Crass: differenze tra le versioni

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In un contesto dove «le proteste contro la guerra erano virtualmente inesistenti e il dissenso veniva zittito», i ''Crass'' pubblicarono un singolo flexi contenente una canzone contro la guerra nelle Falkland. Definiti dalla stampa come "traditori", ricevettero dalla Camera dei Comuni un ammonimento che li invitava a «badare a quanto stavamo facendo». Così come accadde precedentemente per il singolo ''Reality Asylum'', essi decisero di continuare la loro opera di controinformazione e nel [[1982]], non appena terminata la guerra, pubblicarono un altro singolo contenente la canzone ''How does it feel to be the mother of a thousand dead?'' (''Come ci si sente ad essere la madre di mille morti?''). La canzone era un diretto attacco a Margaret Thatcher, ritenuta responsabile di avere «voluto la guerra per pubblicizzare la propria immagine e quella del proprio partito in vista delle imminenti elezioni». In seguito alla loro propaganda i ''Crass'', oltre a ulteriori denunce, ricevettero grande attenzione da parte dei mass [[media]]. Nonostante la situazione fosse già assai critica, realizzarono segretamente un nastro e lo spedirono anonimamente alle principali testate giornalistiche mondiali. Il nastro provocò un vero e proprio caso giornalistico definito «thatchergate». Si trattava di un nastro ben realizzato, studiato in forma di conversazione tra Reagan e Thatcher, durante la quale veniva ammessa la sua responsabilità diretta nell'affondamento della ''Belgrado'' (argomento sul quale Thatcher aveva imposto il no comment) e veniva confermato il bombardamento della ''Sheffield'' da parte dell<nowiki>'</nowiki>''Invincibile'' (notizia tenuta sino a quel momento segreta). «E, visto che c'eravamo, abbiamo inserito una dichiarazione di Reagan nella quale veniva presa in considerazione l'idea di un conflitto nucleare in Europa nel caso fosse messa in pericolo la sicurezza degli [[Stati Uniti]]. Un'ipotesi che probabilmente non è poi così assurda». Furono usate informazioni non di pubblico dominio, fornite ai ''Crass'' da un marinaio che era stato nelle Falkland, compresa l'accusa che la ''Sheffield'' (colpita da un missile ''Exocet'') fosse stata effettivamente sacrificata dagli alti gradi della Marina per proteggere la portaerei vicina su cui prestava servizio il principe Andrea. Scoperta da un giornalista la loro responsabilità, i ''Crass'' divennero oggetto di numerose interviste da parte di tutto il mondo, interviste alle quali risposero dando sempre opinioni secondo un punto di vista anarchico. Tale attenzione nei loro confronti cominciò a far desiderare, tra i membri del collettivo, l'idea di sciogliere il gruppo: «Avevamo finalmente raggiunto una specie di potere politico, eravamo trattati con considerazione e rispetto. Era davvero ciò che volevamo? Dopo sette anni di attività eravamo diventati proprio quello che all'inizio volevamo combattere. Avevamo sì trovato una base solida per le nostre idee, ma qualcosa di quelle stesse idee si era come perso per strada. Eravamo divenuti amari proprio dove una volta eravamo gioiosi, pessimisti proprio quando era l'ottimismo la nostra causa».  
In un contesto dove «le proteste contro la guerra erano virtualmente inesistenti e il dissenso veniva zittito», i ''Crass'' pubblicarono un singolo flexi contenente una canzone contro la guerra nelle Falkland. Definiti dalla stampa come "traditori", ricevettero dalla Camera dei Comuni un ammonimento che li invitava a «badare a quanto stavamo facendo». Così come accadde precedentemente per il singolo ''Reality Asylum'', essi decisero di continuare la loro opera di controinformazione e nel [[1982]], non appena terminata la guerra, pubblicarono un altro singolo contenente la canzone ''How does it feel to be the mother of a thousand dead?'' (''Come ci si sente ad essere la madre di mille morti?''). La canzone era un diretto attacco a Margaret Thatcher, ritenuta responsabile di avere «voluto la guerra per pubblicizzare la propria immagine e quella del proprio partito in vista delle imminenti elezioni». In seguito alla loro propaganda i ''Crass'', oltre a ulteriori denunce, ricevettero grande attenzione da parte dei mass [[media]]. Nonostante la situazione fosse già assai critica, realizzarono segretamente un nastro e lo spedirono anonimamente alle principali testate giornalistiche mondiali. Il nastro provocò un vero e proprio caso giornalistico definito «thatchergate». Si trattava di un nastro ben realizzato, studiato in forma di conversazione tra Reagan e Thatcher, durante la quale veniva ammessa la sua responsabilità diretta nell'affondamento della ''Belgrado'' (argomento sul quale Thatcher aveva imposto il no comment) e veniva confermato il bombardamento della ''Sheffield'' da parte dell<nowiki>'</nowiki>''Invincibile'' (notizia tenuta sino a quel momento segreta). «E, visto che c'eravamo, abbiamo inserito una dichiarazione di Reagan nella quale veniva presa in considerazione l'idea di un conflitto nucleare in Europa nel caso fosse messa in pericolo la sicurezza degli [[Stati Uniti]]. Un'ipotesi che probabilmente non è poi così assurda». Furono usate informazioni non di pubblico dominio, fornite ai ''Crass'' da un marinaio che era stato nelle Falkland, compresa l'accusa che la ''Sheffield'' (colpita da un missile ''Exocet'') fosse stata effettivamente sacrificata dagli alti gradi della Marina per proteggere la portaerei vicina su cui prestava servizio il principe Andrea. Scoperta da un giornalista la loro responsabilità, i ''Crass'' divennero oggetto di numerose interviste da parte di tutto il mondo, interviste alle quali risposero dando sempre opinioni secondo un punto di vista anarchico. Tale attenzione nei loro confronti cominciò a far desiderare, tra i membri del collettivo, l'idea di sciogliere il gruppo: «Avevamo finalmente raggiunto una specie di potere politico, eravamo trattati con considerazione e rispetto. Era davvero ciò che volevamo? Dopo sette anni di attività eravamo diventati proprio quello che all'inizio volevamo combattere. Avevamo sì trovato una base solida per le nostre idee, ma qualcosa di quelle stesse idee si era come perso per strada. Eravamo divenuti amari proprio dove una volta eravamo gioiosi, pessimisti proprio quando era l'ottimismo la nostra causa».  


Nel [[1984]], stanchi delle continue denuncie, perquisizioni, processi e non più convinti che avesse un senso continuare col gruppo in quanto «i nostri concerti erano diventati praticamente un'occasione d'intrattenimento qualsiasi», i Crass decisero di sciogliersi. In realtà sin dai primissimi dischi il collettivo era uso riportare una specie di codice cifrato che altro non rappresentava che un conto alla rovescia con scadenza finale proprio l'anno [[1984]] in chiaro omaggio al famoso romanzo di [[George Orwell]]. Ma la realtà dei fatti venne vissuta come ancora più dolorosa dal collettivo: «Era arrivato il 1984, in maniera ancora peggiore di quella profetizzata da Orwell: disoccupazione, sfratti, povertà, fame. Lo stato di polizia era divenuto una realtà: se ne sarebbero accorti ben presto i minatori in sciopero. La "morte accidentale" provocata dalla polizia, trasformata ormai in esercito personale della Thatcher, era divenuta un fatto normale, accettato da tutti. L'equilibrio di un'intera società era appeso al filo di una dittatura egoista e malvagia. La nostra situazione non era delle migliori: siamo stati trascinati in tribunale ancora una volta per una denuncia per oscenità, un processo che ci ha quasi distrutto. Abbiamo i mezzi per non farvi più parlare, ci hanno detto. Fu durante l'estate di quell'anno che si tenne il nostro ultimo concerto, una serata agitatissima a sostegno dei minatori del Galles in sciopero. Sul palco dichiarammo ancora una volta la nostra ferma intenzione di continuare a combattere per la libertà ma, nel ritornare a casa, quella sera, ci si rese conto che non potevamo più andare avanti così. Il cammino che avevamo intrapreso sembrava giunto a un punto morto. Avevamo bisogno di nuove strade per raggiungere i nostri obiettivi». Formando altri gruppi, mantenendo sempre vivo l'impegno politico-sociale e sostenendo altri gruppi attraverso la Crass Records i membri del collettivo cercarono nuove strade per esprimersi.
Nel [[1984]], stanchi delle continue denunce e perquisizioni, dei processi e non più convinti che avesse un senso continuare col gruppo in quanto «i nostri concerti erano diventati praticamente un'occasione d'intrattenimento qualsiasi», i ''Crass'' decisero di sciogliersi. In realtà sin dai primissimi dischi il collettivo era uso riportare una specie di codice cifrato che altro non rappresentava che un conto alla rovescia con scadenza finale proprio l'anno [[1984]], in chiaro omaggio al famoso romanzo di [[George Orwell]]. Ma la realtà dei fatti venne vissuta come ancora più dolorosa dal collettivo: «Era arrivato il [[1984]], in maniera ancora peggiore di quella profetizzata da [[George Orwell|Orwell]]: disoccupazione, sfratti, povertà, fame. Lo stato di [[polizia]] era divenuto una realtà: se ne sarebbero accorti ben presto i minatori in [[sciopero]]. La "morte accidentale" provocata dalla [[polizia]], trasformata ormai in esercito personale di Thatcher, era divenuta un fatto normale, accettato da tutti. L'equilibrio di un'intera [[società]] era appeso al filo di una dittatura egoista e malvagia. La nostra situazione non era delle migliori: siamo stati trascinati in tribunale ancora una volta per una denuncia per oscenità, un processo che ci ha quasi distrutto. "Abbiamo i mezzi per non farvi più parlare", ci hanno detto. Fu durante l'estate di quell'anno che si tenne il nostro ultimo concerto, una serata agitatissima a sostegno dei minatori del Galles in [[sciopero]]. Sul palco dichiarammo ancora una volta la nostra ferma intenzione di continuare a combattere per la [[libertà]] ma, nel ritornare a casa, quella sera ci si rese conto che non potevamo più andare avanti così. Il cammino che avevamo intrapreso sembrava giunto a un punto morto. Avevamo bisogno di nuove strade per raggiungere i nostri obiettivi». Formando altri gruppi, mantenendo sempre vivo l'impegno politico-sociale e sostenendo altri gruppi attraverso la ''Crass Records'' i membri del collettivo cercarono nuove strade per esprimersi.


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