Dante Armanetti: differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - " p" con " p"
m (Sostituzione testo - " [[ " con " [[")
m (Sostituzione testo - " p" con " p")
Riga 8: Riga 8:
Dopo aver subito nel [[1927]] una nuova condanna per tentato espatrio illegale, due anni dopo si trasferisce a Mirandola (Emilia Romagna) per lavoro. Nei primi anni trenta Armanetti collabora al giornale clandestino «Voci di Officina», organo propagandistico del Partito d'Azione. Membro del gruppo anarchico «Barriera di Milano», costituito soprattutto da compagni toscani ([[Dario Franco]], [[Settimo Guerrieri]], i fratelli [[Vindice Tosi|Vindice]] e [[Muzio Tosi]], ecc), e del «Barriera di Nizza», fa parte del comitato di coordinamento dei gruppi anarchici di Torino.  
Dopo aver subito nel [[1927]] una nuova condanna per tentato espatrio illegale, due anni dopo si trasferisce a Mirandola (Emilia Romagna) per lavoro. Nei primi anni trenta Armanetti collabora al giornale clandestino «Voci di Officina», organo propagandistico del Partito d'Azione. Membro del gruppo anarchico «Barriera di Milano», costituito soprattutto da compagni toscani ([[Dario Franco]], [[Settimo Guerrieri]], i fratelli [[Vindice Tosi|Vindice]] e [[Muzio Tosi]], ecc), e del «Barriera di Nizza», fa parte del comitato di coordinamento dei gruppi anarchici di Torino.  


Intanto il regime [[fascista]], che si fa sempre più autoritario, lo arresta ancora, questa volta insieme a I. Innesti, F. Fasola e R. Alicardi per aver tentato nuovamente di espatriare. Dopo il rilascio, l'anarchico e antifascista subisce un nuovo attenzionamento e l'[[8 febbraio]] [[1931]] viene arrestato a Torino (con lui anche [[Arduilio D'Angina]], [[Musio Tosi]] e [[Settimo Guerrieri]]) per «attività  anarchica e diffusione di giornali antifascisti», ricevendo la condannato al confino di Lipari. Dopo il trasferimento a Ventotene, viene liberato il [[9 febbraio]] [[1933]] ed immediatamente inizia a collaborare con «Voci d'officina». Esattamente tre anni dopo, insieme a [[Antonio Calamassi]] e [[Settimio Guerrieri]], espatria in [[Francia]] avvalendosi dell'aiuto del Comitato Antifascista di Chambèri. A Lione, dove ha trovato il sostegno di altri antifascisti, verrà  a sapere che la sorella [[Maria Felicita Armanetti|Maria Felicita]] era stata processata per attività  antifasciste dal tribunale speciale fascista.
Intanto il regime [[fascista]], che si fa sempre più autoritario, lo arresta ancora, questa volta insieme a I. Innesti, F. Fasola e R. Alicardi per aver tentato nuovamente di espatriare. Dopo il rilascio, l'anarchico e antifascista subisce un nuovo attenzionamento e l'[[8 febbraio]] [[1931]] viene arrestato a Torino (con lui anche [[Arduilio D'Angina]], [[Musio Tosi]] e [[Settimo Guerrieri]]) per «attività  anarchica e diffusione di giornali antifascisti», ricevendo la condannato al confino di Lipari. Dopo il trasferimento a Ventotene, viene liberato il [[9 febbraio]] [[1933]] ed immediatamente inizia a collaborare con «Voci d'officina». Esattamente tre anni dopo, insieme a [[Antonio Calamassi]] e [[Settimio Guerrieri]], espatria in [[Francia]] avvalendosi dell'aiuto del Comitato Antifascista di Chambèri. A Lione, dove ha trovato il sostegno di altri antifascisti, verrà  a sapere che la sorella [[Maria Felicita Armanetti|Maria Felicita]] era stata processata per attività  antifasciste dal tribunale speciale fascista.


=== In Spagna ===
=== In Spagna ===
64 364

contributi