Che cos'è l'ecologia sociale (di Murray Bookchin): differenze tra le versioni

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Su questo punto direi che la scienza è la storia della scienza, non solo il suo ultimo "stadio", e la tecnologia è la storia della tecnologia, non solo il suo ultimo progetto; così la ragione è la storia della ragione, non solo la sua presente dimensione analitica e comunicativa. La storia sociale comprende la storia naturale in una dialettica continua articolata da logiche di differenziazione e complementarità; e la include nello stesso processo di socializzazione, nella storia naturale e sociale dell'esperienza, negli imperativi di una relazione armonica tra umanità e natura che presuppone nuove eco-tecnologie ed eco-comunità, e nei desiderata, nelle aspettative suscitate da una società decentralizzata basata su valori di complementarità e di comunità.
Su questo punto direi che la scienza è la storia della scienza, non solo il suo ultimo "stadio", e la tecnologia è la storia della tecnologia, non solo il suo ultimo progetto; così la ragione è la storia della ragione, non solo la sua presente dimensione analitica e comunicativa. La storia sociale comprende la storia naturale in una dialettica continua articolata da logiche di differenziazione e complementarità; e la include nello stesso processo di socializzazione, nella storia naturale e sociale dell'esperienza, negli imperativi di una relazione armonica tra umanità e natura che presuppone nuove eco-tecnologie ed eco-comunità, e nei desiderata, nelle aspettative suscitate da una società decentralizzata basata su valori di complementarità e di comunità.
Le idee avanzate finora prendono il via da un'immagine della natura radicalmente differente da quella prevalente in Occidente, in cui sono radicati il dualismo filosofico, l'economia, la sociologia, la psicologia e persino il socialismo. Come ecologista sociale vedo la natura essenzialmente creativa, mutualistica, feconda e caratterizzata da complementarità : non quindi muta e cieca, né crudele, avara o deterministica. Questo cambiamento di prospettiva da un'immagine di mercato a un'immagine ecologica matura, obbliga a misurarsi con la convinzione, collaudata nel tempo, che il dominio dell'uomo sull'uomo è necessario per "dominare la natura". Sottolineando l'insensatezza delle ragioni addotte per la gerarchia e il dominio, concludo con l'evidenza storica (che la nostra stessa epoca con spiegamenti di tecnologie finalizzate essenzialmente al controllo sociale illustra ampiamente) della derivazione dell'idea di natura dominante dal predominio dell'uomo sull'uomo, che inizialmente si è dato nelle forme gerarchiche che le femministe hanno chiaramente individuato, e più tardi nelle forme di classe e statuali.
Le idee avanzate finora prendono il via da un'immagine della natura radicalmente differente da quella prevalente in Occidente, in cui sono radicati il dualismo filosofico, l'economia, la sociologia, la psicologia e persino il socialismo. Come ecologista sociale vedo la natura essenzialmente creativa, mutualistica, feconda e caratterizzata da complementarità: non quindi muta e cieca, né crudele, avara o deterministica. Questo cambiamento di prospettiva da un'immagine di mercato a un'immagine ecologica matura, obbliga a misurarsi con la convinzione, collaudata nel tempo, che il dominio dell'uomo sull'uomo è necessario per "dominare la natura". Sottolineando l'insensatezza delle ragioni addotte per la gerarchia e il dominio, concludo con l'evidenza storica (che la nostra stessa epoca con spiegamenti di tecnologie finalizzate essenzialmente al controllo sociale illustra ampiamente) della derivazione dell'idea di natura dominante dal predominio dell'uomo sull'uomo, che inizialmente si è dato nelle forme gerarchiche che le femministe hanno chiaramente individuato, e più tardi nelle forme di classe e statuali.


Una tale immagine di natura mi conduce a ridefinire drasticamente la concezione di economia, sociologia, psicologia e persino di socialismo, con il suo vangelo di radicale separazione della società dalla natura, e l'imperativo militante di sottomettere comunque la natura, sia essa "scarsa di risorse", "regno di animalità", "natura interna" o "natura esterna". Per questo ho cercato di rivisitare la storia non solo come descrizione del potere esercitato sugli esseri umani, superiore al potere sulle cose, ma anche del potere ramificatosi negli Stati centralizzati e negli ambienti urbani come tecnologia, scienza e razionalità del controllo sociale, come messaggio di liberazione che in realtà occulta i peggiori caratteri del dominio, specialmente quando si tratta delle ortodossie marxiste dell'ultimo secolo.
Una tale immagine di natura mi conduce a ridefinire drasticamente la concezione di economia, sociologia, psicologia e persino di socialismo, con il suo vangelo di radicale separazione della società dalla natura, e l'imperativo militante di sottomettere comunque la natura, sia essa "scarsa di risorse", "regno di animalità", "natura interna" o "natura esterna". Per questo ho cercato di rivisitare la storia non solo come descrizione del potere esercitato sugli esseri umani, superiore al potere sulle cose, ma anche del potere ramificatosi negli Stati centralizzati e negli ambienti urbani come tecnologia, scienza e razionalità del controllo sociale, come messaggio di liberazione che in realtà occulta i peggiori caratteri del dominio, specialmente quando si tratta delle ortodossie marxiste dell'ultimo secolo.
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