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: «Quando, nel 1976, il vomito punk schizzò per la prima volta sulle pagine dei giornali col messaggio do it yourself ("fatelo da soli") noi, che in diversi modi e per diversi anni non avevamo fatto che quello, abbiamo creduto ingenuamente che i vari signori Johnny Rotten, Joe Strummer e compagni intendessero lo stesso. Finalmente non eravamo più soli.»  
: «Quando, nel 1976, il vomito punk schizzò per la prima volta sulle pagine dei giornali col messaggio do it yourself ("fatelo da soli") noi, che in diversi modi e per diversi anni non avevamo fatto che quello, abbiamo creduto ingenuamente che i vari signori Johnny Rotten, Joe Strummer e compagni intendessero lo stesso. Finalmente non eravamo più soli.»  


Ben presto si resero conto che «...i nostri colleghi [[Punk|punk]], i vari Pistols, Clash e così via, non erano altro che dei fantocci: a loro faceva piacere illudersi di derubare le grosse case discografiche, ma nella realtà era la gente a essere derubata. Non aiutavano altri se non se stessi, dando vita a un'altra moda facile. Se il 1976 per il punk era stato musicalmente un buon anno, nel '77 ci fu il boom, ma già nel '78 cominciò a indebolirsi. Ma proprio in quel periodo il movimento dovette "decidere" che direzione prendere».  L'allontanamento dei Crass dall'illusione punk ebbe un riscontro anche estetico dettato dall'esigenza di distinguersi da quella scomoda e superficiale moda: «Decidemmo di vestirci di nero per protestare contro il pavoneggiarsi narcisistico della moda punk, iniziammo ad utilizzare video e filmati durante i nostri spettacoli, ci dedicammo alla stampa di volantini per spiegare le nostre posizioni e pubblicammo un giornale "International anthem". E per smentire le voci messe in giro dalla stampa, secondo cui non eravamo che degli estremisti di destra e/o di sinistra, decidemmo di attaccare dietro il palco ai nostri concerti, una bandiera col simbolo dell'anarchia...». La stessa vita in una comune rappresentava un esperimento utopico "...che coinvolgeva l'esperienza nella sua globalità compreso lo stile di vita e il vivere all'interno di ciò che il teorico anarchico Murray Bookchin definisce un "gruppo di affinità ". Ma che soprattutto rappresentava al meglio il tentativo concreto di «...colmare il divario fra teoria e prassi, un risultato raramente conseguito nella storia del pensiero e dei movimenti anarchici».
Ben presto si resero conto che «...i nostri colleghi [[Punk|punk]], i vari Pistols, Clash e così via, non erano altro che dei fantocci: a loro faceva piacere illudersi di derubare le grosse case discografiche, ma nella realtà era la gente a essere derubata. Non aiutavano altri se non stessi, dando vita a un'altra moda facile. Se il 1976 per il punk era stato musicalmente un buon anno, nel '77 ci fu il boom, ma già nel '78 cominciò a indebolirsi. Ma proprio in quel periodo il movimento dovette "decidere" che direzione prendere».  L'allontanamento dei Crass dall'illusione punk ebbe un riscontro anche estetico dettato dall'esigenza di distinguersi da quella scomoda e superficiale moda: «Decidemmo di vestirci di nero per protestare contro il pavoneggiarsi narcisistico della moda punk, iniziammo ad utilizzare video e filmati durante i nostri spettacoli, ci dedicammo alla stampa di volantini per spiegare le nostre posizioni e pubblicammo un giornale "International anthem". E per smentire le voci messe in giro dalla stampa, secondo cui non eravamo che degli estremisti di destra e/o di sinistra, decidemmo di attaccare dietro il palco ai nostri concerti, una bandiera col simbolo dell'anarchia...». La stessa vita in una comune rappresentava un esperimento utopico "...che coinvolgeva l'esperienza nella sua globalità compreso lo stile di vita e il vivere all'interno di ciò che il teorico anarchico Murray Bookchin definisce un "gruppo di affinità ". Ma che soprattutto rappresentava al meglio il tentativo concreto di «...colmare il divario fra teoria e prassi, un risultato raramente conseguito nella storia del pensiero e dei movimenti anarchici».


I Crass, con il loro fondatore [[Penny Rimbaud]] hanno mosso dure critiche ad una certa parte del movimento punk, a gruppi come [[Sex Pistols]] e [[Clash]], accusati di essere niente altro che burattini e promotori del business della musica. I Crass si propongono quindi come una valida alternativa all'interno del movimento punk a gruppi, che hanno fatto, da una parte, dell'autodistruzione, del nichilismo e della violenza uno stile di vita, e che, dall'altro, spesso hanno venduto il loro prodotto musicale ai migliori offerenti, del mercato di quel mondo che cercavano così assiduamente di distruggere.
I Crass, con il loro fondatore [[Penny Rimbaud]] hanno mosso dure critiche ad una certa parte del movimento punk, a gruppi come [[Sex Pistols]] e [[Clash]], accusati di essere niente altro che burattini e promotori del business della musica. I Crass si propongono quindi come una valida alternativa all'interno del movimento punk a gruppi, che hanno fatto, da una parte, dell'autodistruzione, del nichilismo e della violenza uno stile di vita, e che, dall'altro, spesso hanno venduto il loro prodotto musicale ai migliori offerenti, del mercato di quel mondo che cercavano così assiduamente di distruggere.
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===I Crass e il [[Punk]]===
===I Crass e il [[Punk]]===
[[Image:Diy.png|250px|thumb|[[Do It Yourself]]]]
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Attratti in principio dai gruppi e dal movimento punk ben presto i Crass si resero conto di quanto le loro idee e il loro modo di agire fossero così distanti dalle loro e come il punk fosse chiaramente una semplice moda passeggera: «Quando, nel 1976, il vomito punk schizzò per la prima volta sulle pagine dei giornali col messaggio do it yourself ("fatelo da soli") noi, che in diversi modi e per diversi anni non avevamo fatto che quello, abbiamo creduto ingenuamente che i vari signori [[Johnny Rotten]], [[Joe Strummer]] e compagni intendessero lo stesso. Finalmente non eravamo più soli.». Ben presto si resero conto che i «nostri colleghi punk, i vari Pistols, Clash e così via, non erano altro che dei fantocci: a loro faceva piacere illudersi di derubare le grosse case discografiche, ma nella realtà era la gente a essere derubata. Non aiutavano altri se non se stessi, dando vita a un'altra moda facile. Se il 1976 per il punk era stato musicalmente un buon anno, nel '77 ci fu il boom, ma già nel '78 cominciò a indebolirsi. Ma proprio in quel periodo il movimento dovette "decidere" che direzione prendere.». L'allontanamento dei Crass dall'illusione punk ebbe un riscontro anche estetico dettato dall'esigenza di distinguersi da quella scomoda e superficiale moda: «Decidemmo di vestirci di nero per protestare contro il pavoneggiarsi narcisistico della moda punk, iniziammo ad utilizzare video e filmati durante i nostri spettacoli, ci dedicammo alla stampa di volantini per spiegare le nostre posizioni e pubblicammo un giornale "International anthem". E per smentire le voci messe in giro dalla stampa, secondo cui non eravamo che degli estremisti di destra e/o di sinistra, decidemmo di attaccare dietro il palco ai nostri concerti, una bandiera col [[simbolismo anarchico|simbolo dell'anarchia]]». La stessa vita in una comune rappresentava un esperimento utopico «che coinvolgeva l'esperienza nella sua globalità compreso lo stile di vita e il vivere all'interno di ciò che il teorico anarchico [[Murray Bookchin]] definisce un gruppo di affinità». Ma che soprattutto rappresentava al meglio il tentativo concreto di colmare il divario fra teoria e prassi, un risultato raramente conseguito nella storia del pensiero e dei movimenti anarchici.
Attratti in principio dai gruppi e dal movimento punk ben presto i Crass si resero conto di quanto le loro idee e il loro modo di agire fossero così distanti dalle loro e come il punk fosse chiaramente una semplice moda passeggera: «Quando, nel 1976, il vomito punk schizzò per la prima volta sulle pagine dei giornali col messaggio do it yourself ("fatelo da soli") noi, che in diversi modi e per diversi anni non avevamo fatto che quello, abbiamo creduto ingenuamente che i vari signori [[Johnny Rotten]], [[Joe Strummer]] e compagni intendessero lo stesso. Finalmente non eravamo più soli.». Ben presto si resero conto che i «nostri colleghi punk, i vari Pistols, Clash e così via, non erano altro che dei fantocci: a loro faceva piacere illudersi di derubare le grosse case discografiche, ma nella realtà era la gente a essere derubata. Non aiutavano altri se non stessi, dando vita a un'altra moda facile. Se il 1976 per il punk era stato musicalmente un buon anno, nel '77 ci fu il boom, ma già nel '78 cominciò a indebolirsi. Ma proprio in quel periodo il movimento dovette "decidere" che direzione prendere.». L'allontanamento dei Crass dall'illusione punk ebbe un riscontro anche estetico dettato dall'esigenza di distinguersi da quella scomoda e superficiale moda: «Decidemmo di vestirci di nero per protestare contro il pavoneggiarsi narcisistico della moda punk, iniziammo ad utilizzare video e filmati durante i nostri spettacoli, ci dedicammo alla stampa di volantini per spiegare le nostre posizioni e pubblicammo un giornale "International anthem". E per smentire le voci messe in giro dalla stampa, secondo cui non eravamo che degli estremisti di destra e/o di sinistra, decidemmo di attaccare dietro il palco ai nostri concerti, una bandiera col [[simbolismo anarchico|simbolo dell'anarchia]]». La stessa vita in una comune rappresentava un esperimento utopico «che coinvolgeva l'esperienza nella sua globalità compreso lo stile di vita e il vivere all'interno di ciò che il teorico anarchico [[Murray Bookchin]] definisce un gruppo di affinità». Ma che soprattutto rappresentava al meglio il tentativo concreto di colmare il divario fra teoria e prassi, un risultato raramente conseguito nella storia del pensiero e dei movimenti anarchici.


===Il rapporto con l'industria musicale===
===Il rapporto con l'industria musicale===
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