo cui la democrazia è il «governo del popolo, dal popolo, per il popolo». Tuttavia, questa ed altre definizioni, restano suscettibili di diverse interpretazioni, così come il significato concreto di [[sovranità]] popolare per la sua applicazione pratica - che evidente è stata applicata in diversissime situazioni e da diversi governi politici.  


== Democrazia diretta e rappresentativa ==
== Democrazia diretta e rappresentativa ==
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L'assemblea veniva presieduta da un [[individuo|individuo]] scelto a caso e tutti avevano diritto d'intervento.
L'assemblea veniva presieduta da un [[individuo|individuo]] scelto a caso e tutti avevano diritto d'intervento.
L'''ekklesìa'' decideva sulla pace, sulla guerra, sulle alleanze, sulle leggi, sulle elezioni dei magistrati ecc. Per evitare il consolidamento di poteri tirannici, fu introdotto il sistema dell'ostracismo: ogni anno era possibile mandare in esilio per 10 anni chiunque fosse ritenuto nocivo alla [[libertà ]] della polis.
L'''ekklesìa'' decideva sulla pace, sulla guerra, sulle alleanze, sulle leggi, sulle elezioni dei magistrati ecc. Per evitare il consolidamento di poteri tirannici, fu introdotto il sistema dell'ostracismo: ogni anno era possibile mandare in esilio per 10 anni chiunque fosse ritenuto nocivo alla [[libertà]] della polis.


'''La democrazia ateniese non era però immune da [[discriminazione|discriminazioni]] di ogni genere''': condizione necessaria per partecipare all'assemblea (''ekklesìa''), che aveva potere esecutivo, legislativo e giudiziario, era essere un cittadino ateniese ed essere maggiorenne cioè avere più di 18 anni. Erano però esclusi dall'assemblea coloro che non erano considerati pienamente cittadini: le donne <ref>'''''Si veda''''' [[La Grecia antica, una civiltà  misogina]]</ref>, gli stranieri residenti ad Atene e gli schiavi.  
'''La democrazia ateniese non era però immune da [[discriminazione|discriminazioni]] di ogni genere''': condizione necessaria per partecipare all'assemblea (''ekklesìa''), che aveva potere esecutivo, legislativo e giudiziario, era essere un cittadino ateniese ed essere maggiorenne cioè avere più di 18 anni. Erano però esclusi dall'assemblea coloro che non erano considerati pienamente cittadini: le donne <ref>'''''Si veda''''' [[La Grecia antica, una civiltà  misogina]]</ref>, gli stranieri residenti ad Atene e gli schiavi.  


Alcuni studiosi (es. [[Riane Eisler]]) sostengono però che il tentativo democratico dei Greci non è stato altro che il lascito di una [[civiltà ]] precedente in cui effettivamente era assente ogni tipo di [[discriminazione]] [[classismo|classista]] e [[sessismo|sessista]]: le cosiddette [[società  gilaniche]] (le [[società  gilaniche]] resistono in gran parte dell'Europa all'incirca tra l'8000-7000 a.c e il 3-2000 a.c., prima che fossero distrutte dalle invasioni dei [[Kurgan]])
Alcuni studiosi (es. [[Riane Eisler]]) sostengono però che il tentativo democratico dei Greci non è stato altro che il lascito di una [[civiltà]] precedente in cui effettivamente era assente ogni tipo di [[discriminazione]] [[classismo|classista]] e [[sessismo|sessista]]: le cosiddette [[società  gilaniche]] (le [[società  gilaniche]] resistono in gran parte dell'Europa all'incirca tra l'8000-7000 a.c e il 3-2000 a.c., prima che fossero distrutte dalle invasioni dei [[Kurgan]])
[[File:Kropotkin.jpg|right|thumb|[[Pëtr Kropotkin]]]]
[[File:Kropotkin.jpg|right|thumb|[[Pëtr Kropotkin]]]]
=== Il Medioevo ===
=== Il Medioevo ===
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=== Il Rinascimento ===
=== Il Rinascimento ===
A partire del XIV sec, il concetto di sovranità  popolare fu posto a sostegno delle nascenti monarchie nazionali, indipendenti dall'investitura papale e dall'[[autorità ]] imperiale. Il Rinascimento consolidò la degenerazione del sistema democratico che in epoche precedenti- seppur con limiti e “incrostazioni” [[classismo| classiste]], [[sessismo| sessiste]] ecc. - si era sviluppato con successo, "distribuendo" le conoscenze, contrariamente ai principi democratici, a pochi privilegiati che, come logica conseguenza, determinarono la concentrazione del potere politico nelle mani di pochi privilegiati. In italiano, il termine democrazia è citato per la prima volta nel Cinquecento, in antitesi a monarchia e aristocrazia. In precedenza si parlava di «governo di popolo o popolare».
A partire del XIV sec, il concetto di sovranità  popolare fu posto a sostegno delle nascenti monarchie nazionali, indipendenti dall'investitura papale e dall'[[autorità]] imperiale. Il Rinascimento consolidò la degenerazione del sistema democratico che in epoche precedenti- seppur con limiti e “incrostazioni” [[classismo| classiste]], [[sessismo| sessiste]] ecc. - si era sviluppato con successo, "distribuendo" le conoscenze, contrariamente ai principi democratici, a pochi privilegiati che, come logica conseguenza, determinarono la concentrazione del potere politico nelle mani di pochi privilegiati. In italiano, il termine democrazia è citato per la prima volta nel Cinquecento, in antitesi a monarchia e aristocrazia. In precedenza si parlava di «governo di popolo o popolare».


Nel Rinascimento la teoria giurisdizionalista, che identificava il diritto naturale con le istanze della ragione, fondò la vita collettiva sul principio della ragione, influenzando gli sviluppi successivi del pensiero democratico e dal giusnaturalismo del XVII sec. fino a [[Jean-Jacques Rousseau]] (XVIII sec.).
Nel Rinascimento la teoria giurisdizionalista, che identificava il diritto naturale con le istanze della ragione, fondò la vita collettiva sul principio della ragione, influenzando gli sviluppi successivi del pensiero democratico e dal giusnaturalismo del XVII sec. fino a [[Jean-Jacques Rousseau]] (XVIII sec.).
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[[File: D'après Maurice Quentin de La Tour, Portrait de Voltaire (c. 1737, musée Antoine Lécuyer).jpg|thumb|left|[[Voltaire]]]]
[[File: D'après Maurice Quentin de La Tour, Portrait de Voltaire (c. 1737, musée Antoine Lécuyer).jpg|thumb|left|[[Voltaire]]]]
{{vedi anche|Non rappresentatività  della democrazia|Astensionismo elettorale anarchico}}
{{vedi anche|Non rappresentatività  della democrazia|Astensionismo elettorale anarchico}}
Sul concetto di democrazia moderno vi è una notevole influenza del pensiero illuminista, in particolare si nota il condizionamento esercitato da [[Voltaire]], dalla [[Rivoluzione francese]] («[[libertà ]], [[uguaglianza]] e fratellanza») e dall'esperienza costituzionale americana e francese (frutto delle rispettive rivoluzioni). Questo comportò il passaggio dalla [[democrazia diretta]] a quella rappresentativa, improntata sulla separazione dei poteri e il suffragio universale, che si impose a partire dal sec. XIX nei sistemi politici liberali.
Sul concetto di democrazia moderno vi è una notevole influenza del pensiero illuminista, in particolare si nota il condizionamento esercitato da [[Voltaire]], dalla [[Rivoluzione francese]] («[[libertà]], [[uguaglianza]] e fratellanza») e dall'esperienza costituzionale americana e francese (frutto delle rispettive rivoluzioni). Questo comportò il passaggio dalla [[democrazia diretta]] a quella rappresentativa, improntata sulla separazione dei poteri e il suffragio universale, che si impose a partire dal sec. XIX nei sistemi politici liberali.


Questo passaggio ha comportato un'emarginazione dei cittadini dalla vita politica. Essi vengono relegati ad un ruolo di subordinazione rispetto al potere dominante, attribuendogli, al massimo, un compito marginale (il voto elettorale) nell'ambito della cosiddetta democrazia rappresentativa.
Questo passaggio ha comportato un'emarginazione dei cittadini dalla vita politica. Essi vengono relegati ad un ruolo di subordinazione rispetto al potere dominante, attribuendogli, al massimo, un compito marginale (il voto elettorale) nell'ambito della cosiddetta democrazia rappresentativa.
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=== Critica marxista e anarchica===
=== Critica marxista e anarchica===
Nel corso della sua vita [[Karl Marx]], e dopo di lui i marxisti, ha denunciato senza tregua l'artificialità  della [[democrazia]] borghese. L'[[uguaglianza]] politica dei cittadini, che le democrazie liberali sostengono di garantire a tutti, è contraddetta dalla relazione di dominio esistente tra la borghesia e la classe proletaria. Per questo, le [[marxismo|correnti marxiste]] ritengono che in una [[capitalismo|società  capitalista]], l'[[uguaglianza]] dei cittadini è in gran parte immaginaria e illusoria, e che i diritti e le [[libertà ]] concessi agli individui all'interno democrazie liberali non sono altro che [[libertà ]] formali. [[Marx]] denuncia anche la concezione borghese della [[libertà ]] che sarebbe contenuta nella dichiarazione dei diritti umani e dei cittadini in quella parte che garantisce la [[proprietà  privata]], compresi i mezzi di produzione, che com'è risaputo rappresenta l'elemento cardine dello sfruttamento delle classi dominanti su quelle subordinate.
Nel corso della sua vita [[Karl Marx]], e dopo di lui i marxisti, ha denunciato senza tregua l'artificialità  della [[democrazia]] borghese. L'[[uguaglianza]] politica dei cittadini, che le democrazie liberali sostengono di garantire a tutti, è contraddetta dalla relazione di dominio esistente tra la borghesia e la classe proletaria. Per questo, le [[marxismo|correnti marxiste]] ritengono che in una [[capitalismo|società  capitalista]], l'[[uguaglianza]] dei cittadini è in gran parte immaginaria e illusoria, e che i diritti e le [[libertà]] concessi agli individui all'interno democrazie liberali non sono altro che [[libertà ]] formali. [[Marx]] denuncia anche la concezione borghese della [[libertà ]] che sarebbe contenuta nella dichiarazione dei diritti umani e dei cittadini in quella parte che garantisce la [[proprietà  privata]], compresi i mezzi di produzione, che com'è risaputo rappresenta l'elemento cardine dello sfruttamento delle classi dominanti su quelle subordinate.
[[File:Notre ennemi c'est notre maitre.png|thumb|190px|Antica illustrazione anarchica che rappresenta la "[[libertà ]]" in lotta contro l'"[[autorità ]]"]]
[[File:Notre ennemi c'est notre maitre.png|thumb|190px|Antica illustrazione anarchica che rappresenta la "[[libertà]]" in lotta contro l'"[[autorità]]"]]
Gli anarchici condividono in gran parte questi elementi, a questo si aggiunge un'altra critica, rivolta soprattutto alla democrazia rappresentativa, che è quella della tirannia della maggioranza. Infatti questa, sulla base del voto elettoralistico, pretende di imporre il proprio volere alla minoranza. Il dominio della maggioranza sulla minoranza, per gli anarchici, non può essere inteso come un processo democratico, nel senso più alto del termine («governo del popolo»), bensì vera e propria tirannia. Per questo durante le assemblee gli anarchici ricercano il [[consenso]] e l'[[unanimità ]], piuttosto che ricorrere al voto di maggioranza.
Gli anarchici condividono in gran parte questi elementi, a questo si aggiunge un'altra critica, rivolta soprattutto alla democrazia rappresentativa, che è quella della tirannia della maggioranza. Infatti questa, sulla base del voto elettoralistico, pretende di imporre il proprio volere alla minoranza. Il dominio della maggioranza sulla minoranza, per gli anarchici, non può essere inteso come un processo democratico, nel senso più alto del termine («governo del popolo»), bensì vera e propria tirannia. Per questo durante le assemblee gli anarchici ricercano il [[consenso]] e l'[[unanimità]], piuttosto che ricorrere al voto di maggioranza.


Un altro aspetto fortemente critico riguarda il concetto di delega previsto dal voto elettorale, che il movimento anarchico rifiuta, preferendo agire attraverso l'[[azione diretta]] che non delega a nessuno ma anzi rende ognuno padrone del proprio destino.
Un altro aspetto fortemente critico riguarda il concetto di delega previsto dal voto elettorale, che il movimento anarchico rifiuta, preferendo agire attraverso l'[[azione diretta]] che non delega a nessuno ma anzi rende ognuno padrone del proprio destino.
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Alcuni pensatori contemporanei come [[Cornelius Castoriadis]]<ref>[http://www.doppiozero.com/materiali/teorie/cornelius-castoriadis-la-democrazia-oltre-la-crisi Cornelius Castoriadis, la democrazia oltre la crisi]</ref><ref>[https://enoizapicname.files.wordpress.com/2013/10/castoriadis-democrazia.pdf La democrazia come progetto di emancipazione in Cornelius Castoriadis1]</ref> e [[Jacques Rancière]] ritengono che le democrazie rappresentative non siano altro che una pseudo-democrazia, dove le masse sono di fatto prive di potere politico effettivo, poichè il potere reale è detenuto da una piccola minoranza di individui (oligarchia), costituito da politici (rappresentanti) e dall'elite economica dominante con tutti i suoi accoliti.  
Alcuni pensatori contemporanei come [[Cornelius Castoriadis]]<ref>[http://www.doppiozero.com/materiali/teorie/cornelius-castoriadis-la-democrazia-oltre-la-crisi Cornelius Castoriadis, la democrazia oltre la crisi]</ref><ref>[https://enoizapicname.files.wordpress.com/2013/10/castoriadis-democrazia.pdf La democrazia come progetto di emancipazione in Cornelius Castoriadis1]</ref> e [[Jacques Rancière]] ritengono che le democrazie rappresentative non siano altro che una pseudo-democrazia, dove le masse sono di fatto prive di potere politico effettivo, poichè il potere reale è detenuto da una piccola minoranza di individui (oligarchia), costituito da politici (rappresentanti) e dall'elite economica dominante con tutti i suoi accoliti.  
[[File:Cornelius_Castoriadis.jpg|thumb|left|[[Cornelius Castoriadis]]]]
[[File:Cornelius_Castoriadis.jpg|thumb|left|[[Cornelius Castoriadis]]]]
La loro critica della rappresentatività  ha qualche affinità  con la critica marxista, ma se ne differenzia su altri. L'idea di [[democrazia]] è centrale nel pensiero di [[Cornelius Castoriadis]]. Egli auspica la realizzazione di un progetto di [[autonomia]] che secondo la sua visione comporta l'instaurazione del regime della [[libertà ]] (individuale e collettiva) e dell'[[uguaglianza]] (politica ed economica).
La loro critica della rappresentatività  ha qualche affinità  con la critica marxista, ma se ne differenzia su altri. L'idea di [[democrazia]] è centrale nel pensiero di [[Cornelius Castoriadis]]. Egli auspica la realizzazione di un progetto di [[autonomia]] che secondo la sua visione comporta l'instaurazione del regime della [[libertà]] (individuale e collettiva) e dell'[[uguaglianza]] (politica ed economica).


In termini di istituzioni politiche in senso stretto, richiede in particolare la partecipazione di tutti alle decisioni che li riguardano e la revocabilità  delle cariche di coloro che sono eletti per adempiere ad un mandato da parte dei cittadini. Dal punto di vista economico, la democrazia implica ai suoi occhi l'[[autogestione]] della produzione da parte dei produttori (lavoratori) e una [[uguaglianza]] economica reale (parità  di reddito), considerando che ogni disuguaglianza economica si riflette come una ineguaglianza politica.
In termini di istituzioni politiche in senso stretto, richiede in particolare la partecipazione di tutti alle decisioni che li riguardano e la revocabilità  delle cariche di coloro che sono eletti per adempiere ad un mandato da parte dei cittadini. Dal punto di vista economico, la democrazia implica ai suoi occhi l'[[autogestione]] della produzione da parte dei produttori (lavoratori) e una [[uguaglianza]] economica reale (parità  di reddito), considerando che ogni disuguaglianza economica si riflette come una ineguaglianza politica.
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[[Categoria:Concetti]]
[[Categoria:Concetti]]
[[Categoria:Società ]]
[[Categoria:Società]]
[[Categoria:Politica]]
[[Categoria:Politica]]
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