Che cos'è l'ecologia sociale (di Murray Bookchin): differenze tra le versioni

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È allettante andare al di là di tale illuminante proposizione ed indagare una nozione ecologica dell'evoluzione naturale basata non solo sullo sviluppo delle specie particolari, ma su quello degli ecosistemi. È questo un concetto di evoluzione intesa come sviluppo dialettico dei molteplici, complessi, e sempre più fecondi contesti delle comunità animali-vegetali, distinto dalla tradizionale nozione di evoluzione biologica basata sullo sviluppo atomistico di ogni singola forma vivente, concetto caratteristico della logica d'impresa dell'"individuo" isolato, sia esso animale, pianta, o borghese - una creatura che provvede a se stessa e che "sopravvive" o "perisce" nella giungla del "mercato". Un ecosistema diventa più complesso e apre una più ricca varietà di direzioni evolutive grazie alla diversità e a sempre più flessibili forme di vita organica. Non è solo l'ambiente che "sceglie" quali specie sono "adatte" a sopravvivere, ma le specie stesse, in complessi mutualistici o singolarmente, introducono un certo elemento di "scelta", ma non "intersoggettivo" o "volontario" nel senso umano del termine.
È allettante andare al di là di tale illuminante proposizione ed indagare una nozione ecologica dell'evoluzione naturale basata non solo sullo sviluppo delle specie particolari, ma su quello degli ecosistemi. È questo un concetto di evoluzione intesa come sviluppo dialettico dei molteplici, complessi, e sempre più fecondi contesti delle comunità animali-vegetali, distinto dalla tradizionale nozione di evoluzione biologica basata sullo sviluppo atomistico di ogni singola forma vivente, concetto caratteristico della logica d'impresa dell'"individuo" isolato, sia esso animale, pianta, o borghese - una creatura che provvede a se stessa e che "sopravvive" o "perisce" nella giungla del "mercato". Un ecosistema diventa più complesso e apre una più ricca varietà di direzioni evolutive grazie alla diversità e a sempre più flessibili forme di vita organica. Non è solo l'ambiente che "sceglie" quali specie sono "adatte" a sopravvivere, ma le specie stesse, in complessi mutualistici o singolarmente, introducono un certo elemento di "scelta", ma non "intersoggettivo" o "volontario" nel senso umano del termine.


Questi insiemi di specie alterano l'ambiente di cui fanno parte, e contemporaneamente esercitano un ruolo sempre più attivo sulla loro stessa evoluzione. La vita, nella concezione ecologica dell'evoluzione, non è più passiva tabula rasa in cui forze eterne che chiamiamo approssimativamente "ambiente" - inscrivono il destino di "una specie", termine atomistico privo di senso fuori dal contesto di un ecosistema in cui una forma di vita è veramente definibile solo in rapporto alle altre specie.<ref name="uno">Il tradizionale accento su un ambiente "attivo" che determina la "sopravvivenza" di una specie passiva, alterata da mutazioni che intervengono a caso in un "gioco" cosmico di "occasioni", è forse un'altra ragione del perché l'"ambientalismo", come termine distinto dall'ecologia sociale, risulta estremamente insoddisfacente.</ref>  
Questi insiemi di specie alterano l'ambiente di cui fanno parte, e contemporaneamente esercitano un ruolo sempre più attivo sulla loro stessa evoluzione. La vita, nella concezione ecologica dell'evoluzione, non è più passiva tabula rasa in cui forze eterne che chiamiamo approssimativamente "ambiente" - inscrivono il destino di "una specie", termine atomistico privo di senso fuori dal contesto di un ecosistema in cui una forma di vita è veramente definibile solo in rapporto alle altre specie. <ref name="uno">Il tradizionale accento su un ambiente "attivo" che determina la "sopravvivenza" di una specie passiva, alterata da mutazioni che intervengono a caso in un "gioco" cosmico di "occasioni", è forse un'altra ragione del perché l'"ambientalismo", come termine distinto dall'ecologia sociale, risulta estremamente insoddisfacente.</ref>  


'''La vita è attiva, interattiva, procreativa, relazionale e contestuale. Non è un pezzo di "roba passiva", una forma di "materia" metabolica che attende l'azione di "forze" esterne ad essa che la "modellino" meccanicamente'''. Nel continuo sforzo di produrre nuove forme di vita, è insito un senso di auto determinazione dell'evoluzione vitale, non passivamente reattiva a un organico o inorganico mondo che incombe su di essa dall'esterno e "determina" il suo destino indipendentemente dall'ecosistema che essa stessa costituisce e di cui è parte.
'''La vita è attiva, interattiva, procreativa, relazionale e contestuale. Non è un pezzo di "roba passiva", una forma di "materia" metabolica che attende l'azione di "forze" esterne ad essa che la "modellino" meccanicamente'''. Nel continuo sforzo di produrre nuove forme di vita, è insito un senso di auto determinazione dell'evoluzione vitale, non passivamente reattiva a un organico o inorganico mondo che incombe su di essa dall'esterno e "determina" il suo destino indipendentemente dall'ecosistema che essa stessa costituisce e di cui è parte.
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[[Image:Black flag waving.png|thumb|250 px]]
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Non c'è filosofia libera da presupposti, non più che speculazione libera da un qualche stimolo del mondo oggettivo. L'unica verità sulle premesse filosofiche, "prima", rispetto a generiche conseguenze, "poi", è che per "primo", in ogni visione filosofica, si intende l'insieme dei presupposti che emergono da un background di esperienze non formulate e la cui intuizione e coerenza devono essere confortate sia dalla realtà che dalla ragione speculativa.
Non c'è filosofia libera da presupposti, non più che speculazione libera da un qualche stimolo del mondo oggettivo. L'unica verità sulle premesse filosofiche, "prima", rispetto a generiche conseguenze, "poi", è che per "primo", in ogni visione filosofica, si intende l'insieme dei presupposti che emergono da un background di esperienze non formulate e la cui intuizione e coerenza devono essere confortate sia dalla realtà che dalla ragione speculativa.
Uno dei più stimolanti elementi di continuità tra natura e società è la relazione di tipo non gerarchico che esiste in un ecosistema, e l'importanza del riferimento che fornisce per una società non gerarchica.<ref name="tre">Le pretese della naturalità e della onnipresenza di gerarchie non possono essere ignorate, pena l'approfondimento del baratro tra natura e società, tra "necessità naturale" e "libertà culturale". Giustificare la gerarchia sociale in termini di gerarchia naturale è uno dei più ricorrenti attacchi portati in ogni epoca dalla religione e dalla filosofia a un egualitarismo sociale futuro. Recentemente emerso in sociobiologia, questo atteggiamento ha rinforzato l'istanza antinaturalistica che permea tante ideologie di liberazione. Dire che la cultura consiste proprio nell'"emancipazione dell'uomo dalla natura" è rivenire alla nozione di "melma della storia" di Sartre, nozione di un mondo naturale che non solo separa la società dalla natura, ma la mente dal corpo e la soggettività dall'oggettività.</ref>
Uno dei più stimolanti elementi di continuità tra natura e società è la relazione di tipo non gerarchico che esiste in un ecosistema, e l'importanza del riferimento che fornisce per una società non gerarchica. <ref name="tre">Le pretese della naturalità e della onnipresenza di gerarchie non possono essere ignorate, pena l'approfondimento del baratro tra natura e società, tra "necessità naturale" e "libertà culturale". Giustificare la gerarchia sociale in termini di gerarchia naturale è uno dei più ricorrenti attacchi portati in ogni epoca dalla religione e dalla filosofia a un egualitarismo sociale futuro. Recentemente emerso in sociobiologia, questo atteggiamento ha rinforzato l'istanza antinaturalistica che permea tante ideologie di liberazione. Dire che la cultura consiste proprio nell'"emancipazione dell'uomo dalla natura" è rivenire alla nozione di "melma della storia" di Sartre, nozione di un mondo naturale che non solo separa la società dalla natura, ma la mente dal corpo e la soggettività dall'oggettività.</ref>


'''Non ha senso parlare di "gerarchia" in un ecosistema e nella successione di ecosistemi che, in contrasto con uno sviluppo "monadico" di specie isolate l'un l'altra, formano la vera storia dell'evoluzione naturale'''. '''Non c'è alcun "Re degli anirnali" e alcun "umile servo" - il leone e la formica - nei rapporti di un ecosistema'''. '''Tali termini, inclusi quelli di "natura crudele", "natura perduta", "natura dominante" e persino "natura mutualistica" (preferisco usare la parola "complementare" in questo caso) sono proiezioni nel mondo naturale dei nostri rapporti sociali.''' '''Negli ecosistemi le formiche sono altrettanto importanti dei leoni e delle aquile; il riciclaggio di materiale organico che assicurano, dà loro un ruolo determinante al mantenimento della stabilità e dell'integrità di un'area.'''
'''Non ha senso parlare di "gerarchia" in un ecosistema e nella successione di ecosistemi che, in contrasto con uno sviluppo "monadico" di specie isolate l'un l'altra, formano la vera storia dell'evoluzione naturale'''. '''Non c'è alcun "Re degli anirnali" e alcun "umile servo" - il leone e la formica - nei rapporti di un ecosistema'''. '''Tali termini, inclusi quelli di "natura crudele", "natura perduta", "natura dominante" e persino "natura mutualistica" (preferisco usare la parola "complementare" in questo caso) sono proiezioni nel mondo naturale dei nostri rapporti sociali.''' '''Negli ecosistemi le formiche sono altrettanto importanti dei leoni e delle aquile; il riciclaggio di materiale organico che assicurano, dà loro un ruolo determinante al mantenimento della stabilità e dell'integrità di un'area.'''
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Inoltre la storia naturale del sistema nervoso e della mente, il cui passato si trova nel presente di ogni giorno, avviene per cumulo, non semplicemente per successione di avvenimenti. Non a caso uno dei più grandi fisiologi americani, Walter. B. Cannon, intitolò il suo importante testo sull'omeostasi "La saggezza del corpo" (The Winsdom of the Body). Non ci sono solo le categorie kantiane e la logica di Hegel che percorrono il nostro intero apparato esperienziale e ci organizzano l'esperienza, ma anche la storia naturale della sensibilità come esiste in noi a livello dell'eccitazione ormonale, dalla indifferenziata rete nervosa fino agli emisferi del cervello. Metabolizziamo con la natura nella produzione, così che i materiali che lavoriamo e gli strumenti che usiamo entrano nell'immaginazione tecnologica e nella forma, nella "matrice" sociale in cui le tecnologie esistono. Né possiamo dimenticarci, nonostante l'ideologia di classe e dell'interesse economico prevalenti, che socializziamo tra noi non solo come produttori e padroni, ma come genitori e figli, giovani e vecchi, femmine e maschi, con i corpi come con le menti, e secondo gli impulsi, vecchi e nuovi, di una sensibilità in naturale evoluzione.
Inoltre la storia naturale del sistema nervoso e della mente, il cui passato si trova nel presente di ogni giorno, avviene per cumulo, non semplicemente per successione di avvenimenti. Non a caso uno dei più grandi fisiologi americani, Walter. B. Cannon, intitolò il suo importante testo sull'omeostasi "La saggezza del corpo" (The Winsdom of the Body). Non ci sono solo le categorie kantiane e la logica di Hegel che percorrono il nostro intero apparato esperienziale e ci organizzano l'esperienza, ma anche la storia naturale della sensibilità come esiste in noi a livello dell'eccitazione ormonale, dalla indifferenziata rete nervosa fino agli emisferi del cervello. Metabolizziamo con la natura nella produzione, così che i materiali che lavoriamo e gli strumenti che usiamo entrano nell'immaginazione tecnologica e nella forma, nella "matrice" sociale in cui le tecnologie esistono. Né possiamo dimenticarci, nonostante l'ideologia di classe e dell'interesse economico prevalenti, che socializziamo tra noi non solo come produttori e padroni, ma come genitori e figli, giovani e vecchi, femmine e maschi, con i corpi come con le menti, e secondo gli impulsi, vecchi e nuovi, di una sensibilità in naturale evoluzione.
'''Diventare coscienti di come questa complessa storia naturale entri a far parte del nostro proprio essere, situarla nello svolgimento della storia sociale, riconoscere di dover sviluppare nuove sensibilità ''',''' tecnologie, istituzioni e forme di esperienza che esprimano la ricchezza della nostra crescita interiore e della complessità del nostro apparato bio-sociale, è assecondare un senso dell'evoluzione più profondo e dialettico di quello fornitoci dalle svolte "epistemologiche" e "linguistiche" della''' '''recente filosofia'''.<ref name="quattro">La nostra razionalizzata civiltà disastrosamente unilaterale ha trascurato la ricchezza dello sviluppo interiore e della complessità relegandoli a modi di vita preindustriali, che hanno informato fondamentalmente l'evoluzione sociale fino ad un secolo o due fa. Da un punto di vista sensoriale viviamo un'esistenza atrofizzata ed esangue in confronto a quella di cacciatori e coltivatori la cui capacità di esperire la realtà oscura, anche culturalmente, la nostra! Il XX secolo da solo testimonia di un terrificante offuscamento del nostro </ref>
'''Diventare coscienti di come questa complessa storia naturale entri a far parte del nostro proprio essere, situarla nello svolgimento della storia sociale, riconoscere di dover sviluppare nuove sensibilità ''',''' tecnologie, istituzioni e forme di esperienza che esprimano la ricchezza della nostra crescita interiore e della complessità del nostro apparato bio-sociale, è assecondare un senso dell'evoluzione più profondo e dialettico di quello fornitoci dalle svolte "epistemologiche" e "linguistiche" della''' '''recente filosofia'''. <ref name="quattro">La nostra razionalizzata civiltà disastrosamente unilaterale ha trascurato la ricchezza dello sviluppo interiore e della complessità relegandoli a modi di vita preindustriali, che hanno informato fondamentalmente l'evoluzione sociale fino ad un secolo o due fa. Da un punto di vista sensoriale viviamo un'esistenza atrofizzata ed esangue in confronto a quella di cacciatori e coltivatori la cui capacità di esperire la realtà oscura, anche culturalmente, la nostra! Il XX secolo da solo testimonia di un terrificante offuscamento del nostro </ref>


Su questo punto direi che la scienza è la storia della scienza, non solo il suo ultimo "stadio", e la tecnologia è la storia della tecnologia, non solo il suo ultimo progetto; così la ragione è la storia della ragione, non solo la sua presente dimensione analitica e comunicativa. La storia sociale comprende la storia naturale in una dialettica continua articolata da logiche di differenziazione e complementarità; e la include nello stesso processo di socializzazione, nella storia naturale e sociale dell'esperienza, negli imperativi di una relazione armonica tra umanità e natura che presuppone nuove eco-tecnologie ed eco-comunità, e nei desiderata, nelle aspettative suscitate da una società decentralizzata basata su valori di complementarità e di comunità.
Su questo punto direi che la scienza è la storia della scienza, non solo il suo ultimo "stadio", e la tecnologia è la storia della tecnologia, non solo il suo ultimo progetto; così la ragione è la storia della ragione, non solo la sua presente dimensione analitica e comunicativa. La storia sociale comprende la storia naturale in una dialettica continua articolata da logiche di differenziazione e complementarità; e la include nello stesso processo di socializzazione, nella storia naturale e sociale dell'esperienza, negli imperativi di una relazione armonica tra umanità e natura che presuppone nuove eco-tecnologie ed eco-comunità, e nei desiderata, nelle aspettative suscitate da una società decentralizzata basata su valori di complementarità e di comunità.
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