Controcultura: differenze tra le versioni

nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 2: Riga 2:
Col termine '''controcultura''' ci si riferisce a quei movimenti culturali, filosofici, politici e religiosi che si oppongono alla cultura dominante della società. Essendo una definizione alquanto generica è evidente che si presta facilmente a fraintendimenti, ambiguità e strumentalizzazioni, poiché potrebbero fregiarsi di questo titolo sia coloro che aspirano a creare nuovi valori libertari che quelli che invece la [[libertà]] intenderebbero limitarla.  
Col termine '''controcultura''' ci si riferisce a quei movimenti culturali, filosofici, politici e religiosi che si oppongono alla cultura dominante della società. Essendo una definizione alquanto generica è evidente che si presta facilmente a fraintendimenti, ambiguità e strumentalizzazioni, poiché potrebbero fregiarsi di questo titolo sia coloro che aspirano a creare nuovi valori libertari che quelli che invece la [[libertà]] intenderebbero limitarla.  


Con quest'articolo si cercherà di circoscrivere meglio il significato storico e filosofico del concetto, in maniera che sia più coerente rispetto a quello che gli intendeva attribuire [[Theodore Roszak]] quando coniò il neologismo in riferimento ai movimenti culturali antiautoritari degli anni '60. <ref>«Mi sembra assolutamente fuori discussione il fatto che l'interesse che i nostri giovani in età universitaria e nell'adolescenza nutrono verso la psicologia della alienazione, il misticismo orientale, le droghe psichedeliche e gli esperimenti comunitari sottintenda una costellazione culturale radicalmente divergente da quei valori e da quegli assunti che hanno fatto parte della corrente principale della nostra società a partire quanto meno dalla rivoluzione scientifica del XVII secolo [...].
Con quest'articolo si cercherà di circoscrivere meglio il significato storico e filosofico del concetto, in maniera che sia più coerente rispetto a quello che gli intendeva attribuire Theodore Roszak quando coniò il neologismo in riferimento ai movimenti culturali antiautoritari degli anni '60. <ref>«Mi sembra assolutamente fuori discussione il fatto che l'interesse che i nostri giovani in età universitaria e nell'adolescenza nutrono verso la psicologia della alienazione, il misticismo orientale, le droghe psichedeliche e gli esperimenti comunitari sottintenda una costellazione culturale radicalmente divergente da quei valori e da quegli assunti che hanno fatto parte della corrente principale della nostra società a partire quanto meno dalla rivoluzione scientifica del XVII secolo [...].
Per il momento la controcultura di cui parlo io comprende soltanto una stretta minoranza di giovani ed un pugno dei loro mèntori adulti. Da essa sono esclusi i nostri giovani più conservatori [...]. È esclusa la nostra gioventù più [[liberale]] [...]. Esclusi ne risultano i vari gruppi giovanili sparpagliati della vecchia linea marxista, i cui membri, come già i loro padri prima di loro, continuano a sorvegliare le ceneri della rivoluzione proletaria, spiando una favilla per lanciarsi avanti. E, cosa più importante, ne sono esclusi in larga misura i giovani negri militanti, il cui progetto politico è venuto definendosi in termini così strettamente etnici che, nonostante la sua urgenza, al giorno d'oggi è diventato da un punto di vista culturale altrettanto fuori moda quanto la mitopoiesi nazionalistica del XIX secolo [...].
Per il momento la controcultura di cui parlo io comprende soltanto una stretta minoranza di giovani ed un pugno dei loro mèntori adulti. Da essa sono esclusi i nostri giovani più conservatori [...]. È esclusa la nostra gioventù più [[liberale]] [...]. Esclusi ne risultano i vari gruppi giovanili sparpagliati della vecchia linea [[marxista]], i cui membri, come già i loro padri prima di loro, continuano a sorvegliare le ceneri della rivoluzione proletaria, spiando una favilla per lanciarsi avanti. E, cosa più importante, ne sono esclusi in larga misura i giovani negri militanti, il cui progetto politico è venuto definendosi in termini così strettamente etnici che, nonostante la sua urgenza, al giorno d'oggi è diventato da un punto di vista culturale altrettanto fuori moda quanto la mitopoiesi nazionalistica del XIX secolo [...].
I giovani della controcultura sono abbastanza rilevanti per il numero e per la forza della loro critica da meritare una attenzione a sé stante [...]. Sono loro la matrice nella quale sta prendendo forma un futuro che costituisce un'alternativa. Certo che quest'alternativa se ne viene vestita di un vistoso costume da Arlecchino, i cui pezzi provengono da origini disparate ed esotiche: dalla psichiatria del profondo, dagli scampoli assortiti della ideologia della sinistra, dalle religioni orientali, dal romantico Weltschmerz, dalla teoria sociale anarchica, dal movimento Dada, dalla cultura degli indiani d'America e, penso dalla saggezza di tutti i tempi.
I giovani della controcultura sono abbastanza rilevanti per il numero e per la forza della loro critica da meritare una attenzione a sé stante [...]. Sono loro la matrice nella quale sta prendendo forma un futuro che costituisce un'alternativa. Certo che quest'alternativa se ne viene vestita di un vistoso costume da Arlecchino, i cui pezzi provengono da origini disparate ed esotiche: dalla psichiatria del profondo, dagli scampoli assortiti della ideologia della sinistra, dalle religioni orientali, dal romantico Weltschmerz, dalla teoria sociale [[anarchica]], dal movimento [[Dada]], dalla cultura degli indiani d'America e, penso dalla saggezza di tutti i tempi.
Tuttavia mi sembra che essa costituisca tutto ciò che abbiamo da opporre al definitivo consolidamento di un totalitarismo tecnocratico nel quale ci troveremmo ad essere ingegnosamente adattati ad una esistenza interamente estraniata da tutto ciò che mai fece della vita umana una avventura degna di interesse» (Theodore Roszak, ''La nascita di una controcultura. Riflessioni sulla società tecnocratica e sulla opposizione giovanile'', tr. it. di: ''The Making of a Counter Culture. Reflections on the Technocratic Society and its Youthful opposition'', Doubleday & Company, New York, 1968; Feltrinelli, Milano, 1971, pp. 8-9).</ref>
Tuttavia mi sembra che essa costituisca tutto ciò che abbiamo da opporre al definitivo consolidamento di un totalitarismo tecnocratico nel quale ci troveremmo ad essere ingegnosamente adattati ad una esistenza interamente estraniata da tutto ciò che mai fece della vita umana una avventura degna di interesse» (Theodore Roszak, ''La nascita di una controcultura. Riflessioni sulla società tecnocratica e sulla opposizione giovanile'', tr. it. di: ''The Making of a Counter Culture. Reflections on the Technocratic Society and its Youthful opposition'', Doubleday & Company, New York, 1968; Feltrinelli, Milano, 1971, pp. 8-9).</ref>


64 364

contributi