Dell'utopia situazionista o l'immaginazione al rogo (di Pino Bertelli): differenze tra le versioni

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7. Nel “Rapporto sulle situazioni...” Debord assembla le tracce eversive dell'I.S. e dissemina ovunque il cianuro della libertà nel concetto espresso bene dal nostro irmão di strada, fra'Marcelo Barros: “la libertà non si dà. Si conquista”. La Teologia d'ogni liberazione è tutta qui. Le invettive di Debord le ritroviamo nella critica della vita quotidiana di Henri Lefebvre, nella filosofia radicale di Jean-Paul Sartre, nella rivolta individuale di Albert Camus, nella scoperta del negativo della “scuola di Francoforte” (Theodor W. Adorno, Herbert Marcuse, Max Horkheimer)... più ancora è la lezione di vita che divampa negli scritti di D.A.F. De Sade, Charles Fourier, Joseph Proudhon, Walter Benjamin e nel pensiero libertario d'ogni tempo.
7. Nel “Rapporto sulle situazioni...” Debord assembla le tracce eversive dell'I.S. e dissemina ovunque il cianuro della libertà nel concetto espresso bene dal nostro irmão di strada, fra'Marcelo Barros: “la libertà non si dà. Si conquista”. La Teologia d'ogni liberazione è tutta qui. Le invettive di Debord le ritroviamo nella critica della vita quotidiana di Henri Lefebvre, nella filosofia radicale di Jean-Paul Sartre, nella rivolta individuale di Albert Camus, nella scoperta del negativo della “scuola di Francoforte” (Theodor W. Adorno, Herbert Marcuse, Max Horkheimer)... più ancora è la lezione di vita che divampa negli scritti di D.A.F. De Sade, Charles Fourier, Joseph Proudhon, Walter Benjamin e nel pensiero libertario d'ogni tempo.
La “rivolta situazionista” non è mai stata una rivoluzione culturale, politica, economica soltanto... l'insorgenza situazionista è stata una fusione tra arte e politica... l'esplosione di un flusso esperienziale e di aggregazione di “nuovi soggetti sociali”... la loro politica era “sporcarsi le mani” con gli operai che si sollevavano contro i loro oppressori e insieme ai giovani, ai “quasi adatti”, al popolo insorto... andavano a sognare quell'utopia possibile (dell'amore dell'uomo per gli altri uomini) che era già (non solo allora) nelle teste di molti. Si trattava di non fare prigionieri, perché poi bisognava dare loro non solo il pane ma anche la libertà e le rose. La pietà non è rivoluzionaria, diceva. Rivendicare se stessi, significa combattere per il diritto di far rispettare i più elementari diritti dell'uomo. Sotto ogni cielo.
La “rivolta situazionista” non è mai stata una rivoluzione culturale, politica, economica soltanto... l'insorgenza situazionista è stata una fusione tra arte e politica... l'esplosione di un flusso esperienziale e di aggregazione di “nuovi soggetti sociali”... la loro politica era “sporcarsi le mani” con gli operai che si sollevavano contro i loro oppressori e insieme ai giovani, ai “quasi adatti”, al popolo insorto... andavano a sognare quell'utopia possibile (dell'amore dell'uomo per gli altri uomini) che era già (non solo allora) nelle teste di molti. Si trattava di non fare prigionieri, perché poi bisognava dare loro non solo il pane ma anche la libertà e le rose. La pietà non è rivoluzionaria, diceva. Rivendicare stessi, significa combattere per il diritto di far rispettare i più elementari diritti dell'uomo. Sotto ogni cielo.


8. A partire dalla devalorizzazione dell'arte, della politica, della fede... i Situazionisti disseminavano i loro veleni libertari contro il fascio dai saperi stabiliti. La decostruzione di ogni forma di comunicazione audiovisuale era l'inizio di “qualcosa” che stava morendo e di “altro” che nasceva dalle sue ceneri o dai suoi morti al limitare del bosco.
8. A partire dalla devalorizzazione dell'arte, della politica, della fede... i Situazionisti disseminavano i loro veleni libertari contro il fascio dai saperi stabiliti. La decostruzione di ogni forma di comunicazione audiovisuale era l'inizio di “qualcosa” che stava morendo e di “altro” che nasceva dalle sue ceneri o dai suoi morti al limitare del bosco.
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