Carlo Pisacane: differenze tra le versioni

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:«...Io sono convinto che nel mezzogiorno dell'Italia la rivoluzione morale esiste; che un impulso energico può spingere la popolazione a tentare un movimento decisivo, ed è perciò che i miei sforzi si sono diretti al compimento di una cospirazione che deve dare quell'impulso. Se giungo sul luogo dello sbarco, che sarà  Sapri, nel principato citeriore, io crederò aver ottenuto un grande successo personale, dovessi pure lasciare la vita sul palco. Semplice individuo, quantunque sia sostenuto da un numero assai grande di uomini generosi, io non posso che ciò fare, e lo faccio. Il resto dipende dal paese, e non da me. Io non ho che la mia vita da sacrificare per quello scopo ed in questo sacrificio non esito punto»
:«...Io sono convinto che nel mezzogiorno dell'Italia la rivoluzione morale esiste; che un impulso energico può spingere la popolazione a tentare un movimento decisivo, ed è perciò che i miei sforzi si sono diretti al compimento di una cospirazione che deve dare quell'impulso. Se giungo sul luogo dello sbarco, che sarà  Sapri, nel principato citeriore, io crederò aver ottenuto un grande successo personale, dovessi pure lasciare la vita sul palco. Semplice individuo, quantunque sia sostenuto da un numero assai grande di uomini generosi, io non posso che ciò fare, e lo faccio. Il resto dipende dal paese, e non da me. Io non ho che la mia vita da sacrificare per quello scopo ed in questo sacrificio non esito punto»


Pisacane si dedicò alacremente alla preparazione del moto insurrezionale, allacciando contatti con altri rivoluzionari meridionali, tra i quali Nicola Fabrizi, [[Giuseppe Fanelli]], [[Giovanni Nicotera]] e Giovan Battista Falcone. Fu così organizzata la '''spedizione di Sapri''': il [[25 giugno]] [[1857]], a Genova, Carlo Pisacane insieme ad altri ventiquattro uomini s'imbarcò su un piroscafo (il "Cagliari") diretto a Tunisi. Durante il viaggio s'impadronirono della nave e la diressero verso l'isola di Ponza, dove sbarcarono il [[27 giugno]]. Qui liberarono i trecentoventotto detenuti nella colonia penale, trecento dei quali parteciparono con entusiasmo alla spedizione. Il [[28 giugno]] [[1857]] sbarcarono a Sapri, ma furono assaliti dagli stessi contadini locali, ai quali le [[autorità ]] borboniche erano riuscite ad annunciare in tempo lo sbarco di trecento ergastolani «pronti a uccidere e saccheggiare».
Pisacane si dedicò alacremente alla preparazione del moto insurrezionale, allacciando contatti con altri rivoluzionari meridionali, tra i quali Nicola Fabrizi, [[Giuseppe Fanelli]], [[Giovanni Nicotera]] e Giovan Battista Falcone. Fu così organizzata la '''spedizione di Sapri''': il [[25 giugno]] [[1857]], a Genova, Carlo Pisacane insieme ad altri ventiquattro uomini s'imbarcò su un piroscafo (il "Cagliari") diretto a Tunisi. Durante il viaggio s'impadronirono della nave e la diressero verso l'isola di Ponza, dove sbarcarono il [[27 giugno]]. Qui liberarono i trecentoventotto detenuti nella colonia penale, trecento dei quali parteciparono con entusiasmo alla spedizione. Il [[28 giugno]] [[1857]] sbarcarono a Sapri, ma furono assaliti dagli stessi contadini locali, ai quali le [[autorità]] borboniche erano riuscite ad annunciare in tempo lo sbarco di trecento ergastolani «pronti a uccidere e saccheggiare».


I rivoluzionari dovettero fuggire dagli assalti della popolazione e il [[1 luglio| 1° luglio]], a Padula, venticinque di essi furono massacrati, mentre gli altri vennero catturati e consegnati ai gendarmi. Carlo Pisacane si suicidò con la sua pistola il [[2 luglio]] a Sanza (Salerno), mentre quelli scampati alla rabbia popolare furono processati e condannati a morte nel gennaio del [[1858]] (successivamente furono graziati). Così descrisse quei fatti il Giornale ufficiale del Regno delle Due Sicilie:  
I rivoluzionari dovettero fuggire dagli assalti della popolazione e il [[1 luglio| 1° luglio]], a Padula, venticinque di essi furono massacrati, mentre gli altri vennero catturati e consegnati ai gendarmi. Carlo Pisacane si suicidò con la sua pistola il [[2 luglio]] a Sanza (Salerno), mentre quelli scampati alla rabbia popolare furono processati e condannati a morte nel gennaio del [[1858]] (successivamente furono graziati). Così descrisse quei fatti il Giornale ufficiale del Regno delle Due Sicilie:  
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'''Carlo Pisacane''' fu uomo di pensiero e d'azione; aveva una concezione [[filosofia|filosofico]]-politica formatasi dalle letture di [[Carlo Cattaneo]] e di [[Pierre Joseph Proudhon]], che lo fece approdare ad una socialista, federalista e antiautoritaria.
'''Carlo Pisacane''' fu uomo di pensiero e d'azione; aveva una concezione [[filosofia|filosofico]]-politica formatasi dalle letture di [[Carlo Cattaneo]] e di [[Pierre Joseph Proudhon]], che lo fece approdare ad una socialista, federalista e antiautoritaria.


I principi basilari del suo pensiero sono tre: [[libertà ]] e associazione sono termini complementari. Non esiste libertà  senza [[uguaglianza]]; il Risorgimento deve essere rivoluzione mediante rivoluzionario, nel senso che deve eliminare le ineguaglianze sociali e non essere un movimento banalmente teso alla costruzione di uno [[Stato]] nazionale; il popolo è mosso soprattutto dai bisogni materiali piuttosto che da quelli ideali (come sosteneva invece Mazzini).
I principi basilari del suo pensiero sono tre: [[libertà]] e associazione sono termini complementari. Non esiste libertà  senza [[uguaglianza]]; il Risorgimento deve essere rivoluzione mediante rivoluzionario, nel senso che deve eliminare le ineguaglianze sociali e non essere un movimento banalmente teso alla costruzione di uno [[Stato]] nazionale; il popolo è mosso soprattutto dai bisogni materiali piuttosto che da quelli ideali (come sosteneva invece Mazzini).
===Sulla rivoluzione sociale===
===Sulla rivoluzione sociale===


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