Citazioni sullo stato: differenze tra le versioni

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* Lo Stato non è qualcosa che si possa distruggere con una rivoluzione, ma è una condizione, un certo rapporto tra esseri umani, una modalità del comportamento umano: lo distruggiamo stabilendo nuove relazioni, comportandoci in modo diverso. ([[Gustav Landauer]])
* Lo Stato non è qualcosa che si possa distruggere con una rivoluzione, ma è una condizione, un certo rapporto tra esseri umani, una modalità del comportamento umano: lo distruggiamo stabilendo nuove relazioni, comportandoci in modo diverso. ([[Gustav Landauer]])
* Il primo punto sul quale vorrei attirare la vostra attenzione è la tendenza generale allo statalismo, per cui la democrazia volendo realizzare sé stessa, si autodivora. È una condanna, mi pare, alla quale difficilmente la democrazia può sottrarsi. Infatti, essa deve soccorrere le masse e gli stessi imprenditori in difficoltà e può farlo soltanto sovraccaricando le vecchie istituzioni liberali di un numero sempre più grande di funzioni sociali. Ne risulta ovunque un accrescimento di poteri di una specie e in una quantità tali che la democrazia politica non può in alcun modo controllare. La cosiddetta sovranità popolare si riduce in tal guisa ancor più a una finzione. Il bilancio dello stato assume proporzioni mostruose, indecifrabili per gli stessi specialisti. La sovranità reale passa alla burocrazia, che per definizione è anonima e irresponsabile, mentre i corpi legislativi fanno la figura di assemblee di chiacchieroni che si accapigliano su questioni secondarie. Alla decadenza della funzione legislativa corrisponde fatalmente la caduta del livello morale medio degli eletti. I deputati non si curano che della propria rielezione. Per poter servire i gruppi di pressione che la facilitano, essi stessi hanno bisogno della benevolenza dell'amministrazione. Le autonomie locali, i cosiddetti poteri intermedi, tutte le forme spontanee e tradizionali di vita sociale, deperiscono, oppure, se sopravvivono, sono svuotati di ogni contenuto. Ora l'egemonia di una amministrazione centralizzata è la premessa di ogni dittatura; anzi, è essa stessa già dittatura. ([[Ignazio Silone]], ''La scuola dei dittatori'')
* Il primo punto sul quale vorrei attirare la vostra attenzione è la tendenza generale allo statalismo, per cui la democrazia volendo realizzare sé stessa, si autodivora. È una condanna, mi pare, alla quale difficilmente la democrazia può sottrarsi. Infatti, essa deve soccorrere le masse e gli stessi imprenditori in difficoltà e può farlo soltanto sovraccaricando le vecchie istituzioni liberali di un numero sempre più grande di funzioni sociali. Ne risulta ovunque un accrescimento di poteri di una specie e in una quantità tali che la democrazia politica non può in alcun modo controllare. La cosiddetta sovranità popolare si riduce in tal guisa ancor più a una finzione. Il bilancio dello stato assume proporzioni mostruose, indecifrabili per gli stessi specialisti. La sovranità reale passa alla burocrazia, che per definizione è anonima e irresponsabile, mentre i corpi legislativi fanno la figura di assemblee di chiacchieroni che si accapigliano su questioni secondarie. Alla decadenza della funzione legislativa corrisponde fatalmente la caduta del livello morale medio degli eletti. I deputati non si curano che della propria rielezione. Per poter servire i gruppi di pressione che la facilitano, essi stessi hanno bisogno della benevolenza dell'amministrazione. Le autonomie locali, i cosiddetti poteri intermedi, tutte le forme spontanee e tradizionali di vita sociale, deperiscono, oppure, se sopravvivono, sono svuotati di ogni contenuto. Ora l'egemonia di una amministrazione centralizzata è la premessa di ogni dittatura; anzi, è essa stessa già dittatura. ([[Ignazio Silone]], ''La scuola dei dittatori'')
* La potenza del capitale è tutto, la Borsa è tutto, mentre il parlamento, le elezioni, sono un gioco da marionette, di pupazzi. ([[Lenin]], ''Sullo Stato'', 11 luglio 1919)
* La potenza del capitale è tutto, la Borsa è tutto, mentre il parlamento, le elezioni, sono un gioco da marionette, di pupazzi. ([[Lenin]], ''Sullo Stato'', [[11 luglio]] [[1919]])


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