Centro Sociale Occupato Autogestito: differenze tra le versioni

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[[File:La Riottosa Squat.jpg|thumb|200 px|left|[[La Riottosa Squat]]]]
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I problemi del tempo libero svuotato di senso, dell'isolamento giovanile, della carenza di spazi aggregativi, sono considerati alla base dell'esigenza della creazione di centri sociali. Occupazione ed autogestione divengono due condizioni essenziali per potersi sganciare dalle restrizioni della sezione di partito o dalle leggi dell'amministrazione comunale. Per contrastare l'alienazione della vita metropolitana, soprattutto quella delle periferie delle grandi città , confrontarsi e ritrovarsi, per promuovere informazione alternativa e [[controcultura]], nascono nella seconda metà  degli [[1970|anni '70]] i cosìddetti CSOA (Centro Sociale Occupato Autogestito), i primi a Milano.
I problemi del tempo libero svuotato di senso, dell'isolamento giovanile, della carenza di spazi aggregativi, sono considerati alla base dell'esigenza della creazione di centri sociali. Occupazione ed autogestione divengono due condizioni essenziali per potersi sganciare dalle restrizioni della sezione di partito o dalle leggi dell'amministrazione comunale. Per contrastare l'alienazione della vita metropolitana, soprattutto quella delle periferie delle grandi città, confrontarsi e ritrovarsi, per promuovere informazione alternativa e [[controcultura]], nascono nella seconda metà  degli [[1970|anni '70]] i cosìddetti CSOA (Centro Sociale Occupato Autogestito), i primi a Milano.


Le occupazioni si sono susseguite in varie città  d'[[Italia]] (stabili abbandonati, ex fabbriche, ville, appartamenti, case sfitte, ecc.) seguendo la logica della riappropriazione di spazi pubblici e destinati alla collettività , senza scopo di lucro, senza fini commerciali, senza mire partitiche. In questi spazi si sono susseguiti dibattiti sulla condizione giovanile, happening, sperimentazioni, concerti, assemblee, fino a diventare luoghi di abitazione di alcuni.
Le occupazioni si sono susseguite in varie città  d'[[Italia]] (stabili abbandonati, ex fabbriche, ville, appartamenti, case sfitte, ecc.) seguendo la logica della riappropriazione di spazi pubblici e destinati alla collettività, senza scopo di lucro, senza fini commerciali, senza mire partitiche. In questi spazi si sono susseguiti dibattiti sulla condizione giovanile, happening, sperimentazioni, concerti, assemblee, fino a diventare luoghi di abitazione di alcuni.
In alcuni centri sociali trovano sede degli [[hacklab]], esperienze di autogestione orientate alle tematiche dei diritti digitali e della libertà  di espressione.
In alcuni centri sociali trovano sede degli [[hacklab]], esperienze di autogestione orientate alle tematiche dei diritti digitali e della libertà  di espressione.


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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* AA.VV., ''"Centri sociali: geografie del desiderio: dati, statistiche, progetti, mappe, divenire"'', Shake edizioni underground, Milano, 1996,  
* AA.VV., ''"Centri sociali: geografie del desiderio: dati, statistiche, progetti, mappe, divenire"'', Shake edizioni underground, Milano, 1996,  
* Enrico Caniglia, ''"Identità , partecipazione e antagonismo nella politica giovanile"'', Rubbettino Editore srl, 2002,  
* Enrico Caniglia, ''"Identità, partecipazione e antagonismo nella politica giovanile"'', Rubbettino Editore srl, 2002,  
* Carlo Branzaglia, Pierfrancesco Pacoda, Alba Solaro, ''"Posse italiane: centri sociali, underground musicale e cultura giovanile degli anni '90 in Italia"'', Tosca editore, 1992,  
* Carlo Branzaglia, Pierfrancesco Pacoda, Alba Solaro, ''"Posse italiane: centri sociali, underground musicale e cultura giovanile degli anni '90 in Italia"'', Tosca editore, 1992,  
* AA. VV. ''Area 19'', Società  Editrice Barbarossa, 2008.
* AA. VV. ''Area 19'', Società  Editrice Barbarossa, 2008.
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