Dante Armanetti: differenze tra le versioni

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Allo scoppio della Grande Guerra diffonde propaganda libertaria e [[antimilitarista]], impegnandosi attivamente nella raccolta di fondi per la [[stampa anarchica]]. Nell'agosto del [[1917]] partecipa alle [[Moti operai antimilitaristici a Torino (agosto 1917)|manifestazioni contro la guerra e alle lotte sociali]] del dopoguerra ad esse collegate. Nel settembre [[1920]] è protagonista, insieme a tutti gli anarchici italiani, nel [[biennio rosso|movimento di occupazione delle fabbriche]] che sembrerebbe prossimo ad incendiare la penisola con la [[rivoluzione sociale]]. Tre anni dopo, con l'avvento del [[fascismo]], pagherà con l'arresto la partecipazione a quei moti e ad altre agitazioni.  
Allo scoppio della Grande Guerra diffonde propaganda libertaria e [[antimilitarista]], impegnandosi attivamente nella raccolta di fondi per la [[stampa anarchica]]. Nell'agosto del [[1917]] partecipa alle [[Moti operai antimilitaristici a Torino (agosto 1917)|manifestazioni contro la guerra e alle lotte sociali]] del dopoguerra ad esse collegate. Nel settembre [[1920]] è protagonista, insieme a tutti gli anarchici italiani, nel [[biennio rosso|movimento di occupazione delle fabbriche]] che sembrerebbe prossimo ad incendiare la penisola con la [[rivoluzione sociale]]. Tre anni dopo, con l'avvento del [[fascismo]], pagherà con l'arresto la partecipazione a quei moti e ad altre agitazioni.  
===L'avvento del fascismo===
===L'avvento del fascismo===
Dopo aver subito nel [[1927]] una nuova condanna per tentato espatrio illegale, due anni dopo si trasferisce a Mirandola (Emilia Romagna) per lavoro. Nei primi anni trenta Armanetti collabora al giornale clandestino «Voci di Officina», organo propagandistico del Partito d'Azione. Membro del gruppo anarchico «Barriera di Milano», costituito soprattutto da compagni toscani ([[Dario Franco]], [[Settimo Guerrieri]], i fratelli [[Vindice Tosi|Vindice]] e [[Muzio Tosi]], ecc.), e del «Barriera di Nizza», fa parte del comitato di coordinamento dei gruppi anarchici di Torino.  
Dopo aver subito nel [[1927]] una nuova condanna per tentato espatrio illegale, due anni dopo si trasferisce a Mirandola (Emilia Romagna) per lavoro. Nei primi anni trenta Armanetti collabora al giornale clandestino «Voci di Officina», organo propagandistico del Partito d'Azione. Membro del gruppo anarchico «Barriera di Milano», costituito soprattutto da compagni toscani ([[Dario Franco]], [[Settimo Guerrieri]], i fratelli [[Vindice Tosi|Vindice]] e [[Muzio Tosi]]ecc.), e del «Barriera di Nizza», fa parte del comitato di coordinamento dei gruppi anarchici di Torino.  


Intanto il regime [[fascista]], che si fa sempre più autoritario, lo arresta ancora, questa volta insieme a I. Innesti, F. Fasola e R. Alicardi per aver tentato nuovamente di espatriare. Dopo il rilascio, l'anarchico e antifascista subisce un nuovo attenzionamento e l'[[8 febbraio]] [[1931]] viene arrestato a Torino (con lui anche [[Arduilio D'Angina]], [[Musio Tosi]] e [[Settimo Guerrieri]]) per «attività anarchica e diffusione di giornali antifascisti», ricevendo la condannato al confino di Lipari. Dopo il trasferimento a Ventotene, viene liberato il [[9 febbraio]] [[1933]] ed immediatamente inizia a collaborare con «Voci d'officina». Esattamente tre anni dopo, insieme a [[Antonio Calamassi]] e [[Settimio Guerrieri]], espatria in [[Francia]] avvalendosi dell'aiuto del Comitato Antifascista di Chambèri. A Lione, dove ha trovato il sostegno di altri antifascisti, verrà a sapere che la sorella [[Maria Felicita Armanetti|Maria Felicita]] era stata processata per attività antifasciste dal tribunale speciale fascista.
Intanto il regime [[fascista]], che si fa sempre più autoritario, lo arresta ancora, questa volta insieme a I. Innesti, F. Fasola e R. Alicardi per aver tentato nuovamente di espatriare. Dopo il rilascio, l'anarchico e antifascista subisce un nuovo attenzionamento e l'[[8 febbraio]] [[1931]] viene arrestato a Torino (con lui anche [[Arduilio D'Angina]], [[Musio Tosi]] e [[Settimo Guerrieri]]) per «attività anarchica e diffusione di giornali antifascisti», ricevendo la condannato al confino di Lipari. Dopo il trasferimento a Ventotene, viene liberato il [[9 febbraio]] [[1933]] ed immediatamente inizia a collaborare con «Voci d'officina». Esattamente tre anni dopo, insieme a [[Antonio Calamassi]] e [[Settimio Guerrieri]], espatria in [[Francia]] avvalendosi dell'aiuto del Comitato Antifascista di Chambèri. A Lione, dove ha trovato il sostegno di altri antifascisti, verrà a sapere che la sorella [[Maria Felicita Armanetti|Maria Felicita]] era stata processata per attività antifasciste dal tribunale speciale fascista.
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