Censura fascista: differenze tra le versioni

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Viene sostenuto che la stampa italiana si sia auto-censurata da sola prima che la commissione censoria potesse farlo. In effetti le azioni contro la stampa formalmente furono molto poche, ma è stato fatto notare che a causa dell'organizzazione altamente gerarchizzata dei giornali (in mano a persone spesso amiche del regime o indifferenti ma timorose di esso), il regime poteva sentirsi abbastanza sicuro, controllando molto spesso la nomina dei direttori e dei responsabili per la censura nelle singole testate.
Viene sostenuto che la stampa italiana si sia auto-censurata da sola prima che la commissione censoria potesse farlo. In effetti le azioni contro la stampa formalmente furono molto poche, ma è stato fatto notare che a causa dell'organizzazione altamente gerarchizzata dei giornali (in mano a persone spesso amiche del regime o indifferenti ma timorose di esso), il regime poteva sentirsi abbastanza sicuro, controllando molto spesso la nomina dei direttori e dei responsabili per la censura nelle singole testate.


La maggior parte degli intellettuali che prima e durante le prime fasi dell'instaurarsi del fascismo, avevano chiaramente e liberamente espresso il loro antifascismo (ad esempio [[Indro Montanelli]]), conservarono comunque il ruolo di giornalista (con poche eccezioni come [[Antonio Gramsci]]), e molto confortevolmente trovarono il modo di lavorare in un sistema dove le notizie arrivavano direttamente dal governo (in bollettini di notizie noti come "veline", per il tipo di carta-velina che si impiegava per fare molteplici copie nella macchina da scrivere meccanica) ed era necessario soltanto adattarle alle forme, stile e cultura media del proprio pubblico prevalente di lettori o ascoltatori.
La maggior parte degli intellettuali che prima e durante le prime fasi dell'instaurarsi del [[fascismo]], avevano chiaramente e liberamente espresso il loro antifascismo, conservarono comunque il ruolo di giornalista (con poche eccezioni, come Antonio Gramsci), e molto confortevolmente trovarono il modo di lavorare in un sistema dove le notizie arrivavano direttamente dal governo (in bollettini di notizie noti come "veline", per il tipo di carta-velina che si impiegava per fare molteplici copie nella macchina da scrivere meccanica) ed era necessario soltanto adattarle alle forme, stile e cultura media del proprio pubblico prevalente di lettori o ascoltatori.


I nuovi revisionisti parlano di un servilismo dei giornalisti, e in questo sono sorprendentemente seguiti da molti altri autori, tra cui anche alcuni di sinistra, dato che questo sospetto è sempre stato attribuito alla stampa italiana, prima, durante e dopo il "Ventennio", e anche in tempi recenti la categoria non ha ancora dimostrato completamente la sua indipendenza dai "poteri forti". Un noto scrittore e giornalista italiano, [[Ennio Flaiano]], notoriamente [[antifascismo|antifascista]], era solito dire che i giornalisti non devono preoccuparsi di "''quella irrilevante maggioranza di italiani''".
I nuovi revisionisti parlano di un servilismo dei giornalisti, e in questo sono sorprendentemente seguiti da molti altri autori, tra cui anche alcuni di sinistra, dato che questo sospetto è sempre stato attribuito alla stampa italiana, prima, durante e dopo il "Ventennio", e anche in tempi recenti la categoria non ha ancora dimostrato completamente la sua indipendenza dai "poteri forti". Un noto scrittore e giornalista italiano, Ennio Flaiano, notoriamente [[antifascismo|antifascista]], era solito dire che i giornalisti non devono preoccuparsi di "''quella irrilevante maggioranza di italiani''".
[[File:Pensiero_e_volonta.jpg|left|thumb|Anche ''[[Pensiero e Volontà]]'' cadde nelle grinfie della censura]]
[[File:Pensiero_e_volonta.jpg|left|thumb|Anche ''[[Pensiero e Volontà]]'' cadde nelle grinfie della censura]]
=== Stampa clandestina ===
=== Stampa clandestina ===
La stampa indipendente (illegale) usava atrezzature e distribuzione clandestine, ed era collegata principalmente alle attività di gruppi politici.
La stampa indipendente (illegale) usava atrezzature e distribuzione clandestine, ed era collegata principalmente alle attività di gruppi politici.
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