Citazioni sul lavoro: differenze tra le versioni

nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 7: Riga 7:
* Il lavoro nobilita l'uomo. Ma soprattutto lo debilita. ([[Wystan Hugh Auden]])
* Il lavoro nobilita l'uomo. Ma soprattutto lo debilita. ([[Wystan Hugh Auden]])
* Oggi, in un mondo in cui tutti gli apologeti del potere – siano essi sinistresi, intellettuali, capi, preti, sindacalisti, insegnanti - vendono lo stesso vecchio messaggio, la consunta menzogna del sacrificio, della rinuncia, della sottomissione; dove il "tempo libero" è vuoto di gioia ed è solo una pausa nel lavoro. In questo mondo non ci sono più illusioni. Nessuna delle assurdità del Potere può più salvarsi dalle armi della risata e della negazione. Il progetto di una vita diversa comincia qui e ora, in ognuno di noi quando rifiutiamo di sottometterci all'indegnità della vita quotidiana. ([[Bob Black]], ''L'abolizione del lavoro'')
* Oggi, in un mondo in cui tutti gli apologeti del potere – siano essi sinistresi, intellettuali, capi, preti, sindacalisti, insegnanti - vendono lo stesso vecchio messaggio, la consunta menzogna del sacrificio, della rinuncia, della sottomissione; dove il "tempo libero" è vuoto di gioia ed è solo una pausa nel lavoro. In questo mondo non ci sono più illusioni. Nessuna delle assurdità del Potere può più salvarsi dalle armi della risata e della negazione. Il progetto di una vita diversa comincia qui e ora, in ognuno di noi quando rifiutiamo di sottometterci all'indegnità della vita quotidiana. ([[Bob Black]], ''L'abolizione del lavoro'')
* La sfacciata richiesta di sprecare la maggior parte dell'energia vitale per un fine tautologico, deciso da altri, non è stata sempre a tal punto interiorizzata come oggi. Ci sono voluti diversi secoli di violenza aperta su larga scala per far entrare, letteralmente a forza di torture, gli uomini al servizio incondizionato dell'idolo lavoro. Perfino nei centri capitalistici, al centro, della ricchezza, fanno il loro ritorno la povertà e la fame (...) Il capitalismo diventa l'affare globale di una minoranza. L'Idolo del lavoro in agonia è oramai costretto dal bisogno a mangiare sé stesso. Alla ricerca di quel che di lavoro-nutrimento è rimasto, il capitale fa saltare i confini delle economie nazionali e si globalizza in una concorrenza nomadica sulla localizzazione degli investimenti. La domanda di semplici servizi alla persona aumenta tanto più diminuisce il loro costo, e quindi tanto meno guadagnano i prestatori di servizi; se in questo mondo esistesse ancora fra gli uomini l'autostima, questa frase dovrebbe scatenare una rivolta sociale. In un mondo di bestie da soma addomesticate susciterà solo un assenso sconsolato. Chi oggi si pone ancora delle domande sul contenuto, il senso e il fine del suo lavoro, impazzisce - o diventa un fattore di disturbo per il funzionamento tautologico della macchina sociale. L'homo faber, orgoglioso del suo lavoro, che prendeva ancora sul serio, sia pure con i suoi limiti quello che faceva, è superato come una macchina da scrivere. («Manifesto contro il lavoro», http://www.krisis.org/1999/manifesto-contro-il-lavoro)
* La sfacciata richiesta di sprecare la maggior parte dell'energia vitale per un fine tautologico, deciso da altri, non è stata sempre a tal punto interiorizzata come oggi. Ci sono voluti diversi secoli di violenza aperta su larga scala per far entrare, letteralmente a forza di torture, gli uomini al servizio incondizionato dell'idolo lavoro. Perfino nei centri capitalistici, al centro, della ricchezza, fanno il loro ritorno la povertà e la fame (...) Il capitalismo diventa l'affare globale di una minoranza. L'Idolo del lavoro in agonia è oramai costretto dal bisogno a mangiare sé stesso. Alla ricerca di quel che di lavoro-nutrimento è rimasto, il capitale fa saltare i confini delle economie nazionali e si globalizza in una concorrenza nomadica sulla localizzazione degli investimenti. La domanda di semplici servizi alla persona aumenta tanto più diminuisce il loro costo, e quindi tanto meno guadagnano i prestatori di servizi; se in questo mondo esistesse ancora fra gli uomini l'autostima, questa frase dovrebbe scatenare una rivolta sociale. In un mondo di bestie da soma addomesticate susciterà solo un assenso sconsolato. Chi oggi si pone ancora delle domande sul contenuto, il senso e il fine del suo lavoro, impazzisce - o diventa un fattore di disturbo per il funzionamento tautologico della macchina sociale. L'homo faber, orgoglioso del suo lavoro, che prendeva ancora sul serio, sia pure con i suoi limiti quello che faceva, è superato come una macchina da scrivere. (''[http://www.krisis.org/1999/manifesto-contro-il-lavoro Manifesto contro il lavoro]'')


[[Categoria:Citazioni]]
[[Categoria:Citazioni]]
64 364

contributi