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Negli anni dell'esplosione del fenomeno [[punk]] ([[1976]] e successivi) si formarono molte etichette indipendenti che si offrirono di produrre dischi, spesso in formato 7" (più famoso come 45 giri), ai gruppi che altrimenti non avrebbero avuto un aiuto dalle grosse case discografiche (questo almeno prima che si accorgessero delle sue possibilità  commerciali). I Crass non fecero eccezione: la piccola etichetta Small Wonder, dopo averne sentito il demotape, li contattò (era il 1978) per proporre loro la stampa di quello che diverrà  il loro primo disco: The feeding of the 5000. Ancora prima della sua uscita il disco creò loro dei problemi: «Quando, nella primavera del 1979, riuscimmo a pubblicare The feeding of the 5000, il primo brano della prima facciata era fatto di silenzio ed intitolato The sound of freee speech (il suono delle parole libere). Lo stabilimento di stampa del disco decise che Asylum, primo brano della prima facciata, era troppo blasfemo per i loro, e quindi i vostri, gusti. Ecco la vera faccia della censura nel cosiddetto mondo libero!». Le scottanti tematiche affrontate negli altri brani del disco provocarono la reazione disgustata dei mass media che attaccarono ideologicamente il collettivo e ne stroncarono il prodotto musicale. «La critica dei Crass aveva una serie di bersagli preferiti, che spesso mescolava assieme in una sorta di grandiosa teoria della cospirazione ordita dal "sistema". La [[chiesa]], la disoccupazione, il [[patriarcato]], i valori della famiglia, lo [[Stato]], la guerra, le armi nucleari, lo sfruttamento del Terzo mondo, l'ambiente, il commercio della carne, erano i bersagli preferiti, come pure i gruppi e gli scrittori [[punk]] che non vivevano secondo gli standard rigorosi dei Crass». Nonostante le recensioni negative i Crass ottennero sin dall'inizio un discreto successo commerciale di vendite tanto che «i mass [[media]] (che) fin dall'inizio hanno fatto di tutto per ignorarci si sono dovuti arrendere all'evidenza dei fatti e sono stati costretti a darci, pur se riluttanti, un po' di credito. È tutto molto semplice: se non stai al loro gioco, che è lo sfruttamento commerciale, non accetteranno il tuo.». I Crass si scagliarono non solo contro la stampa ma anche contro «l'industria musicale (che) non solo compera i gruppi, ma paga anche la stampa. I truffatori sono molto più diffusi e potenti di quanto possiamo immaginare. Comunque, visto che costituivamo una minaccia al suo controllo, fu il nemico a compiere il primo passo verso di noi.». Durante tutta la loro carriera ricevettero numerose offerte da parte delle major, offerte che vennero tutte fermamente respinte: «anni fa c'è stato offerto un contratto da una grossa casa discografica: quello stronzo che la dirigeva ebbe sul serio il coraggio di dirci che noi potevamo vendere la rivoluzione. Voleva che noi fossimo solo un altro prodotto a basso prezzo per la testa dei consumatori. Disse che avrebbe trasformato la nostra rabbia in una fonte di guadagno». I Crass si spinsero oltre e giunsero alla fondazione di una propria etichetta discografica: la Crass Records. Tale scelta derivò anche dal fatto che «Pete, della Small Wonder cominciava già  da tempo a risentire negativamente delle continue attenzioni che la polizia dedicava al suo negozio di dischi per causa nostra, quindi cercammo del denaro in prestito per pubblicare Stations of the Crass per conto nostro». Grazie al successo di Stations of the Crass, il loro secondo album, il collettivo poté ricomprare «i diritti di The Feeding of the 5000 da Small Wonder, visto che Pete e Mary avevano deciso di chiudere con la loro label. è stato allora che abbiamo ripubblicato il nostro disco d'esordio sulla nostra label, e con Asylum come primo brano, com'era nel nostro iniziale progetto». Nonostante la scelta di rimanere marginali i Crass hanno usato efficacemente valide tecniche di vendita e promozione in modo da poter diffondere più facilmente le proprie idee. Tutti i loro dischi erano contenuti in copertine apribili a poster riempite di immagini, slogan, testi e via dicendo. La quantità  di informazioni riportate sui loro dischi, supportate di un incisivo e innovativo lavoro grafico in bianco e nero, era tale che «non è esagerato dire che i dischi dei Crass non solo si potevano ascoltare ma anche leggere». Tale opera di diffusione fu promossa anche attraverso l'imposizione del prezzo in copertina tenuto rigorosamente vicino ai costi di produzione: «Hanno dato grande rilievo ai costi limitati dei loro dischi autoprodotti: il primo singolo riportava in copertina la scritta: Non pagare più di 45p (i singoli in quel periodo costavano 80-90 pence)». L'attività  della Crass Records non si limitò ai dischi e libri dei Crass:  
Negli anni dell'esplosione del fenomeno [[punk]] ([[1976]] e successivi) si formarono molte etichette indipendenti che si offrirono di produrre dischi, spesso in formato 7" (più famoso come 45 giri), ai gruppi che altrimenti non avrebbero avuto un aiuto dalle grosse case discografiche (questo almeno prima che si accorgessero delle sue possibilità  commerciali). I Crass non fecero eccezione: la piccola etichetta Small Wonder, dopo averne sentito il demotape, li contattò (era il 1978) per proporre loro la stampa di quello che diverrà  il loro primo disco: The feeding of the 5000. Ancora prima della sua uscita il disco creò loro dei problemi: «Quando, nella primavera del 1979, riuscimmo a pubblicare The feeding of the 5000, il primo brano della prima facciata era fatto di silenzio ed intitolato The sound of freee speech (il suono delle parole libere). Lo stabilimento di stampa del disco decise che Asylum, primo brano della prima facciata, era troppo blasfemo per i loro, e quindi i vostri, gusti. Ecco la vera faccia della censura nel cosiddetto mondo libero!». Le scottanti tematiche affrontate negli altri brani del disco provocarono la reazione disgustata dei mass media che attaccarono ideologicamente il collettivo e ne stroncarono il prodotto musicale. «La critica dei Crass aveva una serie di bersagli preferiti, che spesso mescolava assieme in una sorta di grandiosa teoria della cospirazione ordita dal "sistema". La [[chiesa]], la disoccupazione, il [[patriarcato]], i valori della famiglia, lo [[Stato]], la guerra, le armi nucleari, lo sfruttamento del Terzo mondo, l'ambiente, il commercio della carne, erano i bersagli preferiti, come pure i gruppi e gli scrittori [[punk]] che non vivevano secondo gli standard rigorosi dei Crass». Nonostante le recensioni negative i Crass ottennero sin dall'inizio un discreto successo commerciale di vendite tanto che «i mass [[media]] (che) fin dall'inizio hanno fatto di tutto per ignorarci si sono dovuti arrendere all'evidenza dei fatti e sono stati costretti a darci, pur se riluttanti, un po' di credito. È tutto molto semplice: se non stai al loro gioco, che è lo sfruttamento commerciale, non accetteranno il tuo.». I Crass si scagliarono non solo contro la stampa ma anche contro «l'industria musicale (che) non solo compera i gruppi, ma paga anche la stampa. I truffatori sono molto più diffusi e potenti di quanto possiamo immaginare. Comunque, visto che costituivamo una minaccia al suo controllo, fu il nemico a compiere il primo passo verso di noi.». Durante tutta la loro carriera ricevettero numerose offerte da parte delle major, offerte che vennero tutte fermamente respinte: «anni fa c'è stato offerto un contratto da una grossa casa discografica: quello stronzo che la dirigeva ebbe sul serio il coraggio di dirci che noi potevamo vendere la rivoluzione. Voleva che noi fossimo solo un altro prodotto a basso prezzo per la testa dei consumatori. Disse che avrebbe trasformato la nostra rabbia in una fonte di guadagno». I Crass si spinsero oltre e giunsero alla fondazione di una propria etichetta discografica: la Crass Records. Tale scelta derivò anche dal fatto che «Pete, della Small Wonder cominciava già  da tempo a risentire negativamente delle continue attenzioni che la polizia dedicava al suo negozio di dischi per causa nostra, quindi cercammo del denaro in prestito per pubblicare Stations of the Crass per conto nostro». Grazie al successo di Stations of the Crass, il loro secondo album, il collettivo poté ricomprare «i diritti di The Feeding of the 5000 da Small Wonder, visto che Pete e Mary avevano deciso di chiudere con la loro label. è stato allora che abbiamo ripubblicato il nostro disco d'esordio sulla nostra label, e con Asylum come primo brano, com'era nel nostro iniziale progetto». Nonostante la scelta di rimanere marginali i Crass hanno usato efficacemente valide tecniche di vendita e promozione in modo da poter diffondere più facilmente le proprie idee. Tutti i loro dischi erano contenuti in copertine apribili a poster riempite di immagini, slogan, testi e via dicendo. La quantità  di informazioni riportate sui loro dischi, supportate di un incisivo e innovativo lavoro grafico in bianco e nero, era tale che «non è esagerato dire che i dischi dei Crass non solo si potevano ascoltare ma anche leggere». Tale opera di diffusione fu promossa anche attraverso l'imposizione del prezzo in copertina tenuto rigorosamente vicino ai costi di produzione: «Hanno dato grande rilievo ai costi limitati dei loro dischi autoprodotti: il primo singolo riportava in copertina la scritta: Non pagare più di 45p (i singoli in quel periodo costavano 80-90 pence)». L'attività  della Crass Records non si limitò ai dischi e libri dei Crass:  


: «Con l'andare del tempo, pubblicarono i lavori di più di venti gruppi anarchici e [[punk]], divenendo un simbolo di organizzazione e longevità . Per i gruppi anarchici, l'etichetta da cui era pubblicato il disco era importante quanto la stessa musica. Questo insistente interesse per gli elementi extramusicali era essenziale per l'autonomia tanto ostentata dai Crass: la Crass Records e il gruppo erano aspetti collegati della stessa attività  politico-musicale».
: «Con l'andare del tempo, pubblicarono i lavori di più di venti gruppi anarchici e [[punk]], divenendo un simbolo di organizzazione e longevità. Per i gruppi anarchici, l'etichetta da cui era pubblicato il disco era importante quanto la stessa musica. Questo insistente interesse per gli elementi extramusicali era essenziale per l'autonomia tanto ostentata dai Crass: la Crass Records e il gruppo erano aspetti collegati della stessa attività  politico-musicale».


Questo particolare modo di autogestire le proprie espressioni musicali, diffondendole ad un prezzo molto vicino al suo costo di produzione (da cui la spesso citata espressione No profit), unito ad una forte politicizzazione, sarà  di grande esempio per quello che con gli anni diverrà  un immenso network di autoproduzioni completamente indipendente ed autonomo: il DiY ([[Do It Yourself]]).
Questo particolare modo di autogestire le proprie espressioni musicali, diffondendole ad un prezzo molto vicino al suo costo di produzione (da cui la spesso citata espressione No profit), unito ad una forte politicizzazione, sarà  di grande esempio per quello che con gli anni diverrà  un immenso network di autoproduzioni completamente indipendente ed autonomo: il DiY ([[Do It Yourself]]).
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==I concerti==
==I concerti==


I Crass incontrarono numerosi problemi anche nel circuito dei locali: «Fummo cacciati, boicottati, persino banditi dall'allora leggendario Roxy Club: ci dissero che volevano solo ragazzi a posto». In reazione a questa situazione, e con l'intento di diffondere il più possibile le proprie idee, cominciarono a suonare «in posti dove nessun altro gruppo aveva mai suonato prima. Circoli di quartiere, tendoni, centri sociali, qualsiasi posto che non fosse stato un club privato, una discoteca o appartenesse al circuito universitario. Centinaia di persone sarebbero state disposte a seguirci in capo al mondo durante i nostri tours per celebrare il reciproco senso di libertà . Abbiamo diviso la nostra musica, film, letteratura, conversazioni, cibo e tè». Tal esigenza di esprimersi in luoghi non convenzionali portò all'idea di occupare un posto per potervi organizzare dei concerti alla portata di tutti. Dopo un primo tentativo al Rainbow Club «occupammo lo Zig Zag Club, anch'esso allora sfitto. La notizia di questa seconda occupazione si diffuse per la città  in un baleno, anche perchè si era sparsa voce dei pestaggi della polizia al Rainbow. A mezzogiorno parecchie centinaia di persone si erano raccolte dentro e tutt'intorno allo Zig Zag occupato, e nel pomeriggio ebbe inizio un grande concerto collettivo gratuito. Con cibo gratis e birra rubata abbiamo celebrato ancora la nostra indipendenza, stavolta assieme a tanti gruppi musicali, il meglio di quello che si poteva davvero chiamare [[Punk|punk]]. Insieme abbiamo dato vita a un'esplosione di energia durata ventiquattr'ore che ha ispirato decine e decine di eventi simili in tutto il mondo. Avevamo imparato la lezione: lo slogan do it yourself (fatelo da soli) non è mai stato così vero come in quel giorno allo Zig Zag Club». I concerti dei Crass si distinsero per il loro impatto e per la totale assenza di diversità  fra musicista e spettatore: «Quella prima volta a Norwich i Crass furono sbalorditivi ci colpì la loro spontaneità : prima di suonare, gironzolarono per la sala mezza vuota e dopo ci aspettarono affinché potessimo parlare con loro sorseggiando tè. La musica per i Crass era roba vera e si vedeva, si può dire che non abbiano ridotto il concerto alla sua componente materiale ma lo abbiano ampliato in maniera indefinita, così da includere il prima e il dopo concerto, il montaggio dell'impianto casereccio rubacchiato, l'allestimento di striscioni e bandiere e la conseguente trasformazione del capannone, l'indossare inquietanti abiti neri paramilitari con fasce rosse, le donne attraenti ma in modo asessuato. Ero intimorito ma nello stesso tempo profondamente attratto. Per la gente del Norfolk era come se fosse sbarcato un gruppo di alieni nella loro contea, proveniente da un universo in cui vigevano regole diverse, che traspirava autenticità ». Capaci di sconvolgere anche i punk, i Crass «stimolavano il dubbio» e aggiungevano «un tassello nuovo, un qualcosa di serio». Lo stesso [[Penny Rimbaud]] definirà  i concerti del suo gruppo in questo modo: «Era ben altro che ambiguità, era una contraddizione assoluta, tra il calore, l'apertura mentale eccetera. Di tutti i gruppi punk eravamo i più meccanici, disumani, terrorizzanti. Eravamo un gran buco nero da cui fuoriusciva una cascata di immagini orribili. Un bombardamento a tappeto, in completo contrasto con il dopo concerto in cui giravamo per la sala mangiando tramezzini e sorseggiando tazze di tè. Era proprio questa confusione che metteva in discussione le persone e le invitava a decidere». Decidere di reagire a tutto ciò che gli veniva fatto vedere organizzando proteste, manifestazioni, occupando e via dicendo. Di grande impatto, autogestiti, con un prezzo d'ingresso nettamente inferiore a quello dei concerti offerti dal music business ed organizzati in posti inusuali o addirittura illegali, simili eventi si distinsero anche per la donazione dei profitti a varie cause affini all'ideale anarchico-pacifista. «Nella primavera del 1980 abbiamo partecipato a una serie di concerti a sostegno del fondo di difesa per alcuni anarchici detenuti, definiti paradossalmente Persons unknown (sconosciuti)». Assieme ai soldi ricavati dalla pubblicazione di un disco split 7" col gruppo Poison Girls, i Crass contribuirono anche all'apertura di un circolo anarchico. «La facilità  relativa con cui eravamo stati in grado di raccogliere i fondi per il centro anarchico ci fece capire il nostro potere non solo di dare vita a nuove idee, ma anche di riuscire in qualche modo a realizzarle. Veniva davvero molta gente ai nostri concerti, quindi il modo migliore di sfruttare la situazione era il decidere che avremmo esclusivamente suonato in concerto a sostegno di qualche cosa. In tutti gli anni della nostra attività  siamo riusciti a raccogliere fondi per una grande quantità  di cause differenti». Non solo: «I soldi ricavati dallo spettacolo precedente sono andati sia a qualche campagna politica marginale (salute mentale e diritti degli animali) sia alla promozione di altri eventi musicali come i free festival (Saranno proprio alcuni dei membri del collettivo dei Crass a partecipare all'organizzazione dei primi festival di Stonehenge). Opposizione e antagonismo attraverso l'attivismo, e attraverso la [[musica]].».
I Crass incontrarono numerosi problemi anche nel circuito dei locali: «Fummo cacciati, boicottati, persino banditi dall'allora leggendario Roxy Club: ci dissero che volevano solo ragazzi a posto». In reazione a questa situazione, e con l'intento di diffondere il più possibile le proprie idee, cominciarono a suonare «in posti dove nessun altro gruppo aveva mai suonato prima. Circoli di quartiere, tendoni, centri sociali, qualsiasi posto che non fosse stato un club privato, una discoteca o appartenesse al circuito universitario. Centinaia di persone sarebbero state disposte a seguirci in capo al mondo durante i nostri tours per celebrare il reciproco senso di libertà. Abbiamo diviso la nostra musica, film, letteratura, conversazioni, cibo e tè». Tal esigenza di esprimersi in luoghi non convenzionali portò all'idea di occupare un posto per potervi organizzare dei concerti alla portata di tutti. Dopo un primo tentativo al Rainbow Club «occupammo lo Zig Zag Club, anch'esso allora sfitto. La notizia di questa seconda occupazione si diffuse per la città  in un baleno, anche perchè si era sparsa voce dei pestaggi della polizia al Rainbow. A mezzogiorno parecchie centinaia di persone si erano raccolte dentro e tutt'intorno allo Zig Zag occupato, e nel pomeriggio ebbe inizio un grande concerto collettivo gratuito. Con cibo gratis e birra rubata abbiamo celebrato ancora la nostra indipendenza, stavolta assieme a tanti gruppi musicali, il meglio di quello che si poteva davvero chiamare [[Punk|punk]]. Insieme abbiamo dato vita a un'esplosione di energia durata ventiquattr'ore che ha ispirato decine e decine di eventi simili in tutto il mondo. Avevamo imparato la lezione: lo slogan do it yourself (fatelo da soli) non è mai stato così vero come in quel giorno allo Zig Zag Club». I concerti dei Crass si distinsero per il loro impatto e per la totale assenza di diversità  fra musicista e spettatore: «Quella prima volta a Norwich i Crass furono sbalorditivi ci colpì la loro spontaneità : prima di suonare, gironzolarono per la sala mezza vuota e dopo ci aspettarono affinché potessimo parlare con loro sorseggiando tè. La musica per i Crass era roba vera e si vedeva, si può dire che non abbiano ridotto il concerto alla sua componente materiale ma lo abbiano ampliato in maniera indefinita, così da includere il prima e il dopo concerto, il montaggio dell'impianto casereccio rubacchiato, l'allestimento di striscioni e bandiere e la conseguente trasformazione del capannone, l'indossare inquietanti abiti neri paramilitari con fasce rosse, le donne attraenti ma in modo asessuato. Ero intimorito ma nello stesso tempo profondamente attratto. Per la gente del Norfolk era come se fosse sbarcato un gruppo di alieni nella loro contea, proveniente da un universo in cui vigevano regole diverse, che traspirava autenticità ». Capaci di sconvolgere anche i punk, i Crass «stimolavano il dubbio» e aggiungevano «un tassello nuovo, un qualcosa di serio». Lo stesso [[Penny Rimbaud]] definirà  i concerti del suo gruppo in questo modo: «Era ben altro che ambiguità, era una contraddizione assoluta, tra il calore, l'apertura mentale eccetera. Di tutti i gruppi punk eravamo i più meccanici, disumani, terrorizzanti. Eravamo un gran buco nero da cui fuoriusciva una cascata di immagini orribili. Un bombardamento a tappeto, in completo contrasto con il dopo concerto in cui giravamo per la sala mangiando tramezzini e sorseggiando tazze di tè. Era proprio questa confusione che metteva in discussione le persone e le invitava a decidere». Decidere di reagire a tutto ciò che gli veniva fatto vedere organizzando proteste, manifestazioni, occupando e via dicendo. Di grande impatto, autogestiti, con un prezzo d'ingresso nettamente inferiore a quello dei concerti offerti dal music business ed organizzati in posti inusuali o addirittura illegali, simili eventi si distinsero anche per la donazione dei profitti a varie cause affini all'ideale anarchico-pacifista. «Nella primavera del 1980 abbiamo partecipato a una serie di concerti a sostegno del fondo di difesa per alcuni anarchici detenuti, definiti paradossalmente Persons unknown (sconosciuti)». Assieme ai soldi ricavati dalla pubblicazione di un disco split 7" col gruppo Poison Girls, i Crass contribuirono anche all'apertura di un circolo anarchico. «La facilità  relativa con cui eravamo stati in grado di raccogliere i fondi per il centro anarchico ci fece capire il nostro potere non solo di dare vita a nuove idee, ma anche di riuscire in qualche modo a realizzarle. Veniva davvero molta gente ai nostri concerti, quindi il modo migliore di sfruttare la situazione era il decidere che avremmo esclusivamente suonato in concerto a sostegno di qualche cosa. In tutti gli anni della nostra attività  siamo riusciti a raccogliere fondi per una grande quantità  di cause differenti». Non solo: «I soldi ricavati dallo spettacolo precedente sono andati sia a qualche campagna politica marginale (salute mentale e diritti degli animali) sia alla promozione di altri eventi musicali come i free festival (Saranno proprio alcuni dei membri del collettivo dei Crass a partecipare all'organizzazione dei primi festival di Stonehenge). Opposizione e antagonismo attraverso l'attivismo, e attraverso la [[musica]].».


==Una particolare forma di [[Anarchismo]]==
==Una particolare forma di [[Anarchismo]]==
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