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Al Congresso dell'Aia del [[1872]] gli [[anarchici]] furono espulsi dall'[[l'Internazionale dei lavoratori|AIL]] per colpa dell'[[autorità|autoritarismo]] [[marxista]]: tale espulsione segnò, di fatto, il suicidio delle speranze suscitate dall'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale]] e provocò il frazionamento del pensiero [[anarchico]] in varie correnti: [[sindacalismo]] ([[Emile Pouget]]), [[anarco-individualismo|individualismo]] ([[Max Stirner]]), anarco-comunismo ([[Errico Malatesta]] e [[Luigi Fabbri]]), [[collettivismo]] ([[Michail Bakunin]]) e altre tendenze minoritarie. | Al Congresso dell'Aia del [[1872]] gli [[anarchici]] furono espulsi dall'[[l'Internazionale dei lavoratori|AIL]] per colpa dell'[[autorità|autoritarismo]] [[marxista]]: tale espulsione segnò, di fatto, il suicidio delle speranze suscitate dall'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale]] e provocò il frazionamento del pensiero [[anarchico]] in varie correnti: [[sindacalismo]] ([[Emile Pouget]]), [[anarco-individualismo|individualismo]] ([[Max Stirner]]), anarco-comunismo ([[Errico Malatesta]] e [[Luigi Fabbri]]), [[collettivismo]] ([[Michail Bakunin]]) e altre tendenze minoritarie. | ||
Nel [[1876]], la | Nel [[1876]], la Conferenza di Firenze della sezione italiana dell'[[l'Internazionale dei lavoratori|Internazionale]] stabilì i principi dell'anarco-comunismo: | ||
: «La Federazione Italiana considera la proprietà collettiva del prodotto del lavoro come il complemento necessario per il programma collettivista, l'appoggio di tutti per la soddisfazione delle necessità individuali che è l'unica regola della “produzione e del consumo”, corrispondente al principio di solidarietà». | : «La Federazione Italiana considera la proprietà collettiva del prodotto del lavoro come il complemento necessario per il programma collettivista, l'appoggio di tutti per la soddisfazione delle necessità individuali che è l'unica regola della “produzione e del consumo”, corrispondente al principio di solidarietà». | ||